Come funziona il cervello di un dipendente sessuale?

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Come funziona il cervello di un dipendente sessuale?

Di Giulia

“L’istinto sessuale fa parte della natura più profonda dell’uomo. È collegato alla forma più elevata
dello spirito”
– Carl G. Jung –

I dipendenti sessali sono capaci di tutto pur di saziare la propria ossessione e non si curano delle
conseguenze che possono scatenare. Tuttavia, ciò non significa che siano felici della propria
situazione: vogliono fermare la propria ossessione, ma gli è impossibile.

I loro comportamenti sessuali sono compulsivi e molto ossessivi, difficili da controllare… Forse è
qui che si trova la sfida più difficile di questo disturbo: il non saper smettere rappresenta un
problema maggiore che avere un desiderio più acceso rispetto agli altri.

Il cervello dei dipendenti sessuali

Il cervello dei dipendenti sessuali è molto simile a quello di un tossicodipendente o di un
alcolista, anche se non esiste una dipendenza chimica o fisiologica simile.

La direzione dei loro pensieri e comportamenti è direttamente collegata a un disturbo
ossessivo-compulsivo che le porta a concentrare tutti i loro sforzi sull’ottenere stimoli sessuali.

L’attività cerebrale della dipendenza dal sesso riflette le stesse attività dei tossicodipendenti

La dottoressa Valerie Moon, membro del team di ricercatori del Dipartimento di Psichiatria
dell’Università di Cambridge, sostiene che in realtà non si può ancora parlare di dipendenza, anche
se lo studio condotto su 19 uomini adulti rivela una maggiore attività cerebrale in tre regioni
specifiche del cervello, che coincidono con la dipendenza da droghe e alcol.

Una dipendenza dal sesso può essere valutata in base al modo in cui colpisce il sistema emotivo del
paziente, così come la sua capacità di condurre uno stile di vita totalmente normale.

Quando ciò non accade, può anche dipendere dalla biologia del cervello: in una persona dipendente
dal sesso il neurotrasmettitore dominante è la dopamina collegata alla motivazione e al feedback
della ricompensa.

Altri studi recenti hanno scoperto che esistono delle differenze tra il cervello di un alcolista e
quello di una persona a cui piace assumere alcol senza esserne dipendente.

I processi chimici, il funzionamento neurologico e la struttura cerebrale sono qualitativamente e
quantitativamente diversi quando paragoniamo un alcolista a una persona che fa uso occasionale di
alcol. Succede lo stesso con i dipendenti sessuali e coloro che conducono una vita sessuale sana,
più o meno attiva?

Il dipendente sessuale vuole saziare il proprio appetito perché ne ha bisogno e non perché vuole o
gli piace

Sapere se il nostro cervello è dipendente

Nell’antica Grecia facevano distinzione tra l’atto psicosessuale piacevole (eros) del piacere
carnale (afrodisia) e delle relazioni d’amicizia (agape). Nonostante ciò, l’ipersessualità è
collegata solo al materiale desiderio sessuale, cioè il sesso fisico o l’attività meramente
afrodisiaca.

Nonostante ciò, una persona che predilige le esperienze sessuali più fisiche non ha motivo di
nascondere una dipendenza sessuale.

Sappiamo che il nostro cervello è dipendente dal sesso e che abbiamo bisogno di chiedere aiuto
quando si manifestano i seguenti aspetti:

La vita di tutti i giorni gira intorno a pensieri, preoccupazioni e fantasie sessuali impossibili da
dimenticare e che fanno nascere l’impulso irrefrenabile di soddisfarli. Il desiderio sessuale è
eccessivo, ma l’asse centrale della dipendenza è la mancanza di controllo.
L’impulso sessuale è incontrollabile, inarrestabile e incessante, anche se ciò comporta conseguenze
gravi, pericoli o spossatezza fisica.
La materializzazione della fantasia rafforza questo comportamento: non si cerca il sesso per piacere
e divertimento, bensì per la necessità fisiologica di ridurre il malessere collegato all’incapacità
di controllare la dipendenza.
Si ubbidisce alla ripetizione di atteggiamenti o comportamenti ipersessuali per più di 6 mesi
consecutivi, non è un istinto selvaggio tipico di un momento preciso di stress estremo.
L’effetto negativo aumenta con l’evoluzione della dipendenza, il che potenzia il sentimento di colpa
o vergogna, distruggendo l’autostima, favorendo la depressione e l’auto-rifiuto e scatenando rotture
sentimentali, familiari e professionali.
La dipendenza sessuale non è altro che il tubo di scappamento di coloro che non sono stati in grado
di gestire in modo diverso le proprie sfide esistenziali.

Ancora c’è molto da scoprire

Rory Reid, psicologo della UCLA, concorda sul fatto che c’è ancora molto lavoro da fare per quanto
riguarda la diagnosi, la classificazione e la cura della dipendenza sessuale, affermando che “i
cervelli dei soggetti in questione indicano un desiderio sessuale elevato nelle regioni in cui ci
aspettavamo di trovarlo, ma lo studio non può confermarci se queste persone sono dipendenti dal
sesso oppure no”.

www.socioaffectiveneuroscipsychol.net/index.php/snp/article/view/20770

www.cam.ac.uk/research/news/brain-activity-in-sex-addiction-mirrors-that-of-drug-addiction

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