Come funziona l’anestesia generale? Nuovi indizi su un enigma che dura da 180 anni

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Come funziona l’anestesia generale? Nuovi indizi su un enigma che dura da 180 anni

Uno studio svela qualcosa di più su come l’anestesia generale mette a dormire gruppi specifici di
neuroni – meccanismo ancora non del tutto compreso.

10 giugno 2024 – Elisabetta Intini

L’anestesia generale moderna ci fa dormire durante le operazioni chirurgiche da circa 180 anni.
Tuttavia, anche se molti meccanismi del suo funzionamento sono ormai ben compresi, alcuni dettagli
su come riesca a tenerci sedati a lungo senza farci risvegliare di soprassalto nel corso di un
intervento rimangono ancora poco chiari. Uno studio sui moscerini della frutta pubblicato sul
Journal of Neuroscience fornisce alcuni nuovi particolari sul meccanismo d’azione degli anestetici
nel cervello.

INTERRUTTORE SU OFF. Lo studio, coordinato da Adam D. Hines, neuroscienziato dell’Università del
Queensland, Australia, ha in parte confermato un fatto già noto, e cioè che l’anestesia agisca su
specifici neuroni nel cervello – quelli eccitatori, normalmente responsabili di mantenerci in
allerta e attivi durante la giornata. Di norma questi neuroni e quelli inibitori bilanciano le
rispettive influenze regolando il nostro desiderio di riposare. Verso sera, l’attività dei neuroni
inibitori sulle loro controparti diviene prevalente, e percepiamo la stanchezza. L’anestesia
accelera il silenziamento dei neuroni eccitatori rapidamente e senza bisogno di coinvolgere quelli
inibitori. Ecco perché l’anestesia ci mette letteralmente “a dormire”.

STOP ALLE COMUNICAZIONI. Già, ma come mai restiamo – fortunatamente – addormentati nel corso
dell’operazione? Come racconta Hines in un articolo divulgativo su The Conversation, negli ultimi
vent’anni sono state proposte diverse possibili spiegazioni, ma tutte sembrano convergere sull’idea
che i neuroni smettano di “parlarsi” quando il cervello è sotto anestesia generale. Il nuovo studio
ha dimostrato che questa interruzione delle comunicazioni avviene solo per i neuroni eccitatori, e
non per quelli inibitori.

Come mai? Hines ha cercato la risposta nel cervello dei moscerini della frutta (Drosophila
melanogaster, un organismo usato come modello per gli studi di biologia), che ha osservato con un
microscopio ottico a super risoluzione. A livello molecolare è parso chiaro che l’anestesia blocca
l’abilità dei neuroni eccitatori di liberare neurotrasmettitori, messaggeri chimici come la
dopamina, l’adrenalina e la serotonina che servono ai neuroni per comunicare. Ci riesce agendo su
una proteina che neuroni eccitatori e inibitori esprimono in due versioni leggermente diverse.

SONNO GARANTITO. I risultati dello studio suggeriscono che i farmaci usati nell’anestesia generale
causino una massiccia inibizione del cervello bloccando l’eccitabilità dei neuroni in due modi: non
solo per metterci a dormire in prima battuta, ma anche per mantenerci dormienti a lungo.

www.jneurosci.org/content/early/2024/05/17/JNEUROSCI.0588-23.2024

da focus.it

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