Come la mente può guarire le nostre angosce
di Guido Da Todi
Le Chiavi Mistiche dello Yoga
Capitolo 2:
– COME LA MENTE PUO GUARIRE LE NOSTRE ANGOSCE
Osservando le leggi della biologia si impara molto sulla natura occulta dell’uomo.
L’ottica ci suggerisce la verità che ognuno di noi è in grado di creare un dipinto identico a quelli di
Leonardo, o di qualunque altro pittore conosciuto.
La fisica del suono, invece, ci insegna che è per noi naturale, invece, riprodurre esattamente una sonata di Beethoven.
Per quanto possano sembrare paradossali queste affermazioni, cercheremo di dimostrarne l’assunto. Ogni ambiente da noi frequentato, abitualmente o meno, è visibile solo perché composto da
particelle infinitesimali (i pacchetti di fotoni), che ne sostengono e compongono la complessa intelaiatura.
Gli atomi vibranti della materia costituiscono le molecole; le molecole formano i corpi (gassosi, liquidi e densi); i corpi, nel loro assieme, costituiscono l’ambiente.
È teoria consolidata dalla scienza che l’atomo sia formato da particelle, antiparticelle, nucleo, nuclone ed elettroni. Lasceremo da parte l’antimateria e le altre sue componenti.
Ognuna di queste costituenti, nel suo aspetto più essenziale, è un elemento della luce.
I pacchetti di fotoni, viaggiando a 300.000 km. al secondo, rendono attiva e vivente la sostanza dell’universo.
Einstein non riuscì, tuttavia, a provare se la luce fosse un’onda, oppure un granello, con una sua massa (sia pur debolissima).
Torniamo, ora, al nostro ambiente.
I corpuscoli che lo costruiscono vibrano e viaggiano nell’etere, creando una intricatissima rete di rapporti con il resto.
Il semplice fatto di illuminare, all’improvviso, una stanza crea un fenomeno complesso, per il quale si assiste ad una catena di azioni e reazioni molto interessante. Ossia, dalla lampadina vengono emessi dei fasci di elettroni (luce allo stato puro), i quali si espandono a miliardi, andando a colpire gli atomi dell’ambiente e ponendoli in stato di aumentata vibrazione; questi, a loro volta, producono dei “salti quantici” nelle loro orbite; o, addirittura, scambiano elettroni con altri atomi; e così via… E la luce originaria aumenta di intensità, grazie al processo dello scontro tra elettroni di atomi diversi.
In effetti, la luce della lampadina non è la sola responsabile dell’illuminazione dell’intera stanza. Ma è, invece, il principale reattivo di nascita d’altri raggi luminosi.
Ad esempio: quando essa va a colpire una poltrona noi riusciamo a vederne la struttura ed i colori solo in quanto riceviamo nella retina i raggi luminosi (sotto forma di elettroni puri) che gli atomi dei braccioli, del tessuto, dello schienale, ecc.. inviano ai nostri occhi, in reazione al campo energetico emesso dalla lampadina a soffitto.
Tuttavia, la vista ha, tra le molte, un’altra funzione. Ossia, in un rapporto diretto con il sistema cerebro spinale, essa raccoglie nella retina la sintesi dei raggi luminosi della poltrona e ne riproduce forma e colore.
Di conseguenza, quando noi passeggiamo in una profumata e splendida campagna primaverile, tra lo stormire delle fronde e lo schiamazzo colorato di un immenso campo di papaveri rossi, la visione di tutto questo incantevole scenario non è l’originale, bensì ciò che ricostruiamo esattamente, a causa del processo di elaborazione naturale del sistema cerebro spinale, sincronizzato con i nervi ottici della retina.
Così è per la campagna primaverile; ma, lo è anche per il giornale che leggiamo; per il panorama che osserviamo dalla nostra finestra; per il quadro di Van Gogh che contempliamo nel museo.
Non è il quadro di Van Gogh che noi ammiriamo; ma, semplicemente la riproduzione di esso, che la nostra retina ci propone, con quella ricchezza di particolari, di angolazioni, di colori, ecc..
È il nostro profondo iperconscio che, giorno dopo giorno, ridipinge, grazie alle leggi dell’ottica, la natura che ci ospita, e tutto ciò che di essa conosciamo, utilizziamo, vediamo..
Insomma: è la nostra mente la prima ed unica costruttrice del mondo in cui viviamo; del nostro mondo personale.
Lo stesso procedimento avviene per il suono.
La struttura interna del nostro orecchio è mirabilmente composta da una serie di strumenti fisici (chiocciola, timpano, tamburo, ecc..), adatti a ricevere le onde sonore che si propagano nello spazio, e da esso giungono a noi.
La membrana sottilissima che possediamo nell’organo viene colpita dalle modulazioni dell’etere esterno e, a sua volta, ne riproduce le lunghezze d’onda.
Il rumore di un treno che si avvicina, la melodia di un canto di usignolo, lo scrosciare della pioggia, la voce di chi ci parla sono compressioni dello spazio che agiscono sulla membrana interna dell’orecchio e ne fanno nascere una reazione vibrante simile a quella che la provocò.
Non è, quindi, la canzone di Adriano Celentano quella che rallegra il nostro animo, ma la riproduzione che il nostro sistema nervoso ne fa, utilizzando il gli strumenti fisici del nostro udito.
Insomma, la Quinta di Beethoven possiamo ascoltarla soltanto ricreandola con una delle funzioni del nostro meraviglioso sistema nervoso.
Quanto appena indicato serve non già ad esaurire le descrizioni delle incredibili facoltà del nostro inconscio (sia esso psichico, che biologico) quanto a farci penetrare in un’atmosfera molto più sottile: quella delle potenzialità dell’uomo; adoperate quotidianamente da lui, ma a lui sconosciute.
Vogliamo affrontare, nell’articolo, i risultati che ognuno di noi può ottenere agendo sulle pulsioni della sua psiche (timori, angosce, gioie, creatività, complessi..), facendo leva sui propri meccanismi mentali più reconditi. Non toccheremo, quindi, le altre facoltà dell’ “uomo radiante”, che servono a provocare fenomenologie di più vasta portata.
Osserviamo, un attimo, allora, quella fedele, stabile, crudele angoscia che preme nel vostro mondo soggettivo in ogni attimo della giornata; quando vi trovate al lavoro, o ridete in mezzo alla gente, oppure nei vostri soliloqui costanti.
Essa non è sostenuta da particolari ragioni razionali. È nata, di certo, da una causa provocatrice; poi, si è stratificata su di uno sfondo interiore preesistente, e da lì, continua ad unirsi al “coro muto” di tutta una turba antica di altri complessi.
Cercheremo le cause di questi timori inconsci? No, di certo. Esiste una vasta letteratura psicologica che se ne occupa.
Vogliamo solo indicare alcuni meccanismi che uniscono le vostre angosce alle facoltà mentali iperconscie dell’individuo e ne potenziano i valori. E, di conseguenza, darvi la possibilità, all’inizio almeno, di osservarne i ritmi esatti e celati di azione; in seguito, di eliminarle.
Alcune leggi vanno, qui, indicate:
ogni sensazione di benessere e di malessere nasce nel nostro campo mentale e viene sostenuta ed alimentata costantemente in esso;
queste sensazioni non sono casuali; ma riprodotte e tenute in vita, secondo dopo secondo della nostra esistenza quotidiana, da una nostra volontà interiore, anche se inconsapevole;
un istinto di instabilità latente (derivante da complesse ragioni psichiche) rende arduo ogni nostro intervento su di esse. È come se fossimo affezionati ai nostri timori e credessimo che il vangelo delle loro tacite affermazioni energetiche sia più sacro della nostra serenità;
esistono, nel campo elettromagnetico della nostra persona, uno o più punti di tensione che la nostra volontà, e solo la nostra volontà (anche se inconscia) tiene in costante vitalizzazione;
questi punti di tensione sono le radici di ogni stato di benessere e di malessere individuale;
Nel tempo e nello spazio le strutture di cui parliamo tendono ad aumentare e a divenire vere e proprie patologie; di conseguenza, come l’individuo focalizza costantemente i punti di tensione mentali responsabili di ogni suo malessere egli può smettere di farlo, ad ogni momento della propria esistenza, cessando di nutrire, a livello inconscio, le cause della sua infelicità.
Codeste sono affermazioni che non dovrebbero essere sottovalutate. Costituiscono la base di ogni sistema di guarigione esoterica e si uniscono ad ampie verità tradizionali metafisiche.
Suggeriamo, di conseguenza, al lettore di adottare il metodo del training autogeno, o del rilassamento attivo, o della meditazione per recuperare intelligentemente il controllo delle sue pulsioni inconsce.
È molto più facile di quanto sembri localizzare in sé (nella sfera elettromagnetica del proprio corpo mentale) questi punti di tensione responsabili degli umori nefasti che ci rendono dolorante la vita quotidiana.
Uno dei metodi migliori per liberarsi da questi nuclei di energia rappresa nella sfera del nostro campo radiante – una volta localizzati – è quello di cessare di nutrirne l’incessante pigolio. Distogliere l’attenzione da essi (affrontati uno per volta) non significa solo staccare il proprio cordone ombelicale energetico dalla causa del nostro malessere, quanto concentrare la propria attenzione su un nuovo elemento reagente che ne rimpiazzi l’esistenza: ottimismo, serenità, costruttività, ribellione alla stasi, amore per l’esistenza.
“Non si scaccia l’oscurità da una stanza a colpi di scopa; ma, aprendo le finestre al giorno..”
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