Come orientarsi in tempi di corona virus di Marco Ferrini

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Come orientarsi in tempi di corona virus

di Marco Ferrini

A memoria, mai come in questo tempo di Corona virus, ho percepito un malessere individuale e
collettivo così incombente, denso ed esteso.

La gente, schiacciata com’è sotto il peso della paura, è suggestionabile come non mai, quindi
pericolosamente manipolabile. Quanto più forte è il potere di suggestione, tanto più aumenta il
rischio di condizionamenti ideologici. Anche in nome della epidemia in corso o di altre suggestive
minacce, si può essere rapinati dei diritti fondamentali conquistati negli ultimi settant’anni: la
libertà personale e il diritto alla privacy, la libertà di movimento e di riunione, la libertà di
associarsi, la libertà di pensiero, di opinione ed espressione religiosa, politica e scientifica, la
libertà di stampa, la libertà di iniziativa economica, sono alcuni tra i diritti più importanti
garantiti dalla Costituzione Italiana (Roma, 1948) e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani (Parigi, 1948).

Al momento, il rigore delle costrizioni imposte dal Governo, pur avendo creato in certi ambienti
diffuse preoccupazioni anche di tenuta della democrazia, è stato accettato – quando non
espressamente richiesto – dalla popolazione in generale, sull’onda della paura del contagio, della
malattia e della morte.

In forza della sbandierata urgenza di sicurezza sanitaria si sono potute imporre alla nazione
notevoli sottrazioni di quote di libertà. Di fatto, non pochi diritti costituzionali sono già stati
sospesi.

Prepariamoci a valutare attentamente quel che accadrà allorché l’emergenza epidemica sarà terminata.
Predisponiamoci spiritualmente ad essere vigili e pronti ad agire nel caso in cui i diritti
costituzionali non dovessero essere prontamente e per intero ripristinati affinché non si scivoli in
una normalizzazione biopolitica dell’antidemocrazia.

Inoltre, per evitare che al termine del periodo epidemico non sprofondiamo in una catastrofica
depressione post traumatica, dobbiamo ora riconoscere che mai come in questo periodo abbiamo avuto
bisogno di innalzare ed espandere la nostra consapevolezza spirituale per difendere il nostro
diritto alla libertà, alla conoscenza, alla felicità e all’amore solidale con tutte le creature.

Se oltre a sopravvivere, volessimo anche riconquistare appieno i nostri diritti civili, sociali e
spirituali, dovremmo anzitutto scoprire e tornare a vivere la nostra autentica natura spirituale e
liberarci dal più grande condizionamento: l’ignoranza, che genera l’egoismo, quale principale
antagonista dell’Amore.

La gente è in panico perché teme che con la morte fisica abbia termine la vita. Non è così.

Bhagavad-gita, II,20:

“Per l’anima non vi è nascita né morte. La sua esistenza non ha avuto inizio nel passato, non ha
inizio nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e
primordiale. Non muore quando il corpo muore”.

Solo comprendendo a fondo che la paura di cessar di vivere (abhinivesha) è un condizionamento
atavico dal quale è urgente liberarsi, possiamo valorizzare la vita umana in quanto ci offre
un’occasione unica per fare l’esperienza della nostra immortalità, e divenirne finalmente
consapevoli.

Dobbiamo ogni giorno dedicare tempo a pratiche spirituali di purificazione per affrontare con
successo le prove che ci aspettano (anche a beneficio di chi non pratica), e insistere nel proporre
alle nazioni, alle loro istituzioni, affinché introducano nei programmi scolastici a tutti i livelli
lo yoga e la meditazione nei suoi aspetti pratici e filosofici al fine di supportare gli studenti –
che saranno gli adulti di domani – nell’acquisizione di una profonda e completa conoscenza di sé,
dei valori universali e del legame che unisce ogni creatura all’intero creato e nello sviluppo del
proprio potenziale umano e spirituale più alto.

S. Francesco: “Sii laudato mi’ Signure, con tutte le tue creature”.

Bhagavad-gita XII, 13-15:

“Colui che non è invidioso di nessuno, ma si comporta con tutti come un amico benevolo, non si
considera il proprietario di niente ed è libero dal falso ego, è equanime nella gioia e nel dolore,
tollerante, sempre soddisfatto, padrone di sé e determinato a compiere il servizio devozionale, con
mente e intelligenza fisse in Me, questo devoto Mi è molto caro.”

“Colui che non è mai causa di difficoltà per altri e dagli altri non è mai turbato, che è equanime
nella gioia e nel dolore, nella paura e nell’ansia, Mi è molto caro”.

Diversamente, nessuna rivoluzione antropologica, e che dire spirituale, avrà duraturo successo. E la
felicità agognata da tutti, a prescindere dal modello socioeconomico adottato, rimarrà una chimera.

Meditiamo profondamente e preghiamo con fervore affinché si accendano d’amore i cuori e le menti
nostre e di tante persone virtuose che sono in attesa di scoprire lo scopo e il senso della vita.

In questo periodo di “confino” fate esercizi Yoga di posture e respirazione, praticate assiduamente
il Hari-Nama-japa, riposatevi a sufficienza, mangiate moderatamente e scegliete il cibo prodotto
con il minor tasso di violenza e capace di rafforzare le vostre difese immunitarie, coltivate la
compagnia di persone evolute e aiutate le persone che incontrate; studiate, pregate con fervore e
meditate per proteggere voi e i vostri cari dalla nevrosi collettiva che per mesi a venire si farà
sempre più intensa.

Poi tutto pian piano passerà, lasciando ferite nelle coscienze e nel tessuto socio-economico. Voi
che nel frattempo avrete fatto esercizi spirituali, che avrete sviluppato il senso di realtà,
dovreste esservi mantenuti sereni, forti e pronti per esser di conforto alle persone emotivamente e
psicologicamente più fragili e ai tanti rovinati dalla crisi economica.

Il combinato disposto di epidemia sanitaria e crisi economica, ha disvelato la poca capacità di
visione e oculatezza della politica degli ultimi decenni. Se non si avvia urgentemente una
trasformazione delle coscienze nessun leader e nessun cittadino potrà ricostruire con successo
l’auspicato benessere futuro. Soltanto diventando pienamente consapevoli della nostra fragilità
umana individuale e collettiva si può diventare realmente responsabili, svolgendo con spirito di
servizio il nostro dovere sul piano sociale e sempre affidandosi alla misericordia di Dio.

Soltanto così ora, come dopo che il tempo di calamità sarà terminato, potremo essere veramente di
aiuto a noi stessi e agli altri, ricostruendo dalle macerie, materialmente e spiritualmente, una
gioiosa e sodale umanità.

Con apprezzamento per tutti coloro che in questa drammatica emergenza si prodigano per gli altri e
con sentimento di vicinanza per le famiglie colpite dalla perdita dei propri cari.

da www.marcoferrini.it

 

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