Come parlava Osho ai suoi discepoli

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Come parlava Osho ai suoi discepoli

Da Il Libro Arancione

di Osho

Affrontare la propria paura

Bhagwan ha suggerito una serie di tecniche per aiutarci ad affrontare
la paura in qualsiasi forma si presenti, e accettarla.

Addentrarsi nella propria paura

Ogni notte, per quaranta minuti, vivi la tua paura. Siedi in camera,
spegni la luce e comincia a sentire paura. Pensa a tutte le cose
orribili, fantasmi e dèmoni, a qualsiasi cosa riesci ad immaginare.
Crea dei mostri, immagina che stiano danzando intorno a te e cerchino
di afferrarti per consegnarti alle forze del male. Lascia che le tue
fantasie ti spaventino veramente e tocca il fondo più oscuro
dell’immaginazione: ti stanno uccidendo, vogliono violentarti, ti
vogliono strangolare. E non sono solo un paio di dèmoni, sono tanti e
ti attaccano da tutte le parti. Entra nella paura il più profondamente
possibile e affronta qualsiasi cosa accada. Inoltre, durante il giorno
o in qualsiasi momento si risvegli in te la paura, accettala. Non
rifiutarla. Non pensare che sia qualcosa di male che devi controllare;
è un fenomeno naturale. Accettandola e lasciando che si esprima nella
notte, le cose inizieranno a cambiare.

Addentrati nel vuoto che è in te

Ogni notte, prima di dormire, chiudi gli occhi, e per venti minuti
scendi nel vuoto che è in te. Accettalo, lascia che sia presente. Se
affiora la paura, lascia che sia presente. Anche se tremi di paura,
non rifiutare lo spazio che sta nascendo dentro di te. In due o tre
settimane sarai in grado di percepirne la bellezza, sarai in grado di
avvertirne la benedizione. E una volta gustata questa grazia, la paura
sparirà da sola. Non devi lottare con lei. Nel giro di tre settimane,
un giorno all’improvviso sentirai una grande beatitudine,
un’esplosione di rà una posizione fetale, quella del bambino nel
grembo materno. Se è questo che senti, assumi la posizione fetale,
diventa un bambino nel grembo della madre.

E poi avverti semplicemente il tuo respiro, non fare altro. Ascoltalo
semplicemente: il respiro che entra, il respiro che esce, il respiro
che entra, il respiro che esce. Non devi ripeterlo a parole: avvertine
semplicemente il fluire.

Sentilo semplicemente, e in quel sentire insorgeranno un silenzio e
una chiarezza straordinari.

Fallo solo per dieci o venti minuti — da un minimo di dieci a un
massimo di venti minuti — e poi dormi.

Prima o poi bisogna confrontarsi con il proprio sentirsi soli. Una
volta affrontato, questo sentirsi soli cambia colore, cambia qualità;
acquista un sapore assolutamente diverso. Diventa un essere soli.
Allora non è più isolamento, è solitudine. Nel sentirsi soli vi è
infelicità, la solitudine si apre alla beatitudine.

Lasciare uscire le proprie voci

Quando la meditazione libera energia dentro di te, troverà vie diverse
per esprimersi. Dipende dal tipo di talento che hai. Se sei un
pittore, con l’energia liberata dalla meditazione dipingerai di più,
dipingerai come un pazzo, ti scorderai di tutto, del mondo intero.
Tutta la tua energia verrà incanalata nella pittura. Se danzi, la
meditazione darà alla tua danza una maggiore intensità. Dipende dalla
capacità, dal talento, dall’individualità, dalla personalità, per cui
nessuno sa cosa gli accadrà. Talvolta avvengono mutamenti improvvisi.
Una persona che è sempre stata molto taciturna, poco comunicativa,
d’un tratto si metterà a parlare. Forse si era repressa, forse non
energia travolgente, una qualità gioiosa del tuo essere, come se la
notte fosse finita e il sole apparso all’orizzonte.

Ritornare nel grembo

Ogni notte, prima di andare a letto, siedi di fronte a un muro per
quaranta minuti, e parla, parla ad alta voce. Divertiti… va’ fino in
fondo! Se scopri che insorgono due voci, lascia che si esprimano
entrambe. Parla con una delle due, poi rispondi con l’altra, e vedrai
come riesci a creare un bellissimo dialogo. Non cercare di
controllarlo, perché non stai parlando per nessuno. Se vuol essere
folle, lascia che lo sia. Non metterti a tagliare, a censurare,
altrimenti rovini tutto.

Ripeti questo esperimento per almeno dieci giorni. Impegna tutta la
tua energia in questa pratica.

Non vi posso prima aprire le porte del paradiso cosicché voi
diventiate silenti. Prima siate totalmente folli.

Gibberish meditation

Meditazione, che consiste nel-suoni senza senso. È un mela anche
movimenti corporei
on la meditazione Devavani, leremo più avanti.

Da solo o in gruppo, chiudi gli occhi e comincia a emettere suoni
senza senso, balbettii. Per quindici minuti abbandonati completamente
a questi farfuglii. Lascia libero corso a tutto ciò che in te ha
bisogno di esprimersi. Butta fuori tutto! La mente pensa continuamente
in termini verbali. Questa tecnica aiuta ad interrompere la reazione
di verbalizzazione costante. Con il gibberish puoi liberarti dai tuoi
pensieri senza doverli
reprimere. E allo stesso tempo lascia che anche il tuo corpo si esprima.

Quindi, sdraiati sulla pancia e per quindici minuti sentiti come Dio è
un espediente per aiutarti a pregare. Una volta che hai imparato a
pregare, scordati totalmente Dio. La preghiera in se stessa è
sufficiente, più che sufficiente.

La preghiera

Non c’è nessuno che ascolta le tue preghiere. La tua preghiera non è
altro che un monologo; preghi il cielo vuoto. Nessuno ti ricompenserà
per le tue orazioni, ricordalo. Se hai veramente compreso cos’è la
preghiera, la preghiera stessa sarà la ricompensa. Non c’è altro che
ti possa ricompensare: la ricompensa non è nel futuro, non è
nell’aldilà.

Ma la preghiera in sé è un fenomeno cosi bello che non può importarti
del futuro o di una ricompensa! L’idea di una ricompensa è solo
avidità. La preghiera è una celebrazione tale, reca una gioia e
un’estasi cosi alte, che è in sé la ricompensa migliore. Non si prega
per paura né si prega per avidità. Si prega perché pregare è una
gioia. Non ci si preoccupa neppure se Dio esiste o meno.

Se ti piace danzare, non ti domandi se esiste o meno un Dio. Se ti
piace danzare, danzi e basta; non ti preoccupi se qualcuno in cielo
vede la tua danza. Non ti chiedi se le stelle e il sole e la luna ti
ricompenseranno per la tua danza. La danza in sé è una ricompensa
sufficiente. Se ti piace cantare, canti, non importa se qualcuno ti
ascolta.

E lo stesso vale per la preghiera. È una danza, è un canto, è musica,
è amore. Ne gioisci ed è sufficiente. La preghiera è lo strumento e la
preghiera è il fine. Il fine e il mezzo non sono separati: solo allora
saprai cos’è la preghiera.

Quando dico preghiera, intendo apertura verso Dio. Non è che tu debba
dire qualcosa, non devi chiedere nulla, è un semplice aprirsi,
cosicché se Lui vuole donare qualcosa, tu sei pronto. Una profonda
attesa, ma priva di deside-
rio, ecco cosa occorre. Una attesa vibrante, come se da un

fica assenza di pensiero. Significa sedersi semplicemente sulla riva,
senza farsi coinvolgere dal fiume. Cosa puoi fare? Qualsiasi azione da
parte tua non farebbe che intorbidirlo.

se ti unissi con la madre terra. A ogni esalazione sentiti fondere nel
suolo sotto di te.

momento all’altro dovesse accadere qualcosa. Fremi per quel che
l’ignoto ti potrà portare, ma non hai nessun desiderio. Non ti aspetti
che succeda qualcosa in particolare. Se hai una richiesta, la
preghiera ne è contaminata.

Quando non chiedi nulla, quando rimani semplicemente in silenzio, e
tuttavia sei aperto, pronto a qualsiasi cosa, disposto perfino a
morire, quando sei in uno stato d’animo di semplice ricettività,
passivo, disponibile, allora la preghiera accade.

La preghiera non è qualcosa che si può fare, non ha nulla a che vedere
con l’agire. Non è un’azione o un’attività, è una dimensione
dell’essere.

Se vuoi dire qualcosa, dilla. Ma ricorda che le tue parole non avranno
alcun effetto sull’esistenza. Toccheranno il tuo cuore, e questo
potrebbe essere un bene, ma la preghiera non cambierà mai le
intenzioni di Dio. Può cambiare te, ma se non ti trasforma, allora è
solo un truc-chetto. Puoi continuare a pregare per anni, ma se non ti
trasforma, lasciala perdere, è spazzatura. Liberatene.

La preghiera non cambierà Dio. Tu pensi sempre che, pregando, Dio
cambierà idea, sarà più accondiscendente, si accorgerà un po’ di te.
Non c’è nessuno che ti ascolta, questo cielo infinito non ti può
ascoltare. Questo cielo infinito può essere con te solo se tu sei con
lui: non c’è altro modo per pregare.

Io vi suggerisco anche di pregare, ma la preghiera dovrebbe essere un
semplice fenomeno di energia; non un fenomeno del tipo « il
devoto-e-Dio », bensì un fenomeno di energia.

Tutte le meditazioni sono un’attesa, ogni preghiera è pazienza
infinita. L’essenza della religione consiste nel non permettere alla
mente di crearvi ulteriori problemi. Se dite alla mente di aspettare,
la meditazione accade. Se riuscite a persuadere la mente ad attendere,
sarete in preghiera, perché attendere signi-

Proprio il tuo affrontare la corrente creerebbe altri problemi, per cui aspetta.

La meditazione della preghiera

È meglio fare questa preghiera di notte, in una stanza buia, e andare
a dormire immediatamente dopo; oppure la si può praticare al mattino,
ma deve essere seguita da quindici minuti di riposo. Questo riposo è
necessario, altrimenti ti sentirai ubriaco, in uno stato di torpore.

Questo fondersi con l’energia è preghiera. Ti trasforma. E quando tu
cambi, cambia l’intera esistenza.

Alza entrambe le mani al cielo, le palme rivolte verso l’alto, la
testa sollevata, e avverti semplicemente il fluire dell’esistenza
dentro di te.

Man mano che l’energia fluisce verso il basso avvertirai nelle braccia
un leggero tremolio: sii simile ad una foglia nella brezza,
tremolante. Abbandonati, favorisci questa sensazione. Quindi lascia
che tutto il tuo corpo vibri di energia, e lasciati trasportare da
qualsiasi cosa accada.

Sentiti fluire ancora una volta con la terra. La terra e il cielo, il
sopra e il sotto, yin e yang, maschile e femminile: fluisci, fonditi,
abbandonati completamente. Tu non sei più. Diventi uno… ti sciogli.

Dopo due o tre minuti, o quando ti senti completamente ricolmo,
piegati al suolo e bacia la terra. Sii semplicemente un veicolo perché
l’energia divina si riunisca alla terra.

Questi due stadi della meditazione devono essere ripetuti sette volte
in tutto, per sbloccare tutti i chakra. Si possono ripetere più di
sette volte, ma se non li ripeti almeno sette volte, ti sentirai
irrequieto e non riuscirai a dormire.

E abbandonati al sonno in quello spazio di preghiera. Sprofonda
semplicemente nel sonno e l’energia rimarrà con te. Il suo fluire ti
seguirà anche nel sonno.

Questo ti aiuterà moltissimo, perché cosi l’energia ti manda al
divino, perché la mente è astuta. Ben presto riconoscerai la
differenza, perché tu sarai un semplice os­servatore. Rimarrai
sorpreso perché la tua mano si moverà senza che tu la muova affatto.
Dopo che ti sarai rilassato in questa tecnica per alcuni giorni, anche
se vorrai smettere, ti accorgerai che non sei più in grado di farlo.
Scoprirai di essere posseduto.

Per cui all’inizio prega con queste parole: « Per venti minuti prendi
possesso del mio essere e fanne tutto ciò che vuoi. Sia fatta la Tua
volontà. Venga il Tuo Regno ». Lascia che sia Al mattino ti sentirai
più fresco di quanto non ti sia mai sentito in passato, più vivo di
quanto non ti sia mai sentito. Ti sentirai pervaso da uno slancio, da
una vitalità nuovi, e per tutto il giorno avvertirai la presenza di
una energia diversa, una nuova vibrazione, un nuovo canto nel cuore,
una nuova danza nel tuo passo.

Latihan

Stai semplicemente in piedi in una posizione rilassata, e aspetta che
Dio, che il Tutto operino su di te. E poi fai qualsiasi cosa ti senti
di fare in uno stato d’animo di profonda preghiera: « Sia fatta la Sua
volontà » …e rilassati.

È come l’esperienza della scrittura automatica, si prende
semplicemente la penna in mano e si aspetta. All’improvviso un’energia
si impadronisce della mano che inizia a muoversi da sola. È un
fenomeno sorprendente, la mano si muove e non sei tu a muoverla! Fai
che la tua attesa abbia questa qualità, e dopo tre, quattro minuti,
all’improvviso sentirai degli scossoni e l’energia che scende nel
corpo. Non aver timore, anche se fa paura. Tu non stai facendo niente.
Di fatto tu sei solo un testimone: è un evento.

Abbandonati a questa energia. Il corpo comincerà ad assumere posizioni
diverse, si moverà, danzerà, ondeggerà, tremerà, si scuoterà:
succederà di tutto. Rimani aperto: non solo le lasci spazio, ma
cooperi. Allora perverrai a ciò che chiamiamo Sahaj yoga.

Il latihan non è una novità. Il termine è nuovo. Subud non è una
novità. Non è altro che una nuova versione del Sahaj yoga: lo yoga
della spontaneità. Lascia tutto in

presente questo atteggiamento, e rilassati semplicemente. Dio inizierà
a danzare dentro di te e assumerà mille posizioni. Il corpo vedrà
appagati i suoi bisogni, non solo: verrà appagato qualcosa di più
elevato del corpo, di più vasto; i bisogni profondi della
consapevolezza.

La meditazione Gourishankar

È la meditazione serale durante i campi di meditazione mensili.

Questa tecnica si compone di quattro stadi di quindici minuti
ciascuno. I primi due stadi servono come preparazione per il Latihan
spontaneo del terzo stadio. Bhagwan ha detto che se la respirazione
viene eseguita nel modo giusto durante il primo stadio, l’ossido di
carbonio che si forma nel sistema circolatorio vi porterà alle altezze
del monte Everest: il Gourishankar.

Primo stadio: 15 minuti.

Siedi ad occhi chiusi. Inspira profondamente dal naso e riempi i
polmoni. Trattieni il respiro il più a lungo possibile, e poi espira
dalla bocca dolcemente e tieni ì polmoni vuoti quanto più a lungo ti è
possibile. Continua questo ciclo di respirazione per tutto il primo
stadio.

Secondo stadio: 15 minuti.

Ritorna a una respirazione normale e con occhi sfocati guarda la
fiamma di una candela o una luce intermittente blu. Tieni il corpo
immobile.

Terzo stadio: 15 minuti.

Con gli occhi chiusi, alzati in piedi e lascia che il tuo corpo sia
sciolto e ricettivo. Sentirai che un’energia sottile fa fluire il
corpo fuori dal tuo normale controllo. Lascia che questo Latihan
accada. Non essere tu a muoverti: lascia che il movimento accada,
dolcemente e con grazia.

Quarto stadio: 15 minuti.

Sdraiati ad occhi chiusi e resta immobile, in silenzio.

I primi tre stadi devono essere accompagnati da un battito ritmico e
regolare, meglio se unito a una soffice musica di sottofondo. Questo
battito deve essere sette volte il normale battito cardiaco e, se
possibile, sincronizzato con la luce stroboscopica.

La meditazione è l’unica via per andare oltre se stessi, l’unica via
per trascendere il proprio sé.

Meditazione Devavani

Devavani è la Voce Divina che prende vita e parla attraverso colui che
medita e diventa un vaso vuoto, un canale. Questa meditazione è un
Latihan per la lingua; rilassa talmente la mente cosciente che alla
fine della meditazione ti sarà impossibile non addormentarti
profondamente, per cui va fatta come ultima attività della giornata.

La meditazione si compone di quattro stadi di 15 minuti ciascuno. Ver
tutta la meditazione, tieni gli occhi chiusi.

Primo stadio: 15 minuti.

Siedi tranquillo, preferibilmente con una leggera musica di sottofondo.

Secondo stadio: 15 minuti.

Inizia a produrre suoni senza senso, per esempio « la… la… la…
», e continua finché non prendono vita suoni strani che assomigliano a
parole. Questi suoni devono venire da quella parte ormai dimenticata
del cervello che hai usato nell’infanzia, prima di imparare a parlare.
Assumi una intonazione pacata, discorsiva: non piangere, non urlare,
non ridere, non gridare.

Terzo stadio: 15 minuti.

Alzati in piedi e continua a parlare, lasciando che il tuo corpo si
muova dolcemente con i suoni. Se il tuo corpo sarà rilassato, le
energie sottili creeranno un Latihan che esula dal tuo controllo.

Quarto stadio: 15 minuti.

Sdraiati, e rimani immobile e in silenzio.

Ricorda solo che quei suoni o quelle parole non devono appartenere a
nessun linguaggio che conosci. Se sai l’inglese, il tedesco e
l’italiano, non dovranno essere né italiani, né tedeschi, né inglesi.
È ammessa qualsiasi altra lingua che non conosci: il tibetano, il
cinese, il giapponese! Ma se conosci il giapponese, non lo devi usare:
in quel caso andrà benissimo l’italiano. Usa qualsiasi lingua ti sia
sconosciuta. Ti troverai in difficoltà solo il primo giorno, per
alcuni secondi… come si fa a usare una lingua che non si conosce? Si
può fare, e una volta fatto il primo passo, ti verranno dei suoni
qualsiasi, parole senza senso, che arresteranno la mente cosciente e
permetteranno all’inconscio di rivelarsi.

Quando parla, l’inconscio non conosce alcun linguaggio. Questo è un
metodo molto, molto antico. Lo si trova nel Vecchio Testamento. A quei
tempi si chiamava glossolalia. Alcune chiese in America lo usano
ancora: lo chiamano « parlare in lingue ». Ed è un metodo
meraviglioso, effi­cacissimo, in grado di penetrare nelle profondità
dell’inconscio. Non eccitarti, lascia che sia un’energia profondamente
sarai ristabilizzato dentro di te, traboccherai ancora di energia e
vorrai entrare di nuovo in un rapporto. rilassante, confortante,
simile ad una nenia. Divertiti, ondeggia il corpo, oppure se ti senti
di danzare, danza. Ma ricordati che tutto deve essere molto
aggraziato. Non deve trasformarsi in una catarsi.

Vi sono due sentieri che conducono alla rivelazione; uno è la
meditazione: cerchi l’assoluto senza l’altro. La seconda via è
l’amore: cerchi l’assoluto insieme all’altro.

L’amore

Meditazione è precipitare nel cuore, e allorché cadi nel cuore, nasce
l’amore. L’amore segue sempre la meditazione, ed è vero anche il
contrario. Se diventi un amante, la meditazione seguirà. Si
accompagnano l’uno con l’altra: sono un solo tipo di energia, non sono
separati. Puoi meditare e diventare un amante perfetto — verrai
avvolto da un grande flusso d’amore, traboccherai d’amore —; oppure
puoi iniziare diventando un amante, per scoprire poi quella qualità di
consapevolezza chiamata meditazione in cui i pensieri svaniscono, il
flusso dei pensieri non annebbia più il tuo essere, il velo del sonno
si è dissolto. È giunto il mattino, ti sei risvegliato, sei diventato
un Buddha.

Gli amori illusori si dissolveranno…

Quando ti incammini nel pellegrinaggio interiore, le stesse energie
che prima uscivano all’esterno si rivolgono all’interno e
improvvisamente ti ritrovi solo come un’isola. La difficoltà si crea
perché in realtà non ti interessa di essere in relazione. Il tuo
intimo desiderio è di essere te stesso, e tutti i rapporti sanno di
dipendenza, di limitazione. Ma questa è una fase passeggera: non
trasformarla in un atteggiamento permanente. Prima o poi, quando ti

Per cui non appena la mente si affaccia alla meditazione, l’amore ti
appare una costrizione. E in un certo senso è vero, perché una mente
non meditativa non può essere veramente in amore. Questo amore è
falso, illusorio; è più un’infatuazione che un

amore. Ma non hai nessun elemento di paragone finché non ti accade
l’amore reale, per cui quando ti affacci alla meditazione, l’amore
illusorio pian piano scompare, si dilegua. Ma attento a queste due
eventualità: innanzitutto non lasciarti prendere dallo sconforto, e in
secondo luogo non trasformarlo in un atteggiamento permanente.

Se ti lasci prendere dallo sconforto perché la tua vita amorosa si
spegne, e ti ci aggrappi, diventerà un ostacolo al tuo viaggio
interiore. Accettalo: ora l’energia si sta cercando un nuovo sentiero
e per alcuni giorni non sarà disponibile per il moto verso l’esterno,
per l’attività.

Se qualcuno molto creativo comincia a meditare, per un certo periodo
tutta la sua creatività scomparirà. Se sei un pittore, all’improvviso
non ti ritroverai più a dipingere. Potrai insistere, ma pian piano
scoprirai di non avere alcuna energia, nessun entusiasmo. Se sei un
poeta, la poesia si esaurirà. Se sei un

uomo innamorato, quell’energia semplicemente scomparirà. Se cerchi di
sforzarti a stare in un rapporto, a essere quello di prima, quello
sforzo sarà pericolosissimo. In quel caso farai una cosa
contraddittoria: da un lato cercherai di entrare dentro di te,
dall’altro ti sforzerai di uscirne.

È come se guidassi una macchina schiacciando contem­poraneamente
l’acceleratore e il freno. Potrebbe essere di­sastroso, perché faresti
contemporaneamente due azioni con­trapposte.

La meditazione è solo contro il falso amore. L’amore falso scomparirà,
e questa è una condizione fondamentale perché appaia quello vero. Il
falso deve andarsene, il falso deve abbandonarti completamente, solo
allora sarai disponibile al reale.

Irradia amore

Esercitati nell’amore. Siedi da solo nella tua stanza e sii in amore.
Irradia amore. Colma l’intera stanza con la tua energia d’amore.
Sentiti vibrare su una nuova lunghezza d’onda, immagina di ondeggiare
in un oceano d’amore. Crea intorno a te vibrazioni di energia amorosa.
E immediatamente ti accorgerai che sta accadendo qualcosa, qualcosa
nella tua aura

La seconda eventualità, e anche questa è un pericolo gravissimo, è che
tu lo tramuti in uno stile di vita. È successo a molte persone. Vivono
in monasteri: vecchi monaci, religiosi ortodossi che hanno fatto
dell’assenza del rapporto amoroso uno stile di vita. Essi pensano che
l’amore sia contro la meditazione, e la meditazione sia contro
l’amore: non è vero. La meditazione è .contro il falso amore, ma è
assolutamente aperta all’amore vero.

Quando ti sarai stabilizzato, quando non riuscirai ad andare oltre nel
cammino interiore, quando hai raggiunto il centro del tuo essere, hai
toccato il fondo, allora sei centrato. Improvvisamente l’energia è
disponibile, ma non ha più un orientamento fisso. Il viaggio
all’esterno si è concluso quando hai iniziato a meditare, ora anche il
viaggio interiore è finito. Ti sei stabilizzato, hai raggiunto la tua
dimora, sei appagato, e hai una riserva illimitata di energia: cosa ne
farai?

Questa energia comincerà a traboccare. È un tipo di movimento
assolutamente diverso, la sua qualità è diversa, perché non ha una
motivazione. In passato ti rivolgevi agli altri con una motivazione,
ora non ce me sarà nessuna. Andrai verso gli altri semplicemente
perché hai troppe cose da condividere con loro. In passato ti
trascinavi come un mendicante, ora camminerai come un imperatore. Non
perché cerchi dagli altri una felicità che già possiedi: ora la
felicità è fin troppa. La nube è cosi densa che vorrebbe scaricarsi in
pioggia. Il fiore è cosi gravido che vorrebbe cavalcare i venti come
fragranza e raggiungere gli angoli più remoti della terra. È una
comunione. Ha preso vita un tipo di relazione nuovo. Chiamarlo
relazione non è esatto, perché non è più un rapporto, piuttosto è uno
stato dell’essere. Non è che ami, ora tu sei amore.

Meditare è difficilissimo per quanti non hanno mai amato.

sta cambiando, qualcosa intorno al tuo corpo sta cambiando; il tuo
corpo comincia a emanare calore… un calore simile ad un orgasmo
profondo. Diventi più vitale. La tua sonnolenza sta scomparendo, per
far posto a qualcosa che assomiglia alla consapevolezza. Abbandonati
in questo oceano. Danza, canta e lascia che tutta la stanza si riempia
d’amore.

All’inizio ti sembrerà molto strano. Quando per la prima volta
riuscirai a riempire la tua stanza di energia d’amore — la tua energia
che continua a espandersi e a riversarsi su di te dandoti una felicità
senza pari — ti chiederai: « Mi sto forse autoipnotizzando? Mi sto
illudendo? Cosa mi sta accadendo? ».

Hai sempre pensato che l’amore venisse dagli altri. Hai avuto bisogno
di una madre che ti amasse, di un padre, di un fratello, di un marito,
di una moglie, di un figlio: comunque, di qualcuno.

L’amore che dipende dall’altro è un amore ben misero. L’amore che si
crea dentro di te, l’amore che ha origine dal tuo stesso essere, è
vera energia. Allora ovunque andrai sarai sempre parte di quell’oceano
e ti accorgerai che chiunque ti viene vicino avvertirà improvvisamente
un tipo di energia diversa.

La gente ti guarderà con occhi più aperti. Quando passerai accanto a
loro, avvertiranno la brezza creata da un’energia ignota e si
sentiranno rinfrescati. Tieni qualcuno per mano e tutto il suo corpo
inizierà a vibrare. Se sei vicino a qualcuno, egli si sentirà al colmo
della felicità senza alcun motivo. Te ne accorgerai da solo. A quel

punto sarai pronto a entrare in comunione. E allora cercati un’amante,
cerca chi ti può ricevere.

Bhagwan ha suggerito la seguente meditazione per le coppie che si
sentono bloccate nel loro rapporto, le cut energie devono essere
liberate, sciolte.

Di notte sedetevi uno di fronte all’altra e tenetevi le mani, rai che
quello scossone è salutare. All’improvviso diventerai più consapevole.

Nei monasteri Zen il Maestro va in giro con un bastone e ogni volta
che scopre un discepolo imbambolato, immerso nei suoi pensieri, con
mille sogni riflessi sul volto, immediatamente gli dà un bel colpo in
testa! Quel tocco scende lungo la spina dorsale come una scossa, e in
una frazione di secondo il pensiero si arresta e improvvisamente sorge
la consapevolezza. Io non ti posso seguire con un bastone. Quindi lo
scossone te lo devi dare da solo, e non preoccuparti se la gente pensa
che sei un po’ matto. Esiste una sola follia, ed è quella della mente.
Troppo pensare è la sola follia, tutto il resto è meraviglioso. La
mente è la malattia.

Potete battere le ciglia, ma continuate a guardarvi negli occhi. E se
il corpo inizia a ondeggiare — e dopo un po’ accadrà — assecondatelo.
Ricordatevi di tenervi sempre per mano, qualsiasi cosa accada.

Trascorsi dieci minuti, chiudete gli occhi e lasciatevi ondeggiare per
altri dieci minuti. Poi alzatevi in piedi e ondeggiate insieme per
dieci minuti ancora, sempre tenendovi per mano. Questo fonderà
profondamente le vostre energie.

Occorre sciogliersi un po’ di più… sciogliersi l’uno nell’altra.

Se in te è accaduta la meditazione, l’amore seguirà inevitabilmente.
Se l’amore non accade, questo dimostra semplicemente che la
meditazione non è ancora accaduta.

Arrendersi all’amore

In una relazione d’amore dovresti lasciarti possedere, non cercare di
possedere. In una relazione d’amore dovresti ar­renderti e non stare
più a misurare chi è il più forte. Quindi, smetti di pensare. E ogni
volta che ti ritrovi a pensare, fermati e datti una botta in testa: un
bello scossone, cosi che tutto dentro di te venga ribaltato. Fanne
un’abitudine e nel giro di poche settimane ti accorge-

senza l’uso del sesso.

Non fare l’amore finché non accade…

Prima di entrare nell’amore, sedete insieme in silenzio per quindici
minuti; tenetevi per mano, incrociandole. Sedete al buio o con una
luce molto soffusa e avvertite la presenza dell’altro. Entrate in
sintonia e, per farlo, respirate insieme. Quando tu esali, esala anche
il tuo partner; quando tu inspiri, inspira anche lui. In due o tre
minuti riuscirete a entrare in sintonia. Respirate come se foste un
unico organismo: non due, ma un solo corpo. E guardatevi negli occhi,
senza aggressività, con uno sguardo molto dolce. Concedetevi il tempo
di divertirvi: giocate con il corpo dell’altro.

Non iniziate a fare all’amore finché il momento non viene da solo. Non
sarà un fare all’amore, ma all’improvviso vi ritroverete ad amarvi.
Aspettate che accada. Se non accade, non

occorre forzarlo. Va benissimo ugualmente. Addormentatevi, non occorre
fare all’amore per forza. Aspettate uno, due, tre giorni finché quel
momento non si pre-

senterà. Prima o poi verrà. E quando viene, l’amore scenderà in
profondità e non creerà più la follia che crea in questo momento. Sarà
una sensazione oceanica, di profondo silenzio. Ma aspettate quel
momento non forzatelo.

L’amore dovrebbe diventare meditazione. È una cosa che si deve
trattare con gran cura, si deve assaporare lentamente, cosi

si diffonderà in tutto il tuo essere e diventerà un’esperienza tanto
travolgente da annullare la tua presenza. Non è che fai all’amore: tu
sei amore. L’amore diventa un’energia immensa che vi avvolge.
Trascende entrambi, entrambi vi ci perdete. Ma perché accada, dovete
aspettare.

Aspettate il momento e presto ne afferrerete il segreto. Lasciate che
l’energia si accumuli finché accade da solo, spontaneamente. Pian
piano diverrete consapevoli del suo insorgere. Ne riconoscerete i
sintomi, i prodromi e tutto sarà più facile.

Sto camminando, sto camminando, sto camminando, sto camminando. In
pochi secondi te ne sarai dimenticato:

qualcos’altro ha distratto la tua mente. I tuoi pensieri

hanno preso un’altra direzione, te ne sei completamente dimenticato.
Poi d’un tratto ne torni consapevole. Per cui

se non puoi rendere cosciente neppure un semplice atto quale il
camminare, ti sarà difficile trasformare l’amore in una meditazione
cosciente.

Quindi prova con cose semplici, piccole attività. Prova mentre mangi.
Prova mentre cammini. Prova mentre parli,

o mentre ascolti. Prova in tutto ciò che fai. Rendilo un

costante martellio interiore; lascia che tutto il tuo corpo e la tua
mente sappiano che ti stai sforzando di stare all’erta.

Solo cosi un giorno nell’amore accadrà la testimonianza. E quando
accade, ti accade l’estasi: su te è disceso il primo raggio del
divino.

Nei cinque volumi de « II Libro dei Segreti », Bhagwan ha descritto
diverse tecniche tantriche di meditazione e di testimonianza mentre si
fa all’amore. Il primo volume è L’amore è simile a Dio: non lo si può
strumentalizzare. Accade quando accade. Se non accade, non vi dovete
preoccupare.

Non cercare di ingannarti

Essere un testimone è l’elemento fondamentale.

Ma sarà difficile diventare un testimone nell’atto sessuale se non
cerchi di essere un testimone anche nelle altre azioni della tua vita.
Quindi, provaci a ogni ora del giorno, altrimenti vivrai prigioniero
di un autoinganno. Se non riesci a essere un testimone mentre cammini
per strada, non cercare di ingannarti: non puoi diventare un testimone
mentre fai all’amore. Se non sei cosciente neppure quando cammini per
strada, se in un processo cosi semplice non riesci a essere un
testimone, come potrai essere un testimone mentre fai all’amore?
Questa esperienza è cosi profonda… cadrai nell’incoscienza.

Cadi nell’incoscienza anche mentre cammini per strada. Provaci: non
riuscirai a restare consapevole per più di pochi secondi. Provaci,
mentre cammini, prova a ricordare:

stato tradotto in italiano e pubblicato dall’editore Bom­piani, Milano, 1978.

Per un Buddha, per chi ha conseguito la pienezza del proprio essere,
la meditazione è priva di significato. La meditazione è una medicina,
alla fine deve essere buttata. Finché non sei in grado di buttar via
la tua medicina, non sei sano. Per cui, ricorda: la meditazione non è
una cosa che ti devi portar dietro per l’eternità. Verrà un giorno in
cui la meditazione avrà esaurito la sua funzione e non sarà più
necessaria. A quel punto te la potrai scordare.

7. La sola via

Ogni ricerca è futile. La ricerca è un prodotto della mente. Essere in
uno stato di nonricerca è un momento di grande trasformazione. Tutte
le meditazioni che si fanno qui non sono altro che una preparazione a
quel momento. Non sono vere meditazioni ma un semplice preparativo,
cosicché un giorno potrete sedere semplicemente, senza far nulla,
senza desiderare nulla.

Non esiste una scorciatoia

Dovete ricordare sempre che la meditazione è un viaggio lungo e non
esiste una scorciatoia. Chiunque vi dica che esistono scorciatoie vi
sta ingannando.

È un viaggio lungo, perché la trasformazione è profonda e viene
conseguita solo dopo molte vite: molte vite di abitudini quotidiane,
di pensieri, di desideri. Inoltre

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