Come puoi allontanare le impressioni esteriori

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< Come puoi allontanare le impressioni esteriori > – di Yoganandaji

Tratto da:

< Il Divino Romanzo >

– di Yoganandaji –

– Come allontanare le impressioni esteriori.-

Una volta ero seduto all’aperto a Encinitas, e faceva molto freddo.
Rivolsi la mia coscienza all’interno, e in un batter d’occhio non sentii più
freddo. La gioia m’invase. Di tanto in tanto vedevo ciò che mi circondava
fondersi in un’unica luce, come il raggio di un proiettore. Se mi
concentravo sul film, vedevo il film, se mi concentravo sul raggio, il mondo
scompariva. Non si può vedere niente senza la nostra coscienza. Perciò, se
avete il pieno dominio sulla vostra mente, e guardate dentro di voi verso
la vostra anima, anche con gli occhi aperti, vedrete solo la grande luce di
Dio e sentirete la Sua grande gioia. Solo se guarderete fuori di voi
attraverso i vostri occhi, la vostra coscienza percepirà il mondo esteriore.

Tutto è il film di Dio. Quel giorno a Encinitas potevo vedere da un lato le
sensazioni e i pensieri, i sogni della mia coscienza provenienti da Dio,
mentre dall’altro lato, quando mi ritiravo all’interno, non c’era alcuna
sensazione, ma soltanto pura gioia. E benché stessi seduto in un freddo
intenso, coperto solo con i calzoncini da bagno, potevo veder scomparire
sia il freddo che il paesaggio attorno e venire a me solo gioia. Più tardi
sentii le leggere impressioni delle sensazioni contemporaneamente a
quella grande gioia.

Mettete in pratica questo modo di vivere. Praticate la presenza di Dio.

Non accontentatevi di una piccola preghiera, né di vedere una piccola luce,
andando poi subito a letto. Il sonno è una droga. Se potete controllare
sufficientemente il sesso, se potete controllare sufficientemente tutti i
sensi, e se inseguite Dio con tutte le forze della vostra anima, Egli
verrà a voi. Anche se siete un grande moralista e una persona con
tendenze spirituali, senza la percezione di Dio avete ben poco.

Perciò non ingannate voi stessi. Meditate di più, incessantemente e
sinceramente. Dite a Dio: “Conosco le mie debolezze. Ma, Signore, esse
appartengono a Te, perché sei Tu che mi hai creato. Io non desidero
niente, eccetto d’essere con Te, perché Tu sei Colui che proietta questo
spettacolo. Tu sei libero dai suoi aspetti duali di commedia e tragedia.

Perciò io sono libero, perché sono Tuo figlio”.

Non chiamatevi peccatori, né chiamatevi giusti, per esserne orgogliosi.
Dite piuttosto che il Signore è con voi, e che Egli, e nessun altro!,
opera per tramite vostro. Allora vedrete un mondo diverso. Senza la
coscienza di Dio questo mondo appare pieno di lotte, di violenza e di
terribili delusioni. Ma con Lui, è un porto di felicità.

Mentre guardavo il film: “Il canto di Bernadette”, fui così profondamente
commosso da alcuni episodi della vita della santa, che piansi. Infine mi
dissi: “Cosa mi succede?”. Guardai nuovamente il film e vidi soltanto
ombre e luci; persi allora la coscienza del dramma. Non potevo più
piangere; un grande stato di gioia mi sopraffece.

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-Trasudate pace e bontà –

Grosso modo possiamo dire che ci sono due tipi di persone: coloro che

lamentano continuamente quello che va male nel mondo, e quelli che

allontanano con un sorriso le difficoltà della vita e pensano sempre

positivamente. Perché prendere tutto così seriamente? Come sarebbe

meraviglioso questo mondo se tutti fossero più positivi,

più colmi d’armonia.

Nella giungla della civiltà, nello stress della vita moderna sta la nostra

prova. Quello che date, ritornerà a voi. Odiate, e riceverete odio in

cambio. Se vi riempite di pensieri ed emozioni inarmonici, vi distruggete.

Perché odiare o essere arrabbiati con qualcuno? Amate i vostri nemici.

Perché bollire nel calore dell’ira? Se vi sentite irritati, superatelo

subito. Fate una passeggiata, contate fino a dieci o quindici, o distraete

la mente con qualcosa di piacevole. Lasciate cadere il desiderio di rivalsa.

Quando siete arrabbiati, il vostro cervello si surriscalda, il cuore ne

soffre e tutto il vostro corpo perde vitalità. Trasudate pace e bontà,

perché questa è la natura dell’immagine di Dio dentro di voi: la vostra

vera natura. Allora nessuno potrà mai turbarvi.

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– Pace negativa e pace positiva –

Può darsi che incontriate un uomo raffinato e facoltoso che viva nella

sua proprietà, un uomo dall’aspetto sano e robusto e che non sembri né

eccessivamente felice né triste o annoiato. In tal caso potrete dire che è

in pace. Ma quando quella persona, stabile nelle sue comodità, si sarà

stancata di questa pace (che poche persone hanno la fortuna di avere),

penserà fra sé: “Basta con la pace! Ne ho avuto abbastanza; ho bisogno di

un po’ di animazione e di cambiamento”. Oppure dirà a un amico: “Ti

prego, dammi un colpo in testa per farmi sentire che sono vivo!”.

Lo stato negativo di pace deriva dall’assenza dei tre stati mentali di

felicità, tristezza e noia. Se cambiamenti e stimoli vengono a mancare,

una pace negativa che si protragga diviene monotona e non più piacevole.

Ma, dopo essersi per un lungo periodo di tempo concessi di persistere

negli stati di felicità, tristezza e noia, la pace negativa è piacevole.

Per questa ragione, gli yoghi raccomandano di neutralizzare, mediante la

concentrazione, le onde pensiero per raggiungere la pace mentale.

Quando lo yoghi ha calmato le onde dei pensieri, incomincia a guardare

sotto il lago della calma e vi trova uno stato di pace positiva: la sempre

nuova gioia dell’anima.

Ho incontrato una volta a New York un uomo molto ricco. Mentre mi raccontava

della sua vita, disse strascicando le parole: “Sono disgustosamente ricco e

disgustosamente sano…”, e, prima che potesse finire, io

esclamai: “Ma non è disgustosamente felice! Io le posso insegnare come

può fare per essere sempre, perpetuamente felice”. Egli divenne mio

allievo. Praticando il Kriya Yoga e conducendo una vita equilibrata, essendo

interiormente sempre devoto a Dio, egli visse fino a tarda vecchiaia,

traboccante ininterrottamente di una felicità sempre nuova. Sul

letto di morte disse alla moglie: “Mi dispiace per te, perché devi assistere

alla mia dipartita; ma sono molto felice di raggiungere l’Amato

dell’Universo.

Rallegrati della mia gioia, e non essere egoista nel piangermi. Se

sapessi quanto sono felice di andare a incontrare il mio amato Iddio, non

ti rattristeresti. Rallegrati sapendo che un giorno mi raggiungerai nella

giocondità dell’eterna beatitudine”.

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