Come diventare un canale di ispirazione e forza interiore
di Swami Kriyananda
Siamo parte di una realtà più grande
Da un lato vivere con un grande maestro come Paramhansa Yogananda era una
esperienza normale. Era un uomo come te, come me. Dall’altro lato non era
affatto normale, perché lui ci ha fatto credere nella potenzialità di
diventare come Gesù Cristo. Anche Gesù ha detto: “Chi crede in me compirà le
opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre”. Così
vengono tutti i maestri, non per sbalordirci con la loro grandezza, ma per
infonderci fiducia in quello che anche noi possiamo diventare.
Un violino può riempire tutta una sala grazie alla sua cassa di risonanza.
Senza questa cassa di risonanza un filo non fa quasi suono. Così noi siamo
tutti parte di una realtà molto più grande che ci dà forza.
Ho chiesto una volta a Yogananda: “È una nuova religione, questa?” Lui ha
risposto: “È una nuova espressione”. Non si può avere una nuova verità, la
verità è eterna, ma la si può esprimere secondo la comprensione dell’epoca.
Adesso siamo più capaci di vedere che facciamo parte di una realtà più
vasta.
Se state nuotando nell’oceano, un’onda grande può avvicinarvi e può
minacciarvi. Da una nave vedete molte onde e non sembrano tanto grandi. Da
un aereo non vedete neanche le onde, solo l’oceano, come uno specchio calmo.
È soltanto quando scendete vicino alle onde che vedete quanto sono grandi.
Noi siamo così presi nelle piccolezze, dalle cose che ci toccano
personalmente nell’ego. Sembra così importante se uno ti dice una parola non
bella, o se perdi un’ occasione che volevi.
Tu puoi sentire anche nella voce la grandezza o la piccolezza della
mentalità: si sente la voce molto tesa e piccola quando la mente è piccola.
In Italia, dove si impara bel canto, i cantanti sanno come cantare con il
petto, la testa, con tutto il corpo, ma anche questo è piccolo.
Quando pensi non soltanto al tuo piccolo sé, ma al tuo Sé più grande, quella
realtà grande della quale tu fai parte, tu non puoi immaginare che forza può
venire a te.
Ho letto diversi libri di filosofi e teologi che cercano di spiegare i
miracoli di Gesù, dicendo che non erano possibili. Io che ho vissuto con un
maestro, ho visto con questi miei occhi che i miracoli sono piccole cose, e
Yogananda ha fatto tanti miracoli anche senza farsi vedere. Era normale per
lui per il semplice fatto che noi facciamo parte di un energia cosmica.
– Mettersi in sintonia –
Con questa energia tu puoi metterti in sintonia con qualsiasi raggio di
verità e capire tante cose. Per esempio, quando ho scritto un canto per il
salmo di Davide, un’amica ebrea mi ha detto: “So che tu non sei mai stato in
una sinagoga, ma questa è proprio la musica che canta un cantore in una
sinagoga”.
Ma come sapere queste cose? Facciamo tutti parte di una realtà unica. Con la
meditazione, con le tecniche che ti mettono in sintonia con questa ampia
verità, tu cominci a capire come pensano gli altri, e come riuscire in
quello che pensi di fare in qualsiasi campo. Yogananda è venuto per aiutarci
a capire come diventare più saggi, più forti, più ispirati; essere un canale
non significa chiamare qualcuno con la mente vuota, “Per favore dammi
qualcosa.” Ciò che vogliamo canalizzare viene da dentro di noi, non viene da
altri esseri o dal mettere insieme le informazioni.
All’università stavo studiando il greco, ma non andavo quasi mai a lezione.
Il professore diceva: “Ci sono alcuni studenti qui che forse è meglio che
non vengano all’esame”. Tutti mi guardarono, ridendo. La notte prima
dell’esame
non avevo ancora studiato, e nella mia disperazione ho fatto una scoperta
importantissima: invece di pensare: “Ma questo greco è difficile”, mi sono
detto: “Tu sei greco!”. Con questo pensiero era soltanto una questione di
riconoscimento. Così ho assorbito per un’ora, due ore, tanto quanto la mia
mente poteva assorbire. Alla fine, due studenti hanno superato quell’esame
ed io ero uno di quelli.
Non era per talento speciale, ma per questo principio. Santa Teresa d’Avila
diceva: “Non voglio sentire le mie monache dire, ‘non sono santa,’ perché tu
sei venuta qui per diventare santa”. Si, ci manca qualcosa per arrivare allo
scopo di questa idea, ma non importa. Tu sei al fondo di tutto ugualmente un
figlio di Dio di qualsiasi maestro che ha mai vissuto. Noi siamo ipnotizzati
dal pensiero che siamo deboli, siamo troppo umani, siamo pieni di gelosia,
pieni di piccolezza, ma non è la verità.
Era il mio desiderio di diventare poeta e drammaturgo. Mi sono seduto e ho
scritto,: “Pagina Uno, Capitolo Uno,” e poi…niente. Alla fine mi sono
detto: “Ma perché inondare il mondo con la mia ignoranza?” e ho lasciato
questa ambizione e ho deciso di cercare Dio e la verità. Quando ho meditato
un po’, ho visto che le ispirazioni vengono così velocemente che è difficile
persino tenerle tutte, perché non vengono da me ma da un’altra sorgente.
Yogananda ci ha fatto capire che viviamo circondati da un oceano di energia,
come metterci in sintonia con questa energia, e poi come attirare questa
energia.
I grandi compositori di musica capiscono che ricevono l’ispirazione da una
sorgente molto più ampia, invece i piccoli pensano di creare con la mente.
Puoi essere originale nella creatività se agisci dalla tua sorgente, dal tuo
cuore.
Quando un amante dice: “Ti amo,” è sempre nuovo, perché viene dal cuore.
Quando tu parli dal tuo punto di origine, è originale, anche se le parole
sono già state migliaia di volte. L’importante è di non cercare di fare una
cosa diversa dai altri. Fai quello che viene dal tuo cuore. Non può essere
non originale, non può essere uguale a tutti. Come ogni pollice è unico,
così anche quelle semplici parole “Io ti amo” avranno una cosa che non
potrebbe dire nessun’altro nell’universo. Cerca dentro di te la sorgente
dell’ispirazione e vedrai che Dio si esprime in un modo nuovo tramite ogni
uomo, ogni fiore, ogni nuvola. Due sono le cose: prima essere consapevole di
questa fonte di ispirazione, e poi metterla in moto con la volontà.
Usare la forza di volontà
Yogananda ci ha insegnato esercizi per ricaricare il corpo con l’energia,
usando la volontà. Ho visto tante volte che questa energia è sempre
disponibile se noi la mettiamo in moto con la volontà. Una volta stavo
costruendo una casa al primo ritiro di Ananda. Dovevo fare un lavoro molto
difficile con la mano. Dopo 500 volte non potevo chiudere la mano una volta
di più. Poi ho pensato che stavano arrivando le nevi d’inverno e quindi
dovevo finire. Con questo pensiero, e usando la tecnica di Yogananda, ho
continuato a lavorare. Dopo la decima volta, all’improvviso è diventato più
facile, e l’ho fatto altre 500 volte senza difficoltà. C’è una energia
potenziale in ognuno per cui, se tu cerchi di mettere la volontà, non ti
stancherai mai. Questa energia ti da un potere.
Una volta Yogananda stava dando un discorso e voleva far vedere al pubblico
come questa tecnica gli dava forza. Ha invitato qualche giovane per fare una
dimostrazione. Sei poliziotti, alti due metri, sono saltati sul
palcoscenico. Yogananda si è messo contro la parete e i poliziotti l’hanno
spinto sullo stomaco, uno dietro l’altro. Lui ha chiesto con calma: “Siete
pronti?”. E con un piccolo colpetto tutti sono caduti. Lui aveva una forza
di volontà più potente della forza muscolare.
La forza vera non è fisica soltanto, ma una forza morale e spirituale. Una
volta tre uomini con pistole si sono avvicinati a Yogananda e gli hanno
intimato di consegnare a loro tutti i soldi. Lui ha risposto: “Sí,
volentieri, non sono attaccato ai soldi, però ho una ricchezza che voi non
potete prendere da me, ma soltanto se io ve la dono”. Yogananda poi li ha
guardati con amore e loro si sono messi a tremare.
Poi esclamarono: “Ma non possiamo più vivere come abbiamo vissuto, che cosa
ci hai fatto?”. Ha cambiato la loro vita. È importante avere un’ energia non
solo di forza, ma anche di amore e di gioia. Se puoi andare tra le persone e
condividere un po’ di gioia con loro è il dono più grande che puoi dare.
Yogananda ci ha dato la possibilità di capire che qualsiasi cosa vogliamo
fare viene. La cosa che tu fai non è importante, ma lo spirito con il quale
tu la fai è molto importante. Tu puoi fare una predica camminando nella
strada con un bel sorriso, senza dire niente, o nell’ufficio scrivendo una
lettera d’affari. Non è importante andare per il mondo. Il mondo cambia.
Molti monasteri sono vuoti. Non è che la gente ha perso Dio e vuole
qualcos’altro,
ma si capisce che ci deve essere un altro modo di servire e cercare Dio che
in un monastero. Voi potete tutti diventare dei monaci non per lasciare la
moglie o il marito, ma per dare tutto a Dio. Non c’è più bisogno di dire
questo è spirituale, questo non è spirituale: la spiritualità dipende dal
tuo atteggiamento. Puoi fare l’avvocato, l’uomo d’affari, la segretaria, la
cuoca, l’infermiera, la cameriera, se tu lo fai con la coscienza che “Io
offro la mia vita a Lui”.
L’atteggiamento giusto
È arrivato il momento di santificare il mondo e la responsabilità è tua. Tu
devi cambiare. Non pensare di lasciare la religione ai preti, tu sei nella
potenzialità un santo. Anche se tu vai all’inferno sarai un santo
nell’inferno.
Il germe della tua anima è sempre puro.
C’era una santa indiana, Anandamoyi Ma, che era analfabeta. Ma era così
saggia che qualsiasi studioso che le faceva delle domande sulle scritture
rimaneva sbalordito, perché la sua risposta era così profonda e giusta. Più
vai al tuo centro più la gente capirà, “Lui ha trovato qualcosa che voglio
anch’io”. Condividi quello che senti da dentro, ma non vantartene, perché
viene da Dio. La strada della vita è troppo stretta: Lo spazio per camminare
è soltanto per l’ego o per Dio, non per entrambi. Perché non lasciare che
Dio agisce tramite te; dopo vedrai che c’è gioia e libertà. Ti viene il
pensiero: “Che bello, non l’ho fatto io, l’ha fattoLui!'”
Quando preghi con sincerità di essere una canale per Dio, Lui ti da tante
ispirazioni, anche quando qualcuno viene a te con una problema. Nella mia
vita per cinquant’anni ho dovuto dare consigli, e mi è successo che qualcuno
mi faccia una domanda a cui non so rispondere. Allora lascio e dico: “Non
so”. Nel momento in cui dico:”Non so”, rilasso la mente e l’ispirazione mi
è data. Io non preparo mai un discorso, perchè vedo che Lui sa meglio di me
che cosa dire. L’ispirazione sempre mi viene. Quando ti butti con fede Lui
ti darà le ali. Poco a poco, provando a volare, tu volerai; e più farai, più
ti verrà l’ispirazione.
Quello che tu fai deve appagarti e devi sentire: “È questo che voglio fare
con la mia vita”. Tu vedrai che anche nelle piccole cose c’è una gioia. Dio
si trova in ogni granello di sabbia. Dio è splendente in te e Dio può
splendere anche di più, più tu cerchi di metterti in sintonia con Lui nel
silenzio interiore.
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