Come si diventa portatori di pace? (parte prima)

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Come si diventa portatori di pace? (parte prima)

di MARCO FERRINI

La pace è l’esito di sforzi coordinati e costanti, ma prima di tutto è il risultato di una
consapevolezza profonda del concetto di pace in tutte le sue innumerevoli componenti ed
implicazioni. Tale consapevolezza implica una visione ampia di tutte le dinamiche in campo, ed è
infatti il presupposto indispensabile per individuare in ogni circostanza la corretta linea di
comportamento da seguire, quella capace di favorire nel concreto lo sviluppo della pace a tutti i
livelli (individuale, familiare, sociale, politico, economico, ecc.).

La scienza e le tradizioni religiose di tutti i tempi concordano nell’affermare che esistono leggi
universali che governano la vita del cosmo (in greco il termine kosmos significa infatti sia
‘ordine’ che ‘universo’). Tali leggi regolano e sostengono l’intera creazione e ogni manifestazione
di vita, da quella dell’uomo a quella del più microscopico insetto, e sono l’espressione di un
ordine che la moderna fisica quantistica definisce come “ordine implicito”, che si cela oltre la
realtà sensibile e dal quale deriva “l’ordine esplicito” o svelato, quello visibilmente percepibile
nei fenomeni della natura.

Nella tradizione Vedico-Vaishnava questo ordine, su cui si fonda la vita e l’unitarietà del cosmo,
viene indicato con il termine dharma, dalla radice sanscrita dhr che significa ‘reggere, sostenere’,
oppure con il sostantivo ritam, dalla radice sanscrita r che significa ‘procedere’ e che in questo
caso designa il ‘regolare flusso o andamento delle cose’.

Essere davvero interessati a costruire la pace significa essere interessati a conoscere e ad
armonizzarsi con queste leggi universali, che i religiosi di tutti i tempi ritengono l’espressione
di un’Intelligenza superiore, la Coscienza cosmica, Dio. Pace vuol dire sincronizzare le proprie
dinamiche alle dinamiche cosmiche; imparare a muoversi in armonia con quell’ordine universale che
già esiste (non c’è da inventarlo!), e la cui infrazione è causa di squilibri, lacerazioni,
conflitti, dentro e fuori di noi. La pace non costituisce quindi unicamente una necessità di ordine
morale, ma è fattore indispensabile alla sopravvivenza stessa dell’uomo, la cui vita è strettamente
ed indissolubilmente collegata a quella di tutto il creato e di tutte le creature. In mancanza di
tale consapevolezza, la pace è purtroppo destinata a rimanere un concetto dal significato assai
vago, pronto ad essere strumentalizzato da chi in verità persegue altri scopi. I crimini commessi,
ieri e oggi, in nome di una cosiddetta pace, lo testimoniano.

Marco Ferrini

– Matsyavatara das –

www.marcoferrini.net

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