Come si torna dall’aldilà?

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Come si torna dall’aldilà?

di Lucia Pavesi

Oltre la vita. Testimonianze di pre-morte.

Testimonianze autentiche di esperienze reali di persone dichiarate clinicamente
morte e poi tornate alla vita

come si identifica la pre-morte: i nove requisiti-statistiche interpretazioni
scientifiche: psichiatriche, psicologiche, farmacologiche-come cambia la vita
dopo l’esperienza di pre-morte

De Vecchi Editore

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COSA CAMBIA DOPO UN’ESPERIENZA DI PRE-MORTE?

Dopo il ritorno nel proprio corpo fisico, i “resuscitati” si sentono
completamente trasformati e i loro cambiamenti sono profondi ,quasi positivi .
La spiegazione di cio’ e’ piuttosto semplice, considerando che puo’ essere
sufficiente un doloroso trauma affettivo per vedere la vita con occhi diversi.
Alcuni, dopo aver perduto un amore, aver subito un abbandono drammatico, aver
assistito al crollo di un mito in cui credevano, o altro, si sono
improvvisamente trasformati da scapestrati in saggi speculatori, da ottimisti in
cinici, da creduloni romantici in gelidi scettici.

Quel genere di esperienze puo’ incidere profonde ferite nell’animo umano e la
vita mostra continuamente episodi di quel tipo. Il discorso, ovviamente, non e’
limitato ai traumi affettivi, ma si amplia a quelli piu’ drammatici, causati da
una guerra, da un terremoto, da un grave incidente stradale, da una caduta
pericolosa, da una malattia seria che possono provocare un blocco emotivo molto
grave.

Tutti questi piccoli, o grandi, drammi vengono chiamati in psicologia eventi
critici.

Anche l’esperienza di pre-morte e’ un evento critico, ma non produce gli stessi
effetti negativi, instaurando, invece, solo processi estremamente positivi.

Tutti i “rinati” si sentono in dovere di rendere la propria vita un bene
prezioso da condividere con altri e arrivano a sovvertire l’ordine gerarchico
dei valori della stessa, mettendo al primo posto il rispetto e la lealta’.

Uno degli esempi piu’ sorprendenti di crescita personale e’ nel racconto di una
testimonianza riportata da Moody:

“Il signor Nicola era un artista della truffa e un assoluto criminale, Nella sua
vita disperata aveva fatto praticamente di tutto: scipppato vecchiette, frodato
vedove, svaligiato appartamenti, rapinato banche e trafficato droga . Grazie al
frutto sporco dei suoi delitti, Nicola aveva raggiunto una notevole floridita’
economica. Possedeva case da sogno, automobili superaccessoriate, abiti eleganti
e nessun problema di coscienza che turbasse le sue notti.

Poi, la sua vita cambio’ radicalmente. Quel pomeriggio era andato al solito club
per giocare a golf. La giornata era grigia e l’aria piuttosto fredda.
Improvvisamente scoppio’ un violentissimo temporale e, prima che Nicola potesse
allontanarsi dal campo, fu colpito ‘a morte’da un fulmine.

Prima si libro’ al di sopra del proprio corpo, quindi si trovo’ ad attraversare
velocemente una galleria buia verso un punto luminoso; alla fine emerse in uno
splendido scenario pastorale, dove fu accolto da parenti e altri amici che
brillavano come lanterne. Incontro’ un essere di luce, il quale lo guido’
benevolmente nella revisione della sua vita. Rivisse tutta la vita, non solo
vedendo le proprie azioni in tre dimension , ma vedendo e sentendo gli effetti
di quelle azioni sugli altri.

Quell’esperienza trasformo’ Nicola. In seguito, durante la convalescenza in
ospedale, senti’ tutto l’effetto di quell’esame della propria vita. Con l’essere
di luce aveva conosciuto l’amore puro. Sentiva che, quando fosse morto davvero,
avrebbe dovuto sottoporsi nuovamente all’esame della vita e che tale operazione
sarebbe stata molto imbarazzante se non avesse fatto tesoro di cio’ che aveva
appreso.

‘”Adesso, dice Nicola, vivo ogni momento della vita pensando che, un giorno
dovro’ ripetere quell’esame”.

Moody non specifica in cosa consista l’attivita’ odierna di Nicola, ma assicura
che questa e’ piu’ che onesta. Questa testimonianza ha parecchi punti di
contatto con quelle pubblicate nella prima parte di questo volume. E’evidente
che il viaggio verso il mondo della luce e della pace segna in modo definitivo e
deciso tutti quanti hanno potuto compierlo. Ovviamente, pero’, le reazioni
variano da individuo a individuo.

Qualcuno di loro, nelle settimane successive, non fa altro che piangere,
ripensando con malinconia al luogo magnifico che ha dovuto abbandonare. Altri si
riprendono rapidamente: una volta superata la nostalgia e il dolore per cio’ che
hanno lasciato, ritrovano parte della deliziosa sensazione provata durante
l’esperienza. Vi sono poi quelli che, come Silvia, rimuovono completamente il
ricordo di quanto hanno vissuto, pur avvertendo un costante senso di
incompletezza e inadeguatezza che non sanno definire (vedi pagg. 18-20):

“…mi sentivo particolarmente remissiva e accondiscendente: davvero una bella
differenza per chi mi aveva conosciuta prima dell’incidente!… Ero diversa; ero
piu’ felice, piu’ libera. Eppure continuavo a non sentirmi completamente
tranquilla: in fondo a me stessa avvertivo un’incertezza senza nome, qualcosa
che continuava a mancarmi, una nota stonata che rovinava l’armonia della mia
nuova immagine, qualcosa di nascosto che dovevo finalmente ritrovare”.

Questo processo di rimozione e’ possibile e abbastanza diffuso tra quanti sono
reduci da un’esperienza di pre-morte e vari possono essere i motivi che lo
scatenano. L’emozione provata puo’ essere stata talmente intensa da non essere
sopportata dalla parte cosciente. Oppure lo stesso trauma che ha provocato la
“morte” puo’ essere stato talmente doloroso, o grave, da scatenare un’amnesia.

Generalmente, comunque, la rimozione, prima o poi, viene sbloccata, come per
Silvia, da una concomitanza di coincidenze estranee che permettono al ricordo di
riaffiorare (vedi le pagg, 20-23).

“Ricomposi il ‘puzzle’ circa un anno e mezzo piu’ tardi…Ora avevo tutte le
risposte. Finalmente sapevo che l’incontro con la Luce, con quegli esseri
sconosciuti e pieni d’amore, era all’origine del radicale mutamento del mio modo
di vivere e di pensare”.

Un altro sistema, largamente usato allo scopo, e’ l’ipnosi, trattamento durante
il quale il paziente viene a trovarsi in uno stato di totale rilassamento e
abbandono: la parte logica, non ostacolando piu’ l’inconscio , permette il
naturale fluire dei ricordi. In ogni caso, la sensazione che interviene dopo
un’esperienza di pre-morte e’ definitiva e permette alle persone di superare
tutte le difficolta’ della vita con maggior serenita’, di esaminare i problemi
con un’ottica piu’ disincantata e nello stesso tempo piu’ onesta e rispettosa
dei diritti altrui. In poche parole, la vita dei “resuscitati” si arricchisce di
valori spirituali che si proiettano e si manifestano sul piano psicologico.
Tutti noi, nella normale vita quotidiana, siamo imprigionati dalle catene
dell’eterna contraddizione tra sentimenti e ragione, tra spirito e materia, tra
volonta’ e desideri.

Mentre le persone che hanno avuto la possibilita’ di “resuscitare”, acquisendo
la capacita’ di interrogarsi sul senso e sui misteri della vita, di occuparsi di
quei problemi prima ritenuti inutili, di scoprire in se’ insospettate risorse di
energia, un nuovo spirito di adattamento e una maggiore comprensione, diventano
piu’ calme, piu’ riflessive, piu’ vive e partecipi, piu’ intelligenti e
sensibili. Probabilmente, in loro viene potenziata la capacita’ dell’individuo
di conciliare istanze emotive e razionali. Da queste persone trapela una
“serenita’ luminosa”; composta da una combinazione di “cambiamenti”
riscontrabili in ogni testimonianza.

CROLLO DEL TABU’ DELLA MORTE Anche la persona piu’ razionale, piu’
intellettuale, piu’ saggia, per la quale poche sono le situazioni
destabilizzanti, e’ costretta ad ammettere di vivere con un certo panico
l’inevitabile attesa della morte. Soprattutto nella nostra cultura tecnologica e
materialistica, il “grande tabu'” continua a rimanere il mistero dei misteri. Ci
sono persone che, addirittura, rifuggono questa naturale paura, cercando di
bruciare tutte le tappe, convinte di poter sconfiggere in qualche modo la “nera
signora”. Altri dichiarano di non pensarci mai e, naturalmente, sanno di
mentire.

I piu’ folcloristici, al solo sentirla nominare, si producono in una divertente
serie di gesti scaramantici. Solo chi e’ “rivissuto” ha davvero superato il
paralizzante, quanto inevitabile, tabu’, perche’ per lui non esistono piu’
elementi sconosciuti: ormai sa cosa succede! Tutti i “rivissuti” rifiutano
categoricamente il concetto di totale “annullamento”, espressione solitamente
collegata alla morte.

Per loro la fine della vita fisica e’ unicamente la possibilita’ di accedere a
un alto grado di consapevolezza, o di vita spirituale. Ovviamente, alcuni modi
di morire rimangono sempre poco desiderabili, e nessuno, tra coloro che ha
vissuto un’esperienza del genere, cerca deliberatamente la morte. Al contrario,
amano ancora di piu’ la vita e ne vogliono cogliere i frutti, ma serenamente,
non in modo convulso.

Una donna racconta:

“Poco dopo l’infarto, scivolai sui gradini di casa. Mentre cadevo, cercavo
disperatamente un appiglio cui aggrapparmi. E’ vero che pensavo: ‘Strano! Sai
benissimo che se muori vai in un posto meraviglioso! Pero’ mi sentivo stringere
la gola dal panico. L’istinto di conservazione non scompare, dopo un’esperienza
del genere!’ Le persone che sono state accolte dalla Luce suprema abbandonano
anche il concetto di giudizio-punizione-inferno. In quel luogo fantastico non si
sono sentite giudicate: e’ semplicemente stato concesso loro di capire gli
errori commessi e l’essere superiore si e’ limitato a esprimere il proprio
desiderio circa il loro ambiamento futuro. Quelle persone sono perfettamente
consapevoli di dover portare a termine ulteriori compiti e lo fanno con maggiore
determinazione, proprio perche’ ne hanno la volonta’. Gli stessi sentimenti
vengono vissuti anche nei rarissimi casi di esperienze terrificanti: come
l’incontro con demoni o mostri e simili. Molto significative, in questo senso,
sono le testimonianze dei suicidi “rinati”. Tutti sono concordi nell’ammettere
di non provare piu’ alcun desiderio di ripetere il gesto.

POTENZIAMENTO DELL’AMORE

Tutte le testimonianze raccolte da persone che hanno vissuto un fenomeno di
pre-morte concordano nell’affermare che il piu’ valido insegnamento appreso e’
la forza dell’amore. Esse dichiarano di aver ricevuto una bellissima lezione su
tale sentimento e di avere imparato ad amare il prossimo e la vita e, a riprova
di quanto asseriscono, affermano che: “Se l’essere superiore ha deciso il nostro
ritorno alla vita, significa che questa merita proprio di essere vissuta e
amata. Il mondo e’ come un’enorme macchina, l’amore e’ il suo carburante.
Dipende unicamente da noi farla funzionare. Il segreto della felicita’ e’ tutto
qui!” E’ piuttosto facile comprendere da una dichiarazione di questo tipo come
cambi radicalmente la scala dei valori di questi soggetti. Se prima erano
intolleranti e impazienti, successivamente vedono in ogni individuo una persona
da amare e rispettare. Chi aveva posto in cima ai propri interessi il potere e
l’ambizione, dopo l’esperienza, impara l’amore fraterno.

Un affermato professionista cinquantenne ha cosi’ testimoniato:

“Prima di avere il terribile incidente in macchina, ero un arrivista convinto.
Frequentavo unicamente persone che potessero servirmi per la mia scalata al
successo. Periodicamente andavo nei ‘salotti’piu’ ‘in’, dove potevo conoscere il
politico di passaggio nella mia citta’, o la contessa con cui potevo concludere
un affare. Sono nato molto povero e per me era molto importante trovarmi un
lavoro che mi facesse sentire sicuro. Poi l’ambizione comincio’ a divorarmi. Non
facevo mai un favore se non ero certo di venire abbondantemente ricambiato,
eppure non ero mai soddisfatto, perche’ poi sulla vetta mi trovavo solo. Oggi,
sono completamente cambiato, ho imparato la gentilezza, il gusto di fare un
sorriso spontaneo, il piacere di stare ad ascoltare davvero chi mi espone il
proprio problema. Adesso e’ tutto meraviglioso: ho tanti amici nuovi e sinceri,
un cane adorabile. Ah! Dimenticavo, mi sono finalmente sposato con la donna che
da vent’anni mi ama e mi aspettava”.

RISCOPERTA DEL VALORE DELLA CONOSCENZA

Da un viaggio compiuto nel mondo dell’aldila’, si torna con un rinnovato
rispetto per la conoscenza. Nel mondo di luce che hanno abbandonato, i
“resuscitati” sono potuti entrare in contatto con la somma sapienza. Numerose
testimonianze precisano molto bene questo passo:

“Mi sono trovato immerso in uno stato di conoscenza totale. In quel luogo
bastava formulare mentalmente . un pensiero, perche’ prendesse forma. Tutto e’
comprensibile, anche le nozioni piu’ difficili vengono automaticamente
assimilate. Per esempio, se avessi desiderato sapere cosa significava essere il
re d’Inghilterra, un cencioso mendicante dell’India, o addirittura Einstein,
dovevo unicamente pensarci. Inoltre, l’essere di luce mi ha detto che la cultura
non finisce con la morte, che continueremo a possederla per l’eternita’”.

Per quanto possa essere breve, l’esperienza di “sommo sapere” e’ talmente
efficace da determinare un cambiamento nella vita di molti “resuscitati”,
diventati poi convinti assertori della cultura. Spesso, queste persone decidono
di cambiare radicalmente la propria carriera lavorativa, abbandonando magari un
lavoro ben remunerato, ma ormai poco stimolante. Altri, invece, anche non
giovanissimi, riprendono gli studi interrotti.

Tuttavia, nessuno di loro persegue la conoscenza come fine a se stessa, ma
unicamente come un indispensabile contributo all’integrita’ della persona.

Oltre alle testimonianze presentate in questo libro, che spiegano chiaramente
questo punto (Fiorella decide di laurearsi, Silvia cambia lavoro, ecc.),
emblematica e’ la confessione di una signora di 35 anni:

“Ho passato gran parte della mia vita, almeno quella trascorsa prima della
fatale caduta che mi ha condotto in punto di morte, detestando cordialmente gli
intellettuali che consideravo degli sfaccendati boriosi. Io lavoravo fino a 10
ore al giorno nella mia ditta di costumi da bagno e trovavo inammissibile che
potessero esistere esseri umani che, invece di produrre, passano il tempo con il
naso incollato sui libri, sognando di diventare letterati o ricercatori. Quando,
durante il mio ‘viaggio’, ho incontrato la Luce, mi sono sentita piena di
vergogna per il mio modo di pensare e la prima cosa che ho fatto, appena uscita
dall’ospedale, e’ stata quella di tornare al conservatorio per riprendere a
studiare musica. Anni prima ero considerata una giovane promessa del pianoforte,
ma il mondo degli affari mi affascinava maggiormente. Durante la mia esperienza
avevo compreso che il peggiore delitto di un essere umano e’ quello di non
mettere a frutto il talento concessogli dalla natura. Con grande soddisfazione
dei miei genitori e degli insegnanti, oggi sono una concertista affermata e fra
un mese partiro’ per una tournee in Russia”.

CURIOSITA’VERSO L’ASPETTO SPIRITUALE DELLA VITA

La straordinaria esperienza vissuta durante il viaggio verso il mondo superiore
spinge molti pazienti ad allargare anche il campo dei propri interessi
filosofici e religiosi. Ovviamente, cio’ non comporta che si improvvisino, o
diventino, necessariamente, pilastri della chiesa, predicatori, o bigotti.
Solitamente, accade proprio il contrario: possono anche decidere di abbandonare
la dottrina religiosa in quanto tale. Moody fa un resoconto particolarmente
stimolante di una testimonianza ricevuta da un uomo che, prima di vivere
l’esperienza di pre-morte, aveva studiato in seminario:

“Il mio medico diceva che durante l’intervento ero morto. Gli ho spiegato che,
invece, avevo visto la vera vita. Grazie a quella visione capii che asino
presentuoso ero stato a fissarmi con la teologia, a guardare dall’alto in basso
chiunque non appartenesse alla mia stessa setta, o non aderisse alle mie stesse
idee teologiche. Molte persone che conosco resteranno sorprese quando avranno
scoperto che al Signore non interessa la teologia.

RITORNO NEL MONDO REALE

Alcuni studiosi hanno definito il riadattamento alla vita terrena “sindrome da
rientro”. Oltre all’inevitabile nostalgia per il luogo che ha abbandonato, solo
una minima percentuale dei “resuscitati” riesce a trovare la comprensione e il
sostegno dei coniugi o familiari, quando parla della sua esperienza. Cio’ e’
abbastanza comprensibile, considerando la moltitudine di quanti, ascoltando il
racconto di un’esperienza di pre-morte, arrivano a pensare di trovarsi di fronte
a un folle.

Chi e’ tornato dall’aldila’, invece, non nutre dubbi circa la realta’, o
l’importanza dell’esperienza; tuttavia, si rende conto che la nostra societa’
non e’ certo l’ambiente ideale per accogliere con comprensione racconti di tale
natura e, temendo di essere considerato pazzo, preferisce non parlarne affatto.
Oltre tutto, a prescindere da questa considerazione, non avverte un eccessivo
desiderio di esternare quanto ha vissuto. Prova una sorta di pudore, cui si
aggiunge una buona dose di reticenza, nel condividere con altri l’emozione
vissuta durante l’incontro con l’essere di Luce.

Il cambiamento avvenuto nei “resuscitati” e’ tanto radicale e irreversibile da
ingenerare, particolarmente nei primi tempi, molti turbamenti e tensioni nella
gestione dei rapporti interpersonali e nella vita stessa. Le testimonianze di
Francesca (vedi da pag. 37) e di Paolo (vedi da pag. 113) dimostrano chiaramente
quanto sopra esposto. Francesca, dopo essersi confidata con la madre, racconta:

“…Mi risultava ancora piu’ difficile accettare l’educata indifferenza con cui
accoglieva il racconto della mia straordinaria esperienza…” Ma la madre la
interrompe: “…Hai avuto una brutta esperienza, ma ora, grazie al Cielo tutto
e’ passato. L’ha detto anche il dottore: devi solo cercare di dimenticare
tutto…” Paolo, invece, stenta a far capire quanto l’esperienza lo abbia
cambiato: “…Cercai anche di farle capire quanto l’avevo sempre amata… ma
ogni approccio falliva miseramente…” Chiede aiuto al figlio e si sente
rispondere: “…non ti riconosce cosi’ diverso…E’convinta che il tuo
cambiamento sia dovuto solo alla paura conseguente all’infarto”.

Ancora piu’ significativa e’ la testimonianza di un uomo che dichiara: “Quando
‘ritornai’non sapevo cosa fare con me. Prima dell’infarto, ero un tipo
irascibile, sia in casa che al lavoro. Bastava un ritardo di mia moglie per
farmi esplodere come una polveriera. Non riesco a capire come facesse a
sopportarmi. Forse con gli anni ci si era abituata, perche’, dopo l’incidente,
la mia malleabilita’ la metteva a disagio. Non urlavo piu’: ero diventato la
piu’ facile delle persone con cui vivere, ma per lei quel cambiamento era
insopportabile. Ci volle molta pazienza da parte mia (qualita’ che mi sono
scoperto dopo l’incontro con la Luca) per mantenere saldo il nostro matrimonio.
Lei continuava a dirmi: ‘Sei cosi’ diverso dopo l’infarto!’Ma era chiaro che
intendeva dire che ero impazzito”.

Il metodo migliore per aiutare questi pazienti a mitigare certe tensioni,
sarebbe quello di creare una struttura, supportata da medici e psicologi, che
permetta loro di incontrarsi, confrontando con altri gli effetti dell’esperienza
di pre-morte, particolarmente nell’ambito familiare. Durante un congresso negli
Stati Uniti, organizzato nel 1983 dal dottor Moody e a cui parteciparono decine
di esperti del fenomeno, furono definiti vari metodi per affrontare tali crisi
spirituali.

1. Lasciarli parlare liberamente della propria esperienza, senza approfittare
dell’occasione per esprimere teorie personali in proposito. Il vero bisogno di
un “resuscitato” e’ quello di trovare ascoltatori attenti.

2. Rassicurarli che il loro non e’ un caso unico. E’ necessario far capire loro
che, nonostante non si conosca ancora scientificamente il motivo scatenante di
queste esperienze, esiste, pero’, la certezza che tutti quelli che l’hanno
vissuta ne sono usciti migliori. Spiegare loro esattamente che hanno avuto
un’esperienza di pre-morte. Conoscendo la definizione dell’episodio, il paziente
comprende e accetta meglio quanto gli e’ accaduto. Consigliare qualche lettura
sull’esperienza, allo scopo di permettere loro di avere un maggior numero di
elementi chiarificatori circa l’episodio sperimentato.

3. Coinvolgere il piu’ possibile le rispettive famiglie, perche’ e’ proprio
nell’ambito familiare che nascono le maggiori difficolta’. E’ importante,
quindi, che i parenti piu’ prossimi instaurino un dialogo aperto, scevro da
pregiudizi, dimostrando affetto e la massima comprensione.

RISVEGLIO DI FACOLTA’PARANORMALI

I ricercatori che, da anni, studiano con passione i casi di pre-morte hanno
constatato che una percentuale statisticamente non trascurabile di pazienti,
dopo il risveglio, si e’ accorta di possedere facolta’ parapsichiche, che forse
erano gia’ latenti in precedenza, ma non erano state mai rilevate, o forse sono
state acquisite in seguito all’esperienza stessa. Francesca (vedi pagg. 44 e 45)
e’ una di quelle persone:

“…Mi accadeva di sentire avvenimenti passati e futuri riguardanti la vita di
persone che non conoscevo minimamente, come i medici, gli infermieri o i degenti
dell’ospedale…piu’ passavano i giorni, piu’ i miei sensi si acutizzavano: mi
accadeva di spostare gli oggetti senza toccarli e di incendiare la carta vicino
a me senza utilizzare fiammiferi. Addirittura, una volta, capito’ che un
bicchiere di vetro, appoggiato su un ripiano lontano dal mio letto, si
rompesse… mentre lo stavo fissando”.

E anche Luca (vedi pag. 68), che dichiara:

“In quel periodo mi accorsi, con crescente stupore, di essere in grado di
captare i pensieri delle persone e di poter provvedere, senza fatica, il
succedersi degli avvenimenti”.

Il racconto che segue riguarda il caso particolarmente interessante capitato a
un giovane. Durante la trasmissione di Telemontecarlo “Specchio della vita”,
andata in onda all’inizio dell’aprile 1988, venne intervistato un giovane romano
che, quattro anni prima, in seguito a un incidente stradale, era entrato in com
. Ricoverato in ospedale, nel momento in cui senti’ i medici dichiararlo morto,
si vide proiettato in una “fossa” e, subito dopo, gli parve di vedere una grande
luce e delle figure evanescenti. In poche parole, ebbe la completa
sintomatologia dei fenomeni di pre-morte. Uscito miracolosamente dal coma, il
giovane dimentico’ la strana esperienza; solo brevi e confusi frammenti gli
riaffioravano ogni tanto alla mente.

Questo racconto suscito’ l’ilarita’ dei presenti alla trasmissione, che lo
accusarono di aver sognato tutto. Il giovane si difese ribattendo che, in punto
di morte, non clinica, ma apparente, non poteva certo sognare. Dopo quattro
anni, in seguito a una regressione ipnotica, ricordo’ completamente l’esperienza
e scopri’ di possedere facolta’ paranormali che non aveva mai sospettato di
avere. Da quel giorno, gli capitarono parecchi episodi, tra cui uno piuttosto
notevole.

Stava passeggiando con un’amica per le strade della capitale, quando si fermo’,
paralizzato dallo stupore, di fronte a un palazzo, sul portone del quale vide
chiaramente comparire una croce di fuoco. Senza rendersene conto, forse in stato
di trance, disse alla sua amica che, proprio in quel momento, qualcuno stava
morendo in quel palazzo. L’amica lo guardo’ sconcertata, cercando di minimizzare
l’accaduto.

Il giorno dopo, pero’, spinta da una strana curiosita’, si trovo’ di nuovo di
fronte a quella casa. Il portone d’ingresso era parato a lutto.

In un’altra occasione gli capito’ di parlare con la figlia di un uomo deceduto
in um incidente stradale, che il giovane descrisse nei minimi particolari,
compresi i numeri della targa dell’auto del defunto che, ovviamente, non aveva
mai conosciuto. La ragazza, allibita, confermo’ che tutto rispondeva a verita’.
Un fenomeno ancora piu’ particolare, chiamato “flash forward” (scena proiettata
in anticipo), e’ stato riscontrato in una percentuale piuttosto bassa di casi,
ma e’ talmente interessante che voglio citarlo ugualmente.

Durante un’esperienza di pre-morte molto intensa, il soggetto ha una visione
del futuro, ‘il flash forward’, appunto.

A volte, quella conoscenza emerge immediatamente dopo il risveglio; in altri
casi, dopo un certo periodo di tempo ed e’ accompagnata da una forte sensazione
di ‘deja’ vu'(gia’ visto). Stefano (vedi pagg. 91 e 92) racconta che, durante il
suo incontro con la Luce, pote’ assistere a una scena che riguardava il suo
futuro:

“…attraverso una nube dorata intravvidi dei ragazzi che facevano sport c n il
volto felice e accaldato. Vicino a loro, su una poltrona, c’ero io e la mia mano
stringeva quella di una graziosa ragazza bionda… Quando mi dimisero, ero
seduto su una sedia a rotelle e avevo al mio fianco Caterina, la bionda
infermiera… Ora lavoro in un centro specializzato per paraplegici. Faccio
l’allenatore e i miei ragazzi hanno gia’ vinto varie medaglie… Caterina e’
sempre con me e la vita e’ meravigliosa”.

Lo studioso che maggiormente si occupo’ di trovare una spiegazione a tali
fenomeni fu RING, il quale ipotizza l’esistenza di una “quarta dimensione”,
dalla quale i “morti” vedrebbero la propria vita, come se sorvolassero una
catena di montagne: dall’inizio alla fine, ma possono solo vederla non
modificarla. Molti altri studiosi si sentono attratti da questo straordinario
fenomeno e continuano a valutare ipotesi e teorie, ma ancora nessuno e’ giunto a
una conclusione valida. Comunque, anche se dopo un’esperienza di pre-morte
possono risvegliarsi particolari facolta’, o accadere fenomeni eccezionali come
il ‘flash forward’, non sono pero’ questi a rivestire l’importanza maggiore.
Quello che veramente ha valore e’ la crescita spirituale che sempre accompagna
il ritorno da un viaggio di pre-morte.

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BIBLIOGRAFIA N.O. Jacobson. Vita dopo la morte?, Milano, 1975 R.A. Moody jr., La
vita oltre la vita, Milano, 1975 R.A.Moodyjr., Nuove ipotesi su la vita oltre la
vita, Milano, 1977 R.A.Moody jr., Luce oltre la vita, Milano, 1989 P.Vigne, La
vita dopo la morte, Milano, 1988 D.Scott Rogo, La mente fuori dal corpo, Milano,
1979 A. Sotto – Virina Oberto, Oltre la soglia dell’aldil., Milano 1979 C.
Green, Out of the body experiences, 1976 R. Crookall, Case book of astral
projection, 1972 C. G. Jung, Ricordi-sogni-riflessioni, Milano, 1965

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