COME TI RACCONTO LO INCONSCIO

pubblicato in: AltroBlog 0

COME TI RACCONTO LO INCONSCIO

Se vuoi formare il mosaico devi raccogliere i pezzi, per dare forma alla tua individualità,
altrimenti non sarai formato, ma semplicemente una personalità che vaga un po’ di qua e un po’ di
là.

Se vuoi sapere dove sta il più grande contenitore di dati e informazioni, non girar tanto in tondo,
perché questo, forse, senza sorpresa, in parte, sei proprio tu. Perché tu possa immaginare quanto
funzioni questa struttura ti basterà pensare al tuo computer e ai dati che laboriosamente hai
inserito. Sappi che il tuo inconscio lo sa ben bene prima ancor di te e non solo, pure gli oggetti,
libri e cose che stanno nella tua stanza intorno a te. Questo è quello che chiamerai: INCONSCIO
PERSONALE.

E’ l’IO che poi cerca, come fai tu con il tuo computer. Prova poi a unir tutti i computer di questa
terra in un unico computer e avrai così: L’ INCONSCIO COLLETTIVO. E come se non bastasse da qualche
parte c’è un cervellone che contiene tutto questo, e che poi tutto ciò è a sua volta la più piccola
cosa, rispetto a quell’immensità di signor computer che ha per nome Akasha. Poi, al di sopra di
tutto vi è il SE’, ma questo è tutta un’altra cosa, perché non è più un computer, ma veramente assai
di più; parleremo anche di questo, ma in un’altra cordata, perché guarda caso è lo padrone del
computer; del tuo, del collettivo e pure dell’Akasha. E se per onor del grande Trismegisto che ha
ben detto “così in alto, così in basso”, mi permetto nella circostanza di aggiungere per la mia
veduta “così in fori, così in dentro”.

Ciò che vedi fori con i tuoi occhi attorno a te sul piano sociale, economico, politico, religioso, è
esattamente ciò che avviene dentro di te. Tutto è in movimento; è un universo che si agita, che
scalpita in un continuo andirivieni di fatti e accadimenti; non ti sorprendere allora se a volte il
tuo umore si trova improvvisamente alle stelle o improvvisamente a terra senza ragione alcuna;
stattene pur tranquillo perché la ragione c’è; molti dicono: ‘nulla vien per caso’, ma non sanno che
poi alla fine è proprio così e diversamente non lo potrebbe essere, a meno che non ti illumini, il
che vorrà dire cacciar da te li demoni; acquietare la tua ombra, armonizzare lo tuo potere;
eliminare ancor prima di tutto da te li blocchi, elevare la tua coscienza nello studiar la
conoscenza.

Ma, porca miseria, mi dirai allora tu; non è che sia proprio ‘na cosa da poco; ecco perché ti dico,
vedi tutto questo come un gioco, il grande gioco della vita; lascia perdere lo scopone e la roulette
se vuoi vivere la grande emozione; ascolta l’inventore che ti chiama da lassù, e chiamalo se vuoi
Dio, Architetto, l’Assoluto, il Grande Padre e per essere moderni, la Totalità. Questa è l’unica
scorciatoia, a scansare la virtude e conoscenza, te rimarrai per karma e nel giro della Ruota a
startene sempre lì nel monologo della tua Ombra. Ti propongo allora di seguirmi con lo mio
insegnamento (spero non solo il mio), che deve rimanere per questo solo un esempio, e se ci starai
attento, avrai un atteggiamento più sereno ai fatti della vita, sia per ciò che avvien da fori e ciò
che avvien da dentro.

Dico sempre a chi mi segue, e siete veramente tanti, di non perdere mai come ricordavo prima, il
senso de lo gioco, perché il gioco è la carica del bambino, e se guardi bene non è mai stanco, e
quando gioca fa pure sul serio e con impegno, magari quell’impegno lo avessero pure i grandi, che
nel pensare di essere SERI, sono invece acidosi, permalosi e a volte, pur anche ringhiosi, e questo
solo per essere poetici; poi vedremo allora perché. Di conseguenza, per ciò che scrivo, spero tu non
rimanga indifferente, perché nel frattempo tutto se move, come ti ho già detto sia che da ‘fori’ che
da ‘dentro’; si dice appunto anche per questo: ‘non perdere il treno che passa’, perché anche questa
è una possibilità di capire il gran motore che si agita dentro di te. Andiamo allora a far fatica e
a tentar di spiegare; questo è chiaro nella mia modestissima pretesa, ma nel rispetto del racconto
in qual è la mia veduta di: “COME TI RACCONTO LO INCONSCIO”.

Da non dimenticar per questo li Chakras, perché se l’ INCONSCIO è lo MOTORE, li chakras son la
benzina che se depurata bene sarà di qualità. Quindi te li dovrai leggere; oltre al Karma, la
Reincarnazione, le Vie e se vuoi già che ci sei pure il resto, per aver un quadro più completo,
tanto per pareggiare i conti; fatica mia, piacere tuo; piacere mio, fatica tua. Per dartene perciò
idea, parleremo de lo inconscio come la costruzione di una casa, perché così si fa anche in
psicoterapia, dove la parte A sta per la cantina cioè la parte oscura o se vuoi la Nigredo (termine
alchemico), il raccattarsi delle cose da non far vedere magari anche importanti ma sepolte in malo
modo. La parte B, quell’area che facciamo a tutti a modo nostro visitare: la sala da pranzo, il
tinello, un po’ meno la cucina, chiamala, se vuoi, Albedo (termine alchemico). La parte C, la
soffitta dove saliamo a curiosar ogni tanto dentro lo baule dei misteri, chiamala, se vuoi, Rubedo
(termine alchemico).

La parte fuori casa che sta sopra li tetti; il SE’, il contatto; quando apri il lucernaio per vedere
le stelle, la magnificenza del Creato, e star per questo in estasi; se nel frattempo ti sei però
dimenticato che ti trovi nel tuo palazzo. Se vuoi puoi anche raffigurarti lo inconscio con la parte
A: lo Inferno; la parte B il Purgatorio perché sta nel mezzo, e la parte C il Paradiso, il SE’ che
puoi per questo raffigurarlo a Dio. Partiamo allora da le fondamenta, perché se son fragili, ti
insicura tutta la costruzione della casa, o se la paragoni all’inferno questa ti fa il genoflesso e
per carità di Dio…guardiamocene bene a parlarne sottovoce. In quest’area ci sono tutti gli Io de la
memoria arcaica e tutti quelli inferociti dalla rabbia e dai rancori, quelli malamente riusciti, ma
anche quelli che son frustrati perché non ce l’hanno fatta a dimostrare per tanti inconvenienti i
loro segreti talenti, che chiameremo numinosi per rispettar la volontà del mio Maestro Carl Gustav
Jung. Nella parte B, vi sono i vari Io più rappresentativi, quelli con la giacca, la camicia e la
cravatta e naturalmente la signora in tallieur e quando può con lo vestito a sera. Ma stai ora bene
attento, perché io paragono quest’area anche come la configurazione della società, fatta per questa
da donne e omini, bambini e vecchi, ricchi e poveri, industriali e commercianti, artigiani e
agricoltori, studenti e professori; ben pensanti e nulla facenti, ignoranti e gran dottori, paurosi
e gladiatori, perbenisti e truffatori e de li politici, preti e suore, perché per essere una società
non possono tutti questi proprio mancare.

Tutto un mondo che si agita, per venir belli in mostra e a tizzar l’ acqua ognuno al proprio mulino,
perché tutto è suddiviso in corporazioni, associazioni, movimenti e altri accidenti, perché chi più
ne ha più contento sta. Che cosa potrà mai fare allora quel che chiameremo l’Io centrale, che per
quest’area è il migliore? Se ne starà per tanto suo buon senso, zitto zitto; proprio perché il
migliore, ad aspettar che si calmino le acque, a tranquillizzare questo o quello, fare sempre il
buon pacere, e a lottare pure con la politica a migliorare lo gioco de le poltrone e a far
indietreggiar pure l’ombra, che con la sua sete di invasione non sa distinguere il bene e il male;
quella è peggio di un dittatore perché sembra sempre a dire: fatevi da parte tutti perché qui ho da
comandare io. In questo odore di occupazione essa è assai furba; sa ben bene come raggirare gli
ostacoli, per questo io la chiamo confidenzialmente Sua Maestà, perché mi diverto quando posso a
prenderla pure in giro; ha nella sua testa una grande pretesa, quella di sconfiggere e di comandar
tutti gli Io, e pure la coscienza, perché la intellighenzia alla ricerca della sua autonomia, ‘non
sa’ di avere la vista corta, nella vanità di essere grande si dimentica di fortificare anche la
coscienza e a far per questo proprio il gioco de la ombra. Ma non devi per questo odiare l’ombra,
perché odieresti anche parte di te, ma non dovrai neppure amarla, perché ora hai ben capito quanto
furba essa sia; impara allora ad essere gran osservatore come fece Ulisse, per non cadere nella
trappola delle sirene (le tentazioni, leggi pure ‘l’Ombra’) si fece incatenare al palo (vedi ‘la
Volonta”,’la Consapevolezza’,’la Coscienza’). Andiamo così in soffitta ad assaporare le cose belle,
lì è più tranquillo; peccato che siamo pigri, ci dovrebbe essere la volontà di andarci più spesso a
ritrovare se stessi.

L’area è all’estremo limite de lo inconscio, la sede naturale de li super Io, territorio ben curato
perché nel superare il tetto ti incontrerai finalmente con il SE’; allora parlerai d’amore come non
l’hai mai fatto, potrai contare così le stelle in cielo, perché ce n’è una per ogni tuo neurone; poi
si dice che la matematica è un’opinione; ti dimenticherai allora di avere fame, dei rancori che hai
nel cuore, ti riempirai di stupore, perché troverai una pace infinita e una dimensione spirituale.
Nel SE’ troverai tutto quel che vorrai sapere, perché il sapere non sarà più mistero; però non è
facile accedere: questo avviene ne la profonda e vera ricerca nell’accendersi la piccola o grande
illuminazione. E’ il premio de la perseveranza, il distacco da lo attaccamento, l’allontanamento da
lo ego, il piegarsi de la ombra, lo accelerarsi de lo karma. Tanto per fartene un esempio: quando il
sogno vien dal SE’ potrà essere così importante da farti cambiare il percorso de la tua vita; questo
è quanto è successo a me (leggi se vuoi per capire meglio: ‘Dimmi come sogni e ti dirò chi sei’).
Nel chiudere l’articolo desidero esporti la mia visione di dove io veda la sede de lo inconscio che
nel dividere li chakras ti avrò così risposto: il primo e secondo chakra corrisponde all’area A,
dove il primo sta per la fisicità e l’istinto, il secondo per le emozioni e la sessualità. Il terzo,
il quarto, il quinto chakra corrisponde all’area B, dove il terzo sta per il centro della
personalità (leggermente più in basso vi è il centro della rabbia) ed è espressione del potere della
volontà e del cambiamento. Il quarto è la sede dell’amore, per questo il centro della coscienza. Il
quinto è la sede della comunicazione, dell’angoscia, del giudizio e dell’amore universale. Il sesto
e il settimo chakra corrisponde all’area C, dove il sesto sta per l’intuito e il settimo per la
dimensione del Sé.

Nel ringraziarvi di avermi fin qui seguito, vi lascio con il frammento di una intervista fatta da
Miguel Serrano al Maestro Carl Gustav Jung un mese prima de la sua morte avvenuta ne la sua casa di
Kùsnackt il 6 giugno del 1961: “Durante la guerra ebbi modo di vedere uomini che avevano subìto
lesioni cerebrali che avevano paralizzato le funzioni della corteccia, impedendogli così di avere
alcuna percezione del tempo e de lo spazio. Ciò nonostante, quegli uomini continuavano a sognare ed
alcuni anzi, ebbero importanti visioni. Ora, se il cervello è completamente paralizzato,
l’interrogativo è: quale organo produce il sogno? Con quale parte del corpo sogna un uomo? E’
qualcosa di fisico? O non è forse un’indicazione.

Fonte www.centropsycoarmonia.org/art/art16.htm

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *