Commento di Rajneesh Osho al “Canto della meditazione di Hakuin”
(prima parte)
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PRIMA PARTE: Il ruggito del leone
Sin dal principio tutti gli esseri sono dei Buddha.
È come l’acqua, e il ghiaccio: senza acqua non c’è ghiaccio,
al di fuori degli esseri viventi, non ci sono Buddha.
Non sapendo che è vicino, lo si cerca lontano. Che peccato!
È come essere nell’acqua e lamentarsi per la sete: è come il bambino
di una casa ricca che si è perso tra i poveri.
La causa del nostro vagabondare attraverso i sei mondi È che viviamo
nell’oscuro sentiero dell’ignoranza.
Di oscuro sentiero in oscuro sentiero,
quando sfuggiremo al binomio nascita-morte?
La meditazione Zen del Mahayana
Va oltre ogni nostra lode.
Il dare, la moralità e le altre perfezioni
Ricevere l’iniziazione, il pentimento, la disciplina
E le molte altre azioni giuste,
tutto riporta alla pratica della meditazione.
Grazie a una sola seduta
Si distruggono innumerevoli peccati in lui accumulati. Come potrebbero
esserci sentieri sbagliati per costui?
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Miei diletti: vi amo. L’amore è il mio messaggio – lasciate che sia
anche il vostro. L’amore è il mio colore e il mio ambiente. Per me,
l’amore è la sola religione. L’amore è l’unica cosa concreta della
vita, tutto il resto è illusione. Lasciate che l’amore cresca dentro
di voi e Dio crescerà spontaneamente. Se mancherete l’amore,
mancherete Dio e ogni altra cosa.
Senza amore non c’è alcuna strada verso Dio. Dio può essere
dimenticato – ma se ci si ricorda dell’amore, allora Dio “accadrà” di
conseguenza. Egli “accade” di conseguenza. Non è altro che la
fragranza dell’amore. Infatti non c’è alcun Dio, c’è solo un’essenza
divina. Qualunque cosa esista è colma di Dio. Il verde degli alberi,
il rosso, il giallo-oro – tutto è divino. Questo corvo che grida, un
uccello nel vento, un bambino che ride, una cane che abbaia – tutto è
divino. Nient’altro esiste.
Non v’è luogo in cui Dio possa essere indicato. Egli non si trova in
una direzione particolare, non è una cosa in particolare, un essere
specifico. Dio è universalità. Se ognuno è colmo d’amore, il mondo
sarà colmo di Dio – le due cose vanno avanti parallelamente, sono
parte di un’unica sinfonia.
Dio è l’eco dell’universo. Quando amate, l’eco è presente. Ma quando
non amate, come ci può essere un’eco? Siete sempre e unicamente voi,
continuamente riflessi, in milioni di modi; siete voi che venite
continuamente ributtati a voi stessi. Se amate, Dio esiste. Se non
amate, come si può parlare di Dio? – non ci siete nemmeno voi!
“Verità” non è la mia parola, “amore” è la mia parola. L’amore
appartiene al cuore. La verità è parziale, solo la testa è coinvolta.
Nell’amore sei coinvolto come una totalità – corpo, mente, anima,
tutto è coinvolto.
L’amore ti rende un’unità – non un’unione, ricorda, ma un’unità.
Poiché in un’unione coloro che si congiungono rimangono separati. In
un’unità si dissolvono, diventano uno, si fondono l’uno nell’altro. E
quello io lo chiamo il momento della verità: il momento in cui l’amore
ti ha dato unità. All’inizio, l’amore ti dà unità nella tua essenza
più intima. A quel punto tu non sei più un corpo, non sei più una
mente, non sei più un’anima. Sei semplicemente “uno” – senza nome,
indefinito, inclassificato. Non più determinato, non più definibile,
non più comprensibile. Sei un mistero, una gioia, una sorpresa, un
entusiasmo, un incredibile celebrazione.
All’inizio, l’amore ti dà un’unità interiore. E quando si è verificata
l’unità interiore, la seconda unità “accade” spontaneamente – non devi
fare nulla. A quel punto inizi a dissolverti in un’unità con il Tutto
che esiste al di là di te. La goccia scompare nell’oceano e l’oceano
scompare nella goccia. In quel momento, nel momento dell’orgasmo tra
te e il Tutto, tu diventi un Buddha. Quello è il momento in cui
l’essenza di Buddha ti viene trasmessa. O meglio, ti viene rivelata –
lo sei sempre stato, inconsapevolmente.
La mia parola è “amore”. Quindi dico: miei diletti, vi amo, e mi
piacerebbe che voi riempiste d’amore il mondo intero. Lasciate che
questa sia la nostra religione. Nell’amore tu scompari, la tua mente
scompare. Nell’amore giungi a un completo rilassamento. Questo è il
mio insegnamento, io insegno amore. E non c’è nulla di più elevato.
Il Canto della Meditazione di Hakuin è un piccolissimo canto, ma un
grande dono. Hakuin è uno dei più grandi maestri Zen. Il suo canto
contiene ogni cosa: ogni vangelo, ogni corano, ogni Veda. Un piccolo
canto di poche righe, ma è simile a un seme – molto piccolo, ma se gli
permettete di raggiungere il vostro cuore, può diventare un grande
albero. Può diventare un albero del bodhi – avrà una chioma maestosa e
migliaia di persone potranno sedersi per riposare al riparo della sua
ombra immensa.
Il canto di Hakuin è così breve e al tempo stesso così grande, è
incredibile. Era un uomo di poche parole, un uomo di silenzio. E sul
silenzio nulla può essere detto, e tutto ciò che viene detto è
sbagliato. Come puoi dire qualcosa sul silenzio? Qualunque cosa tu
dica lo renderà falso. Ecco perché Lao Tzu dice che non si può dire
nulla sul Tao – e se si dice qualcosa, nel momento stesso in cui viene
detto diventa falso. Il Tao è silenzio, il silenzio di un grande
giardino, dove gli alberi sono vivi e respirano, eppure c’è completo
silenzio.
Buddha dice: “vieni e vedi, ihi passika”. È qui, presente – devi solo
venire a vedere. Non ti chiede di credere. Egli è l’unico grande
maestro al mondo che ha abbandonato la professione di fede –
lasciandola cadere ha trasformato la religione in una cosa bellissima.
Egli dice: se vedi non c’è alcun bisogno di credere. Quando hai visto
non c’è credo, c’è conoscenza.
La meditazione non è altro che l’arte di aprire gli occhi. L’arte di
pulire i tuoi occhi, l’arte di eliminare la polvere che si è
accumulata sullo specchio della tua consapevolezza. L’uomo ha
continuato a viaggiare per migliaia di vite – e la polvere si è
accumulata – così tanta che lo specchio è completamente scomparso. C’è
solo polvere su polvere, strati di polvere, e tu non riesci a vedere
lo specchio. Ma lo specchio è ancora lì – non lo si può perdere poiché
è la tua vera natura.
L’essere di Buddha è lo specchio pulito dalla polvere. Lo specchio di
nuovo brillante, che riflette e funziona di nuovo – ecco cos’è
l’essenza di Buddha: una consapevolezza risvegliata. Non c’è più
sonno, non ci sono più sogni, e i desideri sono scomparsi. La felicità
è la funzione della tua consapevolezza quando si è risvegliata.
Ho letto alcune splendide righe di Michael Adam
Forse il tentare porta persino all’infelicità. Forse tutto il rumore
del mio desiderare ha tenuto lontano lo strano uccello dalle mie
spalle. Ho inseguito la felicità così a lungo e così fortemente. Ho
cercato nei luoghi più remoti, in lungo e in largo. Ho sempre
immaginato che la felicità fosse un’isola nel fiume. Forse essa è il
fiume. Pensavo che la felicità fosse il nome di una taverna in fondo
alla strada. Forse essa è la strada. Credevo che la felicità fosse
sempre domani, e poi domani e domani ancora. Forse essa è qui. Forse
essa è ora. E io ho guardato in qualsiasi altro luogo infelice.
Certamente, non può essere come io infelicemente la immagino. Qui e
ora non c’è felicità. Quindi la felicità non esiste. Dunque non ho
bisogno di sprecare ulteriormente me stesso in qualcosa che non
esiste. Posso dimenticarmi della felicità; posso smetterla di
preoccuparmi e interessarmi invece a qualcosa che conosco, che sono in
grado di sentire e sperimentare pienamente. La felicità è un sogno
vano: e adesso è mattina. Mi posso svegliare in compagnia
dell’infelicità, di ciò che è realmente sotto il sole in questo
momento. Ma ora vedo quanto della mia infelicità viene dal cercare di
essere felice; sono in grado perfino di vedere che il cercatore è
infelicità. La felicità non cerca…
Finalmente sono qui e ora. Finalmente sono quello che sono. Non
pretendo nulla, sono a mio agio. Sono infelice – e allora?… Ma è
questo ciò da cui scappo? È davvero infelicità?
E quando smetto di provare a essere felice, o qualunque altra cosa,
quando non cerco più, quando non mi preoccupo di andare da qualche
parte, di ottenere qualcosa, allora si direbbe che sono già arrivato
in uno strano luogo: sono qui e ora. Quando mi rendo conto che non c’è
niente che io possa fare, che tutto il mio fare è lo stesso sogno, nel
momento in cui mi accorgo di ciò, la mia mente, vecchia sognatrice e
girovaga, in quel momento è immobile e presente.
Naturalmente. Se non stai cercando, se non stai tentando, se non stai
desiderando né sognando, per un momento la mente sprofonda nel
silenzio. È immobile. Non c’è niente da bramare, niente di cui
vantarsi, niente da aspettarsi e niente per cui essere frustrato. Per
un momento la mente blocca la sua caccia ininterrotta. In quel momento
d’immobilità sei in uno strano luogo, in uno strano spazio, ignoto,
mai conosciuto prima. Una nuova porta si è aperta. In quel momento la
mente è immobile e presente.
In quel momento, qui e ora, appare il mondo reale; vedi: qui e ora è
già e sempre tutto ciò che avevo visto e che ho cercato di conseguire
in qualunque posto lontano da me. E ancora di più: sono andato a
caccia di ombre; la realtà è qui, in questo luogo soleggiato, in
questo canto di uccelli, adesso. Era il mio inseguire la realtà che mi
ha allontanato da essa; il desiderio mi assordava. L’uccello stava
cantando qui, per tutto il tempo… Se io sono immobile e non mi
preoccupo di trovare la felicità, allora si direbbe che la felicità
sia in grado di trovare me. Essa esiste se io sono davvero immobile,
come morto – se io sono completamente morto, qui e ora.
Sin dal principio tutti gli esseri sono dei Buddha.
Quest’unica frase è sufficiente. È l’inizio, il centro e la fine. È
tutto. L’alfa e l’omega.
Sin dal principio tutti gli esseri sono dei Buddha.
Voi siete dei Buddha. Non siete mai stati altro, neanche per un solo
momento. Non potete! Di fatto non potete allontanarvi realmente dalla
vostra essenza di Buddha, potete solo sognare. Potete solo sognare di
esservi allontanati, ma anche quando state sognando siete ancora qui e
ora. È impossibile perdere la vostra essenza, perché Dio è coinvolto
in ogni cosa e in ogni essere.
Sin dal principio tutti gli esseri sono dei Buddha.
Buddha significa consapevolezza tornata a se stessa – ha smesso di
errare tra i sogni, ha smesso di pensare al futuro, ha smesso di
pensare al passato. Una consapevolezza che non è posseduta dai ricordi
o dall’immaginazione. Una consapevolezza che si è sbarazzata del
passato e del futuro, una consapevolezza che ha solo il presente. Una
consapevolezza che vive nel momento, completamente qui e ora. Vigile,
desta, raggiante.
Sin dal principio tutti gli esseri sono dei Buddha.
L’universo è fatto di una sostanza chiamata “Dio”. Quindi Dio non è
alla fine. Dio è all’inizio, al centro e alla fine. Solo Dio esiste.
Ma lascia che ti ricordi che quando uso la parola “Dio” intendo dire
essenza divina.
È come l’acqua, e il ghiaccio: senza acqua non c’è ghiaccio, al di
fuori degli esseri viventi, non ci sono Buddha.
Tu sei come il ghiaccio e Buddha è come l’acqua. Tu ti sei gelato,
egli si è sciolto. E solo l’amore può aiutarti a scioglierti. L’amore
scioglie perché l’amore è calore. Le persone si sciolgono solo
nell’amore. Quando non amano diventano fredde, e col freddo congelano.
Devi essertene accorto, anche nel tuo piccolo. Quando ami sei fluido.
Quando sei fluido risplendi. Quando ami ti espandi. Quando non ami ti
contrai. Quando ami hai calore intorno a te. Quando non ami sei
circondato da un vento freddo. – geli, e chiunque ti venga vicino
gelerà.
Ci sono persone che, guardandoti coi loro occhi freddi, ti danno i
brividi. Mentre ci sono persone che, guardandoti col loro calore, col
loro amore, immediatamente ti fanno sentire a casa. Ci sono occhi che
ti fanno sentire a casa, e ci sono occhi che ti fissano, e ti fanno
capire che sei un estraneo, qui. senza acqua non c’è ghiaccio, al di
fuori degli esseri viventi, non ci sono Buddha.
Quindi l’essenza di Buddha non è altro che uno stato di fusione. Il
gelo se n’è andato. Non sei più definito, non sei più limitato, non
hai più confini. E nel nucleo più profondo non esisti più. Poiché se
esisti, ci sarà una sorta di gelo dentro di te. Se esisti allora non
puoi essere fluido – qualcosa ti intralcerà. Quando tu non esisti
affatto… Ecco perché quando due amanti sono in un amplesso profondo
non ci sono due persone, e circola un’unica energia.
Quando due amanti sono in un amplesso davvero profondo arriva un
momento in cui la donna non sa più se è una donna o un uomo, e l’uomo
non sa più se è un uomo o una donna. Se quel momento non arriva,
significa che non hai amato.
Quando l’amore è profondo si scompare, eppure c’è ancora qualcosa, una
sorta di presenza – ma nessuno è presente. Non c’è un centro, gelato
come il ghiaccio, non c’è alcun sé. Ecco perché Buddha ha molto
insistito sul fatto che è il tuo sé la causa originaria che ti
impedisce di essere Buddha. La sensazione che ti fa dire: “io sono” ti
rende di ghiaccio, freddo e ghiacciato. Se questo “io sono” sparisce,
non c’è alcun problema. Il ghiaccio si scioglierà.
È come l’acqua, e il ghiaccio: senza acqua non c’è ghiaccio, al di
fuori degli esseri viventi, non ci sono Buddha.
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I Tre Corpi del Budda
I buddisti parlano dei tre corpi di Buddha. Il primo corpo è chiamato
il corpo della verità, il corpo universale, il corpo divino. Puoi
chiamarlo Dio. Il secondo corpo è chiamato il corpo della beatitudine
– è il ponte tra il primo e il terzo. Puoi chiamarlo anima. Il terzo è
il corpo fisico. Questa è la trimurti buddista. I tre volti di Dio.
Tu conosci solo il tuo corpo fisico. Buddha dice che ognuno possiede
questi tre corpi. Il primo, quello fisico, è profondamente gelato. Il
secondo è liquido. Il terzo è vapore. Inizialmente il ghiaccio deve
sciogliersi in acqua e poi l’acqua deve evaporare. Te ne sei accorto?
Il ghiaccio è definito, ha confini; l’acqua no, non è definita né ha
confini. Si può versare l’acqua in una qualunque brocca ed essa ne
prende la forma. Non è resistente, non è aggressiva, non lotta. È
liquida, si adatta.
L’uomo che prova compassione e ama è come l’acqua, si adatta. Egli non
ha resistenza, non impone la sua forma a nessuno. Egli si adegua, è
accomodante, è spazioso. E poi si arriva alla terza fase: quando
l’acqua è evaporata ed è scomparsa, è diventata invisibile. Adesso non
si può nemmeno versare in un vaso. È diventata parte del cielo, si è
spostata nell’eterno, nell’infinito.
Il primo corpo è essenza, il secondo corpo è forma, il terzo corpo è
azione. Le persone che vivono solo nel corpo fisico vivono solo nel
fare- cosa fare, cosa non fare. Tutta la loro vita è un continuo
oscillare tra questo e quello. La loro vita consiste nel fare; non
conoscono nient’altro.
Il secondo corpo ha una forma. Si cominciano a vedere lampi di
non-fare. Ecco quello che accade quando mediti quando sei seduto in
silenzio e non fai nulla, affiora una gioia squisita. Una gioia che
non nasce in nessun luogo, per nessuna ragione. Tu non sai da dove
venga: è una gioia straripante, che sembra sorgere dal nulla.
Miracolosamente, magicamente. Questo è il secondo corpo, la forma. La
gioia prende forma.
E poi c’è il terzo corpo. Se continui a procedere, e continui ad
andare in profondità, un giorno raggiungi l’essenza. Ciò che il Buddha
chiama il corpo della verità. Lì, non c’è azione e non c’è non-azione.
Tutto è scomparso, ogni dualità è scomparsa, sei giunto all’essenza
più intima dell’esistenza. Quell’essenza è liberatoria. Quell’essenza
è il Nirvana. E tu non devi andare in nessun luogo per trovarla, te la
stai portando dentro da sempre.
Sin dal principio tutti gli esseri sono dei Buddha.
È come l’acqua, e il ghiaccio: senza acqua non c’è ghiaccio,
al di fuori degli esseri viventi, non ci sono Buddha.
Non sapendo che è vicino, lo si cerca lontano.
Che peccato!
E se continui a cercare lontano ciò che ti è vicino, continuerà a
sfuggirti. Nessuno ne ha colpa. Prima di andare in capo al mondo per
cercarlo, vai dentro di te. Ma la gente non va dentro di sé, comincia
con l’esterno. E l’esterno è sconfinato – puoi andare avanti in
eterno, puoi cercare in tutta la Terra. E le persone cercano. Vengono
da me e dicono: “abbiamo viaggiato per tutto l’Oriente, e non
l’abbiamo ancora trovato”. L’Oriente è dentro di te! Non è in
Thailandia, non è in India o in Cina. Non lo troverai da nessuna
parte. Al massimo, se per caso incontri un uomo illuminato, egli ti
ributterà a te stesso. Ma non te lo darà. Nessuno te lo può dare. È
già presente; non c’è alcun bisogno di darlo.
E poiché nel mondo moderno la comunicazione è diventata facile,
viaggiare è diventato facile, le persone diventano ancora più folli.
Continuano a saltare da una città a un’altra, da un aeroporto a un
altro e stanno arrivando alla pazzia. Per raggiungere casa tua non hai
bisogno di salire su nessun aeroplano, su nessun treno, su nessuna
automobile. Hai solo bisogno di entrare dentro di te. E senza
biglietto – non c’è bisogno di biglietto. E non c’è nessuno che sia lì
a sbarrarti la strada; sei nel tuo territorio.
Devi solo capire che lo sforzo ti porterà lontano da te stesso, che lo
sforzo creerà una tensione sempre maggiore. Se lo capisci, se lo vedi,
lo sforzo sparisce e all’improvviso c’è immobilità. In
quell’immobilità “accadrà” il primo lampo di beatitudine. Entrerai nel
tuo secondo corpo. E, una volta entrato nel tuo secondo corpo, allora
sarà sempre più facile, e molto chiaro, come scivolare fino
all’essenza più intima – il corpo essenziale, il corpo della verità.
Una volta che hai assaggiato qualcosa della tua beatitudine interiore,
allora puoi vedere dove cercare realmente, dove andare. Se scompari
nell’essenza più intima del tuo essere, la troverai. Se la cerchi, ti
sfuggirà. Non cercarla, e la troverai.
Non sapendo che è vicino, lo si cerca lontano. Che peccato!
È come essere nell’acqua e lamentarsi per la sete: è come il bambino
di una casa ricca che si è perso tra i poveri.
Ha dimenticato di essere ricco – e forse è diventato un mendicante.
Voi siete ricchi, infinitamente ricchi. Siete imperatori e
imperatrici, dei e dee. Dovete solo rendervene conto. Non riducetevi
troppo a mendicare – è il desiderio che crea il mendicante. Possiedi
solo te stesso e sarai padrone di ogni cosa. Sii il maestro di te
stesso e sarai il maestro di ogni cosa. Se possiedi le cose,
continuerai a essere un mendicante. La gente cambia in continuazione,
ma non si trasforma veramente.
Tu possiedi una cosa, poi ne possiedi un’altra, e poi un’altra ancora.
A volte inizi a possedere delle cose spirituali, ma non cambia niente.
Cambia solo la forma. Qualcuno possiede denaro e qualcuno possiede la
virtù. È la stessa cosa, non c’è molta differenza. Non ti sto dicendo
di fare uno sforzo per smetterla di sforzarti, perché altrimenti
cambieresti semplicemente nome alla tua follia, ma tu rimarresti lo
stesso. Devi solo capire che sforzarti non ha senso, che andare in
ogni dove non ha senso. Devi vederlo, non devi crederlo. Credere non
ti aiuterà; credere è solo una passata di vernice molto leggera.
Vedere porta trasformazione.
È come essere nell’acqua e lamentarsi per la sete: Hakuin dice: ti
disperi perché vuoi la felicità e sei come un pesce nell’acqua che
chiede disperatamente dell’acqua.
È come essere nell’acqua e lamentarsi per la sete: è come il bambino
di una casa ricca che si è perso tra i poveri.
La causa del nostro vagabondare attraverso i sei mondi È che viviamo
nell’oscuro sentiero dell’ignoranza.
Di oscuro sentiero in oscuro sentiero,
quando sfuggiremo al binomio nascita-morte?
L’oscuro sentiero dell’ignoranza
Cos’è l’oscuro sentiero dell’ignoranza? Guardare all’esterno. Più
lontano guardi, maggiore sarà l’oscurità. Poiché la luce arde dentro
di te. Più vicino guardi, più c’è luce. Ecco perché noi chiamiamo un
Buddha “illuminato” – egli è giunto a conoscere e realizzare la
propria luce. È una luce perpetua – senza combustibile che la
alimenti, non si può consumare. Il sole si consumerà, la luna e le
stelle si consumeranno, ma la luce che arde dentro di te come
consapevolezza è inesauribile. È eterna.
Il gioiello che possiedi è la Comprensione. Non puoi aggiungergli
bellezza nascondendolo o alludendo al fatto di possederlo, e nemmeno
indossandolo per vantartene. La sua bellezza viene dalla
consapevolezza che gli altri hanno della bellezza stessa.
I Buddha ti donano qualunque cosa abbiano realizzato, condividono in
continuazione. Perché la bellezza sta nella condivisione. Ecco perché
Hakuin ha cantato questo canto. Ecco perché io sono qui, a condividere
il mio essere con voi, la mia gioia con voi, la mia celebrazione con
voi. È qualcosa che dev’essere condiviso per rimanere vivo. È qualcosa
che dev’essere donato. Più ne doni, più ne possiedi.
Non essere mai avaro del tuo amore e della tua comprensione. Condividi
l’amore. E ne avrai sempre di più. Non accumularlo altrimenti lo
perderai. Condividi il tuo amore con chiunque. Non porre condizioni al
tuo amore; e il modo migliore per farlo è condividere la tua
comprensione, condividere la tua meditazione.
La causa del nostro vagabondare attraverso i sei mondi È che viviamo
nell’oscuro sentiero dell’ignoranza.
Di oscuro sentiero in oscuro sentiero, quando sfuggiremo al binomio
nascita-morte?
Liberarsi dalla nascita e dalla morte significa liberarsi dal corpo
fisico. Ma come puoi liberarti dal corpo fisico? Se non conosci il
secondo corpo non ti puoi liberare dal corpo fisico. Quindi il punto
non è liberarsi dal corpo fisico; la questione fondamentale è come
entrare nel secondo corpo. Una volta che sei nel secondo, sei libero
dal primo. E una volta che sei nel terzo sei libero anche del secondo.
Il primo corpo, il corpo fisico, è il corpo dell’infelicità. Se rimani
attaccato al corpo fisico, resti infelice. Il secondo corpo è il corpo
della beatitudine. Una volta che lo hai raggiunto, ogni infelicità
scompare, tu sei beato. Ma la beatitudine è l’opposto dell’infelicità
– è parte della dualità. Il corpo della verità va al di là di
entrambi, è trascendentale. L’infelicità è scomparsa – quindi che
senso ha la beatitudine? Quando non c’è infelicità la beatitudine non
ha senso. Quando la povertà è scomparsa, che senso ha la ricchezza? Ci
si può privare anche della ricchezza. Quando tutte le dualità
scompaiono – piacere e pena, felicità e infelicità, giorno e notte,
vita e morte – allora, per la prima volta, tu sei Dio.
La meditazione Zen del Mahayana Va oltre ogni nostra lode.
Il dare, la moralità e le altre perfezioni
Ricevere l’iniziazione, il pentimento, la disciplina
E le molte altre azioni giuste,
tutto riporta alla pratica della meditazione.
Hakuin dice: tutto ciò che nei secoli è stato fatto in nome della
religione può essere ridotto ad un’unica cosa. La meditazione
(dhyana). E cos’è il dhyana? Diventare consapevole del tuo corpo
fisico – questo è il primo dhyana. Il primo passo della meditazione.
Osservare il tuo corpo fisico. Osservati mentre cammini, osservati
mentre mangi, osservati mentre corri, parli e ascolti. Osserva, e
attraverso l’osservazione ti accorgerai di essere diverso dal corpo
fisico. Poiché colui che osserva non può essere l’osservato., colui
che guarda non può essere ciò che è guardato, colui che vede non può
essere ciò che è visto, colui che conosce non può essere ciò che è
conosciuto.
Osserva il corpo fisico e ti si presenterà il secondo corpo.
Esso esiste già – ma tu comincerai a sentirlo. Comincerai a
riconoscerlo, comincerà a penetrarti Questo è il primo passo della
meditazione: osservare il corpo fisico. Quindi il secondo passo, e
l’ultimo, è guardare il corpo della meditazione. Osserva la tua estasi
e improvvisamente ti renderai conto che colui che osserva non può
essere l’osservato. “L’estasi è lì, ma io ne sono molto lontano. La
beatitudine è lì, ma io sono colui che la conosce.” A questo punto
comincerai a entrare nel terzo corpo, il corpo della verità. Allora
diventi un puro testimone – sakshin. E questa è la liberazione.
Grazie a una sola seduta
Si distruggono innumerevoli peccati in lui accumulati. Come potrebbero
esserci sentieri sbagliati per costui?
E può accadere anche sedendosi una sola volta in meditazione. Può
accadere in un solo momento. Può accadere adesso. Non hai bisogno di
posticiparlo a domani. Chi può dirlo? “Domani” potrebbe non venire
mai. E in effetti, non viene mai. Può accadere proprio in questo
momento. Se la tua consapevolezza è lucida, se la tua consapevolezza è
presente, limpida come cristallo, può accadere proprio in questo
momento. Proprio adesso, mentre sei seduto in meditazione, tu puoi
diventare un Buddha. E nessuno ti blocca la strada, solo tu lo fai.
Nessuno ti è nemico, solo tu lo sei, e nessuno ti è nemmeno amico.
Grazie a una sola seduta
Si distruggono innumerevoli peccati in lui accumulati.
Non preoccuparti dei tuoi peccati e dei karma passati. Sedendoti una
sola volta a meditare, si può bruciare ogni cosa. Il fuoco della
meditazione è così potente che può bruciare tutto il tuo passato in un
solo momento. Non c’è alcun bisogno di preoccuparsi dei karma passati.
“Ho fatto qualcosa per cui devo andare all’Inferno”.
Se ci vuoi andare, allora ci dovrai andare!
Ma queste sono tutte razionalizzazioni che tu stai cercando di
trovare. Se tu lo desideri, se è il tuo desiderio, verrà assecondato.
Questa esistenza è molto compiacente. Continua a fare favori – se tu
vuoi andare all’Inferno, ti aiuta. Dice: “Vai! Io sono con te”.
Ma se decidi che “quando è troppo è troppo, ho sofferto abbastanza”,
un solo momento di meditazione è sufficiente a bruciare milioni di
vite passate e milioni di vite future. Sei libero.
Comincia a meditare. All’inizio sul corpo. Quindi sui tuoi sentimenti
interiori di beatitudine, di gioia. Continua a entrare dentro di te, e
un giorno anche dentro di te sgorgherà il canto di Hakuin. E tu
fiorirai. Se non fiorisci non hai vissuto, o hai vissuto invano. Tu
sei qui per sbocciare. E solo se produci un’infinità di frutti e
migliaia di fiori, smetterà di sfuggirti il significato della vita.
La vita non ha significato. Il significato non è una cosa che esiste
già, non è qualcosa che si compra al mercato, deve essere creato. Deve
diventare il tuo lavoro interiore. Allora esiste un significato – ed è
un significato grandioso.
Amate e meditate e realizzerete il significato. E realizzerete la
vita, una vita ricca e piena.
(continua)
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