Commento di Yoganandai ai 10 Comandamenti

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Commento di Yoganandai ai 10 Comandamenti

Tratto da:

Il vangelo di Gesù secondo Paramhansa Yogananda.
Volume terzo.
Edizioni Vidyananda.

Traduzione e disposizione del testo originale inglese a cura delle edizioni
Vidyananda

I DIECI POTERI DEI COMANDAMENTI

“Disse dunque: ‘Un uomo di nobile stirpe andò in un paese lontano per
ricevere
un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci
mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo
odiavano
e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui regni
su di
noi.”

Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re fece chiamare i
servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse
guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato
altre
dieci mine. Gli rispose: Bene, o servo buono; poiché ti sei mostrato fedele
nel
poco, ricevi il potere sopra dieci città.

Poi si presentò il secondo e disse: La
tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine.

Anche a questo disse: Anche tu
sarai a capo di cinque città.

Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la
tua mina, che ho tenuto riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei
un
uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che
non
hai seminato.

Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico servo malvagio!
Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in
deposito e
mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio
denaro
a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi.

Poi disse ai
presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci. Gli
risposero:
Signore, ma ha già dieci mine! Ora io vi dico: A chi ha sarà dato, ma a chi
non
ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che
diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me'”. (Luca
19:
12-27).

——————–

L’interpretazione di questa parabola è la seguente: “Un maestro, venuto
sulla
terra per redimere molte anime, aveva dieci devoti nel suo eremitaggio. Un
giorno li chiamò per dire che stava andando a predicare il suo messaggio a
un
altro gruppo di persone materialiste che vivevano nell’illusione, lontano
dalla
verità.

Il maestro disse che dopo avere stabilito i suoi insegnamenti spirituali
in quel regno lontano, sarebbe tornato all’eremitaggio. Egli istruì i dieci
discepoli a seguire rigorosamente i precetti morali, i dieci comandamenti, e
a
mantenere le loro coscienze assorte nelle sacre vibrazioni di pace che
permeavano l’eremitaggio. Lasciando un’abbondanza di benedizioni,
simbolizzate
dal dono delle dieci mine, egli partì. Sapeva che durante la sua assenza i
discepoli avrebbero avuto molte tentazioni, perché le persone materialiste
della
città in cui il maestro operava disdegnavano i suoi ideali. Infatti dopo la
sua
partenza, gli mandarono un messaggio di scherno, sperando che non tornasse
più.

“Invece, dopo aver completato la sua missione, tornò di nuovo
all’eremitaggio
ed esaminò lo stato di salute spirituale dei suoi discepoli. Trovatone uno
molto
avanzato, il maestro disse: ‘Tu sei stato un buon discepolo, hai migliorato
te
stesso e gli altri. Per la tua fedeltà alla verità e alla disciplina,
diventerai
maestro delle dieci sfere dei poteri divini che vengono onorando i dieci
comandamenti’ .

“Il maestro vide che anche un altro discepolo era cresciuto in statura
spirituale, e lodandolo gli disse: ‘Tu sarai in possesso di cinque poteri
spirituali’.

“Infine il maestro si rattristò notando un altro discepolo che non aveva
fatto
alcun progresso spirituale. Come scusa, il discepolo disse: ‘Non ho
dimenticato
le discipline e le tecniche di meditazione che mi hai lasciate, ma le ho
tenute
inutilizzate e nascoste dentro di me. Temevo di non poter mai essere austero
e
rigoroso come te. Pensavo di non poter aspirare a raggiungere il tuo alto
stato
d’eminenza spirituale in cui tu – senza considerare la legge umana di causa
ed
effetto, o l’azione fisica – riesci ad acquisire tutto con la forza della
tua
volontà’.

“Il maestro si dispiacque e disse: ‘Ti giudicherò dalle tue stesse parole.
Tu
sapevi in cuor tuo che è stato con grandi austerità che ho conseguito questa
realizzazione al di sopra delle comuni leggi della natura. Anche se
difficili, i
miei metodi di disciplina t’avrebbero dato grandi risultati se li avessi
seguiti
secondo le mie istruzioni. Anche se li avessi praticati meccanicamente, essi
sarebbero entrati profondamente in circolazione nella tua mente
subcosciente, e
così avrebbero fruttato a te – e di conseguenza a me, come tuo maestro e
amico –
un aumento d’esperienza spirituale’.

“Il maestro disse allora al gruppo riunito: ‘Ecco, per stupidità mentale
questo
discepolo disubbidiente non ha stimolato la sua fame spirituale con i miei
metodi di disciplina. Perciò anche quel pò di spiritualità che aveva lo sta
lasciando, per la forza delle cattive abitudini che si sviluppano. D’altro
canto, l’amato discepolo che ha decuplicato la sua statura spirituale con il
cibo spirituale quotidiano, adesso riceverà da me la ricchezza spirituale
che
altrimenti avrei potuto dare a questo traviato, per il quale ora non posso
far
nulla.

Perciò vi dico: Ogni sincero discepolo che con la meditazione profonda e
l’autodisciplina acquisisce delle abitudini spirituali attirerà a sé sempre
più
spiritualità; ma il discepolo irregolare e negligente perderà anche quel pò
di
potere spirituale col quale ha cominciato, perché deperirà per mancanza di
nutrimento'”.

– La Forza dell’Abitudine –

In questa parabola Gesù illustra la grande forza delle abitudini. Una
persona
con buone abitudini attirerà a sé più virtù; mentre chi ha in sé pochissime
virtù, senza zelo costante perderà anche quelle. Similmente, una persona con
cattive abitudini attirerà a sé un male ancora più grande, mentre un uomo
che ha
in sé poca malvagità perderà anche quella, se persisterà nelle buone azioni.

Perciò, nella parabola, la ricompensa di dieci città si riferisce ai dieci
poteri che si sviluppano nel devoto che segue fedelmente i comandamenti.
Eliminando l’istinto o l’impulso di uccidere, uno ottiene un magnetismo
divino
col quale s’assicura la fiducia dell’uomo ed anche quella delle bestie e
degli
uccelli. Chi vince fisicamente e mentalmente tutte le tentazioni sessuali
diventa pieno di beatitudine divina e di continuo entusiasmo spirituale.

Chi ha bandito dalla sua mente e dalle sue azioni ogni desiderio di rubare,
o
di possedere ricchezze, attira a sé tutto ciò che gli necessita nella vita.
Chi
ha rimosso tutti gli impulsi di travisare o distorcere la verità, stabilisce
dentro di sé un grande potere per cui non dà mai falsa testimonianza; le sue
parole s’avverano sempre. Chi non defrauda mai un altro e tratta giustamente
con
tutti gli uomini nella mente e nei fatti, acquisisce un discernimento per
mezzo
del quale nessuno è capace d’imbrogliarlo. Un uomo simile possiede
semplicità
divina e capacità di penetrazione in tutte le nature umane. Chi ha
conquistato
completamente il desiderio di frodare o d’occultare o di manipolare i fatti
o
gli eventi a suo vantaggio, non può essere ingannato da nessun essere umano
e
neppure da maya, l’illusione cosmica.

Chi onora il padre e la madre vede in tutti i genitori l’incarnazione
protettiva di Dio.

Ogni persona che ama la sua famiglia, il suo paese, tutte le
nazioni, gli uccelli, le bestie e tutte le creature viventi, come prossimo o
esseri con cui condividere ugualmente il mondo, sviluppa la coscienza
dell’onnipresenza e dell’onniscienza. I devoti che praticano alla perfezione
i
precetti morali o i dieci comandamenti, e che meditano su Dio, si troveranno
in
possesso di tutti i poteri spirituali.

Quando nelle parole finali della parabola il maestro o il ‘nobile’ parla
dei
‘miei nemici’, si riferisce alle persone mondane contrarie alla coltivazione
della Coscienza Cristica tramite la meditazione e l’autodisciplina.
‘Uccidetemi’
non indica la morte fisica, ma la distruzione delle percezioni spirituali.

Quelli che si rifiutano di coltivare la visione dell’anima scoprono
naturalmente
che la loro vita spirituale è distrutta. ‘Davanti a me’ si riferisce alla
Coscienza Cosmica di un maestro, che può vedere tutte le persone
spiritualmente
ribelli pronte a essere uccise dall’illusione.

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