Comunicare con il corpo

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Comunicare con il corpo

di Antonella Lucato

Il nostro corpo è il comunicatore per eccellenza, considerato non come
un oggetto estetico ma come un vero e proprio protagonista del nostro
relazionarci con noi stessi, del nostro sentire e di come ci poniamo e
ci proponiamo agli altri.

Nel corpo-narciso manca la comunicazione, la relazione che è fatta di
coinvolgimento vero, di abbracci, di contatto.

Così come ogni parola comunica in quanto è dotata di un significato,
così ogni parte del corpo “parla”, si racconta. Questo è il
presupposto della concezione psicosomatica. Esistono parole che
sembrano scaturire direttamente dal corpo, una “parlata” silenziosa
fatta di gesti, atteggiamenti, occhiate, che viene recepita
immediatamente anche se in modo inconscio e costituisce un
trait-d’union dove la parola inespressa verbalmente si fa corpo per
venire comunicata con un sorriso, uno sbadiglio o un’alzata di spalle.

Deepak Chopra scrive “Ascolta la saggezza del tuo corpo. Quando scegli
un certo stile di vita chiedi conferma al tuo corpo. Se manda segnali
di malessere, cerca subito un cambiamento positivo.

“Il corpo ha una propria mente. Tutti noi siamo simili a un fiume, il
corpo non è fisso, è un fiume di atomi, la mente è un fiume di
pensiero e quel che tiene uniti è un fiume d’intelligenza…”.

IL CORPO RIVELA CHI SIAMO

Da una ricerca svolta presso un’università dell’Illinois, negli Stati
Uniti, è emerso che la comunicazione avviene soprattutto a livello non
verbale. La componente verbale della comunicazione, le parole,
rappresentano solo il 7%. Il modo in cui le pronunciamo,
l’intonazione, costituisce il 38% della nostra comunicazione, mentre i
segnali non verbali ne rappresentano il restante 55%. Più importante
di quello che diciamo è dunque come lo diciamo. Il nostro corpo è la
parte non verbale della nostra comunicazione, il nostro subconscio.

Per esempio quando qualcuno dice “Sì, lo farò”, ma nel pronunciare
queste parole fa cenno di no con la testa, senza rendersene conto sta
comunicando di non voler fare quella cosa o che la farà contro la sua
volontà o la rimanderà.

Il tono delle nostre parole può tradirci. Possiamo dire “ti amo” in
mille modi, fondamentale è il tono con cui lo diciamo. Possiamo
provare ad alterarlo, ma il subconscio finisce per smascherarci. A
volte la nostra parte conscia non vuole leggere il messaggio,
preferisce essere ingannata piuttosto che scoprire una realtà scomoda.
Questo vale anche per i complimenti, perché ci avvicinano solo se sono
sinceri.

Il nostro corpo assomiglia alla macchina della verità, che ci tradisce
quando esprimiamo sensazioni con cui non siamo davvero “in sintonia” o
che non sono vere. Contraddizioni e bugie esercitano sempre uno stress
sul nostro organismo. E’ importante non sottoporre il nostro corpo a
stress eccessivo e vivere in armonia.

L’espressione del viso è lo specchio dell’anima. La postura riflette
il nostro stato d’animo.

Osservando attentamente, possiamo renderci conto di come l’aspetto di
una persona faccia da specchio a come si sente. Quando ci si sente
depressi o scoraggiati si modifica inconsapevolmente la postura in
sintonia con ciò che si sta provando: si abbassano le spalle, si
guarda in basso. Quando ci sentiamo pieni d’entusiasmo, eccitazione,
fieri e felici sembriamo completamente diversi, stiamo più dritti e
guardiamo più in alto, camminiamo in altro modo e respiriamo
profondamente, tutto cambia nel nostro corpo, cambia il nostro modo di
guardare il mondo.

L’aspetto è legato al nostro stato d’animo, questo significa anche
che, modificando il nostro atteggiamento fisico, possiamo influire sul
nostro sentire. Un piccolo segreto: se cominciamo a camminare dritti e
ad osservare il mondo come se ci sentissimo pieni d’energia, potremo
sentirci davvero così.

E’ difficile sentirsi bene dentro se l’atteggiamento è negativo.
Spesso tutto ciò avviene senza che ce ne rendiamo conto. E’ come se il
nostro cervello fosse un computer programmato in modo che ad ogni
emozione sia collegata una certa espressione del viso o una certa
postura.

Recenti ricerche hanno dimostrato che i nostri pensieri hanno una
grande influenza sulle funzioni degli organi e del sistema
immunitario. C’è un rapporto diretto tra pensieri negativi e capacità
di resistenza. Una persona depressa ha minori difese e più probabilità
di ammalarsi rispetto a chi è allegro, positivo e ottimista. Cambiando
i nostri pensieri modifichiamo la nostra resistenza e riduciamo la
probabilità di ammalarci.

CAPIRE E SENTIRE SONO DUE TERRITORI DIVERSI

La nostra identità è legata al nostro corpo. Riflettiamo sulle cose
semplici del nostro corpo.

Il nostro odore, per esempio, ci consente di distinguerci dagli altri.
E’ continuamente modificabile dall’incontro-scontro con il mondo: una
situazione di tensione emotiva muta il nostro odore. L’odore provoca
una reazione che arriva dritta all’ipotalamo, al cervello, e la
reazione conseguente è immediata, istintuale, comunque vera.

L’odore che si diffonde nell’aria “parla di noi” e fa circolare i
nostri stati d’animo, specie quelli di origine sessuale che hanno un
odore specifico emanato dalla superficie cutanea. Una persona, un uomo
di cui non ci piace l’odore non potrà entrare in contatto profondo con
noi.

Attraverso lo sguardo noi comunichiamo le nostre emozioni.

Tutto ciò che sentiamo dentro di noi si può leggere negli occhi.

Guardate nelle pupille di un uomo: lì non può nascondersi. Così diceva
Confucio 2.500 anni fa. In letteratura sono state scritte pagine e
pagine sulla capacità degli occhi di trasmettere gioia o tristezza,
desiderio o indifferenza, amore e dolore.

LA NOSTRA PELLE RACCONTA…

La pelle del volto, in particolare, è un vero e proprio biglietto da
visita che presentiamo a chi ci circonda. La pelle è ciò che ci
delimita, ci protegge e insieme ci permette di conoscere il mondo e di
entrare in relazione con le altre persone, mostrando e quindi
comunicando le nostre emozioni e i nostri sentimenti. La pelle non è
solo visibile, è anche tangibile, è ciò che si tocca entrando in
contatto con l’altro.

“E’ una questione di pelle”, “sentire a pelle”: sono alcuni dei modi
di dire più frequenti che raccontano quanto le pelle sia coinvolta
nello stabilire un feeling con le persone che incontriamo. Espressioni
del tipo “ho i nervi a fior di pelle” o “quella persona non mi piace a
pelle” sono dichiarazioni verbali di come l’irritazione nei confronti
di una persona o di un ambiente che non ci piacciono possa essere
comunicata proprio attraverso la nostra pelle.

LE MANI DICONO LA VERITA’

Le mani sono simbolo di potere e saggezza, di autorità, di forza, ed
esprimono tutto il magnetismo della persona.

Sono uno strumento di comunicazione immediato. Nelle relazioni con gli
altri traducono in gesti quello che stiamo dicendo. Quando parliamo,
accompagnamo le parole con un gesticolare più o meno continuo. Dunque
le mani si muovono, sono in azione prima ancora che il pensiero abbia
impartito l’ordine. Se raccontiamo bugie, istintivamente le
blocchiamo, come se temessimo che i loro movimenti potessero tradirci.
E’ proprio quel pezzettino di emotività che ci è sfuggito e ha parlato
per noi prima delle nostre labbra.

Possimo essere dolci nel tono della voce, accarezzare la persona che
ci ascolta con lo sguardo, ma se siamo arrabbiati con lui o con lei il
gesto svelerà l’aggressività che ci cova dentro. Ci può capitare di
alzare la voce o di mantenere un tono indifferente ma ecco che le mani
tradiscono l’affetto con movimenti che esprimono dolcezza e
sensibilità.

Le azioni naturali, spontanee ci parlano dei desideri e delle emozioni
che abitano la nostra anima. I gesti spontanei si oppongono
naturalmente a quelli artificiali.

Chi sa osservare la persona che ha di fronte ha molte più possibilità
di capirla e di stabilire con lei una comunicazione vera, autentica.
Chi impara ad ascoltarsi si trova nel percorso della conoscenza di se
stesso, che è alla base di tutta la conoscenza umana.

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