di Alessandro Paciello
L’EMDR è una tecnica basata sui movimenti oculari volontari, utilizzata per curare i traumi emotivi.
Come spesso accade con le “grandi scoperte” che hanno saputo rivoluzionare intere discipline nel
campo delle scienze umane, anche per l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing –
“Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti Oculari”) si è trattato di un’apparente
casualità.
Alla fine degli anni Settanta, a una psicoterapeuta americana, Francine Shapiro, fu diagnosticato un
tumore. Ciò le causò una profonda depressione. Nonostante le terapie mediche avessero ottenuto
successo con la sua guarigione clinica, il fatto che non fosse esclusa la possibilità che il tumore
si potesse ripresentare in futuro in altra forma, accentuò il grave stato depressivo di cui la
Shapiro restò preda per anni.
Ma un giorno, mentre passeggiava in un parco della città californiana dove vive, si accorse che la
depressione era andata via e contemporaneamente si erano modificati i suoi pensieri negativi. Non
comprese subito cosa fosse successo, ma riuscì poi a ricollegarlo al modo in cui aveva mosso gli
occhi mentre seguiva il volo d’un aquilone. Un movimento degli occhi che replicava quello della fase
REM del sonno, in cui vengono rimossi alcuni dei piccoli traumi che viviamo nella giornata; fase
troppo breve, però, per rimuove i maggiori.
La Shapiro iniziò così a sperimentare su se stessa provando, dopo aver rievocato dei pensieri
negativi, a muovere gì i occhi in quel modo: verificò che effettivamente si affievolirono fino a
scomparire, come l’immagine, l’emozione e quant’altro fosse legato a quel pensiero. Addirittura, si
rese conto che, all’insorgere del pensiero negativo, i suoi occhi iniziavano spontaneamente a
muoversi.
Dal 1987, la Shapiro, ricercatrice del Mental Research Institute di Palo Alto (California), cominciò
una sperimentazione sui suoi pazienti, arrivando a comprendere che il movimento degli occhi è legato
a un meccanismo di autoguarigione di cui è dotato il cervello. Un terapista che utilizza l’EMDR è il
dottor Elio Gialloreti, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, specializzato in ipnosi clinica,
docente universitario.
Gialloreti spiega: “Esistono dei traumi che possono essere definiti con la ‘T’ maiuscola, come
violenze sessuali, fisiche, di guerra, torture, eventi di cui per fortuna non tutti vengono a
soffrire; ma esistono anche, e soprattutto, traumi con la ‘t’ minuscola, subiti in epoca infantile e
adolescenziale (urla e litigi dei genitori, umiliazioni scolastiche, la prima delusione d’amore e
così via), lutti, abbandoni, lavori persi, avvenimenti che possono colpirci a qualsiasi età,
‘lasciandoci il segno’.
Per esempio, una donna che subisce una violenza sessuale, anche a distanza di anni, trovandosi tra
le braccia di un uomo, potrebbe irrigidirsi pur desiderando il rapporto intimo, come se la ferita
emotiva non riuscisse a guarire. Come se le informazioni che il suo “cervello cognitivo” ha a
disposizione (per esempio che si trova con una persona che ama, che è al sicuro e così via) non
entrassero in contatto con il “cervello emotivo”, dove ha registrato, col trauma subito, le
conseguenze: dolore e paura profonda.
L’EMDR facilita proprio questa comunicazione interiore, lo scambio tra i “due cervelli”: queste
informazioni, prima scollegate fra loro, finalmente possono arrivare a contatto con la “ferita
traumatica” e risolverla in breve tempo”.
Come e perchè funziona l’EMDR
L’operatore EMDR sollecita il movimento degli occhi del paziente muovendo davanti a lui, con una
precisa tecnica, le dita di una mano; il paziente al contempo viene invitato a richiamare alla mente
particolari immagini o sensazioni. L’EMDR è utilizzabile solo dagli psicoterapeuti specializzati. Il
suo campo d’intervento si sta allargando dai traumi alle fobie, agli attacchi di panico, ai disturbi
dell’alimentazione e alle tossicodipendenze. Si basa sul meccanismo neurofisiologico di
archiviazione delle informazioni nei due emisferi cerebrali.
Nel 1987 due neurofisiologi americani, A. Arai e G. Lynch, in seguito a sperimentazioni (studi sulla
memoria dei ratti attraverso la trasmissione di corrente a basso voltaggio, che causava mutamenti
nel potenziale sinaptico, ovvero la carica elettrica fra i recettori cerebrali) conclusero che i
rapidi movimenti dei bulbi oculari influiscono direttamente sulle aree della memoria. Le scariche
bioelettriche neuronali così attivate possono dunque smuovere il ricordo traumatico congelato.
Attacchi di panico, incubi, fobie, stress emotivi si riducono nel momento in cui si riconoscono gli
eventi traumatici come elementi del passato e li si digerisce. Il metodo è applicato con successo
anche a eventi gravi come crimini, aggressioni, guerre, disastri, attentati, per esempio a reduci
delle guerre del Golfo e dei Balcani. Ha aiutato ormai più di un milione di individui e per il
Dipartimento di Psicologia Clinica dell’American Psychological Association, è oggi il metodo più
efficace per trattare “disturbi” da eventi drammatici.
EMDR nel mondo e in Italia
La formazione è organizzata e regolamentata dall’EMDR Institute di Pacific Grove, California
(www.emdr.com). Francine Shapiro ne è direttrice esecutiva ed è presidente onoraria dell’EMDR
Humanitarian Assistance Programs, organismo non-profit che coordina interventi e training in caso di
disastri. In Italia la formazione, autorizzata dall’EMDR Institute, è organizzata dall’Associazione
per l’EMDR in Italia, tel/Fax 0362/558879. Sull’EMDR è uscito, fra gli altri libri, quello curato da
Christof T. Eschenröder, EMDR – Eye Movement Desensitization and Reprocessing – La tecnica per
superare i traumi, liberarsi da dipendenze e fobie, combattere l’ansia, edizioni Red!
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