(AGI) – Washington, 14 mag. 2012 – La meditazione e’ legata a una migliore salute e a un benessere
maggiore. A dirlo e’ uno studio della Universita’ di Sidney pubblicato sulla rivista ‘Evidence-Based
Complementary and Alternative Medicine’. I ricercatori hanno usato i dati provenienti dal programma
federale National Health and Wellbeing Survey e li hanno confrontati con quelli relativi a poco piu’
di 350 australiani che si dedicavano alla meditazione da almeno due anni. Nel campo della salute
mentale, coloro che meditavano da piu’ tempo manifestavano una condizione migliore del 10 per cento
rispetto alla popolazione generale. Gli scienziati si sono soffermati sulla definizione di
meditazione come silenzio mentale di Sahaja Yoga, e ai meditatori e’ stato chiesto quanto spesso
vivevano l’esperienza del silenzio mentale piu’ volte al giorno e per piu’ di qualche minuto alla
volta. Secondo gli studiosi, si verificava un chiaro nesso tra quanto spesso si vivesse l’esperienza
del sistema mentale e la condizione di salute mentale.
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Stare bene: nuove conferme scientifiche sullefficacia della meditazione
La meditazione è stata ancora una volta correlata a un migliore stato di benessere, salute fisica e
mentale. Lo studio
Le persone che praticano la meditazione stanno bene: sia in salute fisica che mentale. Ma
soprattutto meglio di chi non la pratica. Ecco quanto emerge chiaro in un nuovo studio condotto
dallUniversità di Sydney.
Sebbene larea che ha mostrato maggiori e significative differenze nella promozione della salute
fosse quella mentale, coloro che praticano la meditazione da almeno due anni sono stati trovati
essere più in salute del 10 percento, rispetto al resto della popolazione generale. Questo è uno dei
vantaggi evidenziati nellarticolo riportante i risultati dello studio pubblicato su Evidence-Based
Complementary and Alternative Medicine (eCAM).
«Abbiamo scoperto che il profilo di salute e benessere delle persone che avevano meditato per almeno
due anni era significativamente più alto nella maggior parte delle categorie salute e benessere
rispetto alla popolazione australiana spiega nel comunicato US il dottor Ramesh Manocha,
psichiatra e principale autore dello studio La parte maggiormente marcata è stata una forte
correlazione tra la frequenza dello sperimentare il silenzio mentale e una migliore salute mentale.
Questa definizione si basa su quella che è la forma di meditazione praticata per secoli».
Il professor Manocha, insieme ai colleghi Deborah Black e Leigh Wilson della Faculty of Health
Sciences, ha basato lo studio sui dati inerenti alla salute della popolazione ricavati dal federal
government’s National Health and Wellbeing Survey. Per raffrontare ed esaminare gli effetti della
meditazione, i ricercatori hanno coinvolto più di 350 persone provenienti da tutta lAustralia che
avessero meditato per almeno due anni.
«Ci siamo concentrati sulla definizione di meditazione come quale silenzio mentale aggiunge
Manocha e intervistato gli esercitanti la meditazione Sahaja Yoga che praticano una forma di
meditazione finalizzata al raggiungimento di questo stato, piuttosto che il rilassamento o la
mindfulness, metodi che di solito sono oggetto di altre forme [di meditazione]».
Ai partecipanti, i ricercatori hanno domandato quante volte avessero sperimentato il silenzio
mentale, almeno per qualche minuto.
Alla domanda, i meditatori hanno risposto che nel 52 percento dei casi hanno sperimentato il
silenzio mentale per più volte al giorno; il 32 percento dei partecipanti invece ha dichiarato di
averlo sperimentato da una a due volte al giorno.
«La nostra analisi ha mostrato rapporto molto piccolo su tutti tra la frequenza con cui la persona
che meditava standosene fisicamente seduta e i punteggi di salute mentale. Tuttavia, il rapporto era
chiaramente in relazione a quanto spesso essi hanno sperimentato lo stato di silenzio mentale
sottolinea Manocha Il vantaggio per la salute sembra essere collegato a questo aspetto più di ogni
altra caratteristica dello stile di vita meditativo. In altre parole, la qualità rispetto alla
quantità».
Ecco dunque che non basta sedersi per meditare o atteggiarsi a tal guisa, ma è leffettiva
capacità di raggiungere il silenzio mentale a mettere a tacere la cosiddetta mente scimmia, che
non sta mai ferma.
«Mentre ci aspettavamo che ci sarebbero state alcune differenze tra i meditatori e la popolazione in
generale non ci aspettavamo che i risultati fossero così pronunciati continua il professor Manocha
Abbiamo ripetuto componenti di grandi dimensioni del sondaggio più volte per confermare i nostri
risultati e abbiamo ottenuto gli stessi risultati».
«Questo è uno dei primi studi a valutare gli impatti a lungo termine della meditazione sulla salute
e il benessere. Quando prendiamo levidenza di questo studio, insieme ai risultati di nostri altri
studi clinici, creano forti presupposti per luso della meditazione come una strategia di
prevenzione primaria, soprattutto in salute mentale», conclude Manocha.
Che dire di altro?
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lastampa.it
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