CONCENTRAZIONE E MEDITAZIONE
SWAMI SIVANANDA SARASVATI
EDIZIONI MEDITERRANEE
9. Mettete all’opera tutti i vostri poteri
1. Ogni uomo che lotti e si sforzi di raggiungere lo scopo prefisso, non ha, in realtà, alcun
bisogno di cercare aiuti esterni. L’uomo racchiude in sé molte risorse, dei poteri insiti in sé
medesimo che riposano inutilizzati o utilizzati solo in parte.
2. Egli, a dispetto delle sue potenzialità originarie, fallisce nelle grandi imprese perché ha
permesso alle sue facoltà di disperdersi su cento soggetti diversi. Se egli le riordina e le mette
sagacemente a profitto, ne ricaverà dei risultati concreti.
3. L’uomo non ha bisogno che siano inventati nuovi e sensazionali metodi per essere guidato, per
imparare ad impiegare efficacemente le sue attuali forze. Dall’alba della creazione, la natura
stessa abbonda d’esempi istruttivi, di lezioni capaci d’aiutare l’essere umano ad ogni passo della
sua vita. L’osservazione ci farà notare che ogni forza della natura, quando ha la possibilità di
spandersi per una vasta superficie, si muove lentamente e con una potenza relativamente minore di
quella che dispiegherebbe se fosse concentrata in un’unica massa e diretta verso un’unica uscita
ristretta.
4. Il fenomeno del riunire una forza e del farle sostenere tutto il peso in un dato punto, o in un
dato oggetto, una idea, od una azione, costituisce il processo della concentrazione. L’applicazione
d’una forza concentrata conferisce il massimo d’efficacia con un tempo ed uno sforzo minimi.
5. Si cita come esempi del potere creato da una concentrazione di forze: 1- il corso pigro e lento
d’un fiume che si precipita, poi, con una straordinaria violenza attraverso le saracinesche, se è
stato raccolto in bacino con una diga. 2- il fenomeno dei vagoni stracarichi tirati o spinti dalla
potenza del vapore concentrato nella caldaia. Anche un fenomeno della vita domestica, quello del
rumore e dei movimenti del coperchio di una pentola quando si alza il bollore. 3- I raggi del sole,
caldi come sempre, che diventano improvvisamente tanto ardenti da bruciare delle cose quando sono
concentrati in un punto focale per mezzo di una lente.
L’azione più semplice e banale, nella quale si applica inconsciamente questo principio, può essere
vista quando qualcuno per chiamare un altro che si è allontanato, porta le mani in forma di conca
davanti alla bocca prima di gridare.
6. Questa medesima legge è applicabile all’uomo in tutte le branche della sua attività. Il chirurgo
esegue minuziose operazioni con la più grande attenzione e concentrazione. Il più profondo
assorbimento è lo stato del tecnico, dell’ingegnere, dell’architetto, del pittore mentre disegnano i
particolari di una pianta, di una mappa o di uno schizzo, dove la precisione è importantissima. Una
simile concentrazione è sviluppata dall’abile operaio svizzero che registra i delicati meccanismi
degli orologi o di altri strumenti di precisione. Lo stesso avviene in tutte le arti ed in tutte le
scienze.
7. Tutto ciò è particolarmente vero nel piano spirituale, ove l’aspirante deve agire su forze
interne. I poteri della mente sono dispersi e resistono ai tentativi di concentrazione. Questa
tendenza all’oscillazione è innata nella sostanza mentale. I più conosciuti tra i mezzi impiegati
per impedire lo sballottamento della mente, sono quelli che utilizzano il suono e le immagini,
perché esse hanno il dono speciale di attirare l’attenzione e di calmare la mente.
L’ipnotizzatore soggioga dolcemente la mente del suo paziente facendogli guardare fissamente i
propri occhi e ripetendo monotonamente i suoi suggerimenti scelti appositamente. Un altro esempio di
ciò è la mamma che canta dolcemente per addormentare il suo bimbo.
Così pure la breve esortazione del maestro di scuola: – Ed ora cari ragazzi, guardatemi – , quando
desidera attirare specificatamente l’attenzione su quello che dice. Egli avverte che portandoli a
guardarlo fissamente, riuscirà ad orientare l’attenzione della loro mente su quello che sta
insegnando.
Per questo, durante la disciplina spirituale i metodi che sviluppano la concentrazione, si servono
dello sguardo diretto con fissità su di un punto, o sul simbolo del pranava (la sillaba OM) od anche
su una formula sacra (mantra) o l’immagine della divinità prediletta (ishta- devata).
Con altri metodi lo stesso risultato è ottenuto grazie alla ripetizione ad alta voce del mantra, o
del nome del Signore, o della sillaba OM, o di qualche canto di festa religiosa (kirtan), con un
ritmo ed una intonazione appropriate. Con questi mezzi, la mente si interiorizza gradatamente e si
concentra in un fuoco. A mano a mano che questo stato si approfondisce, si perde insensibilmente
coscienza di ciò che ci circonda. La concentrazione, se è perseguita, conduce allo stato di dhyana o
meditazione, nel quale si tende a dimenticare anche il corpo fisico
Quando la meditazione è persistente e perfetta sfocia nello stato di sopracoscienza o samadhi che è
lo stadio supremo dell’identificazione dell’Io o Realizzazione.
10. Come si pratica la concentrazione
Prima di cominciare a praticare la concentrazione farete bene ad istruirvi un poco circa la mente
subcosciente e le sue funzioni.
Quando il contenuto della mente è confinato e fissato su di un certo punto, od oggetto, si dice che
c’è concentrazione. Una gran parte del vostro subcosciente è formata da masse di avvenimenti
sommersi che possono ritornare alla superficie della mente cosciente per mezzo della concentrazione.
E’ ormai un fatto psicologico perfettamente ammesso che il processo attraverso il quale giungete
alla conoscenza non è semplicemente limitato al campo della coscienza, ma investe anche il
subconscio. Se conoscete l’arte di parlare alla vostra mente subcosciente e se avete la capacità di
ricavarne una utilizzazione, esattamente come se vi rivolgeste ad un vecchio amico, o ad un
servitore, arriverete alla vera conoscenza. Sì, è solo una questione di pratica e la pratica vi
renderà perfetto.
Quando non siete capace di risolvere qualche problema metafisico, o scientifico, o filosofico,
domandate alla vostra mente subcosciente di fare per voi questo lavoro, con la ferma fiducia che da
essa vi verrà la buona soluzione. Comandate alla vostra mente subcosciente in questo modo: –
Attenzione, caro subconscio! Ho assolutamente bisogno della soluzione di questo enigma o di questo
problema per domani mattina. Sii gentile e risolvilo subito! – Comandate con dei termini molto
chiari senza nessuna ambiguità. Senza alcun dubbio avrete la risposta del vostro subcosciente
l’indomani mattina. Ma, talvolta, il subconscio è occupato altrove, in questo caso dovrete attendere
qualche giorno. Dovrete ripetere il vostro ordine con le stesse parole regolarmente, ogni giorno
sempre alla medesima ora.
Tutto quello che voi avete ereditato, tutto quello che avete riportato dalle vostre innumerevoli,
milionesime nascite passate, tutto quello che avete visto, o udito, o posseduto, o gustato, letto e
conosciuto in questa vita e nelle vostre vite anteriori è nascosto nella vostra mente subcosciente.
Perché non acquistare la tecnica della concentrazione, il mezzo per comandare a questo subconscio e
di fare un libero e completo uso di tutta questa conoscenza?
Come voi già sapete, la mente subcosciente è il vostro servo fedele. Quando, la sera, andate a letto
con l’idea che vi dovrete assolutamente alzare alle 4 del mattino, o per prendere il treno, o per
meditare, state comandando al vostro subcosciente che vi sveglierà all’ora prefissata. Il vostro
subconscio è all’opera anche quando dormite. Egli non conosce il riposo. Ordina, paragona, analizza,
smista e finalmente esegue i vostri ordini.
In effetti, ogni azione, ogni gioia, ogni sofferenza e tutte le esperienze lasciano sullo strato
sensibile del subconscio delle impressioni sottili, o delle potenzialità residue che sono le radici
originarie delle rinascite future, di future esperienze, piaceri, dolori, e alla fine della morte
seguente. La ripetizione, o l’evocazione di ogni azione compiuta in questa vita, impressiona la
memoria. Ma nel caso di uno yogin compiuto, la memoria delle vite anteriori è attuale. Egli penetra
profondamente e prende veramente contatto con le samskaras (impressioni subcoscienti) delle sue vite
anteriori. Egli le percepisce direttamente attraverso la sua visione yoga. Lo yogin raggiunge la
piena conoscenza della sua vita passata per mezzo del samyama yoga (concentrazione, meditazione e
samadhi praticati nel medesimo momento).
Praticando il samyama sui samskaras degli altri, conosce anche le loro precedenti vite.
I poteri della concentrazione sono ammirevoli.
La mente è un potere emanato dall’atman, perché per mezzo suo Dio si manifesta in universo
differenziato dai nomi e dalle forme. La mente non è altro che un fascio di pensieri e di abitudini.
Quando l’Io o il Me s’immaginano di essere la sorgente di ogni pensiero, non si tratta, in realtà,
che del pensiero dell’Io.
Il cervello è la sede della mente allo stato di veglia; il cervelletto la è allo stato di sogni e
nello stato di sonno profondo la sede è nel cuore. Tutti gli oggetti che vedete intorno a voi non
sono altro che forma e sostanza della mente La mente crea e distrugge. Una mente altamente
sviluppata influenza le menti inferiori. La telepatia, la lettura del pensiero, l’ipnotismo, il
mesmerismo le guarigioni a distanza e molte altre scienze attinenti recano testimonianza di questo
fatto. Senza dubbio la più grande forza della terra è la mente. La padronanza della mente conferisce
tutti i poteri.
Per mantenere la salute del corpo, praticate degli esercizi fisici, o dei giochi come il tennis o il
cricket. Allo stesso modo mantenete la vostra salute mentale con una alimentazione di sattva, delle
inoffensive ricreazioni mentali, il cambiamento dei pensieri, il rilassamento della mente, e con il
coltivare una abituale gaiezza e idee belle, nobili, sublimi.
La natura della mente è tale ch’essa diviene quella cosa alla quale pensa più intensamente. Se, per
esempio, pensate ai vizi o ai difetti di altri uomini, sarete carico degli stessi vizi o difetti,
almeno per il periodo presente. Colui che conosce questa legge psicologica non si permetterà mai di
censurare gli altri, o di scoprire nella loro condotta dei difetti. Non vedrà in essi che del bene.
Questa è la maniera di crescere in concentrazione nello yoga e in spiritualità.
Il sonno profondo non è uno stato d’inattività. In questo stato il corpo causale (karana- sharira)
funziona vigorosamente. Anche la coscienza associata (prajna) è presente. La coscienza individuale (
jiva) è in contatto quasi intimo con l’assoluto. Esattamente come un velo di mussolina nasconde il
viso di una signora agli occhi del marito, così un sottile velo d’ignoranza separa l’anima
individuale dall’Anima suprema. I vedantisti studiano profondamente questo stato che riveste una
grandissima importanza filosofica. E’ il filo di Arianna che permette di rimontare fino
all’esistenza dell’atman. Voi riposate nel tiepido grembo della Madre universale, Rajeshvari, che,
con amore, vi dispensa pace, nuovo vigore e la forza di affrontare le battaglie della vita
quotidiana. Senza questo amore incomparabile e senza la bontà della Madre di grazia, dispensati
durante il sonno profondo, la vita sarebbe, dal punto di vista fisico, quasi impossibile, con tante
miserie, tante malattie, tante preoccupazioni, tanti dolori, tante ansietà, e tanti timori che vi
tormentano e vi torturano in ogni istante.
Quanto vi sentite infelice, triste e depresso, quando non potete godere d’un buon sonno, anche per
una sola notte, se vi succede, per caso, di perdere tre o quattro ore ad assistere ad uno spettacolo
notturno!
I grandi yogin – per esempio, Jnanadeva, Bhartrihari e Patanjali – erano abituati a corrispondere
telepaticamente (per radio mentale), con persone lontane, trasmettendo il loro pensiero. La
telepatia è stata il primo servizio telegrafico e telefonico senza fili che il mondo abbia mai
conosciuto. Il pensiero attraversa lo spazio con una rapidità prodigiosa. Il pensiero si sposta; ha
un peso, una forma, una taglia ed un colore. E’ una forza dinamica.
In fondo che cos’è il mondo? Nient’altro che la materializzazione delle forme-pensiero di Dio, di
Hiranyagarbha (colui che è nato dall’uovo d’oro). Con la scienza voi avete scoperto le onde del
calore, della luce e dell’elettricità. Nello yoga esistono anche le onde del pensiero. Il pensiero
possiede una forza immensa. Ognuno di noi ne ha fatto, chi più chi meno, l’esperienza.
Se avete ben capito il gioco delle vibrazioni del pensiero, se conoscete l’arte di padroneggiare la
mente e di trasmettere agli altri, a distanza, dei pensieri benefici emettendo delle onde mentali
potenti e ben regolate, voi potete usare questa forza-pensiero in una maniera mille volte più
efficace. Il pensiero opera miracoli. Un cattivo pensiero incatena un pensiero buono libera. Pensate
dunque rettamente e giungerete alla libertà.
Miei cari figli! Sviluppate i poteri occulti nascosti in voi col comprendere i poteri della mente,
facendovene un’idea chiara. Chiudete gli occhi. Concentratevi dolcemente. Voi potrete vedere degli
oggetti a distanza, ascoltare suoni lontani, inviare messaggi in ogni direzione non soltanto su
questo mondo, ma anche su altri pianeti; voi potrete guarire dei malati distanti migliaia di
chilometri, e recarvi istantaneamente a grandissima distanza. Credete al potere della mente.
L’attenzione, la volontà la fede e la concentrazione porteranno il frutto desiderato. Ricordatevi
che la mente è nata dall’Atman (Dio) per effetto di Sa Maya (potenza d’illusione).
La mente cosmica è la mente universale. E’ il totale di tutte le menti individuali. E’ Hiranyagarbha
o Ishvara, o KaryaBrahman, nomi che indicano tutti lo stesso Dio unico. La mente umana non è che un
frammento della mente universale. Imparate a immergere la vostra piccola mente nella mente cosmica,
giungete all’onniscienza e provate lo stato di coscienza cosmica.
Mantenete sempre la mente equilibrata, ciò è molto importante; è, senza dubbio, difficile da
mantenere nella pratica, ma ne avete bisogno se desiderate riuscire nella concentrazione.
Mantenete l’equilibrio della mente, sia nel piacere che nella pena, nel caldo e nel freddo, nel
guadagno e nella perdita, nel successo e nell’insuccesso, nella lode e nel biasimo, nel rispetto e
nel disprezzo; questa è la vera saggezza.
Certo, è una grande prova, ma se la supererete sarete su questa terra una grande potenza.
Sarete degno di adorazione; sarete il più ricco degli uomini, anche se avete, come unico vestito,
uno straccio intorno alle reni, e niente da mangiare. Sarete molto vigoroso, anche in un miserevole
stato fisico. I mondani perdono, anche per delle futilità, il loro equilibrio. Si irritano e perdono
presto il loro buon umore. In questi casi l’energia viene sprecata. Coloro che desiderano sviluppare
il loro equilibrio mentale dovranno sviluppare la propria personale discriminazione, praticare la
castità e la concentrazione.
Coloro che perdono il loro seme si irritano facilmente; il dominio e la concentrazione della mente
diventano un’impresa difficile; il felice Thayumanavar, nel suo inimitabile poema Tejomayanandam ha
scritto dei versi molto belli su questa difficoltà. Quest’opera intraducibile, benché tradotta molte
volte, può essere resa così in un modo libero e sommario:
Voi potete domare un elefante curioso; potete chiudere le fauci della tigre e dell’orso; potete
andare a cavallo del leone; potete giocare con il cobra; con l’alchimia potete guadagnarvi la vita;
potete fare degli dei i vostri inferiori; potete conservare la giovinezza eterna; potete camminare
sull’acqua; potete vivere nel fuoco; potete, seduto a casa vostra, acquisire tutti i siddhis. Ma,
acquisire il riposo con la padronanza della mente è cosa rara e difficile.
I sensi sono i vostri veri nemici; vi trascinano al di fuori e turbano la pace della vostra mente.
Non tenete loro compagnia; sottometteteli; comprimeteli. Piegateli come pieghereste i vostri nemici
sul campo di battaglia. Non è certo lavoro di un giorno; per fare questo c’è bisogno di una
disciplina spirituale (sadhana) paziente e molto prolungata. Assoggettare i sensi è, in realtà,
assoggettare la mente. Tutti e dieci i sensi devono essere dominati. Fateli morire d’inanizione; non
dategli ciò che essi chiedono, solo allora eseguiranno puntualmente i vostri ordini. Tutte le
persone dalla mente rivolta verso il mondo sono schiave dei loro sensi, anche se sono educate, o
possiedono immense fortune ed esercitano dei poteri giudiziari o esecutivi. Se, per esempio, siete
schiavo dell’alimentazione carnea, comincerete a disciplinare la lingua nel momento in cui avrete
rinunciato a mangiar carne da sei mesi. Avrete coscienza d’aver ottenuto una piccola supremazia su
questo noioso senso del gusto che poco prima si rivoltava contro di voi.
Siate prudenti, vigilanti, circospetti. Vegliate sulla vostra mente e sulle sue modificazioni.
Il Signore Gesù dice: ” Vegliate e pregate”. Sorvegliare la mente significa praticare
l’introspezione. Solo una persona su un milione si dedica a questa pratica così preziosa per
l’anima. La gente è immersa nella materia. Gli uomini corrono follemente dietro alle donne e
all’oro, non hanno il tempo di pensare a Dio e alle cose dello spirito.
Non appena il sole si è levato, la mente si precipita attraverso le abituali vie dei suoi sensi a
bere, a mangiare, a divertirsi e a dormire. Così trascorre la giornata e così trascorre tutta quanta
una vita. Né sviluppo morale, né progresso spirituale. Chi pratica l’introspezione quotidianamente
può scoprire i propri difetti e sbarazzarsene con i mezzi appropriati; può gradatamente esercitare
un perfetto controllo su tutta la sua mente. Non permette agli intrusi: desiderio impuro, collera,
avidità, illusione ed orgoglio, di entrare nel suo laboratorio mentale. Può concentrarsi senza
interruzione. Un altro procedimento indispensabile è costituito dall’esame di coscienza,
l’autoanalisi. Soltanto allora potete tenere in scacco i vostri difetti e progredire rapidamente.
Cosa fa un giardiniere? Cura con attenzione tutte le sue piante, elimina le cattive erbe, sistema un
recinto e tutti i giorni annaffia nell’ora migliore; così esse crescono sane ed hanno rapidamente i
loro frutti. Esattamente allo stesso modo, dovrete con l’introspezione e l’autoanalisi, scoprire i
vostri difetti e sradicarli con i metodi appropriati.
Se un metodo fallisce, bisogna ricorrere ad un altro. Questa pratica richiede pazienza,
perseveranza, una tenacia da sanguisuga, applicazione, una volontà di ferro, un intelletto sottile e
coraggio. Ma la ricompensa è inestimabile. Essa si chiama Immortalità, Pace suprema, Beatitudine
infinita!
Dovete cercare di avere una mente serena. Dovete praticare la serenità ad ogni istante della vostra
carriera yoga. Se la vostra mente è agitata non potete avanzare, anche di una virgola, verso la
concentrazione. Di conseguenza, la prima e la più importante cosa da conquistare con tutti i mezzi,
è la serenità della mente. La meditazione silenziosa del mattino, la rinuncia ai desideri, un
nutrimento appropriato, la disciplina dei sensi e l’osservanza del voto di silenzio, almeno un’ora
al giorno, porteranno la serenità. Ogni vano pensiero, le chiocce fantasia, i cattivi sentimenti, le
preoccupazioni, le pene, le inquietudini, le idee confuse, le paure immaginarie, tutto questo deve
essere eliminato senza riserve. Allora, e soltanto allora, arriverete alla pace della mente. Si
possono posare le fondazioni dello yoga in modo utile solo se l’aspirante possiede il massimo grado
di serenità. Solo una mente calma può afferrare la Verità, può vedere Dio o l’Atman, può ricevere la
Luce divina. L’esperienza spirituale sarà permanente se la vostra mente è tranquilla. Altrimenti
oscillerà senza posa.
Appena svegli, la mattina pregate ardentemente il Signore, cantate il Suo nome, meditate su di Lui,
con tutto il vostro cuore, dalle quattro alle sei. Poi prendete questa decisa risoluzione:
” Oggi osserverò la castità, non dirò che la verità, non ferirò i sentimenti di nessuno, non mi
metterò in collera “. Vegliate sulla vostra mente. Siate risoluto; riuscirete certamente oggi
stesso. In seguito, estendete il vostro voto all’intera settimana. Guadagnerete forza. La vostra
volontà si svilupperà. Continuate, allora, per tutto il mese. Anche se, all’inizio, commettete degli
errori, non dovete allarmarvi senza necessità. Gli errori sono i vostri migliori maestri; non
commetterete due volte lo stesso errore. Se siete serio e sincero, il Signore riverserà su di voi la
Sua grazia. Il Signore vi darà la forza di affrontare le difficoltà e i dispiaceri nella lotta della
vita quotidiana.
Colui che ha domato la sua mente è veramente felice e libero. La libertà fisica non è assolutamente
la libertà. Se voi siete facilmente sviati dagli impulsi e dalle emozioni che sorgono, se siete
vittima dell’umore, di folli desideri, di passioni, come potete essere veramente felici, o miei cari
e dolci figli? Voi siete come una nave senza timone. Siete sballottati in tutti i sensi, come un
filo di paglia nel vasto oceano. Ridete cinque minuti e piangete cinque ore. Cosa possono per voi la
moglie, i figli, gli amici, il denaro, la reputazione ed il potere visto che siete sotto il dominio
degli impulsi della vostra mente?
Il vero eroe è colui che ha soggiogato la propria mente. C’è un aforismo: ” Chi è padrone della
propria mente è padrone dell’Universo “. La vera vittoria è quella riportata sulla mente; ecco la
vera libertà. Una disciplina vigorosa e totale e delle volontarie restrizioni possono estirpare
tutti i desideri, pensieri, impulsi, capricci e passioni. Allora, e soltanto allora, non prima,
potete sperare di liberarvi della tirannia della mente. Non dovrete fare nessuna concessione alla
mente, che non è che un diavoletto malefico. Contenetela con dei mezzi rigorosi. Diventate un
perfetto yogin. I soldi non possono rendervi libero. La libertà non è una mercanzia che si possa
comprare al mercato. E’ un tesoro raro e nascosto, guardato dal serpente dal quintuplo cappuccio. A
meno di ucciderlo, o di addomesticarlo, non avrete mai accesso a questo tesoro. Questo tesoro non è
niente altro che la ricchezza spirituale, cioè la libertà, cioè la felicità. Il serpente è la mente,
e il quintuplo cappuccio sono i vostri sensi attraverso i quali il serpente fischia.
Una mente agitata (raja) vuole sempre novità. Vuole la diversità. La monotonia gli dispiace.
Vuole cambiare posto, cambiare cibo, in una parola, cambiare tutto. Ma si deve allenare la vostra
mente a fissarsi su di un oggetto. Non lamentatevi mai della monotonia. Dovete avere pazienza, una
volontà adamantina, ed una infaticabile persistenza. Allora soltanto riuscirete nello yoga. Chi
desidera novità è completamente inabile allo yoga. Dovete attenervi ad un luogo, un maestro, un
metodo, un sistema di yoga. E’ la strada che conduce al successo.
Bisogna avere una sete reale ed intensa della Realizzazione divina. Allora saranno allontanati tutti
gli ostacoli; allora la concentrazione diventerà facile, per voi. Un semplice soprassalto emotivo
momentaneo, per pura curiosità o per giungere a dei poteri psichici non può portarvi a nessun
risultato tangibile.
Se siete negligenti, se siete irregolari nella concentrazione, se la vostra rinuncia (vairagya)
svanisce, e, per pigrizia, smettete di praticare per qualche giorno, le forze avverse vi
distoglieranno dal vero sentiero yoga. Sarete rigettato sulla riva. Vi sarà difficile dopo,
rimontare al livello precedente. Di conseguenza, siate puntuali nella vostra concentrazione.
Siate allegri, siate felici! Scacciate depressione e tristezza. Niente di più pernicioso di queste.
Un uomo triste e depresso non può emettere intorno a sé che delle vibrazioni sgradevoli e morbose;
non può dunque irradiare gioia, pace e amore. Quindi, non uscite mai dalla vostra stanza se siete in
questo stato per timore di diffondere il contagio tra quanti vi circondano.
Vivete unicamente per il bene degli altri. Diffondete la gioia, la pace e l’amore. La depressione
rode il cuore anche del vostro essere e fa strage come un cancro; è una ferita mortale. La
depressione si manifesta in seguito a qualche inconveniente, o insuccesso, dolori di stomaco,
discussione animata, cattivo modo di pensare o di sentire. Separatevi da questi sentimenti negativi
ed identificatevi con l’Essere Supremo. Allora più nessuna influenza esterna vi potrà toccare.
Sarete invulnerabile. Allontanate immediatamente i sentimenti di depressione e di tristezza con
l’interrogarvi, col cantare gli inni, con le preghiere, modulando la sillaba sacra OM, facendo il
pranayama (respirazione ritmata), o una rapida passeggiata all’aria aperta e pensando alle qualità
opposte cioè a dei sentimenti di gioia.
Cercate di essere felici qualunque sia il vostro stato ed irraggiate soltanto della gioia
tutt’intorno a voi.
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