Cosa avete in testa?! di Anthony De Mello

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Cosa avete in testa?!

di Anthony De Mello

Consentitemi di riassumere quel che ho detto riguardo alla carita’ egoista.
Ho spiegato che esistono due tipi di egoismo; forse avrei dovuto dire tre.

Il primo, quando faccio qualcosa, o meglio, quando mi concedo il piacere di
compiacere me stesso.
Il secondo, quando mi concedo il piacere di compiacere altri. Non
inorgoglitevi per queste cose. Non pensate di essere grandi. Siete persone
normali, ma con gusti raffinati. E’ il vostro gusto a essere buono, non la
qualita’ della vostra spiritualita’. Quando eravate bambini, vi piaceva la
coca-cola. Ora siete cresciuti e preferite, in una giornata calda, una
birra fredda. I vostri gusti sono migliorati.

Quando eravate bambini, adoravate i cioccolatini; ora che siete cresciuti,
apprezzate una sinfonia, una poesia. Avete gusti migliori, ma aspirate lo
stesso al vostro piacere, solo che adesso e’ il piacere di compiacere
altri.

Poi c’e’ il terzo tipo, il peggiore: quando si fa qualcosa di buono per non
sentirsi in colpa. Fare del bene non vi fa sentire bene; anzi, vi fa
sentire male. E’ una cosa che odiate. Compite dei sacrifici in nome
dell’amore, ma vi lamentate. Ah, quanto poco sapete di voi stessi se
credete di non fare le cose in questo modo!

Se avessi un dollaro per ogni attimo trascorso a compiere azioni che mi
facevano sentire male, a questo punto sarei miliardario. Sapete come vanno
le cose.

“Potrei venire a parlare stasera, Padre?”.
“Certo, venga pure!”.

Non voglio parlargli e odio parlargli. Questa sera voglio vedere quel certo
programma in televisione, ma come faccio a rifiutare? Non ho il coraggio di
dirgli di no.

“Avanti, prego”, e intanto sto pensando: “Oddio, mi tocca sorbirmi questo
rompiscatole”.

Non mi fa sentire bene parlargli e non mi fa sentire bene dirgli di no, e
cosi’ scelgo il minore dei mali e gli dico: “Va bene, vieni pure”. Saro’
contento quando il colloquio sara’ finito e potro’ togliermi il sorriso
dalla faccia, ma inizio il colloquio con lui:

“Come stai?”.
“Benissimo=AF, risponde, e poi parla e parla di quanto apprezzi quel
seminario, e io penso: “Oddio, ma quando si decide a venire al dunque?”.

Alla fine ci arriva, e io, metaforicamente, lo sbatto contro il muro e gli
dico: “Be’, chiunque potrebbe risolvere un problema tanto banale” – e lo
mando via.

“Uffa, finalmente me ne sono liberato”, dico.

E la mattina dopo, a colazione (perche’ sento di essere stato scortese), mi
avvicino a lui e gli chiedo: “Come va?”.

E lui risponde:”Abbastanza bene” E aggiunge: “Vuole sapere una cosa? Quel
che mi ha detto ieri sera mi e’ stato di grande aiuto. Posso vederla oggi,
dopo pranzo?”.

Oh, no!

Quando si fa qualcosa in modo da non sentirsi in colpa si riempie il
peggior tipo di carita’. Non si ha il coraggio di dire che si vuole essere
lasciati in pace. Un prete desidera che la gente pensi che lui sia un buon
prete! Quando uno mi dice: “Non mi piace far del male alla gente=AF io
rispondo: “Piantala! Non ci credo”.

Non credo a chi mi dice che non gli piace far del male alle persone. Tutti
noi adoriamo ferire le persone. Ci piace da morire. E quando e’ qualcun
altro a far del male, ne godiamo. Pero’, non vogliamo essere noi a far del
male, perche’ (noi stessi) ne usciremo feriti!

Ecco il punto. Se siamo noi a fare del male, altri avranno di noi una
cattiva opinione. Non ci apprezzeranno, parleranno contro di noi, e questo
non ci piace!

…………….

(Cos’avete in testa?)

La vita e’ un banchetto, e la tragedia e’ che la maggior parte della gente
sta morendo di fame. E’ proprio di questo che sto parlando, in realta’.

C’e’ una bella storiella che racconta di alcune persone a bordo di una
zattera, al largo della costa brasiliana, che stavano per morire di sete.
Non avevano idea che l’acqua su cui galleggiavano era dolce. Il fiume si
riversava in mare con una forza tale da coprire un paio di miglia, e,
quindi, nel punto in cui si trovavano, l’acqua era dolce. Solo che non lo
sapevano.

Allo stesso modo, noi siamo circondati di gioia, di felicita’, di amore. La
maggior parte della gente non ne ha la piu’ pallida idea. Il motivo? E’
stata sottoposta a un lavaggio del cervello. Il motivo? E’ ipnotizzata,
addormentata.

Immaginatevi, sul palcoscenico, un mago che ipnotizza qualcuno, in modo da
fargli vedere cose che non ci sono e non fargli vedere quelle che ci sono.=

E’ tutto qui. Pentitevi e accogliete la buona novella. Pentitevi!
Svegliatevi! Non piangete sui vostri peccati. Perche’ piangere per dei
peccati che avete commesso nel sonno? Volete forse piangere per quel che
avete fatto in stato d’ipnosi? Perche’ volete identificarvi con una persona
del genere? Svegliatevi! Svegliatevi! Pentitevi!

Cambiate atteggiamento. Provate a guardare le cose da un punto di vista
nuovo! Perche’ “il regno e’ qui! E’ il vero cristiano che prende sul
serio tutto cio’.”

Vi ho detto che la prima cosa da fare e’ svegliarsi, ammettere che non vi
piace essere svegliati. Preferireste avere tutte le cose che, attraverso
l’ipnosi, siete stati portati a credere siano tanto preziose e importanti
per voi, per la vostra vita e la vostra sopravvivenza.

La seconda cosa e’ capire. Capire che forse avete delle idee sbagliate e
che sono queste idee che stanno influenzando la vostra vita rendendola
caotica, e che vi tengono addormentati. Le idee riguardo all’amore, alla
liberta’, alla felicita’ e cosi’ via. E non e’ facile ascoltare uno che
mette in discussione queste vostre idee che sono per voi diventate tanto
preziose.

Sono stati svolti studi piuttosto interessanti sul lavaggio del cervello.
E’ stato dimostrato che si subisce un lavaggio del cervello nel momento in
cui si assimila, per “introiezione”, un’idea estranea, che appartiene a
qualcun altro. E la cosa buffa e’ che si e’ pronti a morire per
quest’idea. Non e’ forse strano?

Il momento in cui e’ dato stabilire se si e’ subito un lavaggio del
cervello e se si sono assimilate convinzioni e idee non proprie e’ quello
in cui queste subiscono un attacco. Si rimane sbigottiti, si reagisce in
modo emotivo. E’ un segno piuttosto attendibile – non infallibile, ma
alquanto sicuro – del fatto che ci si trova di fronte a un lavaggio del
cervello. Si e’ pronti a morire per un’idea che non ci e’ mai appartenuta.
I terroristi e i cosiddetti santi assimilano un’idea, la mandano giu’ senza
masticarla, e sono pronti a morire per quest’idea.

Non e’ facile ascoltare, soprattutto quando c’e’ un coinvolgimento emotivo.
E anche quando questo e’ assente, non e’ comunque facile ascoltare; si
ascolta sempre dal proprio stato programmato, condizionato e ipnotico.
Spesso s’interpreta tutto cio’ che viene detto alla luce del proprio stato
d’ipnosi, del proprio condizionamento, della propria programmazione.

Come quella ragazza che, ascoltando una conferenza sull’agricoltura, disse:
“Mi scusi, signore, lei sa che sono completamente d’accordo sul fatto che
il miglior concime e’ quello dei cavalli di una certa eta’. Ci potrebbe
dire quale dovrebbe essere l’eta’ ottimale del cavallo?”. Capite
qual’ e’ il suo punto di partenza? Tutti noi abbiamo le nostre posizioni,
no? E ascoltiamo (a partire da) quelle posizioni.

“Henry, come sei cambiato! Eri tanto alto, e adesso sei cosi’ basso! Eri
cosi’ robusto, e ora sei magrissimo! Eri tanto biondo, e ora sei castano.
Cosa ti e’ successo, Henry?”.

Ed Henry risponde: “Non sono Henry, sono John”.

“Oh, hai cambiato anche nome!”.

Come si fa costringere persone cosi’ ad ascoltare?

La cosa piu’ difficile del mondo e’ ascoltare, vedere. Noi non vogliamo
vedere. Pensate che un capitalista voglia capire cosa c’e’ di buono nel
sistema comunista? Credete che un comunista voglia capire cosa c’e’ di
buono e sano nel sistema capitalista? Pensate che un uomo ricco voglia
guardare la gente povera?

Non vogliamo guardare, perche’ se lo facciamo potremmo cambiare. Non
vogliamo guardare. Se si guarda, si perde il controllo di quella vita che
riusciamo a tenere insieme in modo tanto precario.

E, dunque, per potervi svegliare, la cosa di cui avete piu’ bisogno non e’
l’energia, la forza, la giovinezza, e nemmeno una grande intelligenza. La
cosa di cui avete piu’ bisogno in assoluto e’ la disponibilita’ a imparare
qualcosa di nuovo. Le possibilit=85 di svegliarvi sono direttamente
proporzionali alla qualita’ di verita’ che saprete accogliere senza
scappare. Fino a che punto siete disposti a farlo? Quanto, di cio’ che
avete piu’ caro, siete pronti a far crollare, senza fuggire? Fino a che
punto siete disposti a pensare a qualcosa che non vi e’ familiare?

La prima reazione e’ di paura. Non che temiamo l’ignoto. Non si puo’ temere
qualcosa che non si conosce.

Nessuno ha paura dell’ignoto. Quel che si teme davvero e’ la perdita di
cio’ che e’ noto. Ecco di cosa si ha paura.

Tanto per fare un esempio, io ho sostenuto che ogni cosa che facciamo e’
contaminata dall’egoismo. Non e’ facile sentirselo dire. Ma riflettiamoci
sopra un minuto, cerchiamo di approfondire. Se tutto cio’ che si fa deriva
dall’interesse personale – illuminato o meno che sia – che sensazione vi
da’ pensare alla vostra carita’ e alle vostre buone azioni sotto questa
nuova luce? Che cosa ne e’ delle vostre buone azioni?

Eccovi un piccolo esercizio. Pensate a tutte le buone azioni che avete
fatto, o almeno ad alcune di esse (perche’ vi concedo solo pochi secondi).
Ora cercate di capire che in realta’ erano mosse dall’interesse personale,
che voi ve ne rendereste conto o meno. Cosa ne e’ del vostro orgoglio? Cosa
ne e’ della vostra vanita’?

Cosa ne e’ di quella sensazione appagante che provate, di quella pacca
sulla spalla che vi auto-attribuivate ogni volta che facevate qualcosa che
ritenevate altamente caritatevole? Non ne rimane un bel niente, vero? Cosa
rimane di quella sensazione di superiorita’ che provavate nei confronti del
vostro vicino, che vi appariva tanto egoista? Cambia tutto, no?

“Be'”, direte, “il mio vicino ha gusti meno raffinati dei miei”. Ebbene,
siete il tipo di persona piu’ pericoloso.

Sembra che Gesu’ Cristo abbia avuto meno problemi con l’altro tipo che con
il vostro. Davvero, non c’e’ confronto. Aveva le maggiori difficolta’ con
le persone convinte di essere buone. Altre persone sembravano non causargli
nessun problema: erano quelle apertamente egoiste, che sapevano di esserlo.
Riuscite a capire quanto e’ liberatorio?

Ehi, svegliatevi! E liberatorio! E’ meraviglioso! Vi sentite depressi?
Forse lo siete. Non e’ meraviglioso capire che non siete migliori di
chiunque altro sulla terra? Non e’ meraviglioso capire che non siete
migliori di chiunque altro sulla terra? Non e’ meraviglioso? Siete delusi?
Guardate cosa abbiamo portato alla luce! Cosa ne e’ della vostra vanita’?
Vi piacerebbe concedervi la sensazione di essere migliori di altri. Ma
guardate come abbiamo portato alla luce: un inganno!

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