TAOISMO
Termine che designa l’insieme delle dottrine filosofiche e religiose che
ebbe origine intorno al IV secolo a.C. in Cina, in concorrenza con il
confucianesimo. Il taoismo risulta oggi costituito da due sistemi distinti:
il “taoismo filosofico”, che si ritiene nato nella Cina dell’epoca classica
con la dinastia Chou, e il “taoismo religioso”, che si affermo’ 500 anni
piu’ tardi con la dinastia Han. Quest’ultimo si fonda sulla rivelazione del
saggio Lao zi (Lao-tzu), che un taoista di nome Zhang Daoling asseri’ di
aver accolto nel 142 d.C. sui monti del Sichuan. Il taoismo filosofico e’ rimasto
il fondamento immutato di un coacervo di credenze religiose ereditate
dall’originario politeismo cinese e di atteggiamenti e pratiche che per
l’Occidente moderno sono definibili come superstiziose, come lo sciamanesimo
e la divinazione; il taoismo religioso e’ invece tuttora una religione
praticata, ed e’ divenuta parte integrante della cultura popolare cinese.
*Origine e dottrine fondamentali*
Il taoismo filosofico ebbe origine nel fermento intellettuale del periodo
della dinastia Chou, quando numerose scuole filosofiche si contesero il
ruolo di consigliere di governanti, piuttosto che di dispensatrici di
suggerimenti, circa il modo corretto di vivere in un mondo lacerato dai
mutamenti politici e sociali. Verosimilmente, le sue origini sono da
ricercate in quella cosiddetta “scuola yang”, tanto disprezzata dal filosofo
confuciano Mencio, il quale affermanva che gli yangisti non si sarebbero
neppure strappati un capello dal capo a beneficio del mondo intero. In
effetti, la scuola yangista predicava la crescita e la valorizzazione
dell’interiorità dell’individuo e il ritiro a vita privata, riconducendosi a
una tradizione cinese di mistica e contemplazione simile allo yoga, che era
stata diffusa nel tardo IV secolo a.C. dal filosofo Zhuang Zi(Chuang-tzu).
Dopo poco tempo, un pensatore anonimo compilo’ una raccolta di riflessioni,
celandosi dietro il nome del semileggendario Lao Zi (Lao-tzu),
tradizionalmente identificato come maestro di Confucio. E’ indubbio che,
mentre Zhuang Zi concepi’ le proprie teorie esclusivamente a uso privato,
Lao Zi presento’ esplicitamente le proprie come l’esposizione di un manuale di
governo. Le dottrine taoiste fondamentali, sia filosofiche sia mistiche,
sono contenute nel “Tao-te ching” (Libro della via e della virtù), che
risale al III secolo a.C. e viene attribuito a Lao zi, e nel “Zhuangzi”, un testo
composto di parabole e allegorie, anch’esso risalente al III secolo a.C., ma
ricondotto a Zhuang Zi.
Mentre il confucianesimo esortava l’individuo a
conformarsi alle norme tradizionali della “Via degli antichi re”, il taoismo
asseriva che l’individuo dovrebbe ignorare le imposizioni della società e
cercare unicamente di conformarsi al disegno della natura, il Tao o Dao (la
“via”, il “cammino”, il “principio”), che non e’ definibile a parole, ne’
concepibile con il pensiero. Per essere in armonia con il Tao e’ necessario
“non agire” (wu-wei), non fare, cioe’, nulla di artificioso o innaturale:
abbandonandosi liberamente agli impulsi della propria natura e affrancandosi
da qualsiasi dottrina si giunge all’unita’ con il Tao e si acquista un
potere mistico (De), che consente di trascendere qulunque contraddizione tra gli
aspetti del mondo, persino quella tra la vita e la morte. Spesso i taoisti,
piu’ tardi, interpretarono il Tao come una sorta di potere magico; ma pare
che Lao Zi e Zhuang Zi si siano serviti del termine solo per designare, in
generale, le capacità dell’individuo perfettamente libero. Zhuang Zi, in
particolare, si oppose ai confuciani e alla scuola di Mo Zi (Mo ti), laddove
costoro sostenevano che la ragione umana avrebbe potuto rivelare il Tao;
egli riteneva che le distinzioni del pensiero concettuale rappresentassero
essenzialmente la distanza dell’uomo dal Tao. Quanto alle dottrine sociali e
politiche, i taoisti invocarono un ritorno alla vita agreste delle origini.
Nel Tao-te ching il “non agire” fa riferimento tanto al sovrano quanto al
privato cittadino. Diffidando degli artifici concettuali al pari di Zhuang
Zi, Lao Zi raccomando’ al sovrano di riempire il ventre dei sudditi, ma di
vuotare la loro mente, in modo tale che essi non potessero desiderare
alcunche’; per lui, lo stato ideale doveva incarnarsi nella dittatura di un
filosofo-sovrano alla guida di un popolo obbediente e passivo. Tale visione
e’ ravvisabile, benche’ sussistano alcune differenze, nella teoria dello
stato totalitario sviluppata dalla scuola filosofico-politica dei legisti fiorita
al tempo degli stati combattenti, il cui massimo esponente fu Han Fei.
*Storia*
Il taoismo sopravvisse agli attacchi di concezioni filosofiche concorrenti
sotto la dinastia Qin, che aveva unificato la Cina, e il pensiero di Lao Zi
venne raccolto dai cortigiani della dinastia Han, che lo sincretizzarono con
leggende dell’Imperatore Giallo, Huangdi, e con la cosmologia yin-yang del
Tai Ji, al fine di arricchire la filosofia di governo dell’impero. Si
verifico’ inoltre una fusione di taluni aspetti del taoismo con la religione
cinese: i seguaci di questi culti, come i Turbanti Gialli di Shandong,
contribuirono a rovesciare la dinastia (220 d.C.). Dopo di allora il popolo
fu più incline ad abbracciare il taoismo religioso, mentre il ceto dei
mandarini, piu’ colto, adotto’ il taoismo filosofico, associandolo a
speculazioni cosmologiche e scientifiche. Il taoismo influenzo’
profondamente
la letteratura cinese e l’arte cinese. La poesia di Tao Yuanming (T’ao
Ch’ien) e di Li Po deve molto al taoismo; la pittura paesaggista si ispiro’
in larga misura all’evocazione delle forze della natura e al culto di un
idillico ritiro dal mondo. La ricerca dell’immortalita’, sulla scorta dei
riferimenti metaforici alla perfettibilita’ e all’immortale xian che
costellavano l’opera di Zhuang Zi, porto’ alla nascita di una chimica
rudimentale. Gli esperimenti di alchimia cedettero il posto, tra il III e il
VI secolo, a tutta una serie di pratiche igienico-sanitarie, tuttora
seguite, che, sottolineando l’importanza della respirazione regolare e della
concentrazione per prevenire le malattie, miravano a favorire la longevita’.
Il taoismo e il buddhismo cinese si influenzarono reciprocamente dopo la
diffusione del buddhismo nel IV secolo d.C. Anche il taoismo si diede
un’organizzazione pseudomonastica: alcuni discepoli taoisti sostennero
persino che il leggendario Lao Zi avesse effettivamente lasciato la Cina e
fosse divenuto il Buddha; ma la dinastia mongola Yuan, con l’imperatore
Kublai Khan, condanno’ questo mito nel 1281. Il taoismo fu responsabile
della piu’ massiccia persecuzione del buddhismo mai avvenuta in Cina (842-845), a
opera di un imperatore taoista della tarda dinastia Tang; infine, le
dottrine taoiste si fusero con le idee buddhiste, determinando la nascita
del buddhismo Zen. Gli studiosi moderni hanno rivelato la profondita’
filosofica del taoismo piu’ antico. Martin Heidegger tento’ di tradurre il
Tao-te ching, e reminiscenze taoiste ricorrono nella sua filosofia e in
quella dei filosofi da lui ispirati. Inoltre, il taoismo filosofico ha
destato grande interesse, in particolare per la filosofia del linguaggio, le
correnti antirazionaliste, lo strutturalismo, la decostruzione e molti altri
orientamenti del pensiero moderno.
Lascia un commento