Cosa sappiamo di noi stessi?

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Cosa sappiamo di noi stessi?

di Fausto Carotenuto

dal libro “Corpo, Anima, Spirito, come siamo fatti e perché”

Cosa sappiamo di noi, cosa sentiamo di noi, come ci vediamo?

Fermiamoci un attimo e pensiamoci: sforziamoci di togliere di mezzo la consueta nebbia di pensieri e
sensazioni e di guardare dentro di noi con calma e lucidità.
E allora ci renderemo conto abbastanza facilmente di quella che è la nostra routine quotidiana:
riceviamo tanti stimoli dall’esterno, attraverso la vista, l’udito, il tatto e gli altri sensi;
proviamo in noi delle sensazioni piacevoli o spiacevoli; stiamo bene, o stiamo male… E poi ci
vengono dei pensieri, abbiamo dei sentimenti, abbiamo l’impulso di fare delle cose…

Ma che senso ha tutto ciò? Perché ci passano dentro tutte queste cose? Forse ci servono per un
qualche motivo, e magari siamo fatti apposta per elaborarle in qualche modo, per tirarne fuori un
certo risultato. Potrebbe essere questo il senso e lo scopo della vita? Se fosse così, sarebbe
allora molto importante capire in modo più approfondito quello che avviene dentro di noi. Magari poi
ci accorgeremmo di poter funzionare meglio, e di poter conseguire risultati migliori…
Insomma, noi in effetti come siamo fatti?
Per capirlo ci basta quello che abbiamo saputo finora dall’ambiente che ci circonda?

La cultura dominante della nostra epoca ci dice che siamo fatti solo di materia, di processi chimici
e fisici, che poi hanno misteriosamente dato origine alla vita. E che probabilmente gli stessi
processi sono anche alla base dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti. Una entità impersonale
chiamata “Natura” ci avrebbe programmato come un computer per un qualche suo motivo, come la
sopravvivenza della specie, o altro…
La risposta della scienza ufficiale è che non si sa … Forse un motivo non c’è, visto che tutto
funziona per caso.
Però non convince questa storia di una Natura che da una parte è intelligentissima a creare e a
mantenere con grande saggezza tante creature, e dall’altra fa tutta questa fatica senza alcun senso,
senza alcun motivo valido… E allora viene spontaneo dirsi:”O è intelligente veramente questa Natura,
e quindi sa quello che fa e perché, oppure è stupida. Ma in quest’ultimo caso proprio non si capisce
come faccia a produrre e a tenere in funzione tutto quello che c’è nel cosmo, tutti quegli esseri e
quei sistemi che esprimono chiaramente la grandissima saggezza di chi li ha creati”.

Ma anche se guardiamo dentro di noi, lo sappiamo che non siamo fatti solo di materia.

Nonostante quello che dice la scienza e che la maggior parte della nostra società occidentale ha
ormai da tempo preso per buono. Gran parte della nostra vita è costituita di elementi che non sono
materiali, come i pensieri, gli ideali, i sentimenti. Nessuno potrà convincerci fino in fondo del
fatto che questo mondo interiore è un prodotto materiale. Un mondo non materiale, o spirituale, deve
esserci, perché ci viviamo dentro… Così come con il nostro corpo fisico viviamo nel mondo della
materia.
Se uno schiaffo ci crea dolore nel mondo materiale, una parola che ci ferisce crea un differente
tipo di dolore in una sfera che non è fisica. Una bella musica non dà tanto piacere al nostro udito,
quanto a qualcos’altro che è dentro di noi e che è in grado di apprezzarla. Noi sappiamo che l’amore
è la cosa più importante della vita, soprattutto nelle sue manifestazioni spirituali. Un amore che è
solo fisico non dura, è limitato, si ammala… Invece un amore cementato nel mondo dello spirito è
eterno. Supera i problemi fisici, supera persino la morte!

Ma naturalmente nella nostra società non ci sono solo interpretazioni materialistiche, e la maggior
parte di noi è stata a contatto con una educazione religiosa che ci ha parlato della nostra natura.
Le principali tradizioni religiose ci dicono che non siamo fatti solo di materia, ma che oltre al
corpo c’è l’anima, o comunque una parte superiore, non materiale. Si tratta spesso di verità
“rivelate”, alle quali accostarsi per “fede”. Ma sempre meno gli uomini di oggi riescono a riporre
la loro fede in un messaggio che venga dall’esterno, e che non parta invece dalla loro autentica e
personale comprensione delle realtà.

Cerchiamo allora di seguire un’altra strada…

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