Cosa sono gli Stereogrammi?
Prima di vedere quali sono le tecniche per osservare gli STEREOGRAMMI, e’ bene capire cosa sono.
Come ben sai, l’essere umano ha una visione bioculare, ovvero guarda gli oggetti che lo circondano
da due diverse angolazioni. Il compito del cervello e’ quello di fondere le immagini provenienti dai
due nervi ottici in una unica e tridimensionale. Ovvero la visione bioculare ci permette di ottenere
la tridimensionalita’ del mondo stesso.
www.agifarmantova.it/immag.htm#stereo1
www.agifarmantova.it/immag.htm#stereo2
Gli stereogrammi altro non sono che una realta’ “virtuale”.
Mentre nella realta’ virtuale vengono impiegati due “display” computerizzati (uno per occhio) – e
cio’ per imitare la visione bioculare dell’uomo – , con gli stereogrammi viene utilizzata
un’immagine per ciascun occhio , ingannando cosi’ il cervello e facendogli credere che sta vedendo
una scena tridimensionale singola.
Per vedere gli stereogrammi, non occorrono le apparecchiature sofisticate tipiche della ralta’
virtuale , ma e’ sufficiente un foglio di carta oppure un monitor meglio se a colori.
Non si puo’ credere o pretendere di vedere uno stereogramma , o meglio l’immagine tridimensionale
nascosta in uno stereogramma , in una condizione di tensione o di “arrabbiatura”:, di fretta o di
distrazione; vedere uno stereogramma e’ come degustare un vino di qualita’: …. occorre
meditazione.
Anzi, quando ci si predispone ad osservare uno stereogramma , e ci si “perde” nell’immagine che si
ha di fronte, avviene quello che forse per anni si e’ cercato di ottenere : ….. il massimo del
rilassamento fisico e una grande soddisfazione psichica.
Insomma, quando arrivi ad esplorare l’immagine contenuta nello stereogramma, ti rilassi
profondamente e a tutti i livelli per alcuni minuti e ti senti appagato.
Ma come fare per vedere queste immagini nascoste ?
Non tutti arrivano allo stesso scopo nel medesimo tempo. Talvolta occorre fare … come dire … un
po’ di pratica … – come ad esempio per imparare a sciare – … magari per pochi minuti al giorno.
Alcune persone imparano subito la tecnica; per altre e’ piu’ difficile , ma una volta acquisita non
si dimentica piu’. Ad un certo punto si impara ad ingannare, a “deviare” il cervello in modo
appropriato.
La visione stereoscopica contiene un trucco, indipendentemente dalla tecnica che si utilizza: quello
di dare ad ogni occhio un’informazione leggermente diversa.
E questo perche’ i nostri occhi distano tra loro qualche centimetro e quindi vedono lo stesso
oggetto con angolature diverse.
A quel punto, dopo aver imparato la tecnica giusta, occorrono pochi secondi per poter visualizzare
le stupende immagini tridimensionali nascoste negli stereogrammi. Ovvero improvvisamente la pagina ,
o il monitor, diventa sfuocata, passa da due a tre dimensioni e dallo sfondo emergono e si modellano
livelli di prospettiva diversi, parole, forme, figure
…. il tutto appare perfettamente a fuoco … : e’ fatta , il cervello e’ stato ingannato.
Ad eccezione di alcuni stereogrammi che necessitano di impiego di visori o particolari
apparecchiature, gran parte delle immagini tridimensionali possono essere visualizzate ad occhio
nudo.
Esistono due tecniche particolari che permettono la stereovisione:
la tecnica in parallelo (richiede la messa in parallelo dell’occhio destro con quello sinistro,
quindi e’ come se guardassi qualcosa in lontananza): il punto di messa a fuoco deve essere oltre, ma
non troppo, il piano contenente lo stereogramma.
Ad esempio: metti a fuoco un oggetto a circa 1 – 2 metri di distanza; interponi tra l’oggetto e i
tuoi occhi uno stereogramma muovendolo avanti e indietro lentamente in modo tale da trovare la
posizione in cui dall’immagine sfuocata “esce”, “si sprigiona” l’immagine tridimensionale.
Ricordati: .. non cercare di mettere a fuoco il foglio; … aspetta …; a tal punto l’immagine
sara’ perfettamente a fuoco. A volte l’immagine appare poco per volta, a volte improvvisamante.
La sensazione, comunque, e’ stupenda.
la tecnica incrociata (richiede l’incrocio degli occhi): interponi un dito o una penna tra
l’immagine e gli occhi. Mantenendo cosi’ gli occhi, sposta la tua attenzione – ma non la messa a
fuoco – sulla immagine. Poi regola gradualmente la distanza tra dito e immagine. Al raggiungimento
della posizione corretta attendi … aspetta … apparira’ l’immagine tridimensionale.
www.agifarmantova.it/immag.htm#stereo3
Vi sono anche immagini che, a seconda del metodo utilizzato, appariranno in modo diverso.
Come esercizio prova con due punti neri su di un foglio, alla distanza di due – tre centimetri.
Osservali, mettendo a fuoco o davanti o dietro il piano contente i due punti; ovvero, concentrati
sui punti senza “metterli a fuoco”. Essi prima, sdoppiandosi, diventeranno quattro; e poi, cercando
di regolare il “grado di sdoppiamento” – ad esempio spostando piu’ vicino o piu’ lontano il foglio,
oppure incrociando gli occhi, o mettendo a fuoco un punto piu’ distante -, diventeranno tre, prima
instabili, ma poi stabili.
Non avere fretta ; … attendi in questa posizione: … e’ il momento in cui si rendera’ visibile
un’eventuale immagine tridimensionale
…. e saranno gli occhi da soli a mettere a fuoco tale immagine.
Chi porta gli occhiali puo’ provare a toglierli.
Tieni presente, comunque, che per vedere le immagini tridimensionali occorre rilassare la
muscolatura degli occhi. Cio’ lo puoi fare scegliendo una posizione tranquilla e ben illuminata,
sedendoti con la schiena diritta, cercando di avere lo stereogramma a livello degli occhi.
E se non riesci subito, non preoccuparti.
Ora che abbiamo spiegato le due tecniche possiamo dire che esse producono un effetto
tridimensionalmente opposto. Cioe’ l’immagine che magari esce dallo stereogramma “alzandosi”, con
l’altra tecnica esce “arretrando”.
Esistono vari tipi di stereogrammi:
gli autostereogrammi;
gli stereogrammi a punti casuali;
quelli a punti colorati;
gli stereogrammi tipo carta da parati;
e altri ancora.
Possono essere piu’ o meno facili da vedere.
Comunque gli stereogrammi ci danno anche un “insegnamento morale”: … “spesso l’apparenza inganna”.
Ci propongono inoltre un “insegnamento pratico” sul come … “guardare oltre le apparenze”.
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