Cos’e’ la Sincronicità?

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Cos’e’ la Sincronicita’?

Scienza e Fisica Quantistica

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La sincronicità ha varie forme, in generale è nota per connettere un particolare stato d’animo di
una persona con un evento simultaneo ricco di significato e con una funzione di guida per la vita di
quella persona.

Redazione – Scienza e Conoscenza – 30/12/2022

Ma è anche un fenomeno in grado di coinvolgere una grande collettività di individui, e se ben
compreso e vissuto nella sua giusta luce, può essere il principale elemento trasformativo
dell’umanità. Che cosa ne pensavano Jung e Pauli? Lo racconta Massimo Teodorani nel suo Sincronicità

A cura redazione della collana Scienza e Conoscenza

Jung e le sincronicità

Molti vedono queste coincidenze significative come una forza trascendentale che agisce come una
“colla cosmica” in grado di legare tra loro eventi apparentemente casuali in un disegno coerente e
carico di significato. La sincronicità consiste di due fattori tra loro concatenati: a) un’immagine
inconscia entra nella coscienza direttamente oppure indirettamente sotto forma di simbolo, in forma
di sogno, idea o premonizione, b) una situazione obiettiva – che si verifica realmente nella realtà
di tutti i giorni – coincide con il contenuto di cui sopra. Secondo Jung bisogna accettare che due
accadimenti, specie quelli dove l’osservatore può intravedere un profondo messaggio simbolico, non
sono connessi causalmente, ma piuttosto presentano un significato comune. Si tratta di eventi
simultanei caratterizzati non da un principio causativo, ma da un principio puramente creativo e
arcano.

Jung scrive:

La sincronicità avviene come coincidenza di eventi nello spazio e nel tempo come qualcosa che va ben
oltre il puro caso; si tratta di una peculiare interdipendenza di eventi obiettivi tra loro oppure
di eventi obiettivi sincronici con lo stato soggettivo dell’osservatore.

Le sincronicità dunque non possono essere spiegate con le comuni leggi fondate sulla razionalità che
si basano sul principio di causalità e vengono situate sia nel tempo che nello spazio, eppure sono
esse stesse la manifestazione di leggi che rivelano un mondo di simboli, forme e connessioni che
trascendono ogni divisione tra il mentale e il materiale.

Distanziandosi ben presto da Freud, Jung fece delle sincronicità il culmine delle sue ricerche.
Sperimentò come nella realtà di tutti i giorni potessero avere luogo delle coincidenze non causali.
Proprio la non-causalità di questi accadimenti assume un valore esclusivo per il messaggio profondo
che viene trasmesso alle persone che le vivono. Si tratta di esperienze altamente trasformative, il
cui scopo è quello di permettere a chi le vive di tracciare un cammino chiaro nel proprio destino.
Secondo Jung l’unico modo per percepire e accorgersi di queste esperienze è quello di lasciare
abbassare il livello di coscienza razionale per lasciare spazio al potere dell’intuizione, che
scaturisce direttamente dal subconscio.

L’aspetto più interessante del pensiero e della esperienza di Jung con la sua psicoanalisi del
profondo, è che il suo scopo non era affatto quello di fare filosofia, bensì di parlare di scienza,
ecco perché si senti incoraggiato dagli sviluppi della fisica modera del tempo. La meccanica
quantistica dimostrava che a certi livelli – nel regno delle particelle elementari – il ruolo
dell’osservatore si fonde con quello dell’oggetto osservato, e ciò non è altro che il meccanismo
della sincronicità quando lo stato psichico di un individuo coincide con un evento esterno
simultaneo. Non a caso Jung ebbe contatti molto stretti con Albert Einstein, padre della relatività,
e con Wolfgang Pauli, uno dei padri della meccanica quantistica, entrambi premi Nobel per la Fisica.

Pauli e le sincronicità

Molto tempo dopo gli incontri con Einstein, il destino di Jung si incrociò dunque con quello di
Pauli, non per puro caso. Fu essa stessa una sincronicità densa di significato, nata da due uomini
che per vie diverse avevano vissuto indipendentemente il fenomeno della sincronicità e che ora
avevano bisogno l’uno dell’altro.

Nella fisica di Pauli il concetto di sincronicità emerge profondamente. Lo scienziato si era infatti
accorto che a certi livelli la materia cessa di operare in un regno di causalità, ma esiste come se
fosse un vero e proprio mandala che riflette in maniera sincronica e creativa l’esistenza di un
disegno superiore. Agli inizi Pauli non capiva per quale ragione esistessero certi princìpi
a-causali che governano il mondo, ma cominciò a ricavarne più luce proprio nel periodo della sua
terapia trascorsa con Jung e in seguito nel corso della sua lunga collaborazione con il grande
psicologo del profondo. In sostanza Pauli – pur non essendo mai riuscito a raggiungere concretamente
il suo sogno di unificazione tra psiche e materia – aveva comunque compreso che ci sono aspetti
della materia che fanno pensare al fatto che alla base di tutta l’impalcatura dell’universo esista
una grande dimensione psichica, in tutto e per tutto coincidente con quell’inconscio collettivo che
Jung aveva scoperto.

Di tutte le scoperte che Pauli effettuò in Fisica sicuramente la più nota e importante – che gli
valse nel 1945 il premio Nobel per la Fisica – è il “Principio di Esclusione”. Questo principio –
che è uno dei pilastri della fisica quantistica – stabilisce che due elettroni non possono occupare
lo stesso orbitale atomico a meno che non abbiano spin (ro­tazione) con verso opposto.

Possiamo immaginare il principio di esclusione come una danza antisimmetrica: l’esclusione tra
particelle uguali non è in alcun modo il risultato di una forza, dal momento che non sussiste il
principio di causa-effetto come normalmente avviene nella fisica classica (ad esempio nei princìpi
della dinamica classica), ma è il risultato del movimento astratto delle particelle prese nel loro
insieme. Non esiste in questo fenomeno un principio causativo, ma esiste una reale sincronicità che
unisce simultaneamente tutte le particelle in una indissolubile interconnessione. Fu proprio
osservando la a-causalità di questa danza che iniziò a farsi strada il concetto di sincronicità in
Fisica. È un disegno globale di natura astratta che tiene insieme armoniosamente il mondo come lo
vediamo e lo conosciamo. A questo punto non resta che ammettere che la danza degli elettroni sia la
manifestazione di una forma globale e dalle caratteristiche non-locali (ovvero istantanee). Si
tratta di una reale manifestazione di sincronicità che avviene tra le particelle nella loro danza e
il “regista” invisibile che dirige la danza. C’è chi ci vede un analogo della sincronicità umana
studiata da Jung: in questo caso sarebbe lo stato psichico e l’attitudine creativa di Dio a essere
in sincrono con le particelle quantiche che rappresentando la vera impalcatura del mondo, co-creano
assieme a Dio. Anche noi uomini ne siamo parte, ma ce ne accorgiamo solo di rado.

Sincronicità — Libro >> bit.ly/3WXOcPC

Il legame tra Fisica e Psiche da Pauli e Jung a Chopra

Massimo Teodorani

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