Cos’è la verità? – di Osho

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Tratto da: Il Sutra del Cuore edito da: Edizioni del Cigno

Cos’è la verità

(di Osho)

A volte, mentre sono semplicemente seduto, una domanda affiora nella mia mente: “Cos’è la
verità?”…

Questa è la domanda più importante che possa sorgere nella mente di chiunque, ma che non ha una
risposta. La domanda più importante, la domanda suprema, non può avere una risposta; ecco perché è
la domanda suprema.

Quando Ponzio Pilato chiese a Gesù: “Cos’è la verità?” Gesù rimase in silenzio. Non solo, ma la
storia dice che quando Ponzio Pilato fece la domanda: “Cos’è la verità?” egli non attese la
risposta. Lasciò la stanza e andò via. Molto strano. Anche Ponzio Pilato pensava che una domanda
simile non potesse avere una risposta, perciò non attese la risposta. Gesù rimase in silenzio,
perché anche lui sapeva di non poter rispondere a tale domanda.

Ma questi due modi di comprendere non sono uguali, perché queste due persone sono diametralmente
opposte. Ponzio Pilato pensava che una domanda simile non potesse avere una risposta, perché la
verità non esiste: come si potrebbe rispondere? Questa è la logica della mente, della mente romana.

Gesù rimase in silenzio non perché la verità non esiste, ma perché la verità è tanto vasta da essere
indefinibile. La verità è immensa, enorme e non può essere confinata in una parola, non può essere
ridotta al linguaggio. Esiste. Puoi essere la verità, ma non puoi esprimerla con le parole.

Per due motivi diversi, essi si comportarono in modo quasi identico: Ponzio Pilato non attese la
risposta, sapeva già che la verità non esiste. Gesù rimase in silenzio perché egli conosceva la
verità e sapeva che non è possibile esprimerla con le parole.

Chidvilas ha formulato questa domanda. La domanda è assolutamente importante. Non esiste una domanda
che sia più sublime di questa, perché non esiste una religione più sublime della verità. Bisogna
comprendere la domanda, bisogna analizzarla. Analizzando la domanda, cercando di comprenderla,
potreste avere un’intuizione su cosa sia la verità.

Io non risponderò, non posso rispondere. Nessuno può rispondere. Ma possiamo penetrare in profondità
nella domanda. Penetrando in profondità nella domanda, la domanda stessa inizierà a scomparire.
Quando la domanda sarà scomparsa, troverete la risposta proprio nell’essenza più intima del vostro
cuore – voi siete la verità, come potreste non trovarla? Forse l’avete dimenticata, forse avete
perso la strada che vi conduce alla verità, forse avete dimenticato il modo per entrare nel vostro
essere interiore, nella vostra stessa verità.

La verità non è una ipotesi, non è un dogma. La verità non è hindu, né cristiana, né maomettana. La
verità non è mia, né vostra. La verità non appartiene a qualcuno, ma tutti appartengono alla verità.
La verità significa ciò che è: questo è il significato esatto della parola.

Deriva dalla radice latina vera. Vera significa: ciò che è. In inglese ci sono alcune parole che
derivano dalla radice latina vera: was, were – derivano da vera. In tedesco, war – deriva da vera.
Vera significa: ciò che è, senza interpretazione. Quando entra in scena l’interpretazione, allora
ciò che conosci è la realtà, non la verità. Questa è la differenza tra la realtà e la verità. La
realtà è la verità interpretata. Pertanto, nel momento in cui rispondi alla domanda: “Cos’è la
verità?” la tua risposta diventa la realtà e non è più la verità. Subentra l’interpretazione, la
mente le dà i suoi colori. E le realtà sono tante quante sono le menti. Ci sono molte realtà, la
verità è una, perché la conosci solo quando la mente è assente. E’ la mente che vi tiene separati da
me, separati dagli altri, separati dall’esistenza. Se guardate le cose attraverso la mente, la mente
vi dà una fotografia della verità. E’ soltanto una fotografia, un fotogramma di ciò che è. E
naturalmente la fotografia dipende dalla macchina fotografica, dalla pellicola usata, dai solventi
chimici, dalle modalità di sviluppo, dalle modalità di stampa, dall’esecutore della fotografia.
Mille e una cosa entrano in gioco: diventa la realtà.

Anche la parola ‘realtà’ è bella da capire: deriva dalla radice latina res, che significa cosa o
cose. La verità non è una cosa. Ma dopo che la mente l’ha afferrata, l’ha interpretata, l’ha
definita, l’ha delimitata, la verità diventa una cosa.

Nel momento in cui uno si innamora di una donna, esiste una certa verità – se si è innamorato in
modo assolutamente inconsapevole, se non l’ha in qualche modo ‘fabbricato’, se non è stata una sua
azione, una sua realizzazione, se non ci aveva mai neppure pensato. Improvvisamente, uno vede una
donna, la guarda negli occhi e qualcosa scatta. Egli non è colui che agisce, ma è semplicemente
preso, si trova innamorato. Egli non c’entra, il suo ego non è coinvolto, quanto meno non proprio
all’inizio, quando l’amore è vergine.

In quel momento c’è la verità e non c’è alcuna interpretazione. Ecco perché l’amore rimane
indefinibile. Ben presto subentra la mente, comincia a manovrare le cose e si impossessa di lui.
Egli inizia a pensare alla ragazza come alla sua innamorata, comincia a pensare al modo per arrivare
a sposarla, comincia a pensare alla ragazza come a sua moglie.

Ebbene, queste sono cose reali: l’innamorata, la moglie – queste sono cose. Ora la verità non c’è
più, si è tirata indietro. Ora le cose diventano più importanti. Il definibile è più sicuro,
l’indefinibile è incerto. In questo modo si inizia a uccidere, ad avvelenare la verità. Presto o
tardi ci saranno una moglie e un marito: due realtà. Ma la bellezza se n’è andata, la gioia è
scomparsa, la luna di miele è finita.

La luna di miele è finita nel momento esatto in cui la verità diventa realtà, quando l’amore è
diventato un rapporto. La luna di miele è assai breve, sfortunatamente – e non sto parlando della
luna di miele che segue il matrimonio. La luna di miele è assai breve. Forse è durata un solo
istante, ma la sua purezza, la sua purezza cristallina, la sua divinità, il suo essere trascendente
– appartengono all’eternità, non al tempo. La sua purezza non fa parte delle cose del mondo, è come
un raggio di luce che entra in un buco nero. Proviene dal trascendente. Definire divino l’amore è
assolutamente appropriato, perché l’amore è verità. Nella vita comune l’amore è la situazione più
vicina alla verità.

Chidvilas chiede: “Cos’è la verità?”

La domanda deve scomparire, solo allora saprai.

Se chiedi: “Cos’è la verità?” cosa chiedi? Se io dicessi A è verità, B è verità, C è verità, sarebbe
una risposta? Se io rispondessi A è verità, allora certamente A non può essere la verità, è
qualcos’altro che io sto usando come sinonimo di verità.

Se è assolutamente un sinonimo, allora è una tautologia. Poi, potrei dire: “La verità è la verità”,
ma sarebbe sciocco, privo di significato, non risolverei niente. Se fosse esattamente uguale, se “A
è verità” allora significa che la verità è la verità. Se A è diverso dalla verità, non è esattamente
verità, allora sosterrei il falso. Allora dire che “A è verità” sarebbe soltanto approssimativo.
Ricordati, non ci può essere qualcosa di approssimativo alla verità. O è verità, o non è verità.
Perciò non posso dire “A è verità”. Né posso dire: “Dio è verità”, perché se Dio è verità, allora è
una tautologia – la verità è la verità.

In questo caso non dico niente. Se Dio è diverso dalla verità, allora direi qualcosa, ma qualcosa di
errato. In questo caso Dio è diverso dalla verità, allora come può essere la verità? Se dico che è
approssimativo, linguisticamente andrebbe benissimo, ma non sarebbe giusto. ‘Approssimativamente
significa che c’è una menzogna, che c’è qualcosa di falso. Altrimenti, perché non è verità al cento
per cento? Se è verità al novantanove per cento, contiene qualcosa che non è verità. Verità e
menzogna non possono coesistere, proprio come la luce e il buio non possono coesistere – poiché il
buio altro non è che assenza di luce. Assenza e presenza non possono coesistere, verità e menzogna
non possono coesistere. Menzogna altro non è che assenza di verità.

Perciò nessuna risposta è possibile, ecco perché Gesù rimase in silenzio. Ma se osservi con
comprensione profonda, se guardi nel silenzio di Gesù, hai la risposta. Il silenzio è la risposta.
Gesù dice: “Stai in silenzio, come io sono in silenzio e saprai”, ma non lo dice con parole. E’ un
gesto che assomiglia molto, molto allo Zen.

In quel momento, quando Gesù rimane in silenzio, egli è vicinissimo all’approccio Zen, all’approccio
buddhista. In quel momento egli è un Buddha. Buddha non rispose mai a simili domande. Egli aveva
fatto un elenco di undici domande e, in qualsiasi luogo andasse, i suoi discepoli giravano e
annunciavano pubblicamente: “Non fate mai a Buddha una qualsiasi di queste undici domande” – domande
che sono fondamentali, domande che sono realmente significative. Potevano chiedere qualsiasi altra
cosa e Buddha era sempre pronto a rispondere.

“Ma non chiedete ciò che è fondamentale, perché ciò che è fondamentale si può soltanto
sperimentare.” E la verità è il fondamento per eccellenza, l’essenza stessa dell’esistenza è la
verità.

Entra nella domanda. La domanda è importante e sgorga dal tuo cuore: “Cos’è la verità?” – sorge in
te un desiderio di conoscere ciò che è. Non scacciare questo desiderio, entra in esso. Chidvilas, se
mai ti capitasse di nuovo, chiudi gli occhi, entra nella domanda. Lascia che la domanda si focalizzi
al massimo – “Cosa è la verità?” Lascia che sorga in te una grande concentrazione. Dimentica tutto
il resto, come se la tua vita intera dipendesse da questa domanda: “Cos’è la verità?” Lascia che
diventi una questione di vita o di morte. E non tentare di rispondere, perché tu non conosci la
risposta. Ti arriveranno delle risposte perché la mente cerca sempre di fornire delle risposte. Ma
considera il fatto che non sai, perciò fai la domanda. Quindi come potrebbe la mente darti una
risposta? La mente non sa, perciò dille: “Sta zitta!” Se tu sapessi, non avresti bisogno di
chiedere. Tu non sai, per questo fai la domanda.

Pertanto non farti ingannare dai giocattoli della mente. Ti fornisce dei giocattoli, ti dice:
“Guarda! Sta scritta nella Bibbia. Guarda! Sta scritta nelle Upanishad. Guarda! Quella è la verità.
E’ stata scritta da Lao Tzu, questa è la verità.” La mente può gettare davanti ai tuoi occhi ogni
genere di sacre scritture: la mente può fare citazioni, la mente te le fornisce prendendole dalla
memoria. Tu hai udito molte cose, hai letto molto, la mente contiene tutte queste memorie e può
ripeterle meccanicamente. Ma osserva questo fenomeno: la mente non sa e tutto ciò che la mente
ripete è preso in prestito e ciò che è preso in prestito non può aiutarti.

Guardati dalla mente. La mente continua a fare citazioni, la mente sa tutto, senza sapere affatto.
La mente è una simulatrice. Penetra all’interno di questo fenomeno: questa io la chiamo intuizione.
Non si tratta di pensare. Se ci pensi, è ancora la mente. Devi penetrare a fondo, devi osservare il
fenomeno stesso in profondità: il funzionamento della mente, il suo modo di funzionare. Essa prende
in prestito da ogni dove, continua a prendere in prestito e ad accumulare. E’ un’accaparratrice,
un’accaparratrice di sapere. La mente diventa molto sapiente e ogniqualvolta tu le fai una domanda
importante, ti dà una risposta del tutto priva di importanza – futile, superficiale, spazzatura.

Un uomo portò a casa un pappagallo comperato in un negozio. Il proprietario del negozio gli aveva
detto che il pappagallo avrebbe imparato a dire ‘ciao’ in mezz’ora. Tornato a casa, spese un’ora nel
ripetere ‘ciao’ al pappagallo, ma questi non pronunciò una parola. Quando, disperato, fu sul punto
di lasciar perdere, l’uccello disse: “Numero occupato.” Un pappagallo è un pappagallo. Doveva aver
udito la frase nel negozio degli animali. Mentre l’uomo continuava a ripetere “Ciao, ciao, ciao”, il
pappagallo ascoltava e aspettava che tacesse. Solo allora avrebbe potuto dire: “Numero occupato.”

Potresti continuare a chiedere alla mente: “Cos’è la verità? Cos’è la verità? Cos’è la verità?”
Nell’istante in cui smetti, la mente direbbe immediatamente: “Numero occupato” o una qualsiasi altra
cosa. La mente ti darebbe comunque una risposta. Guardati dalla mente.

La mente è il demonio, non esiste altro demonio. Ed è la tua mente. Devi sviluppare l’intuizione –
devi perforare la mente da parte a parte. Taglia in due la mente con un preciso colpo di spada:
questa spada è la consapevolezza. Taglia in due la mente e attraversala, vai oltre! Se riuscirai ad
andare oltre la mente e, dopo averla attraversata, in te sorgerà un attimo di nonmente, questa è la
risposta – non una risposta verbale, non una citazione da una sacra scrittura, non fra virgolette,
ma autenticamente tua, un’esperienza.

La verità è un’esperienza esistenziale. La domanda ha un significato immenso, profondo, ma devi
averne un rispetto estremo.

Non aver fretta di trovare una risposta qualsiasi, altrimenti la spazzatura soffocherà la risposta.
Non permettere alla mente di soffocare la risposta. Il metodo che la mente usa per neutralizzare la
domanda è fornirti risposte non vissute, che non sono frutto della tua esperienza. Tu sei la verità!
Ma la verità può accadere soltanto nel silenzio totale, quando neppure un pensiero si muove, quando
la mente non ha niente da dire, quando nella tua consapevolezza non c’è una benché minima
increspatura. Quando nella tua consapevolezza non c’è una benché minima increspatura, la tua
consapevolezza rimane intatta, libera da distorsioni. Quando c’è un’increspatura, c’è una
distorsione.

Va’ a guardare un lago. In piedi sulla riva, guarda la tua immagine riflessa. Se sul lago ci sono
delle onde, delle increspature e il vento sta soffiando, la tua immagine riflessa è ondeggiante. Non
puoi capire cosa sia cosa – dove sia il naso e dove siano gli occhi – puoi soltanto fare
supposizioni. Ma quando il lago è silenzioso e il vento non soffia e sull’acqua non c’è una benché
minima increspatura, improvvisamente tu sei presente. La tua immagine riflessa è assolutamente
perfetta. Il lago diventa uno specchio.

Ogniqualvolta un pensiero si muove nella tua consapevolezza, la distorce. E i pensieri sono tanti,
milioni di pensieri che continuano a correre velocemente ed è sempre ora di punta. Per
ventiquattr’ore è ora di punta e il traffico continua ininterrotto, e ogni pensiero è associato a
migliaia di altri pensieri. Si tengono tutti per mano e sono legati e interconnessi tra loro e tutta
questa folla corre velocemente intorno a te. Come potresti sapere cos’è la verità? Liberati da
questa folla.

Ecco cos’è la meditazione, ecco in cosa consiste la meditazione: una consapevolezza senza la mente,
una consapevolezza senza i pensieri, una consapevolezza completamente senza onde – una
consapevolezza intatta. Allora la verità è presente in tutta la sua bellezza e benedizione. Allora
la verità è presente – chiamala Dio, chiamala nirvana o con qualsiasi altro nome tu voglia darle. E’
presente ed è presente come una esperienza. Tu sei nella verità, la verità è in te.

Usa questa domanda. Rendila più penetrante. Rendila totalmente penetrante, metti tutto in gioco, in
modo che la mente non possa ingannarti con le sue risposte superficiali. Quando la mente sarà
scomparsa, quando la mente non starà più giocandoti i suoi vecchi trucchi, saprai cos’è la verità.
La conoscerai nel silenzio. La conoscerai nella consapevolezza senza pensieri.

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