Creare buone relazioni col mondo

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Creare buone relazioni col mondo

del Ven. Lorenzo Rossello [Lobsang Tharcin]

Una meditazione buddhista semplice, ma efficace, per riflettere sulle
innumerevoli relazioni e interdipendenze che intrecciamo in ogni istante con
ogni essere e con ogni aspetto della vita. Viviamo immersi in un oceano di
relazioni.

Buddha Shakyamuni ha insegnato che la pace non può nascere sino a quando non
ne sviluppiamo personalmente le cause. Le vere cause della pace vanno
ricercate dentro di noi, non all’esterno dell’individuo. Fuori si possono
stabilire le condizioni favorevoli, ma non le cause sostanziali, che sono
direttamente connesse con la mente e i fattori mentali che l’accompagnano.

Sino a quando non riusciremo a eliminare completamente le emozioni
afflittive – l’ignoranza, l’attaccamento, l’odio… – e a generare qualità
virtuose quali l’amore, la compassione, la pazienza, la saggezza, la nostra
mente non potrà mai dimorare in uno stato duraturo di pace e felicità.

Il sentiero interiore che Buddha Shakyamuni ha insegnato per trasformare
positivamente la mente degli individui va sviluppato combinando due aspetti
della pratica, chiamati metodo e saggezza. Questi devono diventare uno il
sostegno dell’altro.

Il metodo è la non-violenza (ahimsa) o compassione, mentre la saggezza, la
visione che sostiene tale metodo, è la comprensione dell’interrelazione tra
le cose, del loro sorgere dipendente.

Sorgere dipendente significa che ogni cosa si sviluppa e nasce in relazione
ad altre. Il significato pratico che va attribuito a tale combinazione è che
le nostre azioni di corpo, parola e mente non devono manifestare violenza
perché siamo interdipendenti. In breve, non bisogna essere violenti perché
la nostra felicità dipende dagli altri, deriva dalle relazioni con altri
esseri.

Dovremmo sederci in posizione di meditazione e considerare questa realtà,
riflettere e meditare su questo aspetto evidente del sorgere dipendente,
finché la sua verità non ci tocca il cuore e ci fa sorgere un senso di
gratitudine verso gli altri, unita alla consapevolezza che tutti quanti
siamo costantemente e profondamente interdipendenti.

Proviamo a riflettere, meditare e contemplare i seguenti pensieri, uno dopo
l’altro:

1. Siamo nati grazie a un padre e a una madre che ci hanno procreati. Appena
nati eravamo completamente indifesi e privi di autosufficienza: grazie alle
loro cure siamo potuti sopravvivere e crescere.

2. La nostra educazione è il risultato della gentilezza e della pazienza di
un maestro o di una maestra, dei professori con i quali ci siamo relazionati
nel corso dei nostri studi scolastici. Anche la nostra conoscenza è un
risultato del sorgere dipendente, in quanto deriva dai libri, dagli
insegnanti e dalle relazioni con i compagni di scuola: è con loro che
giornalmente ci siamo confrontati per verificare la validità dei nostri
punti di vista e per mettere in discussione le nostre certezze.

3. Ogni momento di felicità, ogni esperienza positiva, ha comportato sempre
una relazione interpersonale. Pensiamo alle amicizie, al rapporto di coppia,
a un nucleo familiare, alla relazione maestro-discepolo…

4. Ogni cosa o bene che utilizziamo è il risultato di una qualche forma di
gentilezza da parte di altri esseri. La carne che mangiamo e il latte che
beviamo derivano dalla generosità delle mucche. Le scarpe di pelle che
usiamo, le maglie di lana che indossiamo, sono state prodotte grazie agli
animali che hanno fornito la loro pelle e la loro lana. Gli ortaggi, la
frutta e i cereali e sono il frutto del duro lavoro dei contadini. Ogni tipo
di macchinario e utensile che utilizziamo è il risultato di ore e ore di
lavoro di operai, impiegati, dirigenti, manager e industriali. Le case in
cui viviamo e che proteggono il nostro corpo dal caldo, dal freddo e
dall’azione disturbante degli elementi, sono anch’esse il risultato del
lavoro di altri esseri umani: muratori, falegnami, ingegneri, architetti e
così via.

5. Lo stesso ambiente nei suoi molteplici aspetti, che molte volte
consideriamo solo panoramici – i laghi, le montagne, i boschi, il mare –
impegna tutti gli esseri in una relazione di sorgere dipendente, poiché è il
sostegno della nostra esistenza. A chi non piacerebbe vivere in ambienti
puliti, armoniosi e incontaminati, che anche il solo osservarli calma e apre
la mente? Per tali ragioni la loro salvaguardia è necessariamente una
responsabilità dell’individuo e della collettività.

Questa riflessione analitica, coltivata considerando gli innumerevoli
aspetti positivi del rapporto di interdipendenza, ci porta a comprendere a
fondo l’importanza di sviluppare un’azione non-violenta nei confronti di
tutti gli esseri e verso lo stesso ambiente, unita a un senso di amore e
compassione.

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