Creatività, ispirazione dell’intelligenza universale

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Creatività, ispirazione dell’intelligenza universale

La creatività nasce da una dimensione superiore, da una sorgente originaria da sempre connaturata
all’uomo, dalla quale scaturisce e scorre senza fine.

di Walter Sebastiani

Per tuffarci in questa dimensione dobbiamo solamente essere disposti ad abbandonarci, restare in
silenzio ed aprirci. L’impronta socioculturale del nostro tempo ha tuttavia fortemente assecondato
la componente razionale al punto da motivarne il sopravvento sulla componente istintiva ed
intuitiva.

Questo squilibrio evolutivo ha contribuito a generare disarmonia ed un progresso tecnologico spesso
in disaccordo con l’ambiente e le reali necessità dell’uomo; esso infatti si è venuto a trovare
sempre più discosto dalla sua condizione naturale e dalla vera qualità di vita, finendo per
vacillare in una realtà in cui mancanza di ispirazione ed estro creativo hanno causato la crisi di
orientamento di quest’epoca.

Il pensiero creativo può dunque rifiorire soltanto se gli emisferi cerebrali – quello sinistro,
razionale analitico e quello destro, immaginifico intuitivo – ritornano a lavorare in sincronia, ma
questa condizione, che in via di principio persegue una legge cosmica basata su canoni di
perfezione, ordine ed armonia, si realizza di norma secondo una progressione molto lenta e
discontinua.

Dimensioni infantili Durante la prima infanzia i bimbi si nutrono ancora spontaneamente da questa
sorgente originaria. Essi vivono la propria realtà con disinvoltura e semplicità, si immergono in
profondità e istante dopo istante diventano un tutt’uno con ciò che stanno facendo. Tutti i bambini
portano in sé il dono della creatività poiché razionalità e logica non si sono ancora imposte come
valenze dominanti, perciò la loro mente è ancora libera, non rinchiusa cioè in strutture e schemi
vincolanti.

Essi SONO, semplicemente – e come tali sono aperti nei confronti di tutto ciò che incontrano
senz’ombra di pregiudizio. Soltanto in seguito al processo di socializzazione essi perdono contatto
con la loro sorgente creativa e con essa la capacità di pensare per immagini e di agire
intuitivamente. Ciò li allontana dalla varietà e ricchezza delle esperienze psicofisiche portandoli
nella dimensione del “sapere a tutti i costi”, dove ogni verità va accettata per assunto senza
possibilità di confronto con l’esperienza personale, unica e basilare portatrice di conoscenza.

Ciò non significa ovviamente che il sapere debba necessariamente scaturire dalla nostra natura
fisica, ma bensì che questa non può essere disgiunta da quella psichica senza evitare che la mente
elabori in senso speculativo e si rifugi nei circoli viziosi delle illusioni.

“Mens sana in corpore sano” sostenevano i latini, il rapporto mente-corpo è quindi indissolubile,
così come lo è l’idea con l’esperienza fisica. Ma se l’idea non è trasportata nel mondo fisico essa
perde di valore poiché non genera alcuna innovazione, non potrà esservi cioè nessun cambiamento al
di là del tentativo di migliorare ciò che già esiste.

Ciononostante, per ripulire la mente dai suoi schemi mentali non è strettamente necessario ripartire
dall’esperienza fisica, non siamo obbligati cioè a rimettere le mani sul fuoco per capire che
scotta, poiché esistono delle tecniche in grado di ricondurci su un piano di apprendimento
intermedio tra la realtà fisica e quella psichica. Questa realtà viene definita piano onirico e
costituisce non casualmente un ponte di collegamento tra conscio ed inconscio, tra realtà (o verità)
consapevole e realtà inconsapevole.

Le persone che riescono ancora ad accedere in modo giocoso a questa dimensione sono effettivamente
in grado di attingere da essa, nonostante ciò avvenga in modo inconsapevole cioè non cosciente.
Guidati dalla giusta tecnica, invece, questo tipo di apertura può realizzarsi anche in stato di
assoluta veglia – su questo livello di coscienza – ripristinando così la capacità di ricevere nuove
informazioni secondo un concetto di apprendimento utile e condivisibile nel quotidiano.

Dimensione onirica Questa dimensione è collegata ai sogni nei quali viviamo esperienze spesso così
pregnanti e coinvolgenti da sembrarci reali. Le nostre esperienze oniriche generano da un livello
profondo in cui i processi mentali razionali non hanno più alcuna influenza e si definiscono perciò
pure in quanto capaci di insinuarsi profondamente nella nostra anima per nutrire il nostro sapere,
la nostra creatività e la nostra visione del mondo.

Persone particolarmente creative come gli artisti e gli inventori, vedono, sentono e percepiscono a
un livello molto più profondo; sono un po’come i bambini, in cui l’accesso a questo piano superiore
è ancora aperto e… su questa dimensione, la creatività costituisce la regola non l’eccezione! Quante
volte accade che proprio i sogni notturni, ma anche quelli che si fanno ad occhi aperti o i lampi di
genio, siano veicolo e ispirazione per idee originali e utili come la realizzazione di quadri, brani
musicali, rappresentazioni plastiche, ma anche per invenzioni o eventi riferiti alla gestione della
vita quotidiana.

Presupposto fondamentale per l’attivazione dell’intuito e quindi della creatività, è lo sganciarsi
dal pensiero rinchiuso negli schemi mentali e dal modello comportamentale “azione-reazione”, tipici
della nostra tradizione e cultura.

Solamente il giovane di spirito riesce a liberarsi dai condizionamenti, poiché disposto a liberarsi
da modelli di pensiero e dogmi inibitori per trovare la via di accesso all’intelligenza universale.
La gioia di creare Assumersi la responsabilità di creare, ascoltare e seguire la propria intuizione,
integrare nel quotidiano messaggi e segnali che giornalmente ci raggiungono assegnando loro la
giusta importanza ed espressività: tutto ciò costituisce la chiave per accedere liberamente alla
nostra sorgente creativa.

Naturalmente non ci si deve limitare a restare sul piano della creatività mentale, dobbiamo anche
metterla in pratica e attraverso l’azione concreta portarla nella realtà fisica. Solo in questo modo
infatti essa assume la giusta rilevanza, creando nel contempo la risonanza necessaria per mantenerci
aperti a quella dimensione.

La creatività richiede anche coraggio: coraggio di esporsi e di mostrare le proprie conquiste e la
propria gioia. La ricompensa si manifesta in una migliorata qualità di vita che, ad opinione di chi
sta scrivendo, è l’unico vero indice di sana creatività.

www.solaris.it/indexprima.asp?Articolo=1243

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