L’atteggiamento giusto
di Swami Kriyananda
Oggi viviamo in un periodo della storia basato in modo particolare sugli
atteggiamenti-molte persone vanno dagli psichiatri e pensano di poter
correggere le cose superficialmente, con la mente. Con un bell’atteggiamento
puoi superare una sconfitta, un dolore, una prova. La verità è che sì, puoi
cambiare te stesso, però non é tutta la storia. La parte negativa di quest’
atteggiamento è il pensiero che sei tu a dover fare tutto. È vero che
dobbiamo fare tanto quanto possiamo, ma c’è anche la grazia di Dio. È molto
meglio non dire soltanto: “Io voglio avere e tenere un bell’atteggiamento”,
ma: “Io dò questo atteggiamento a Te”. Invece di pregare: “Quando verrai a
me, quando verrai Signore”, dici: “Io mi dono a Te, io sono Tuo”. Quello che
tu dai, riceverai; quello che tu cerchi, non sempre lo riceverai totalmente
e non così velocemente. Quando tu soffri, pensa di donare anche di più a
Dio. C’è un bel brano nella Bhagavad Gita dove Dio dice: “Se tu, in tutto
ciò che cerchi di fare per conoscerMi, fallisci, allora damMi il tuo
fallimento”. Quando lo faremo, vedremo che non esiste realmente un
fallimento.
– Sono sempre con voi –
Gesù ha detto alla fine della sua vita: “Io sono sempre con voi”, e lo è
veramente. Quell’ ‘Io’ che Lui ha menzionato in quei tre giorni tra venerdì
e domenica è un simbolo. Maria Maddalena Lo ha visto nel giardino e Lui le
ha detto: “Non Mi toccare ancora, perchè non sono ancora risorto”
Cosa voleva dire? È un simbolo; in tutte le storie divine ci sono sempre
dei simboli. Il simbolo in questo caso è che Lui, come pure ogni anima, ha
tre livelli da superare per arrivare alla libertà perfetta in Dio. Noi
abbiamo tanti veli intorno a noi. Questi veli sono soprattutto a livello
materiale.
Dobbiamo togliere questi veli che circondano la nostra mente: i pensieri di
“me”, i pensieri delle cose che vogliamo, i desideri, la coscienza di aver
fatto male a qualcuno. Tutto questo ci circonda e ci rende come un bozzolo
di seta, che tu devi a poco a poco togliere. Ma fare questo da solo è un
lavoro veramente impossibile, nessuno potrebbe farlo da solo.
Yogananda diceva che solo il 25% del sentiero dipende dal tuo sforzo
personale, il 25% è quello che fa il Guru per te, il 50% è la grazia di Dio.
Tutti e tre sono essenziali per arrivare a Lui. Tu non puoi fare tanto, ma
questo poco che puoi fare é molto per la tua volontà. Non pensare allora che
Lui farà tutto. Se osservi l’esempio dei santi, vedrai soprattutto un
esempio d’amore eroico e di forza di volontà eroica. Tu devi veramente
mettercela tutta, ma persino questo è poco rispetto a quello che devi capire
alla fine. Se tu metti tutta la tua volontà per superare una prova, puoi
arrivare alla resurrezione – però non una resurrezione come quella di Gesù.
Ti senti meglio, ti senti più vicino a Dio, ti senti più gioioso; però c’è
qualcos’altro che non può venire. Gesù ha dimostrato questo nella sua
resurrezione: era la grazia di Dio che è venuta sulla terra tramite la sua
vita, ma specialmente tramite la resurrezione. C’è un bel canto che
Yogananda cantava alla Madre Divina, le cui parole sono: “O figlio mio,
chiedimi la salvezza ma non chiedere il mio amore, perché se tu mi chiedi l’
amore, io devo darti tutto e sarò povera”. Vuole dire, chiedimi il mio
amore, perché l’amore di Dio è tutto.
– Il mondo astrale –
Ci sono diversi livelli di salvezza. Un livello di salvezza viene con la
libertà dal bisogno di ritornare nel corpo umano. Si può vivere nel cielo e
non dover tornare qui sulla terra. Questo è uno stato beato, e nei cieli più
alti c’è una tale bellezza! Sei circondato da angeli, da altre anime libere.
Non devi più mischiarti con gente sgradevole, cattiva, egoista. Dopo la
morte fisica i devoti vanno in quel regno, ma non tutti sono abbastanza
liberi per svilupparsi spiritualmente. Non hanno l’opportunità per avanzare
perché è tutto troppo bello e non c’è l’incentivo a crescere. Qui, in questo
mondo, tu hai l’incentivo. Tu vedi la vanità e la cattiveria, e tu pensi
“Non voglio questo”. Hai un incentivo per cercare una vita migliore.
Nel cielo, tu pensi che l’hai già, quindi ti riposi un pò. Però a poco a
poco i desideri che hai nel subconscio cominciano a risalire, e pensi “Ah,
com’era bello avere una moglie, com’era bello avere dei bambini, com’era
bello agire con un corpo che può fare tante cose”. A quel punto senti
tristezza, e poi alla fine ritorni di nuovo sulla terra per finire questa
storia. Non è che i genitori creano o invitano il neonato.
Una madre che conosco, una volta rimproverò il suo piccolo. E lui era così
dispiaciuto, che dopo aver pianto un po’, le disse: “E tu non eri neanche la
mia prima scelta!” Lei chiese: “Ma chi era la tua prima scelta?” Il bambino
rispose: “Una donna nelle Filippine”.
Così noi ritorniamo qui, fino al punto dove abbiamo finito questo karma che
ci porta giù. La mente umana trova difficile immaginare un’ eternità nel
cielo. Prova ad immaginare milioni di anni, tanti miliardi di anni sempre
nello stesso giardino, sempre con questo benedetto ego, con questo corpo
anche se astrale. Non posso immaginare una definizione migliore per l’
inferno. Sarebbe certamente un inferno essere sempre legato, sempre
imprigionato in un’ego.
Oltre questo mondo astrale c’è il mondo causale, cioè la causa di tutto, un
mondo di idee. Lì, il corpo non ha molta importanza, non c’è più un ego; sei
quasi come Dio, con un potere enorme e solo una piccola limitazione di
desideri. Gli esseri di quel livello creano altri universi, altrettanto
grandi come questo. Sembra una cosa impossibile, ma tu non sei quello che
pensi, sei molto di più!
– L’esempio di Gesù –
Gesù è tornato per farci capire non soltanto che Lui ci ama: vuole anche
farci capire che da dove viene Lui, anche noi possiamo arrivare. Tante volte
egli ha visto cose che sarebbero avvenute nel futuro, dicendo per esempio:
“Quando due o più persone si riuniscono nel Mio Nome, Io sono lì, in mezzo a
loro”.
Diceva “sono” perché non pensava nel tempo futuro: tutto è presente. Tutto
ciò che è passato migliaia di anni fa, tutto ciò che avverrà tra migliaia di
anni nel futuro – tutto sta succedendo adesso, nell’Eterno Presente. È per
questo che Lui non ha detto: “ci sarò”, ma: “ci sono”.
Ogni Domenica, in tutto il mondo, i cristiani celebrano la messa (anche in
India, molti celebrano le funzioni cristiane, perché vedono che Dio si è
manifestato in tutte le religioni). Ma come può Gesù essere
contemporaneamente in ogni chiesa? Egli non parlava del corpo; il corpo era
soltanto una sua manifestazione. Lui è già onnipresente. Noi non possiamo
immaginare quello stato di esistenza, così diverso da quello che abbiamo;
noi non siamo onnipresenti neanche in questo corpo! L’onnipresenza in questo
corpo significherebbe essere centrato in ogni atomo del corpo, ti sentiresti
in ogni atomo.
Questo è uno stato che non possiamo capire. Noi siamo centrati nell’ego, che
è minuscolo come un’atomo. Però quando tu puoi uscire dall’ego, realizzi che
ogni atomo è il tuo centro. Yogananda ha detto che la visione di Dio è
“centro ovunque, e mai circonferenza”. Quello è lo stato che ti attende. Non
pensare soltanto che devi mantenere un bell’atteggiamento, così Dio ti
benedirà; è importante vedere anche dall’infinito la verità di chi siamo
noi: siamo venuti dall’infinito, e lì dobbiamo ritornare.
– Simboli cristiani –
Ci sono all’inizio e alla fine della vita di Gesù due simboli molto
importanti. Il primo fu la stella. L’ultimo era la crocifissione e la
resurrezione. I re Magi, che erano in realtà maestri, erano capaci di vedere
che Gesù era nato in questo corpo; la coscienza cristica infinita era
incarnata sulla terra. Quando tu vedi l’occhio spirituale, al suo centro
vedi una stella che simboleggia la coscienza cosmica di Dio. Vedendo quella
stella su una persona significa che quella stella era nata in lui. Quindi
Gesù è venuto come incarnazione di Dio – non come un santo, ma molto di più.
Dio, tramite la coscienza di Gesù, si è incarnato sulla terra. Gesù non era
l’unico; Dio fa questo con ogni maestro che è liberato e torna sulla terra
con questa libertà. Sarebbe un peccato se noi non potessimo arrivare lì.
Nell’Apocalisse, Gesù ha detto: “Io sto fuori dalla porta e busso. Chi mi
apre la porta e mi lascia entrare, mi siederò e mangerò con lui”. C’è una
verità nascosta in queste parole, che la gente non era pronta ancora per
capire. Noi dobbiamo fare quello che ha fatto Lui, diventare quello che Lui
è stato e che è adesso. Egli vuole soprattutto questo da noi, e non lo
avremo soltanto con metodi psicologici per cambiarci. Non è possibile. Con
quel tipo di lavoro psicologico puoi correggere qualche problema nella vita,
forse un dolore che ti ha causato qualcuno, o che tu hai causato a qualcun’
altro. Puoi lasciare una stanza di questa casa e pensarti libero, però è
solo una stanza: sei ancora imprigionato nella casa dell’ego, quindi non sei
libero. Questa libertà non può venire per metodi psicologici: può soltanto
venire per la grazia del Guru e di Dio.
– La resurrezione di Cristo nei nostri cuori –
Per questo è venuto Gesù, per questo sono venuti i grandi Maestri, per
questo è venuto Yogananda – per darci la forza di ascendere. Quando preghi,
non pregare “aiutami”; è molto meglio dire: “io vengo da Te, io voglio Te,
io mi dono a Te”. Pensa in un modo generoso, non in un modo egoista. La
resurrezione è un bel simbolo su tanti livelli della verità. Più vivi quella
realtà in ogni momento della vita, più vedrai che Lui veramente risorge nel
tuo cuore, e tu risorgi sempre di più in Lui.
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