CULTURA, STORIA E SOCIETÀ 1

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CULTURA, STORIA E SOCIETÀ 1

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

CULTURA, STORIA E SOCIETÀ
(curatore: Giuliano Boaretto, Giorgio Galli)

Introduzione generale

I grandi eventi storici che stanno segnando l’inizio di un’era di pace: distensione USA-URSS, il
crollo del muro di Berlino, crollo dei regimi comunisti europei, crollo delle dittature, Irlanda,
Palestina, Sud Africa, ecc.)
Da Woodstock alle rivoluzioni studentesche, alla New Age, Alla Cybercultura Internet

CONTRIBUTI

Qwan Kl Do

L’esperienza dell’arte marziale – autodisciplina, umiltà ed equilibrio psicosomatico
Intervista al dottor Francesco Conterno

a cura di Cyber ricerche olistiche

I1 Qwan Ki Do si pratica anche a Milano e può essere un modo per entrare in contatto con la propria
natura profonda, per riconoscere e superare emozioni negative rimosse, per accettare non solo
l’angelo ma anche la bestia in noi, l’aggressività, la paura e le frustrazioni.

Cyber: Che cosa vuol dire Qwan ki do?

Conterno: Innanzitutto ki do, il secondo e il terzo fonema… do vuol dire via, come dò il ki,
l’energia vitale, Qwan invece è stato adottato in onore di un cinese che, trasferitosi in Vietnam
come molti cinesi tra le due guerre, vi ha portato la cultura Shao li. I1 suo nome era Chao Qwan Ki,
esperto erborista, con profonde conoscenze sull’uomo, poi recepite e innestate nella tradizione
marziale vietnamita.

Un’ arte proibita in passato I1 Qwan Ki Do è stato proibito per diverso tempo in Vietnam come nella
stessa Cina in precedenza.

Cyber: Anche in Cina è stata proibito?

Conterno: Certo, perché era una pratica ritenuta pericolosa dai potenti che volevano il dominio
assoluto sul popolo, il quale poteva solo difendersi e, proibite le armi, si difendeva appunto con
le arti marziali. Vietando anche le arti marziali, il popolo restava indifeso: questo doveva essere
l’obiettivo. Quest’arte è stata recepita in Vientnam dal maestro Tong e utilizzata durante l’ultima
guerra… sia da una parte che dall’altra. I1 maestro Tong era un ufficiale dell’esercito vietnamita
di Saigong e combatteva con gli americani. Dopo un paio di anni di guerra, è scappato in Francia
portandovi per primo il Kwan Ki Do.

Cyber: Che arti marziali usavano i vietcong?

Conterno: Tutti conoscono le arti marziali, i vietcong ne hanno fatto veramente un mezzo di attacco
e di difesa, hanno preso il kun fu cinese, l’hanno modernizzato perché avevano bisogno di una
efficace scuola di guerra.

Il maestro Tong

Il maestro Tong è venuto in Francia, Tong Fan Son Tong si chiama, è venuto dunque in Francia
portando un grande ricchezza culturale. Ha iniziato a Toulon con pochi allievi. Adesso c’è un
ritorno verso il Vietnam, si sono aperte le frontiere ed anche chi aveva problemi ha potuto
rientrare ridando nuova vita ad un’arte condizionata dalla guerra e divenuta molto… pesante, con
certi colpi estranei persino al kun

fu cinese e al karatè…colpi mortali… non semplicemente di difesa corpo a corpo, ma volti a
colpire i punti vitali con intenti di annientamento dell’awersario. Oggi si tratta di aspetti
folkloristici, come il maestro bendato che taglia l’ananas sulla testa di un allievo… è
un’esercitazione e serve per far conoscere, per diffondere ma non è l’essenza di quest’arte
marziale.

La difesa e l’equilibrio

Cyber: Ma la difesa serve, potrebbe servire, se si viene aggrediti da qualcuno con una pistola è
meglio che star fermi, se si viene aggrediti anche solo a pugni e calci … ecco anche in quel caso
la sua forza sarà quella di non reagire?

Conterno: Ci sono diversi livelli, ma è soprattutto importante il livello dell’autodisciplina e si
rivolge ai giovani, poi ci sono altri livelli che evolvono mano a mano che si va avanti.

L’angelo e la bestia

Il Tai chi ha caratteristiche molto interiorizzate ed è parte del lavoro di preparazione al Kwan Ki
Do. In Cina come in Vietnam, il kun fu è l’attività esterna di forza anche se poi sviluppa forze
interiori e le controlla. L’aspetto più interessante della parte didattica è riconoscere in ognuno
di noi la bestia e l’angelo, è una questione di equilibrio. In palestra viene fuori anche la bestia,
quando si combatte con una persona, quando non si riesce a fare gli esercizi viene fuori la bestia e
solo guardandola, vedendola in faccia, guardando come è si può conoscerla e integrarla nella nostra
personalità. Ci sono persone che possono avere dei raptus a

causa dell’aggressività repressa e non nota… senza rendersi conto di stare seduti su una una
polveriera. Mi ha molto colpito quel condannato a morte negli Stati Uniti che recentemente insisteva
proprio per essere giustiziato perchè aveva ammazzato per futili motivi la moglie incinta… prima
era sempre stato una persona normalissima…

Cyber: La si vede lasciando che la persona prenda contatto con la propria forza interna e
scaricandola …

Conterno: Innanzitutto bisogna riconoscerla ed esprimerla. Ho visto molti ragazzi che dopo 5/ó/7/8
anni di palestra non hanno mai espresso la loro aggressività… ad altri invece è successo, come a
me… e ci si stupisce di averla dentro… è allora che avviene la maturità, la presa di coscienza e
il controllo.

Cyber: Controllare nel senso di integrare?

Conterno: Si, integrare, rendere positive anche le forze negative, capita a tutti, anche alle
ragazze. C’è una grande forza che si esprime in chi viene in palestra, si mette a piedi nudi, con il
chimono, detto fuk perchè è vietnamita: nero, perchè è il vestito contadino

i contadini vestono di nero in tutto l’Oriente perché sul nero non si vede lo sporco

i cappelli… i pantaloni per il lavoro nelle risaie. Si impara ad essere umili fra uguali. Nella
nostra palestra ci sono ragazzini, ragazzine, vecchi, giovani, fortissimi e tutti devono saper
lavorare insieme, tutti devono potersi confrontare l’uno con l’altro. Una delle cose più difficili
per qualcuno di grado avanzato è combattere con una cintura bianca, un neofila, prenderle
tranquillamente come se niente fosse perchè bisogna sapersi misurare, per poter aiutare l’altro a
venir fuori, ad abituarsi. Sto parlando del combattimento petchè è la cosa più spettacolare, più
bella, più divertente… infatti ci si diverte molto…i ragazzi si divertono.

L’apprendimento

Cyber: Ma che frequenza è necessaria per un ciclo di apprendimento?

Conterno: Dipende, ogni giorno c’è una lezione…In genere consigliamo un’ora e mezza due volte alla
settimana, poi se qualcuno vuole progredire partecipa a tre sedute alla settimana, più qualche
sabato e domenica intensivi, con stages in cui ci si ritrova da tutta l’Italia o da tutta l’Europa.
E’ molto interessante per i ragazzi ed è molto importante… la nostra è una disciplina umile,
frequentata da gente semplice, sono pochi gli intellettuali.

Cyber: Ah pochi?

Conterno: Sì pochi, pochi, non resistono pensano troppo… Ecco, rispetto alla condizione normale in
cui la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze si sentono, sempre un po’ messi in secondo piano
dal sociale, queste tecniche fanno emergere una certa forza interiore, una certa sicurezza
psicologica. ho visto cambiare molti ragazzi ma anche molte ragazze, imparano a prendere più
sicurezza, più coscienza di sé, dei propri limiti e delle proprie capacità che vuol dire più
sicurezza e più consapevolezza.

Cyber: Vorremmo sapere… si usano mani e piedi, si usa il contatto di tutto il corpo…?

Conterno: Sì, ci sono tecniche di base che insegnano a muoversi in modo naturale e ci sono le forme
i cosidetti quien, i catar, cioè forme di attacco e di difesa, combattimenti simulati, in cui
bisogna coordinare molti elementi. C’è una serie di forme, che da noi è molto sviluppata perché ci
piace molto, di imitazione di animali per combattere, muoversi, stare meglio, sia sul piano fisico
che mentale…

Lo spirito animale

Cyber: E’ importante… se pensiamo che lo shamanesimo ha come base proprio il riconoscimento dello
spirito animale perché è una parte di noi… e cosa sono? Una serie di movimenti?

Conterno: Una serie di movimenti che imitano gli animali, la scimmia per esempio, l’airone, la
tigre, la pantera usando mani e piedi, braccia e gambe.

Cyber: E il ki dove lo trovate, quali sono le tecniche di espressione energetica?

Conterno: Il ki è un’energia che è dappertutto in noi. Durante certe fasi si concentra in certe
parti, per esempio quasi sempre si concentra sotto il pube o sotto lo sterno.

Cyber: Sotto l’ombelico ma anche sotto il pube?

Conterno: Fra l’ombelico e il pube e anche sotto lo sterno spesso. E poi l’energia viene diretta,
scaricata per mezzo dell’ azione che si vuole compiere. Questo è controllo del ki non c’è
meditazione, così intesa non è meditazione, la meditazione l’abbiamo invece nelle fasi dolci quando
viene insegnata la respirazione.

Cyber: E se chiedessi a te personalmente, al di là della tecnica e della disciplina, che cosa hai
trovato nella tua esperienza di Kwan ki do? Che cosa ti ha dato? Che cosa ha cambiato in te?
Continui a farlo? Perché?

Conterno: Perché mi piace. Mi piace perché mi dà equilibrio, perché mi scarica dalle preoccupazioni
accumulate in una giornata, dalle tensioni, dalle responsabilità… andare in palestra, mettersi a
piedi nudi, già questo è un cambiare mondo, a piedi nudi con un ragazzo o a una ragazza o un signore
che magari non conosci e fare gli stessi gesti antichi di secoli e faticare…ecco, esco e sono
un’altra persona. Ho fatto moltissimi sports ma non ho mai trovato un’attività ginnica così
completa, ci sono ragazzi che fanno la spaccata come le ballerine. Inoltre per una persona che vuole
avere una buona vecchiaia è la cosa migliore, difficilmente sarà artritica, resterà invece
flessibile e si sentirà bene, in modo continuativo.

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