Curare lo streptococco, l’emicrania o la fame nervosa: il dottor Valesi risponde…
Il dottor Vincenzo Valesi autore del libro “I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia” ci spiega come curare lo streptococco, l’emicrania o la fame nervosa con i rimedi naturali
Vincenzo Valesi – 16/10/2012
Continua la rubrica del dottor Valesi che ha messo a disposizione la sua esperienza per i lettori di Scienza e Conoscenza.
Salve, vorrei sapere che rimedio usare per abbattere lo streptococco, un batterio che sta affligendo mia figlia per il quale la terapia antibiotica non sembra servire.
La parola abbattere forse non è la più appropriata per definire il superamento del rapporto con un
microbo, o batterio, o germe. La medicina naturale si propone di modulare, di creare nuovi equilibri
fra lagente patogeno e lorganismo ospite. Siamo letteralmente popolati da batteri, che ritroviamo
sulla pelle e sulle superfici di rivestimento del tubo digerente e respiratorio, al punto tale da
poter dire che ci sono più batteri che cellule. In pratica siamo trasportatori non autorizzati di
microbi. Quindi, anche se ve ne sono alcuni che possono crearci dei problemi, e nei confronti dei
quali dobbiamo giustamente adottare delle misure precauzionali, è opportuno rivedere in parte il
nostro atteggiamento mentale ed emotivo nei loro confronti, onde evitare di innescare una caccia
alle streghe. È opportuno sviluppare una visione ottimistica e positiva della vita che coinvolge
anche laspetto relazionale nei confronti dei nostri simili umani. Non a caso in uno dei vangeli,
una celebre frase dice che “ci contamina, cioè può farci ammalare, non quello che entra dalla nostra
bocca, ma quello che ne esce, cioè le parole che dei pensieri sono espressione fisica. Non a caso
la lebbra, malattia simbolo della paura del contagio, è scarsamente contagiosa proprio nella sua
fase più deturpante e appariscente. Forse questo vuole insegnarci qualcosa che ci porti oltre la paura.
Ben lontano dal voler demonizzare luso degli antibiotici, che hanno un loro ben preciso ruolo, e
che dovrebbero essere utilizzati sempre e solo su indicazione medica secondo il principio di
scienza e coscienza, alla terapia convenzionale praticata, può essere affiancata la seguente proposta di integrazione terapeutica:
BELLADONNA HOMACCORD 5-10 gocce (a seconda delletà del bimbo) mattina e sera;
STREPTOCOCCUS HAEMOLITICUS INJEEL 1 fiala per via sublinguale una volta alla settimana; ECHINACEA COMPOSITUM FORTE 1 fiala alla settimana per via sublinguale.
Gentile dottor Valesi, la paziente è mia moglie (42 anni): vorrei chiederle un consiglio per
l’emicrania vaso-motoria di cui soffre con attacchi frequenti negli ultimi mesi (10-15 giorni); la
durata dell’attacco varia dalle 48 alle 72 ore e reagisce solamente alla terapia con triptani (Zomig 2,5 mg).
Vorrei sapere se c’è un percorso o un rimedio più naturale per alleviare questo problema. La ringrazio in anticipo.
Emicrania significa letteralmente metà del cranio. Nelluso comune il termine si riferisce a
quelle sintomatologie dolorose che interessano prevalentemente metà della testa, e che possono
estendersi a tutto il capo con variabili frequenza e durata degli attacchi. Il dolore ha spesso
carattere pulsante, a sottolineare il meccanismo vascolare che sta alla base del disturbo:
inizialmente infatti si verifica lo spasmo di unarteriola allinterno del cranio, a cui corrisponde
la fase cosiddetta dellaura, che può accompagnarsi a disturbi visivi quali lampi, flah luminosi,
sagome luminescenti a zig zag; successivamente si determina un rilasciamento della muscolatura
liscia arteriolare con conseguente vasodilatazione, a cui corrisponde la fase del dolore vero e
proprio; il carattere pulsante orienta verso lorigine vascolare arteriosa. La terapia dovrebbe
prima di tutto contemplare il riconoscimento delle cause, predisponenti e scatenanti. Spesso questo
non è possibile e allora si parla di forme essenziali, che significa a causa non nota
Lapproccio terapeutico tradizionale si basa sulluso di analgesici puri e FANS (vari nimesulide,
diclofenac, ibuprofene ecc), fino ad arrivare allutilizzo dei triptani, farmaci utili al momento
della crisi, che inducendo vasocostrizione arteriolare impediscono quindi quella vasodilatazione
responsabile della sintomatologia dolorosa. Lapproccio terapeutico non convenzionale trova la sua
migliore espressione nellutilizzo, da soli o in associazione, di tre giganti delle medicine naturali: agopuntura, omotossicologia, omeopatia.
Lagopuntura da spesso degli ottimi risultati. Il meccansino di azione è complesso, ma
fondamentalmente riconducibile a un riequlibrio del sistema neurovegetativo coadiuvato dalla
liberazione di sostanze chiamate endorfine, le quali esplicano unazione antidolorifica, rilassante
muscolare, ansiolitica. I punti più frequentemente usati sono punti a distanza quali SU SAN LI(S36),
RO KOU(GI4), SANN INN TSIAO(MP6), F3 , TR5, IT 3 sui quali è possibile lavorare anche con tecniche
di digitopressione; oltre a punti locali ubicati sulla testa e variabili a seconda dei casi e della
causa dellemicrania (stress, intossicazione, alimentazione, stimoli termici quali caldo e freddo).
Sono generalmente necessari cicli iniziali di circa 6 sedute a cadenza settimanale, seguiti da
sedute di mantenimento con frequenza variabile da caso a caso, per esempio una volta al mese o ogni due mesi.
Lomotossicologia propone prima di tutto di detossicare la matrice, spesso predisposta a fenomeni
infiammatori subclinici (cioè che non si manifestano in maniera eclatante, ma al di sotto della
soglia di percezione di uninfiammazione), modulare la funzione di organi emuntori (escretori) quali
soprattutto fegato, reni, intestino; poi di intervenire con farmaci composti più specifici i quali
spesso contengono principi unitari omeopatici classici in bassa diluizione, e agiscono secondo i principi della similitudine sintomatologica e del sinergismo.
Lomeopatia propone un approccio globale che vuole considerare prima di tutto la costituzione, la
modalità reattiva o diatesi (quella che Hanemann chiamava miasma), e la ricerca del farmaco
biotipico, il cosiddetto simillimum: farmaco che nella sperimentazione fatta sulluomo sano(il
cosidetto proving) causa nella maggior totalità disturbi simili a quelli che è in grado di curare nelluomo malato.
Fra i farmaci omeopatici più frequentemente utilizzati per lemicrania ricordo: NUX VOMICA
soprattutto se lemicrania ha rapporto con problematiche digestive in un soggetto stitico e
stressato da un lavoro manageriale, collerico, con abitudini voluttuarie quali fumo e alcool, e
sonnolenza postprandiale; LYCOPODIUM: ha problematiche di fegato e intestinali, e cerca di costruire
unimmagine di sé importante compensatoria di un senso di inferiorità, con senso di essere decaduto
rispetto a passati tempi floridi; BELLADONNA: caratteristica pulsatilità, fenomeni vasomotori quali
rossore del volto, scatenamento col freddo; LACHESIS, se lemicrania è in relazione col ciclo
mestruale (emicrania catameniale) in un soggetto intollerante al caldo e spesso con problematiche di
gelosia e la sensazione di non essere abbastanza amato/a; BRYONIA: emicrania peggiorata dal caldo e
dalla collera, migliorata comprimendo fortemente il capo. CHELIDONIUM: sede sovra orbitaria destra
con sensazione di laccio stretto intorno alla fronte. GLONOINUM: aggravata dai minimi movimenti e
scosse, dal calore del sole, associata a sensazione di violento afflusso di sangue alla testa.
Infine si suggerisce di evitare o ridurre il consumo di alimenti ricchi di istamina e tiramina o
istamino liberatori quali: carni suine, formaggi fermentati, pomodoro, vino, birra, superalcoolici,
carni in scatola, cioccolato, fragole, noci, arachidi, mandorle, crostacei e molluschi, formaggi stagionati, sardine, acciughe, sgombro, salmone affumicato.
Mia madre (83 anni) ha un tasso di acido urico piuttosto alto negli ultimi mesi e comincia ad avere qualche dolore alla gamba e le gambe gonfie la sera.
Oltre all’attenzione ai cibi, volevo chiedere se c’è qualche rimedio che possa aiutare a non far accumulare o ad eliminare l’acido urico in eccesso.
Grazie.
Lacido urico è il prodotto della degradazione delle purine, sostanze costituenti gli acidi
nucleici, in particolare lacido desossiribonucleico(DNA). Un suo aumento nel sangue può essere
determinato o da una eccessiva produzione, o da un eccesso di assunzione con la dieta, soprattutto
carnea, o da una ridotta eliminazione, per la quale compete soprattutto lalcool. È per questo che
abbondanti libagioni, specie a base di proteine animali e accompagnate da assunzione di alcoolici,
possono scatenare quello che viene definito attacco acuto di gotta, dovuto al fatto che leccesso
di acido urico passa dal sangue nei tessuti articolari scatenando una reazione infiammatoria
vivacissima e dolorosissima, che spesso, ma non esclusivamente , interessa larticolazione
dellalluce. Oltre che nelle articolazioni lacido urico può precipitare nelle vie urinarie determinando la formazione di calcoli.
Per curare questa affezione la medicina convenzionale si affida a farmaci come lallopurinolo, che
riduce la sintesi dellacido urico, utile quindi per la prevenzione; alla COLCHICINA e ai FANS (soprattutto lindometacina) per curare lacuzie.
La medicina naturale in particolare lomeopatia, utilizza soprattutto tre farmaci: il COLCHICUM
(articolazioni colpite rosse, migliorano col calore e si aggravano col freddo), il BENZOICUM ACIDUM,
il LEDUM PALUSTRE (articolazione gonfia, calda, pallida, aggravata dal caldo e migliorata dal
freddo) da soli o in associazione, preferibilmente alla diluizione/dinamizzzazione 5 CH. La
frequenza delle somministrazioni è mediamente tre volte al giorno, ma anche più spesso in fase
acutissima (ogni ora) , diradando via via che la sintomatologia si attenua. Nel periodo fra le crisi
è possibile continuare un mantenimento a scopo preventivo, con frequenza delle somministrazioni anche solo di una volta al giorno, per periodi medio lunghi, anche diversi mesi. Analoga indicazione ha lomotossocologico LITHIUMEEL in compresse.
Nella gotta cronica il fitogemmoterapico FRAXINUS EXCELSIOR D1 (macerato glicerico) può favorire la regolarizzazione dei valori elevati di acido urico nel sangue.
Per quanto riguarda le gambe gonfie la sera è verosimile che si tratti di un problema di stasi
venosa magari favorita dalla scarsa mobilità e posizione declive delle gambe; è opportuna comunque anche una valutazione della funzionalità cardiaca e renale.
Salve, come è possibile curare in modo naturale la fame nervosa? Esistono delle sostanze naturali o
erbe che “demotivano” il cervello a farti credere di avere fame o aver bisogno di mangiare?
A me per esempio non fa effetto nulla che mi blocchi il senso di fame o quello di sazietà, perché il
mio mangiare è dettato da schemi associativi indipendenti dallo stimolo della fame (es. mangio compulsivamente ogni volta che torno a casa).
Il problema va visto in chiave globale. Lassunzione di cibo e in particolare dei carboidrati è uno
dei sistemi che portano alla liberazione di dopamina a livello del nucleo accumbens cerebrale.
Questa gratificazione che da piacere e motivazione tende per ovvi motivi a reiterarsi e a
contrastare lo stress, quando questo inonda di cortisolo il nostro cervello; lo stress può essere
non cognitivo (da inquinanti chimici e fisici), sul quale dobbiamo agire rimuovendo le cause e
detossicando la matrice connettivale; e/o cognitivo cioè dovuto ai pensieri conflittuali e alle
emozioni: e siccome questo secondo tipo di stress è legato alla nostra interpretazione della realtà,
a sua volta frutto di condizionamenti culturali, educazione e pregiudizi. È anche a questo livello
che dobbiamo lavorare, per deprogrammare il nostro software cerebrale, e sostituirlo con un
software più tollerante (questo può essere il ruolo della psicoterapia). Il BRS (Brain Rewarding
System, sistema di gratificazione cerebrale) è sensibile anche ad alcool, droghe, nicotina,
oppiacei. Quindi per risolvere il problema non basta dare lordine: non fumare, non bere, non
mangiare, perché si rischia di spostare il problema su un altro strumento di gratificazione, a volte addirittura più pericoloso.
Se interveniamo solo con una terapia sintomatica magari proibizionistica il rischio è proprio quello
di spostare la nostra attenzione verso unaltra forma di dipendenza, perché tutte le forme di
dipendenza, farmacologiche, psichiche relazionali, esprimono la necessità di aumentare la produzione di dopamina.
Possiamo anche intervenire con un supporto farmacologico preferibilmente naturale, per esempio con
SEROTONINA D6, 15 gocce x 3 volte al giorno, eventualmente associata a ANTIAGE FAM, 3 granuli
mattina e sera in caso di bisogno. E con farmaci naturali fitoterapici, omeopatici, omotossicologici
rivolti al superamento degli stati di conflittualità che generano ansia (IGNATIA, VALERIANA HEEL ,FLORITERAPIA). Può avere il suo ruolo anche una adeguata psicoterapia.
Ma dobbiamo avere sempre la percezione di quanto il problema sia molto più complesso e quindi non
gestibile solo con un approccio mono farmacologico e/o proibizionistico. Non a caso Jung affermava
che tutto ciò a cui si resiste persiste. Bisogna coltivare emozioni positive e interessi anche di
carattere relazionale e culturale che portino a sostenere il BRS (sistema di gratificazione) in
maniera socialmente e individualmente non pericolosae compulsiva; questo permetterà di uscire
senza danni dal circolo vizioso delle dipendenze, perseguendo la creazione e il mantenimento di
relazioni e comportamenti fisiologicamente gratificanti e non pregiudizievoli per la propria integrità psicofisica.
Sono Graziella, ho 59 anni e vorrei chiedere come comportarmi di fronte ad una diagnosi di sindrome
di Guyon, dove mi ritrovo con perdita del senso del tatto e formicolii sopratutto al mignolo e parte del pollice della mano sinistra.
Uso le mani in quanto terapeuta shiatsu ho fatto arnica compositum fiale, poi apis 15 ch e bryonia 9
ch. Il problema esiste da un mese e non ho visto ancora miglioramenti. Non sussistono patologie di altro genere: se avesse qualche consiglio le sarei molto grata.
La sindrome della loggia di Guyon è lequivalente della sindrome del tunnel carpale, solo che in
questo caso è interessato il nervo ulnare nel suo passaggio a livello di un canale osseo fra i due
ossicini del carpo, losso pisiforme e losso uncinato. È caratterizzata da un grado variabile di
sofferenza del nervo ulnare, spesso determinato da una tendinite o meglio tenovaginite, per cui si
crea una compressione sul nervo. Il nervo ulnare è un nervo misto sensitivo e motorio
particolarmente importante, responsabile dei movimenti fini della mano perché innerva i muscoli
lombricali e interossei. La sofferenza può essere di vario grado e possiamo avere disturbi sensitivi (dolore e parestesie) a livello di mignolo e parte dellanulare, e motori. La terapia è in relazione al livello di interessamento, documentato dallo studio dellelettromiogramma e dalla velocità di conduzione del nervo ulnare al polso.
Può essere quindi necessario anche lintervento chirurgico per decomprimere il nervo se la terapia
conservativa con FANS (farmaci antiinfiammatori non cortisonici) o strumentale fisica non abbia prodotto lesito desiderato.
Nel campo delle medicine naturali ci sono margini di intervento terapeutico con lAgopuntura, la
mesoterapia locale con farmaci omotossicologici, e farmaci omotossicologici ed omeopatici per via
generale come lARNICA, la BRYONIA, la RUTA, lAPIS HOMACCORD gocce per il suo effetto drenante sulle ritenzioni idriche
Consiglio comunque un approfondimento con gli esami elettrofisiologici suddetti, che estenderei
anche al territorio del nervo mediano, dal momento che nel tuo caso viene riferito anche un dolore
al pollice, e il pollice non ha nulla a che vedere con il nervo ulnare e quindi con la sindrome della loggia di Guyon.
Per inviare le domande, non esitare a scriverci a redazione@scienzaeconoscenza.it specificando come oggetto della mail “domanda per il dottor Valesi”.
Chi è Vincenzo Valesi
Laureato in medicina, svolge la sua attività professionale in qualità di medico di famiglia,
integrando nella pratica clinica di tutti i giorni le conoscenze e gli insegnamenti delle medicine
non convenzionali con quelle della medicina accademica classica. Da quasi trentanni si dedica allo
studio e alla pratica delle medicine non convenzionali, tra cui: agopuntura, auricoloterapia,
omeopatia, omotossicologia, medicina manuale, podokinesiologia, podologia, riflessologia e
iridologia secondo Bourdiol, fitoterapia, medicina estetica biologica, floriterapia,
elettroagopuntura secondo Voll. Ha partecipato e continua a partecipare a numerosi seminari e gruppi di studio sulle medicine non convenzionali, in varie parti dItalia.
Vincenzo Valesi
I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia >> http://goo.gl/ibV7n Macro Edizioni
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Ottobre 2011
Formato: Libro – Pag 463 – 17×24
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__i-rimedi-naturali-del-medico-di-famiglia-libro.php?pn=1567
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