Da cosa nasce l’ansia e come possiamo risolverla

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Da cosa nasce l’ansia e come possiamo risolverla

Psicologia Quantistica

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Un percorso nella nostra intimità per capire da dove arriva l’ansia e come domarla, attraverso un
cammino di psicoterapia

Carmen Di Muro – 19/03/2024

Quando siamo centrati su obiettivi, stati d’animo e pensieri che non rispecchiano la nostra missione
vitale più elevata, il nostro campo energetico diventa maggiormente sensibile all’azione di basse
vibrazioni, che trovando terreno fecondo sul quale attecchire, non permettendogli di manifestarsi
armoniosamente.

Questi nuclei di energia discordante agiscono al di fuori della consapevolezza e originano da traumi
ed esperienze dolorose avvenute all’interno di relazioni intime, soprattutto nelle prime tappe dello
sviluppo infantile, che plasmano il nostro mondo interiore, che non sempre raggiunge una maturazione
sana, ma al contrario diventa contenitore di energie emozionali disturbanti, che possono rimanere
latenti anche per tutta la vita divenendo fonte di malessere e disturbi somatici. Ma l’attimo
presente ci dà sempre la possibilità di evolvere, cambiare e aprirci in modo diverso al ventaglio
delle possibilità, di risolvere e chiudere i conti con un passato doloroso e di trasformare la
vecchia energia in luce di guarigione. Infatti, la maggior parte delle situazioni intercorrenti
fanno da stimolo per l’emersione di emozioni non digerite, bloccate per delle ragioni che attingono
a come la vita emotiva della persona è stata modellata. Ma attraverso cosa possiamo capire che si
sono creati dei sedimenti energetici che inibiscono il sano funzionamento del nostro mondo
interiore? Tramite quell’energia di fondo che funge da bussola per direzionarsi nelle onde
dell’universo emotivo: l’ansia. Nella maggior parte delle situazioni quotidiane, l’ansia viene colta
da ognuno come emozione in sé, ma al contrario è solo il segnale di un groviglio di energie
emozionali che si agita dentro di noi e che non sappiamo decifrare.

Da cosa nasce l’ansia?

È questa l’energia che ci dirotta in quella tensione perenne tra passato e futuro: anticipando ciò
che deve venire e allo stesso tempo, bloccandoci in un passato che non vogliamo rivivere. L’ansia è
frutto di diverse dinamiche interiori e delle relazioni che intessiamo con gli altri. Al di sotto di
essa, c’è sempre uno stato emotivo celato, che molto spesso viene inibito nel suo manifestarsi,
soprattutto quando trova origine nei confronti di quell’“alterità” significativa da cui ci lasciamo
sottilmente direzionare e che, senza saperlo, diventa fonte di emozioni sia positive che negative.
Positive perché è ciò che dà alla nostra vita stabilità, e negative perché, al contempo, non
rispecchia profondamente il nostro modo di essere. Ed è proprio quando lo scarto tra un sentire
positivo e negativo nei confronti di una situazione o una persona che abbiamo a cuore aumenta, che
sorgono i problemi. Si entra in uno stato di conflitto interiore, e per camuffare la rabbia, la
paura, mista all’amore, sentimenti questi apparentemente inconciliabili, il nostro essere reagisce
producendo una struttura di “energia ansiosa” che ci tutela, per non mettersi di fronte allo
specchio, per evitare il confronto con se stessi e con ciò che proviamo.

Partendo da questo sentire che toglie il fiato, però, ci è data la possibilità di addentrarci in
punta di piedi nella nostra intimità, per capire meglio di noi, ciò che non sappiamo e che ci fa
paura vedere, lasciandoci traghettare dolcemente lungo il viaggio che essa compie all’interno del
nostro organismo. E la scienza oggi ci aiuta sempre più a decifrarne i segnali, direzionando il
nostro sguardo verso la presa d’atto delle vie di scarico corporee che l’ansia utilizza per
manifestarsi, offrendo una mappa delle emozioni inconsce e sepolte che la generano e delle relative
difese utilizzate per evitare di sentire qualcosa che emerge e che fa male. Ed è proprio allora che
per evitarne il contatto noi la schiacciamo giù, la reprimiamo attivando difese che danno luogo alla
maggior parte di quei sintomi somatici, che diventano voce narrante di una storia di dolore che
solca le tracce dell’anima. E il corpo non mente, con i suoi malesseri, i suoi affanni, i suoi
dolori.

Ma la nostra vecchia storia può divenire nuova storia nel momento in cui si contattano le emozioni
inespresse, lasciandole scorrere liberamente, riportandole alla coscienza e riconoscendole come
flusso energetico che muove la nostra carne. Ed è qui che un cammino di psicoterapia centrato
sull’integrazione diviene la strada capace di illuminare l’intimità interiore, fino alla
ricomprensione del sé più profondo che conduce all’anima.

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