DARE IN CARITA’

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DARE IN CARITA’

Alcune riflessioni su come eseguire il nostro dovere, indicato da Krishna stesso, di compiere atti
di carità

di Krisnanandini Devi Dasi

Ho un vivido ricordo delle numerose volte in cui mia madre mi portava in chiesa con i miei fratelli
e le mie sorelle – il canto sincero dei gospel, la predica toccante, le suppliche per le anime
perdute affinché potessero riunirsi alla chiesa. Ricordo che venivano passati dei cestini per
raccogliere il denaro a sostegno della chiesa e delle sue varie attività e ricordo bene anche il
canto che generalmente accompagnava queste collette. Ancora oggi sento nella mente l’eco delle
consuete e famose parole di quel canto: “Non puoi dare più di Dio, in qualunque modo tu ci provi.
Più dai, più ti darà. Continua a donare; vedrai che è proprio vero.”

A noi Vaisnava viene dato l’insegnamento di dare in carità, perché l’atto del dare favorisce in vari
modi il nostro progresso spirituale. L’ingiunzione di dare in carità è particolarmente forte per i
capifamiglia o grihastha. Srila Prabhupada scrive: “Il compimento dei sacrifici, la carità e i
doveri prescritti sono raccomandati in modo particolare ai grihastha, ai capifamiglia.”
(Srimad-Bhagavatam 3.32.34-36, Spiegazione) Talvolta molti di noi hanno difficoltà a decidere come,
a chi e perfino perché dare in carità, ma come i devoti sinceri sono impegnati a mangiare solo cibo
offerto a Sri Krishna, così dovrebbero impegnarsi a dare regolarmente in carità una parte del loro
reddito. In questo modo, possono dare l’esempio agli altri su come guadagnare onestamente il denaro
e distribuirlo per la soddisfazione del Signore. La nostra offerta dovrebbe in qualche modo essere
connessa a Krishna.

Per esempio, quando contribuiamo ai programmi dell’ISKCON, sosteniamo il desiderio di Krishna che i
Suoi insegnamenti siano diffusi ovunque. Il Signore Supremo è atmarama, soddisfatto in Se stesso.
Non ha bisogno delle nostre offerte, è totalmente completo in Se stesso ed è servito da centinaia di
migliaia di attente, entusiaste e pure dee della fortuna. Ciononostante ci indica di darGli in
carità. Perché? Perché questo atto ci purifica e ci rafforza spiritualmente. Dare in carità a
Krishna è per noi un modo di riconoscere che tutto appartiene a Lui. “Se per la grazia del Signore
otteniamo la ricchezza materiale, la fama, il potere, l’educazione e la bellezza, è nostro dovere
considerare che sono tutti doni del Signore e devono essere usati per il Suo servizio, non per il
nostro piacere.” (Libro di Krishna, Capitolo 81)

I Benefici del Dare in Carità

Dare in carità purifica il nostro cuore perché ci aiuta a distaccarci dalle cose materiali e ci
libera dal desiderio di ottenere i frutti delle attività interessate. Dare in carità purifica la
nostra situazione finanziaria e la ricchezza che abbiamo accumulato. Immaginate l’immenso universo
come una banca. La carità che diamo è come un deposito in quella banca, i dividendi sono la
purificazione del nostro cuore o un’inaspettata soddisfazione dei nostri bisogni. Dare in carità ci
permette di mettere il nostro denaro dove abbiamo il cuore. Se il nostro cuore è diventare coscienti
di Krishna, sostenere la missione di Sri Caitanya, sapere che la sincera pratica della coscienza di
Krishna è un bene per tutto il mondo, possiamo dimostrarlo dando regolarmente e facendo la nostra
parte per assicurare che questa missione si diffonda e sia mantenuta. Infine, dare in carità
soddisfa Krishna e accresce la nostra fede.

Barriere e Ostacoli nel Dare

“Non ho abbastanza denaro da dare in carità” è una frase che sentiamo spesso. Talvolta i devoti
pensano di non aver sufficienti entrate per mantenere la famiglia, allora perché dovrebbero dare in
carità? Una ragione è che dare in carità alle persone giuste accresce la fede. Per il semplice fatto
di seguire l’indicazione di dare in carità, vedremo che Sri Krishna continua a provvedere alla
nostra famiglia. Spesso i devoti vogliono fare qualcosa di grande per il Signore e aspettano finché
“saranno in una situazione migliore”, ma la situazione migliore non arriva mai. Una persona anonima
ha fatto questa concisa affermazione: “Tra le grandi cose che non possiamo fare e quelle piccole che
non faremo, il pericolo è che non faremo mai nulla.” Determinazione e dedizione nel dare in carità
sono più importanti del dare grandi cifre.

Un altro ostacolo può essere che la persona che dà non ha fiducia in coloro che riceveranno la sua
carità. Quando ero più giovane mia nonna e mio nonno (un ministro Battista) davano importanza al
fatto che si dovrebbe dare con sincerità la decima (il dieci per cento del proprio reddito) dopo
aver identificato un degno destinatario e poi confidare in Dio per i risultati. In altre parole, Dio
stesso punirà chiunque faccia cattivo uso della carità destinata a Lui. Dare in carità spesso può
significare sacrificio. Il Signore Supremo lo ricorda quando nella Bhagavad-gita (18.5) dice: “Gli
atti di sacrificio, di carità e di austerità non devono mai essere abbandonati, bisogna compierli.
In realtà, il sacrificio, la carità e l’austerità purificano perfino le grandi anime.”

Tre Tipi di Carità

Nella Bhagavad-gita Sri Krishna insegna agli esseri umani come condurre una vita pacifica in
coscienza di Dio e poi tornare da Dio, nella sua dimora originale. Egli dice ad Arjuna che tutte le
attività sono classificabili in tre categorie, conformemente alle tre influenze della natura
materiale: virtù, passione e ignoranza. Di conseguenza i cibi vengono classificati come virtuosi, in
passione e in ignoranza e così pure attività come dare in carità. Per averne un vero beneficio
spirituale e materiale, la carità dovrebbe essere fatta con saggezza. Prabhupada scrive: “Le
Scritture vediche raccomandano che la carità sia diretta alle persone impegnate in attività
spirituali.” (Bhagavad-gita 17.20, Spiegazione)

Arjuna fu istruito sulla carità secondo le tre influenze:

° La carità sotto l’influenza della virtù viene fatta per senso del dovere, nelle giuste condizioni
di tempo e di luogo, a una persona che ne è degna e senza aspettarsi niente in cambio. (Bg. 17.20)

° La carità compiuta con la speranza di una ricompensa o fatta a malincuore, appartiene alla
passione. (Bg. 17.21)

° La carità fatta in tempi e luoghi inopportuni, a persone indegne, o compiuta in modo irrispettoso
o sprezzante, appartiene all’ignoranza e genera risultati o conseguenze negativi. (Bg. 17.22)

Il Dilemma della Carità

Il concetto di dare regolarmente in carità una parte del proprio reddito intimorisce molti devoti.
Anche se sappiamo che dare in carità regolarmente è un traguardo a cui i capifamiglia dovrebbero
aspirare, qualche volta siamo ancora confusi su come applicare questo principio. Data la loro
situazione finanziaria, alcuni devoti non sanno decidere come e quando dare in carità. Dal Nettare
dell’Istruzione apprendiamo che seguire semplicemente tutte le regole senza comprenderne lo scopo
può causare una caduta. Pertanto cerchiamo di comprendere lo scopo del principio della carità:

• Tutto appartiene a Krishna; perciò, quando offriamo qualcosa al servizio del Signore, stiamo
soltanto riconsegnando al vero proprietario ciò che Gli appartiene.

• Donare – regali, prasadam, denaro, tempo, talento – è un modo di dimostrare il proprio amore. È
uno dei sei scambi d’amore tra devoti. La vita spirituale è una cultura del dare.

• Dare in carità è un sacrificio che purifica la ricchezza di una persona. Se la ricchezza non viene
purificata, sarà spesso impiegata in spese legali, spese mediche, tasse, rubata dai ladri e così
via.

• Anche quel poco dato per il servizio a Dio ricompensa il donatore centinaia e migliaia di volte.

• Srila Prabhupada diceva che lo scopo del movimento per la coscienza di Krishna è creare persone
che “sappiano riflettere in modo indipendente”. Egli voleva che usassimo la nostra intelligenza e la
nostra creatività per realizzare gli insegnamenti delle Scritture in cooperazione con gli altri
devoti.

L’idea è cominciare a dare in modo consistente una certa percentuale per sostenere la missione della
coscienza di Krishna progettando di aumentare gradualmente questa percentuale. Per i capifamiglia
questo è un dovere sacro e necessario. Quando il Signore vede il nostro impegno costante a dare in
carità, ci aiuterà a farlo, dall’interno e dall’esterno. In una lettera (24 gennaio 1977) Srila
Prabhupada scrisse: “Krishna vi darà l’intelligenza per impegnarvi in uno splendido lavoro onesto e
glorioso per Suo conto. Non c’è bisogno d’impegnarsi in qualcosa di disonesto. Krishna ha dato
denaro sufficiente. Ora guadagnate con metodi onesti.”

A Chi si Dovrebbe Dare?

L’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (ISKCON), un ramo dell’albero di Caitanya,
ha molte idee, progetti e persone impegnate nella missione di Srila Prabhupada. Immaginate che cosa
succederebbe se migliaia di devoti impegnati a dare in carità sostenessero con regolarità queste
iniziative. Per esempio, il Tempio del Planetario Vedico a Mayapur viene costruito sulla base della
visione e delle istruzioni di Srila Prabhupada. La sua costruzione procede perché devoti generosi e
fedeli danno in carità per realizzare questo stupendo progetto. Molti sannyasi ed altri devoti
anziani viaggiano per assicurarsi che il messaggio di Sri Caitanya venga diffuso. Molti contano
sulle donazioni e sulla carità per fare il proprio servizio disinteressato.

I templi e i Programmi Nama Hatta hanno bisogno di sostegno per distribuire con costanza il prasadam
e la conoscenza spirituale. In particolare, dovremmo sostenere l’istituzione Hare Krishna locale
dove ci siamo rafforzati e illuminati. Un’anziana Vaisnava con un piccolo reddito fisso ha scelto di
sostenere il primo tempio di Srila Prabhupada al numero 26 della Second Avenue donando 51 dollari al
mese dal suo conto corrente. “Voglio sostenere in ogni modo per quanto posso il grande lavoro di
Srila Prabhupada,” dice. Ha dato in carità per sostenere dei sannyasi, la distribuzione di libri, la
cura e il mantenimento delle mucche, devoti anziani come lei e ancora altro.

Un marito e una moglie, ambedue professionisti, non hanno figli ma hanno scelto di sostenere molti
devoti predicatori e i loro principi. La loro carità è regolare, determinata e costante. Mi hanno
detto che lavorano per poter dare in carità e compiere questo importante servizio nel grihastha
asrama. Vaisnava Care, il Grihastha Vision Team, il Festival of Inspiration, gli archivi dei libri
di Srila Prabhupada, la protezione della mucca – così tanti sforzi validi hanno necessità del nostro
sostegno e possiamo sostenerne più di uno per volta.

Il Beneficio Ultimo

Infine, dare in carità fa bene all’anima e dà molto beneficio a chi dona. Come Srila Prabhupada
scrive nel Libro di Krishna(Capitolo 81) “In realtà, quello che il devoto offre al Signore non è
necessario al Signore. Egli è autosufficiente. Se il devoto offre qualcosa al Signore, agisce per il
proprio interesse, perché qualunque cosa il devoto offra al Signore ritorna in una quantità milioni
di volte superiore a quanto era stato offerto. Non c’è perdita nel dare al Signore, ma un guadagno
milioni di volte superiore.”

Krisnanandini Devi Dasi, discepola di Srila Prabhupada, è una Certified Family Life Educator è
Ministro per la Coscienza di Krishna nello Stato dell’Ohio, presidentessa del Grihastha Vision Team
dell’ISKCON e co-direttrice con suo marito, Tariq Saleem Ziyad del Dasi-Ziyad Family Institute a
Cleveland nell’Ohio.

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