Dare per vivere

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Dare per vivere

di Karnamrita dasa

Perchè il bhakti yoga è totalmente centrato sul dare

Come potrei spiegare a qualcuno in un momento il mio percorso di bhakti-yoga, della coscienza di
Krishna? A volte le persone mi chiedono casualmente in che cosa credo, cercando una comprensione
sintetica e forse in questo modo sapranno come classificarmi. Vorrei che le persone comprendessero
che nell’universo c’è soltanto un unico sistema divino, conosciuto con innumerevoli nomi e
rappresentato da molte religioni. Tuttavia faccio del mio meglio cercando il modo di condividere ciò
che ci fa simili pur sottolineando le differenze.

Oltre a tutta la sua filosofia e a tutte le sue idee più esoteriche, il percorso, che io seguo, il
Vaishnavismo Gaudiya, il bhakti-yoga, incarna verità universali accettate dalla maggior parte delle
religioni e degli spiritualisti. Per esempio, l’idea che la nostra posizione sia migliore quando
diamo o siamo in coscienza di dare anziché di “prendere” è una verità compresa dai seguaci di tutte
le religioni. Inoltre le persone capiscono che dare è prendere, che cioè il dare nutre e beneficia
colui che dà. Quando diamo, la nostra anima si espande o si risveglia, ma quando prendiamo con
egoismo, la nostra anima si contrae e diventa più coperta. In senso lato la coscienza di Krishna
verte soprattutto sull’imparare a dare anziché a prendere perciò le persone vengono incoraggiate a
iniziare il processo del dare – ovunque e in quasiasi modo.

Dare a Dio e alle persone sante è la forma più elevata del dare, perché in questo modo riceviamo il
vero beneficio di dare, ma ognuno dovrebbe essere incoraggiato a dare in base alla propria
realizzazione. Il mondo materiale è il luogo dello sfruttamento, mentre il mondo spirituale è il
luogo della totalità del dare nella pienezza dell’amore spirituale. Sul piano più elevato di amore
nel dare spirituale non ci sono calcoli materiali, ma soltanto la perfetta espressione della propria
naturale tendenza ad esprimere amore dando la totalità del proprio essere. Lo scopo della bhakti è
far rivivere questo amore innato per Krishna e per tutto ciò che è in relazione con Lui. La Gita
consiglia diversi livelli del dare in base alla propria coscienza, ma tutti dovremmo capire lo scopo
ultimo del dare: soddisfare Dio, Krishna, realizzando la nostra eterna natura di servitori che
cooperano con Lui, nostra sorgente, e a Lui danno.

Il risultato del nostro dare varia in base a dove e a chi la nostra motivazione ci ispira di dare.
Tuttavia, indipendentemente dalla nostra comprensione, dovremmo imparare a dare come nostro modo di
vivere. Una parte non fa il tutto, ma il principio del dare lo fa. Per esempio, tutti possono dare
qualcosa per beneficiare l’umanità, gli esseri viventi in generale, l’ambiente e via dicendo. Dare o
sacrificare la nostra ricchezza per una buona causa è benefico e purificante. Nel Quarto Capitolo
della Gita (4.31), dopo aver descritto vari tipi di sacrificio, Krishna dice: “Senza sacrifici
[dare] non si può vivere felici su questo pianeta o in questa vita; che dire della prossima?”

Nel Decimo Capitolo (10.25) Krishna afferma che tra i molti sacrifici consigliati o modi di dare
Egli è il canto del japa, il dolce canto del mantra Hare Krishna sui grani. In aggiunta al japa, Sri
Caitanya venne per portarci il canto del santo nome in gruppo, il sankirtana. Perciò, in qualsiasi
modo cantiamo il santo nome questa è la forma suprema del dare, con beneficio per noi e per chiunque
ascolti il santo nome. Questo è il potere del nome di Dio. Krishna è misericordiosamente presente
nel Suo santo nome e chiunque lo ascolti ne riceve il più grande dei benefici. Questa comprensione
verrà con l’esperienza e con l’educazione, perché richiede qualche modifica dei nostri concetti e
dei nostri modi di pensare.

Il più Meritevole Beneficiario del Dare

Quando comprendiamo la nostra vera natura di donatori, dovremmo cercare un beneficiario a cui dare
senza alcun limite. Solo Dio può accettare senza limiti e ricompensarci in una maniera che ci
soddisfi pienamente. Il dare supremo è offrire la nostra anima a Dio per amore. Siamo già Suoi, ma
secondo la coscienza materiale serviamo o diamo al corpo, alla mente e ai sensi. Questo modo di dare
egoistico ci imprigiona. Quando cominciamo a restituire a Krishna, cominciamo a comprendere la
nostra natura di anime e il nostro vero interesse personale nel servirLo. Quale tipo di dare o di
servire Krishna, Egli glorifica di più nella Bhagavad-gita? Quasi alla fine del libro Krishna dice
che chiunque insegni il segreto più confidenziale della coscienza di Krishna otterrà il puro
servizio devozionale e tornerà a Lui. Inoltre, Krishna afferma: “Non esiste al mondo un servitore
che Mi sia più caro di lui e mai nessuno Mi sarà più caro.” (Bhagavad-gita 18-69) Queste parole
dovrebbero ispirarci ad abbracciare completamente l’idea che dare significa vivere.

Il Ruolo dell’Intenzione

Dovremmo riflettere profondamente su come dare sia il fondamento dell’esistenza che determinerà il
nostro futuro in questa vita e nella prossima. Se togliamo il nostro dare da dove dovrebbe essere
dato, allora stiamo dando alla nostra illusione, alla nostra pigrizia, ai nostri giudizi negativi o
al nostro egoismo. Dare coinvolge l’uso del nostro corpo, ma comprende anche le nostre emozioni –
amore, odio, invidia, collera, compassione e via dicendo. I risultati del nostro dare sono
determinati dalla nostra intenzione e anche dalle tre influenze della natura materiale, come viene
illustrato nel Quattordicesimo Capitolo della Bhagavad-gita. La nostra intenzione di dare come
devoti di Krishna dovrebbe essere quella di beneficiare tutti nel miglior modo.

Possiamo analizzare le nostre intenzioni quando diamo a Krishna e chiederci quanto stiamo dando e
quanto trattenendo. Possiamo applicare questa considerazione del nostro sacrificio nel canto del
santo nome: sto dedicando la mia attenzione al nome di Krishna o ai miei attaccamenti e ai pensieri
della giornata? La nostra natura di anime è dare a Krishna, come una parte del corpo serve l’intero
organismo. Quando diamo a Krishna e Lo amiamo diamo beneficio a tutte le anime, che sono parti di
Lui e quando diamo alle altre anime e le amiamo, vediamo questo scambio relazionato a Krishna, che è
dentro di loro. Tutti qualche volta danno qualcosa, ma come aspiranti devoti dobbiamo diventare
donatori consapevoli.

Meditazione sul Dare

Ho scoperto che pensare che la natura dell’anima è dare è una potente meditazione: “Io sono un
donatore. La mia vita è un tesoro. Uso la mia ricchezza per dare. Ogni giorno mi dà l’opportunità di
condividere quello che mi è stato dato. Che in ogni momento possa chiedere a me stesso: “Che cosa
do? Dove do? A chi do? Qual è la mia motivazione nel dare?” Un esempio di questa meditazione sul
canto potrebbe essere la seguente: “Canto il mio japa giornaliero del mantra Hare Krishna? Che cosa
do? Do il mio tempo, la mia attenzione e le preghiere per raggiungere la perfezione dell’amore.

Do il mio tentativo di amare. “Quando do? Do in ogni momento del presente. “Dove do? Do nella mia
mente, nel mio cuore e in questa stanza attraverso la mia voce. “A chi do? Do a Radha e Krishna con
il canto dei Loro santi nomi, all’Anima Suprema nel mio corpo e all’interno di ogni cosa e alle mie
Divinità personali. “Perché do? Do per soddisfare Radha e Krishna, per purificare la mia coscienza
materiale, per risvegliare la mia eterna natura di eterno servitore di Krishna. Do per dovere di
servire il mio guru, Sri Caitanya e tutti i devoti. Do come adorazione e preghiera per raggiungere
la perfezione.”

Karnamrita Dasa, iniziato nel 1970 da Srila Prabhupada, ha seguito molti metodi di guarigione con
tecniche energetiche. Lavora spesso con sua moglie, Arcana Siddhi Devi Dasi, nell’organizzazione di
workshop per una crescita personale e spirituale. Vivono nella comunità di devoti del Prabhupada
Village, in una zona rurale del North Carolina. Questo articolo è tratto dal suo libro “Dare per
Vivere”.

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