Dharana – Dhyana – Samadhi

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Dharana – Dhyana – Samadhi

di Breccia Lamberto

“La concentrazione è il confinarsi della mente entro un area mentale
limitata (oggetto della concentrazione). Y.S. Vibhuti Pada,1.

E’ molto difficile parlare di astrazione, concentrazione e meditazione come
se fossero delle parti a se stanti, isolate.questa separazione può essere
fatta in un contesto intellettuale, ma da un punto di vista pratico è
assolutamente impossibile.

Dharana, dhyana, samadhi, sono tre stadi di un unico processo.

Mano a mano che il grado di concentrazione aumenta si passa da uno stadio
all’altro.sfociando poi nel Samadhi o enstasi, in cui ogni dualità, ogni
contenuto, si riassorbe nella pura coscienza.

Padroneggiando questo processo, che Patanjali definisce Samyana, si
consegue la luce della conoscenza. (Y.S. III, 5 ).

Premettiamo innanzitutto che la concentrazione di cui si sta parlando non è
forzata, non dipende da un atto coercitivo nei confronti della mente, ma
dovrebbe nascere da una sua naturale richiesta di raccoglimento e di
unificazione.

Dharana consiste nel tenere la mente occupata nelle considerazioni
dell’oggetto scelto ai fini della concentrazione, e riportarla continuamente
a tale attenzione ogni volta che si lasci catturare da qualcosa di estraneo.

Riducendo progressivamente queste interruzioni sino alla loro eliminazione,
si arriva a vivere un altissimo grado di attenzione in cui la presenza
sempre più forte non lascia spazio alle possibili impressioni che possono
emergere e causare disturbo.

Tatra pratyayaikatanata dhyanam.

Il flusso ininterrotto (della mente) verso l’oggetto(scelto per la
meditazione) è la contemplazione-meditazione. (Yoga Sutra III, 2.). I.K.
Taimni -Ubaldini editore.

L’unica cosa che contraddistingue la meditazione dalla concentrazione,
dhyana e dharana, è proprio la continuità di attenzione posta all’oggetto di
meditazione.
Quando il flusso è continuo e senza interruzioni si ha la meditazione.

L’esempio classico è quello dell’olio che viene travasato da un vaso
all’altro, quì il filo di olio scorre fluido e ininterrotto.

In questa continuità di consapevolezza ogni distrazione viene eliminata e
dopo un lungo e costante esercizio, la mente si stabilizzerà, rendendosi
docile e disponibile. Diventerà cioè quello che in realtà è già, uno
strumento della coscienza, del Purusa.

Come naturale conseguenza di questo altissimo livello di attenzione, avviene
la fusione della coscienza con l’oggetto della meditazione ….questo è il
Samadhi.

Tad evarthamatra – nirbhasamsvarupa – sunyam iva samadhih. (Yoga S. III, 3.)

La medesima (meditazione), quando assume solo la formaessenziale
dell’oggetto e non quello della rappresentazione mentale, dicesiSamadhi.
(Yoga S. III, 3. Ed. Asram Vidya).

Il samadhi è il fondersi della coscienza con l’essenza dell’oggetto di
meditazione.

Questo significa che grazie al samadhi o stasi contemplativa il pensiero
conoscerà l’oggetto senza l’aiuto delle categorie dell’immaginazione
(kalpana), e l’oggetto si rivelerà nella sua natura più essenziale, “in sé
stesso” (svarupa).

Eliminando l’illusione e l’immaginazione nella contemplazione pura, si attua
una coincidenza reale tra la conoscenza dell’oggetto e l’oggetto della
conoscenza.
Grazie a ciò si ha uno svelamento sempre maggiore della Realtà.

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