Dhyana – La meditazione, negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba
Tratto da:
DHYANA
La meditazione, negli insegnamenti di Sri Satya Sai Baba
Mother Sai Publications
– In conversazione col Bhagavan –
Mai come nelle conversazioni dirette e personali Sai Baba rivela, con stu- pefacenti particolari, i
problemi che un cercatore incontra durante il suo percorso. Nel leggere queste interviste, tratte
qua e là da quelle raccolte e redatte da Hislop, ognuno di noi può cogliere la risposta alla domanda
che avrebbe voluto fare a Svami. II Divino Maestro non economizza le Sue esortazioni e al fortunato
lettore parrà di avere continuamente al suo fianco il guru che ha sempre sospirato d’avere.
Hislop – Che medicina mi consiglia il Medico Supremo dello spirito?
Sai – La meditazione. La prima cosa che acquisirai nella meditazione è il con- trollo dei sensi. Lo
yoga sarà di sostegno al tuo corpo. Quando la mente è stabile, giunge automaticamente la
concentrazione e, in questa concentrazio- ne, la tua mente sarà in pace.
(CB 32)
– Esiste l’Atma, non la mente –
Hislop – L’automobile su cui ci troviamo ha delle caratteristiche naturali, che oltrepassano le
connotazioni di bene e di male. Se si muove, acquista veloci- tà e moto. Analogamente, quali sono i
poteri naturali della mente?
Sai – La mente non ha alcun potere. L’unico potere che ha è l’Atma Shakti, ossia il potere
dell’Atma, o Essenza Divina. In realtà, la mente non ha esi- stenza. Non c’è. La luna riceve luce
dal sole. Ciò che noi vediamo è il riflesso del sole. Quanto viene scambiato per mente è la luce
riflessa dell’Atma, il Supremo Sé che risplende nel cuore. In verità, c’è solo il cuore. Si
considera mente la luce riflessa, ma non è che un concetto, un modo di vedere. Esisto- no solo il
sole e la luna. (Un riflesso non è un terzo oggetto). In altri termini, la mente non può essere
paragonata ad un’auto. Una macchina ha una for- ma, mentre la mente non ha forma, in quanto non ha
una sua propria esi- stenza. Si può dire che la mente sia un tessuto di desideri. L’Atma, la Divina
Essenza irradia la Sua Luce sul cuore, sia esso puro o impuro. Un cuore pu- rificato e il desiderio
focalizzato unicamente su Dio è ciò che di meglio possa esserci.
Hislop – La mia mente e la mia intelligenza, in questo momento, sono in azione, indipendentemente
dalle sue qualità fini o rozze. Baba dice che l’unico pote- re è quello dell’Atma. Ma allora, perché
non vedo l’Atma, quello stesso At- ma che in questo preciso momento è all’opera servendosi del
complesso mente- intelligenza?
Sai – Si potrà vedere l’Atma in tutta la Sua purezza quando, per mezzo della pratica spirituale
(Sadhana), saranno rimossi gli ostacoli che impediscono una chiara visione. La vera disciplina non
consiste solamente nel sedersi in medi- tazione. La meditazione è una costante indagine interiore:
Chi sono io? che c’è di amabile in me? che c’è di aspro? La meditazione consiste nel riflettere sui
principi spirituali e nel cercare di mettere in pratica gli insegnamenti di Baba.
(CB 68-69)
Quanto tempo meditare?
Hislop – Nel sistema di Buddha, teso al rallentamento dell’attività mentale, si dedicava particolare
attenzione al “burma”. Svami, tu devi avere un mo- do migliore.
Sai – I1 sistema di Buddha, consistente nell’osservazione del respiro che entra ed esce dalle
narici, rappresenta solo una fase iniziale di alcuni minuti, allo scopo di preparare la meditazione.
Non esiste modo migliore per calmare la mente. C’è un solo modo. Sedendosi in meditazione, spesso ci
si chiede: “Quanto tempo dovrà durare?”. Ma non c’è risposta. Non c’è una durata particolare. In
realtà, la meditazione è un processo che si protrae per tutta la giornata. I1 sole splende e la sua
luce cade qua e là. Qual è la differenza fra il sole e la sua luce?
Hislop – Nessuna.
Sai – Allo stesso modo, tutto è Dio: pensieri, desideri, tutto è Dio. Ogni pen- siero va visto come
Dio.
Hislop – Però, Svami, rimane ancora il difficile problema di come rallentare l’attività della mente.
Sai – In verità, la mente non esiste. I1 problema è in ciò che si desidera. Quan- do l’unico
desiderio è incentrato su Dio, andrà tutto bene.
Hislop – Ma, durante la meditazione, la mente viene attraversata da una fol- la di pensieri e di
idee. Non si rende necessario acquietarla, affinché ci possa essere tranquillità nella meditazione?
Sai – Sì. La mente va tenuta a freno. Ad un certo stadio si fermerà. Se i desi- deri che si
presentano durante la meditazione vengono orientati all’unione con Dio, la mente subirà uno
spontaneo rallentamento. Non ci sono metodi particolari da usare; nessuna coercizione. I1 desiderio
non dovrebbe essere troppo intenso, o esagerato.
(CB 77)
– Domare la mente: ecco il problema! –
Hislop – Nell’impegno di questa disciplina, perché non è possibile fin dal pri- mo inizio adottare
il Signore come Maestro e abbandonarGli la propria vita?
Sai – (continuando a ridere) Non è così facile! È difficilissimo. Innanzitutto bisogna ammansire la
mente. È proprio come un elefante selvaggio nella fo- resta. Bisogna catturarla e addomesticarla.
Una volta soggiogata e domata, la mente è come un elefante da circo, che può essere indotto da un
ragazzino a stare su un piccolo sgabello. E questo è il risultato di allenamento e pratica.
Ospite – Mi pare assai difficoltoso allenare la mente. Perché non intrapren- dere il sentiero
dell’amore?
Sai – Anche amare non è facile. Nel mondo ci può essere un eccesso di amo- re, che genera azioni
squilibrate. Ma, mentre per il Divino l’amore non ha limiti e non corre pericoli, per il mondo
dovrebbe es- sere limitato. L’ignoranza non è così pericolosa come l’equivoco. In Ameri- ca il
cinema è considerato una fortuna, mentre in India corrompe e distrugge il rispetto per la
femminilità.
– I “Maestri” di Meditazione –
Ospite – Che dire dei guru americani?
Sai – C’è gente che viene dall’America, apprende uno yoga, torna in Ameri- ca, fonda
un’associazione, un “istituto Yoga” e vi si mette a capo. Costoro hanno letto qualche libro e poi
offrono una risposta a tutti i problemi. I1 ve- ro capo spirituale mette in pratica e vive la sua
filosofia, in modo che la gen- te guardi a lui e scorga nella sua vita il suo messaggio.
Hislop – Come dovremmo considerare questa moltitudine di guru che ci sono un po’ per tutto il mondo?
Per alcuni di loro, che sembrano svolgere un’otti- ma opera, Svami non ha parole di incoraggiamento.
Essi parlano molto bene del Divino e raccolgono molti discepoli.
Sai – I1 miglior comportamento è quello della persona che ammette di non conoscere Dio e che
suggerisce a coloro che lo seguono di condurre insieme la ricerca e di praticare la disciplina
spirituale. Ma costoro non fanno così. I1 loro metodo consiste nel raccogliere qua e là qualche
risposta e riportare delle nozioni come un registratore, arrogandosi della saggezza. Persone si-
mili hanno a casa propria un figlio su cui non esercitano alcuna autorità o influenza; non sanno
guidare la propria famiglia, ma si propongono a guida degli altri. È ridicolo.
Hislop – Altro tipo di guru è quello indiano che va in America. L’esempio più clamoroso proviene da
un uomo noto a livello internazionale e che ha anche qualche milione di seguaci. Per mezzo di lui
molta gente si interessa all’India, apprende la meditazione, e ci sono migliaia di ricerche sui
benèfici effetti nella vita dei seguaci. Non è forse un guru di un certo valore questo?
Sai – Un milione di persone in meditazione a gambe incrociate: nessuno ot- tiene la liberazione
dalla schiavitù. A che serve tutto ciò? Se almeno il guru ottenesse la liberazione, ne varrebbe la
pena. Ma non accade nemmeno que- sto. E il più piccolo errore che venisse compiuto provocherebbe un
gran dan- no. Tutto ciò è una trappola che corrompe sia il guru che il discepolo. Gli apparenti
benefici sono soltanto momentanei, non permanenti. Tu hai avuto una considerevole e autentica
esperienza. Vuoi essere un guru?…
(CB 162-163)
– Quando e quante volte meditare –
Ospite – Che fare per avere abbastanza fiducia nella meditazione? Manca il tempo.
Sai – Non è vero! C’è sempre abbastanza tempo per conversare, per andare a cinema, ecc. Sicuramente
c’è il tempo anche per meditare.
Ospite – Dopo la meditazione si ha una sensazione di forza. Da dove provie- ne quell’energia e in
che relazione sta con la meditazione?
Sai – L’energia viene da Dio. La relazione fra Dio e il devoto è amore ed è praticamente impossibile
esserne coscienti. Dio è più sottile del sottile e il rap- porto che si ha con Lui è della stessa
natura sottile.
Ospite – Svami, hai detto che è meglio meditare due volte al giorno?
Sai – La cosa migliore è meditare al mattino presto. La mente è quieta e non . . . . ci sono
preoccupazioni che premono
Hislop – È giusto meditare di tanto in tanto lungo il giorno?
Sai – Durante il giorno ci sono delle difficoltà. C’è gente in giro e c’è il lavo- ro. Se ci si
dedicasse alla meditazione, si comprometterebbe il lavoro.
– Concentrazione, Contemplazione e Meditazione –
Ospite – Che cos’è la meditazione?
Sai – È vera meditazione l’essere assorti nell’unico pensiero di Dio, come uni- co fine. Dio solo,
solo Dio. Pensate a Dio, respirate Dio, amate Dio, vivete Dio.
Ospite – Che cosa si può dire della concentrazione?
Sai – Concentrazione significa che tutti i sensi e i desideri spariscono e c’è solo Dio. La
concentrazione di Paramahansa Ramakrishna fu così natural- mente intensa che, meditando su Hanuman,
si vide crescere una specie di co- da di scimmia. II suo corpo era come una bolla iridescente di
sapone, tanto forte era la sua concentrazione. Lo specifico lavoro della concentrazione non
necessariamente è un avvio alla meditazione. Ogni volta che nell’azione ven- gono interessati la
mente, l’intelletto ed i sensi, è in atto la concentrazione, senza la quale non potreste nemmeno
camminare. Non ha bisogno di un par- ticolare esercizio. Essa sottosta ai sensi, mentre la
meditazione sovrasta l’at- tività sensoriale. Tra concentrazione e meditazione, a guisa di confine
fra le due, sta la contemplazione. Dalla concentrazione si passa alla contemplazio- ne ed infine
alla meditazione. Finché uno pensa “Sto meditando”, c’è attivi- tà mentale e non meditazione. Finché
si è coscienti di meditare, non si medita. Assorti in Dio, si accantona ogni forma e ci si fonde in
Lui. In quel processo, I’attività mentale cessa spontaneamente.
Ospite – Baba dice di scartare ogni forma nella meditazione, ma noi adoria- mo la forma di Swami.
Sai – Giustissimo. Ma, quando ci si avvicina a Baba, ha termine la visualizza- zione. In questo
momento, stai guardando Baba faccia a faccia. Lo stai for- se ancora visualizzando?
– “Chi sono io?” –
Ospite – Che dovrei fare? La mia meditazione consiste nel chiedermi “Chi sono io?”.
Sai – L’indagine di Ramana Maharshi non basta da sola. Deve combinarsi con la meditazione, che, per
essere ben praticata, deve avvenire nello stesso luogo e alla medesima ora. In questo modo darà
sicuramente dei risultati. Se si viaggia, o si è assenti da casa, non ha importanza dove ci si
trova: basta recarsi mentalmente nel solito posto. Per la ricerca della Verità un luogo vale
l’altro: la Verità è dovunque, sempre. Essa va vissuta, non ricercata. “So- ham” (Chi sono io?) è il
pianto del neonato. Dopo un’intera vita nella disci- plina spirituale, il vecchio dice “Soham” (Io
sono Dio). Quando si è lontani da Swami, basta ricordarLo mentre fa questo, o quello e la batteria
“si ricari- ca”. Anche questa è autentica meditazione. La meditazione è la continua ri- cerca
interiore: chi sono io? che cos’è la Verità? che cos’è l’attività dell’ego? che cosa è amabile e che
cosa non lo è? È meditazione pensare ai principi spirituali, cercando di scoprire il modo di
applicarli alla propria vita secondo quanto Baba insegna.
– Le discipline dello Yoga –
Hislop – Svami attribuisce valore al Pranayama (controllo del respiro, NdR) e al Pratyahara (ritiro
dei sensi dagli oggetti, NdR).
Sai – Prima viene il controllo dei sensi esterni, poi quello dei sensi interni; poi un senso di
equilibrio con dei limiti alla libertà, in quanto la libertà pone fine alla saggezza. Quindi,
vengono il Pranayama e il Pratyahara.
Hislop – Ad ogni modo, Svami li apprezza entrambi. Come dovrebbero com- portarsi i devoti a questo
proposito?
Sai – Tutte queste pratiche, quali lo “Hatha Yoga” e così via, sono come esami. Voi studiate,
passate l’esame e vi sentite fiduciosi e fieri. È come an- dare al college: vi sono otto livelli di
base e, lavorando, li superate uno per uno. Ma essi sono necessari solo se si va a scuola. A coloro
che si sono com- pletamente abbandonati a Dio e il cui cuore è pieno di divino amore, non servono
questi “corsi”, non hanno alcun senso e sono assolutamente inutili.
Approfondimento sul sito www.sublimen.com con disponibilita’ del CD subliminale con
infrasuoni sulla meditazione e la riflessione.
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