Diabete: il dolce business per l’Industria farmaceutica
Marcello Pamio 4 novembre 2016
Il diabete in cifre
Nel mondo ogni 10 secondi una persona muore per cause legate al diabete e 2 si ammalano.
Negli ultimi 20 anni la malattia è aumentata di ben 7 volte e questo è il motivo che ha spinto le Nazioni Unite a definire il diabete una vera e propria epidemia.
I dati effettivamente non lasciano spazio a dubbi: nel mondo oltre 285 milioni di persone ne soffrono e 344 milioni sarebbero potenzialmente a rischio di svilupparlo.
Secondo le previsioni ufficiali dellOMS entro il 2030 i diabetici raggiungeranno lastronomica cifra di 520 milioni di persone!
Oltre mezzo miliardo di persone nel mondo Occidentale soffriranno per una malattia legata ad una
alimentazione errata e soprattutto abbondante, e nel Sud del mondo oltre 1 miliardo di persone non hanno accesso al cibo e allacqua.
Loro muoiono per mancanza di cibo e noi stiamo morendo per eccesso di cibo.
Qui da noi in Italia, secondo lInternational Diabetes Federation (Idf), il 6% della popolazione sarebbe diabetica, il che corrisponde a oltre 4.000.000 di persone!
La spesa sanitaria per il diabete ovviamente è colossale e varia tra i 202 e i 422 miliardi di
dollari ogni anno, ma potrebbe, entro il 2025, superare il tetto dei 559 miliardi di dollari.
Sorge a questo punto una domanda spontanea: con cifre a undici zeri ogni anno, è veramente possibile e credibile che lIndustria del farmaco voglia veramente guarire il diabete?
Creazione di malati
Sapendo che per lIndustria del farmaco il diabete rappresenta un guadagno tra i più importanti, è
bene chiedersi quanti di questi milioni di persone sono realmente malati e quanti invece sono stati convinti di esserlo.
Fino allanno 2000 il valore normale della glicemia, cioè la quantità di zucchero libero nel
sangue era di 140 mg/dL, poi un gruppo di esperti con a capo un consulente di Aventis, Eli Lilly,
Glaxo, Novartis, Merck e Pfizer (tutte ditte che ci guadagnano molto nel diabete) abbassarono la glicemia a 126 mg/dL.
Si è normali se la glicemia è al di sotto di 100 mg/dL; si parla di alterata glicemia a digiuno se
i valori sono compresi tra 100 e 126 mg/dL. Oltre il valore di 126 mg/dL si parla di diabete.
Un apparente e banale abbassamento di soli 14 mg/dL (da 140 a 126) comportò la creazione di decine
di milioni di nuovi malati: persone sane il giorno prima e dopo a rischio serio di diabete.
E indubbia la degenerazione dello stile di vita basato su alimenti morti, raffinati, pastorizzati
che sta provocando inequivocabilmente la crescita del diabete e di tutte le cosiddette malattie da
progresso, ma dallaltra cè la ferrea volontà di far aumentare il numero di malati per un tornaconto economico.
Diabete gestazionale
Sempre più donne gravide si vedono affibbiare la diagnosi di diabete gestazionale o gravidico.
Tale diabete consiste in unalterazione del metabolismo del glucosio che viene diagnosticata per la prima volta durante la gravidanza.
E risaputo che durante i nove mesi tutto lequilibrio ormonale viene messo a dura prova. In questo
ambito alcuni ormoni prodotti dalla placenta ostacolano lazione dellinsulina, lormone secreto dal
pancreas che ha il compito di abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue.
Non a caso verso la fine della gravidanza, a parità di calorie introdotte con il cibo, una donna
produce una quantità di insulina 3 volte superiore alla quantità prodotta da una donna della stessa età ma non gravida.
Tra la 24ma e la 28ma settimana di gravidanza i medici di norma prescrivono esami del sangue per la maggior parte delle donne che potrebbero essere soggette a diabete.
Se il valore glicemico a digiuno alla prima visita è compreso tra 92 mg/dL (anche se qualche
laboratorio mette lasterisco già a 90 mg/dL) e 126 mg/dL si parla di diabete gestazionale.
Le donne con valori glicemici superiori a 90-92 mg/dL dovranno essere sottoposte al test da carico
con 75 g di glucosio con verifica dei valori glicemici allinizio, dopo unora e dopo due ore.
Abbassando costantemente la glicemia a digiuno (in questo caso da 100 mg/dL a 90 mg/dL) il risultato
è che aumentano le diagnosi di diabete gestazionale. Non è un caso infatti se oggi a sempre più
mamme viene diagnosticato tale squilibrio metabolico, con rischi enormi non tanto per la disturbo in
sé ma soprattutto per la paura della mamma il cui riverbero negativo sulla creatura che sta crescendo è oggettivo e fuori da ogni discussione.
Dallinsulina ai farmaci antidiabete
Nel 1922 a Stoccolma venne conferito ai ricercatori Barting, Best e Macleod il premio Nobel per la scoperta dellinsulina.
La commercializzazione di questo ormone di sintesi, dal 1923 in poi, è opera della casa farmaceutica
statunitense Eli Lilly che, alla fine della seconda Guerra Mondiale, importò dalla Germania il
metadone inventato dai nazisti con il nome di Dolophine, in onore di Adolf Hitler, e prodotto dallenorme colosso dellindustria chimica IG Farben.
E la stessa casa farmaceutica che ha prodotto lelisir di eroina, lLSD una delle più potenti sostanze psichedeliche conosciute e il Prozac.
La Lilly lanciò nel 1982 la prima insulina da DNA ricombinante: fu il primo farmaco al mondo creato con questa tecnologia.
Oggi per il diabete, oltre alla nota insulina esistono prodotti come: Tolbutamide, Tolazamide,
Clorpropramide, Acetoesamide, Gliburide, Glipizide, Glimepride, Metformina, Fenformina, Buformina, Repaglanide, Acarbosio, Miglitol, Glucagone
Poche corporazioni della chimica e farmaceutica, tra loro interconnesse da fili economici e azionari, gestiscono lintero mercato del diabete.
Gruppi potentissimi come Eli Lilly, Pfizer, Merck, Roche, Sanofi-Aventis e Bayer ogni anno,
guadagnando miliardi di dollari, controllano la vita di centinaia di milioni di persone.
Epidemiologia docet
Il Bollettino dellAccademia di Medicina di New York del settembre 1933, riporta i dati ufficiali
dal 1871 al 1932, e scrive: per le persone di entrambi i sessi, il tasso di mortalità del diabete
a New York è passato dal 2,1 per 100.000 abitanti nel 1866, a 29,2 nel 1932. Il numero totale delle morti perciò è aumentato da 15 nel 1866 a 2.116 nel 1932.
Il rapporto continua dicendo che un aumento distinto nel numero di morti per diabete si sta
verificando non solo al Nord Ovest, ma in tutti gli Stati Uniti, come dimostrano le statistiche di mortalità delle altre città
In poco meno di sessantanni perciò, dal 1866 al 1932, i pochissimi e sporadici casi di diabete sono
diventati qualche migliaio solamente nella città di New York per diventare, con una terribile accelerazione negli ulteriori 70 anni, 1 morto ogni 10 secondi!
Questi sono dati epidemiologici importanti che inquadrano una crescita esponenziale del fenomeno.
Cosè successo nella società tra la fine del XIX e linizio del XX secolo per aggravare così drasticamente la situazione?
Le due guerre mondiali certamente non hanno giovato al benessere psicofisico e sociale di centinaia di milioni di persone ma non ne sono state la vera causa.
Zuccheri, cereali raffinati e grassi idrogenati
Sempre più medici e ricercatori seri sono concordi nel ritenere che la degenerazione dello stile di
vita, nonché lindustrializzazione dellalimentazione, sono tra le cause principali del diabete.
La nascita e la commercializzazione dei cereali raffinati da una parte e dei grassi idrogenati
dallaltra è avvenuta proprio agli inizi del XX secolo, parallelamente allaumento dei casi di diabete.
Al medico russo Chaterine Kousmine (1904-1992) va il merito di aver compreso che gran parte delle
malattie cronico-degenerative erano conseguenza indiretta di unalimentazione degradatasi
progressivamente nel tempo, soprattutto a seguito dellintroduzione nella catena alimentare di
alimenti innaturali come lo zucchero bianco, i cereali raffinati e i grassi idrogenati.
Allinizio del secolo scorso lindustria ha iniziato per scopi commerciali a raffinare lo zucchero e
i cereali, andando così ad eliminare tutte quelle sostanze che risultano essere basilari e fondamentali per la vita: vitamine, minerali, enzimi, fibra, ormoni…
Quindi i cereali da alimento importante e completo sono stati trasformati in zucchero (amido allo
stato puro) per cui mangiarli significa non solo non apportare nulla allorganismo (calorie vuote)
ma anzi deprivarlo delle proprie riserve di sali minerali (ossa, denti, unghie, capelli, ecc.) perché fortemente acidificanti.
La medesima industria, non contenta, ha creato letteralmente ex novo i famosi e tristemente grassi idrogenati.
Il motivo è sempre lo stesso: commerciale.
Essendo solidi a temperatura ambiente si possono trasportare con estrema facilità, possono essere
facilmente lavorati, sono inalterabili dallambiente esterno, non irrancidiscono e durano a lungo nel tempo. Cosa si può desiderare di più da un grasso?
La tecnica dellidrogenazione venne introdotta nel 1912 proprio allo scopo di rendere solidi e commerciabili gli oli liquidi.
Tra i grassi idrogenati estremamente pericolosi per la salute, vanno annoverate le margarine, gli
oli industriali prodotti ad alte temperature (quelli che riempiono le mensole nei supermercati) che
trasformano la struttura molecolare dellacido linoleico da cis-cis a cis-trans. La cis é una forma
utilizzabile per lorganismo umano, la trans una forma non utilizzabile o utilizzabile con danni.
Purtroppo per tutti noi i grassi idrogenati sono ubiquitari e si trovano ovunque nei prodotti da
forno di tipo industriale: merendine, pastine, biscotti, dolci, ecc., nelle pietanze precotte, pollo
o pesce impanato, patatine fritte, pizze pronte, minestre in scatola, miscele per torte, ecc.
Secondo lOMS, lOrganizzazione Mondiale della Sanità una persona adulta dovrebbe ingerire meno di 2 grammi al giorno di grassi cis-trans per non rischiare seriamente la salute.
Sappiamo bene il ruolo giocato da questa associazione negli interessi delle lobbies
Il punto è che tale soglia massima non dovrebbe esistere perché i grassi idrogenati creano danni anche in quantità molto inferiore.
Quali sono le conseguenze per la salute? Disturbi cardiocircolatori, obesità, danni alle cellule con rischio di tumore, malattie autoimmuni, insulino-resistenza e diabete.
Uno dei principali problemi dei grassi idrogenati è che non possono essere riconosciuti
correttamente dallorganismo e quindi per le cellule sono letteralmente tossici.
Non è un caso che fanno diminuire le HDL, il colesterolo buono e alzano quello cattivo (LDL),
interferiscono sia con linsulina aumentando il rischio diabete che con il sistema immunitario e la detossificazione epatica; aumentano anche le patologie infiammatorie.
Agiscono negativamente sulla importantissima membrana delle 70 trilioni di cellule predisponendo non
solo alla resistenza insulinica ma anche a qualsiasi patologia infiammatoria e degenerativa.
Giornata nazionale per la Cura Naturale del Diabete
Sabato 13 Novembre 2016 – Palacongressi di Rimini (Sala del Tempio)
Programma della giornata
ore 8.00 – 9.30 | Registrazione dei partecipanti
ore 9.30 – 10.00 | Introduzione Associazione “Oltre il diabete”
ore 10.00 – 10.45 | Gudrun Dalla Via Guarire e prevenire il diabete con metodi naturali
ore 10.45 – 11.15 | Pausa (con video in sala)
ore 11.15 – 12.00 | Neal D. Barnard
ore 12.00 – 12.45 | Francesco Oliviero
ore 12.45 – 14.15 | Pausa pranzo
ore 14.15 – 15.00 | Domenico Battaglia e altre testimonianze
ore 14.45 – 15.45 | Marcello Pamio
ore 15.45 – 16.15 | Pausa (con video in sala)
ore 16.15 – 17.00 | Neal D. Barnard
ore 17.00 – 18.00 | Video interviste di medici testimonianze di guarigione
ore 18.00 – 18.30 | Conclusioni
Per informazioni e prenotazioni
http://www.macrolibrarsi.it/servizi/__giornata-nazionale-per-la-cura-naturale-del-diabete-13-novembr e-2016-rimini.php?pn=1567
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