DIGITALI dalla NASCITA

pubblicato in: AltroBlog 0
DIGITALI dalla NASCITA

Prima si diceva: nato di sangue aristocratico, ora si dice: nato di sangue digitale. Del resto
immaginiamo la moderna mamma incinta che lavora al pc. Il neonato dopo il battito del cuore materno
sarà raggiunto dal bit del computer, un vero “nato digitale”?

Argomento interessante quello dei cosiddetti “digital natives” – i nativi digitali – o più
semplicemente “nati digitali”. Con questo termine, sebbene non condiviso da tutti, si definiscono
ormai le nuove, nuovissime generazioni. Mentre con il termine “immigrati digitali” si definiscono i
più tardoni ovvero quelli che si sono avvicinati più tardi a internet, in quanto terreno, per essi,
assai recente.

Non nati nella digital age vi sono immigrati in seguito.

Tale argomento è stato trattato anche questa mattina in un convegno seguibile in streaming,
organizzato da Nova Multimedia e l’Università Statale di Milano in collaborazione con AICA e FAST.

Chi sono dunque i nati digitali?
Di seguito una breve spiegazione e alcuni punti di vista di Derrick de Kerckhove, massmediologo ed
erede di Marshall McLuhan, che facendo il punto, afferma:«Se l’uso della parola “digital natives”
usata per la prima volta negli Stati Uniti (Marc Prensky)… Ripresa subito in Canada, Italia, Korea,
cioè in tutto il mondo, è diventata sinonimo di persone che pensano in un certo modo, agiscono in un
certo modo… non deve essere usata come una delle tante, più o meno sincere strategie di marketing,
ma deve essere considerata una realtà con la quale fare i conti al più presto».

«I Nati Digitali – spiega de Kerkhove – sono sempre connessi ad Internet, con il PC o il telefonino.
In Corea il 51% dei bambini tra due e cinque anni usa Internet. È una generazione che si confronta
con quella degli Immigrati digitali, coloro, cioè, che sono nati prima di Internet e che faticano a
comprendere una realtà che per giovanissimi e adolescenti è invece naturale, scontata». Secondo lo
studioso, stiamo arrivando a un immaginario oggettivo: «lo schermo è diventato il punto privilegiato
d’ingresso per la mente dei Nati Digitali (gli ‘screenagers’) che si spostano letteralmente in rete,
e c’è un’evidenza neurologica di differenze tra chi usa Internet e chi no. Hanno anche future
maggiori potenzialità sul lavoro». «I Nati Digitali – ha spiegato – sono ‘multitasking’, possono
cioè fare più cose contemporaneamente. Sono transculturali, globali e aggreganti virtualmente. Per
l’Italia una delle decisioni da prendere urgentemente è quella di occuparsi di loro, capirli,
aiutarli, aprire l’accesso a Internet e non chiuderlo».

Alcune tra le varianti da lui segnalate:

I Digital natives hanno:
– Abitudini diverse
– Attitudini diverse
– Gestione del tempo diverso
– Risorse diverse
– E forse fra non molto, un cervello un po’ diverso

Noi Immigrati continuiamo…
– A guardare la TV (ancora più di 3 ore al giorno,
in America)_
Loro guardano YouTube
– A leggere libri e giornali
Loro sono sempre sullo schermo (perdita di 28% di lettori in USA rispetto dal 1982,
principalmente tra i giovani). (In italia tale dato non coincide, sembra anzi che si sia registrto
un aumento del 5% di giovani lettori, ndr)
– A dubitare di Wikipedia
Loro dubitano della Britannica

Si dice che Obama abbia vinto le elezioni grazie ad Internet…
– Diciamo di sì, senz’altro!
– Chi tra di noi sarebbe capace di spiegare esattamente come e perché?
– I Nati Digitali lo capiscono, lo percepiscono come un’evidenza senza bisogno di spiegazione
– Io non ho un mio blog, loro sì

in quanto all’Amicizia:
– Per l’immigrante è attuale o non c’è
– Per il nativo è sempre potenziale
– Così è la natura di un network

Insieme nativi ed immigrati per riscoprire il mondo comune:
– Nuovi poteri a disposizione di entrambi
– Tipo: controllo dello spazio (Googlemaps), deltempo (tutti media di comunicazione e
socialsoftware) e dell’informazione (Wikipedia, folksonomies, social bookmarking)_
– Gli Immigrati non li hanno ancora ben compresi
– I Digital natives li capiscono, ma li danno per scontati perché considerano tutte le tecnologie
come parte naturale delle cose…

Come avvicinarli e sostenerli verso il futuro che è nelle loro mani?

Come fare ?
– Get Younger (diventiamo più giovani)
– Get Wired (diventiamo connessi, cablati)
– Liberate Wi-Fi (liberiamo la rete senza fili)
– Bring down rates (abbassiamo i tassi)
– Wire schools (scuole cablate)
– Support start-ups (assistenza di partenza)

Fatto ciò, dico io, se son rose fioriranno di sicuro. Quindi, occhio anche alle spine!

da www.scienzaeconoscenza.it

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *