Dinorfine: neurotrasmettitori oppioidi endogeni

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Dinorfine: neurotrasmettitori oppioidi endogeni

Nel 1979 Goldstein e i suoi colleghi descrissero le proprietà oppioidi di un tridecapeptide
naturale. Per indicare la sua straordinaria potenza lo battezzarono “dinorfina”. Il prefisso dyn-
viene dal greco dynamis (potere) e la desinenza -fine indica la sua natura oppioide. Qual è il suo
ruolo?

Sono ormai quaranta anni che si riconosce alle dinorfine un ruolo crescente nell’attività del
cervello. Appartenenti alla famiglia dei peptidi oppioidi, sono sostanze in grado di legarsi ai
recettori kappa.

Sono localizzati in aree del cervello ben note: l’ippocampo, l’amigdala, l’ipotalamo, lo striato e
il midollo spinale. Pertanto le loro funzioni sono legate all’apprendimento, alla memoria, al
controllo emotivo, alla risposta allo stress e al dolore.

Sono stati necessari numerosi esperimenti per comprendere il ruolo fisiologico delle dinorfine.
Attualmente sappiamo che i meccanismi fisiopatologici che possono coinvolgere le dinorfine
includono: epilessia, dipendenza, depressione e schizofrenia.

Nel 1979 Goldstein e i suoi colleghi descrissero le proprietà oppioidi di un tridecapeptide
naturale. Per indicare la sua straordinaria potenza lo battezzarono “dinorfina”. (Il prefisso dyn-
viene dal greco dynamis (potere) e la desinenza -fine indica la sua natura oppioide).

Le dinorfine e l’epilessia

Negli anni ’80 e ’90 furono condotti diversi studi in merito agli effetti delle dinorfine su diverse
forme di epilessia. Considerato il modo in cui si distribuivano, si pensava che agissero sulle crisi
parziali complesse originate nel sistema limbico o più precisamente nell’ippocampo.

Da allora, la stimolazione dei recettori k-oppioidi è stata accettata come meccanismo
anticonvulsivante. Tuttavia, le proprietà anticonvulsivanti della dinorfina endogena sono state
attestate solo attraverso esperimenti sui topi.

Dipendenze e dinorfine

Il sistema dinorfine e recettori k-oppioidi gioca un ruolo cruciale nei meccanismi di ricompensa e
dipendenza. Le difficoltà nella regolazione di questo sistema sono legate ad un consumo ripetuto di
droghe e coinvolgono il sistema di ricompensa mesolimbico.

Il percorso dopaminergico dall’area tegmentale ventrale al nucleo accumbens è considerato il sito
principale in cui agiscono le dinorfine nel contesto della dipendenza.

Le dinorfine e il controllo emotivo

Quello che sappiamo sulla relazione tra dinorfine e controllo emotivo è abbastanza, ma altrettanto
quello che resta da scoprire. Questo perché testare le emozioni degli animali non è così semplice
come sottoporli a EEG.

Ansia

Possiamo vedere manifestazioni di ansia in molti esseri viventi. In un contesto naturale, l’ansia
prepara l’individuo ad affrontare una potenziale minaccia. Pertanto, la frequenza cardiaca, la
temperatura corporea e i livelli di corticosterone sierico aumentano.

I disturbi d’ansia sono spesso associati ad altri problemi di salute mentale, come depressione,
dipendenza o schizofrenia. Il comportamento ansioso coinvolge vari sistemi di neurotrasmettitori.

Insieme ai classici trasmettitori serotonina e noradrenalina, altri neuropeptidi sono considerati
modificatori del comportamento correlato all’ansia. Tra questi troviamo le dinorfine.

Sebbene il loro ruolo non sia ancora del tutto chiaro, le dinorfine sono associate all’ansia. Per
avere un’idea chiara di come siano correlate, sarà necessario effettuare ulteriori ricerche e
analizzarne le funzioni nei diversi nuclei cerebrali.

Dinorfina e stress

Le dinorfine hanno anche un ruolo nell’insorgenza dello stress. Ciò è dovuto al loro stretto legame
con l’ormone di rilascio della corticotropina (CRH).

Le dinorfine occupano un ruolo nella insorgenza dello stress.

La dinorfina e i disturbi psicotici

Le dinorfine e la depressione

Si tende a vedere la depressione come una malattia correlata a un errato adattamento allo stress
cronico. Sebbene nel trattamento di questo disturbo siano possibili vari approcci, praticamente
tutti puntano al sistema serotoninergico e / o noradrenergico.

È stato dimostrato che le dinorfine e i recettori k-oppioidi influenzano, in pratica, tutti i
circuiti che sono considerati chiave nella depressione.

Dinorfine e schizofrenia

Esistono prove sempre più consistenti del possibile coinvolgimento delle dinorfine e dei recettori k
oppioidi nella schizofrenia. Tuttavia servono ulteriori ricerche per definire in che modo siano
collegati.

Resta ancora molto da scoprire, ma il coinvolgimento delle dinorfine in numerosi disturbi mentali è
ormai accertato. Sebbene il loro ruolo in alcuni casi sia ancora opaco, sappiamo che la loro
attivazione insieme ai recettori k oppioidi, è un fattore di cui è bene tenere conto.

Bibliografia

Schwarzer, C. (2009). 30 years of dynorphins—new insights on their functions in neuropsychiatric
diseases. Pharmacology & therapeutics, 123(3), 353-370.

Houser, C. R., Miyashiro, J. E., Swartz, B. E., Walsh, G. O., Rich, J. R., & Delgado-Escueta, A. V.
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hippocampal epilepsy. Journal of Neuroscience, 10(1), 267-282.

Shippenberg, T. S., Zapata, A., & Chefer, V. I. (2007). Dynorphin and the pathophysiology of drug
addiction. Pharmacology & therapeutics, 116(2), 306-321.

it.wikipedia.org/wiki/Ormone_di_rilascio_della_corticotropina

it.wikipedia.org/wiki/Crisi_parziale_complessa

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