Sai Baba: passi dal Discorso del 16.04.1998
Dio è Verità. Laddove si manifesta un’incarnazione di Dio, la Rettitudine è fiorente. La vita e la
condizione umana sono costituite dall’unione tra la Verità e la Rettitudine. L’uomo d’oggi non
riesce a riconoscere la propria natura; senza riconoscere la propria natura umana, come può sperare
di riconoscere la propria divinità? Dunque, ognuno dovrebbe cominciare dallo studio appropriato
della natura umana.
L’uomo non è un essere pieno di negatività quali la collera, la lussuria, l’avidità, l’avarizia,
ecc. No, l’uomo vero è un essere sempre equanime, puro, integro, disinteressato, poiché Dio risiede
nel suo cuore. Ogni uomo possiede un Cuore spirituale, Hridaya. Così Dio è intimo ad ognuno,
talmente intimo a ciascuno di noi che non possiamo prenderlo in considerazione da un punto di vista
ristretto e limitato. In effetti, quando vi riempite dell’idea che Dio è in voi, nella vostra mente
non vi è più spazio per i pensieri negativi.
..Questo Cuore spirituale è una sedia monoposto. Non è un divano, né una sedia musicale occupabile,
a turno, da più persone. Questa sedia è solo per Dio. Quando preghiamo Dio con il carico di tutti i
nostri desideri fisici, mondani e miserevoli, abbassiamo Dio ad un livello meschino. Quando, al
contrario, avremo acquisito degli atteggiamenti interiori di positività, allora saremo destinati ad
avere successo nella vita e raccoglieremo felicità e fortuna a piene mani.
Dio ci fa conoscere numerose storie eroiche che ci illustrano il principio della Verità. Se le
storie moderne seguono i meandri dei nostri capricci e della nostra immaginazione, la storia di
origine orientale illustra sempre il principio dell’Amore divino. Dovremmo cercare di ben
comprendere la dimensione di questo Amore.
Come arrivarci? Tramite le penitenze, la ripetizione del Nome divino o la meditazione? No! Nessuno
di questi mezzi vi ci potrà condurre. Esse sono solo pratiche spirituali esteriori e negative. La
vera pratica spirituale è conoscere la propria natura.
“Io non sono il corpo, non sono i sensi, non sono l’intelletto!” Ogni uomo dovrebbe riuscire a
riconoscere, in tutta coscienza, di essere essenzialmente divino. A causa delle tendenze accumulate
nel corso delle precedenti esistenze, l’uomo si è fissato nell’identificazione con il proprio
corpo ed ha finito col pensare di essere quel corpo. Certamente il corpo è necessario, ma è simile
ad una macchina e la sua polarità è negativa; è un semplice strumento.
Dovremmo avere le idee ben chiare a questo riguardo e vedere il corpo, la mente e l’intelletto solo
come strumenti. Che follia! Come possiamo identificare il nostro Sé con questi strumenti? Voi agite
in questo mondo grazie al vostro corpo; dunque esso è necessario ed occorre anche averne cura per
poter compiere il proprio lavoro. Noi siamo responsabili della buona condizione del corpo.
Quanto alla mente, essa è di natura instabile. Non è mai ferma; al contrario, è in perpetuo
movimento ed è capace di passare, in un istante, dalla depressione alla gioia. Poiché non riusciamo
a comprendere le tendenze del nostro meccanismo mentale, ci identifichiamo con la mente stessa. Il
corpo, i sensi, la mente e l’intelletto ci appartengono, ma non dobbiamo identificarci con essi. In
effetti, tutto ciò è materia, ma non è il vero “Sé”.
Cercate di capire i meccanismi della mente e diventatene i padroni; capite correttamente la
materia: voi ne siete i padroni. Rinforzate in voi la sicurezza che nasce dal fatto di essere il
padrone. Voi siete “il padrone di ogni cosa”. Dal momento in cui fisserete in voi la convinzione di
essere il padrone, l’attaccamento al corpo diminuirà.
Senza dubbio, il corpo è importante; esso è il tempio di Dio. Noi dobbiamo agire in questo mondo
basandoci sulla ferma convinzione che questo corpo è il tempio di Dio. Perché Dio ci ha concesso
il corpo? Una moltitudine di esseri lo possiedono. Alcuni hanno un corpo debole; molti sono afflitti
da malattie, altri ancora sono privi di energia. Quando disponiamo di un corpo sano e vigoroso,
possiamo servire il nostro Sé e tutto il consorzio umano. Il corpo ci è stato donato per servire
gli altri e non per servire i nostri interessi. È dunque molto importante servire gli altri.
A mano a mano che pratichiamo il servizio, tutti gli ostacoli sul cammino si dissolvono. Che cosa
significa servizio? Servizio vuol dire che tutte le attività debbono essere compiute nel Dharma,
nella Rettitudine. Che cos’è il Dharma? Il corretto studio del genere umano è lo studio dell’uomo.
Ecco che cos’è il Dharma!
Che cosa si intende per “corretto studio”? Significa che pensieri, parole e azioni debbono essere
in armonia; l’unità di questa triade è Dharma. Con tale Dharma, dovremmo avere la determinazione
di pensiero, compiere azioni positive, evitare le parole scorrette o le bugie e vivere tutta la
vita in modo sacro. Allora diventerete Dio.
Non riuscirete mai nella vostra impresa se considererete le divine disposizioni interiori come
negative e, al contrario, i pensieri mondani come positivi. Positivo è tutto ciò che è sacro,
benevolo, divino.
Voi siete convinti di amare Dio. È possibile che voi Lo amiate, ma occorrerebbe chiedersi se Dio ci
ami o no. Quando spedite una lettera raccomandata ad un amico, come saprete se egli l’ha ricevuta?
Lo saprete quando l’avviso di ricezione vi ritornerà. È possibile che voi amiate Dio; ma di che
tipo d’amore si tratta? È un amore ancora negativo, pieno di desideri. Quale tipo di emozioni
nasconde? Non siete in grado di rendervene conto. Voi pensate di amare; sì, ma dovreste avere la
certezza che state sperimentando l’Amore divino.
Tutta la natura è un grande specchio e l’individuo è un riflesso in esso. L’uomo può effettivamente
constatare che tutto ciò che fa non è altro che un semplice riflesso nello specchio della natura.
Quando capirete ciò e percepirete il riflesso, allora avrete la convinzione che Dio vi ama.
Possiamo quindi dedurre che il mondo intero si esprime come reazione-riflesso-eco. In effetti, il
mondo ha in realtà solo una forma e non una moltitudine. Le nazioni, similmente agli esseri umani,
non sono separate. Certamente i nomi e le forme cambiano, ma il Principio dell’Âtma è Uno e unico.
Dovremmo sforzarci di capire chiaramente questo principio atmico.
Ai giorni nostri, ogni uomo alimenta pensieri negativi paralleli alle reazioni esterne. Di fatto,
occorrerebbe sapere ciò che è bene per noi, bene per gli altri, bene per la comunità intera. Ciò
che costituisce il bene generale rappresenta la legge fondamentale della natura. Noi dovremmo
conoscere il principio del Dharma ed entrare in contatto con il Sé.
I paesi possono essere diversi, i nomi possono cambiare, gli individui possono sembrare separati,
ma la fame e la sete sono comuni a tutti gli uomini. La nascita e la morte sono identiche per
tutti. Queste sono caratteristiche comuni a tutti. Quando avremo ben capito questo principio
fondamentale, non attribuiremo più nessuna importanza alle differenze apparenti.
Ogni uomo prova necessariamente la fame e la sete. Un povero calmerà la fame mangiando i resti che
gli verranno dati; un ricco soddisferà il proprio appetito mangiando cibi raffinati. Il nutrimento
probabilmente sarà diverso, ma la fame nei due casi è identica.
Alcune persone sono sofferenti e molti si fanno ricoverare. Ad ogni paziente il medico prescrive
una dieta specifica. Per esempio, i diabetici non possono consumare alimenti che contengono
zucchero. Perché? Perché essi hanno già troppo zucchero nel sangue. Ma la dieta non è sufficiente;
poiché essi soffrono di una malattia, dovranno anche ricevere la cura adeguata.
Il mondo intero è un grande ospedale. Ognuno soffre di una diversa malattia. Perché tanta
sofferenza? Le malattie fisiche sono piuttosto rare; in effetti la grande maggioranza dei problemi
di salute è sempre più d’origine psicologica.
I tre quarti delle malattie esistenti nel mondo sono fondamentalmente di natura psicologica. Qual
è la soluzione? Pensare costantemente a Dio. Questo è il rimedio! Non dovreste in nessun caso
scegliere il sentiero della dualità che fa credere che Dio sia separato da voi e che dovete
raggiungerLo.
Se seguiamo il sentiero della dualità, dobbiamo avere ben chiaro in testa che l’uomo dalla mente
duale è mezzo cieco. Noi siamo in una semioscurità. No, no! Tutto è Uno: la Verità è unica, non
duale.
Coltiviamo questo principio di Verità con sempre maggior intensità. Per mezzo della pratica,
possiamo tuffarci nella coscienza dell’Unità attraverso la diversità. Colui che pensa in termini di
unità è un uomo autentico.
Per contro, colui che vede solo la diversità ha in sé tre nature associate: la natura animale, la
natura umana, la natura divina. La natura umana è infatti la Divinità allo stato latente.
In noi non dovrebbe esistere nessuna caratteristica animale, neppure la sua ombra. Ad ogni costo,
dobbiamo rigettare i pensieri di tipo animale che sorgono in noi. Gli uomini e gli animali hanno
delle caratteristiche diverse; dobbiamo conoscere bene ciò che li distingue. Le caratteristiche
animali si riconoscono dal fatto che esse esprimono odio, gelosia, collera, lussuria, avidità,
ecc., e si ritrovano anche in certi uomini.
L’uomo che possiede le caratteristiche umane e divine non presenterà mai tali aspetti negativi;
egli sarà sempre gioioso, sereno, pacifico, pieno d’amore divino e la sua adesione alla Verità sarà
costante. È importante proteggere ed alimentare le nostre qualità umane, altrimenti la nostra
ricerca spirituale non darà profitti e non raggiungerà mai la conoscenza della Divinità.
Per questo l’autoanalisi è di primaria importanza. Chiedetevi dunque “Sono un uomo o un animale?”
Rispondete onestamente a questa domanda. Dichiarare che siete degli esseri umani, non è altro che
una mezza verità. Qual è l’altra metà di questa verità? “Io non sono un animale!”…
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