DIO, L’ESSERE, LA NATURA, IL TEMPO E L’AZIONE

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DIO, L’ESSERE, LA NATURA, IL TEMPO E L’AZIONE

di Marco Ferrini

Arjuna disse: Desidero sapere cos’è la prakriti(1), chi è il purusha(2), cosa sono il campo e il
conoscitore del campo, la conoscenza e l’oggetto della conoscenza. Il Signore glorioso rispose: Il
corpo si chiama ‘campo, e colui che conosce il corpo è il ‘conoscitore del campo’. Sappi che anch’io
sono il conoscitore, presente in tutti i corpi. Conoscere il corpo e colui che conosce il corpo
costituisce la conoscenza. Bg XIII.1-3

Nel paradigma Vedantico sono due le categorie conoscitive: conoscenza della materia e delle sue
particelle, come atomi e quark (i corpi) e conoscenza dello spirito (il conoscitore del corpo o
campo). La prima categoria si occupa di ciò che è mutevole, temporaneo ed esterno al sé; la seconda
di ciò che è immutabile, eterno, trascendente, il sé. Nella Bhagavadgita viene spiegata l’esistenza
di queste due differenti categorie di energia: quella materiale, detta anche inferiore (apara
prakriti), non senziente (acit) e soggetta alle forze ineluttabili del tempo e dello spazio, e
quella spirituale, detta anche superiore (para prakriti o brahman), dotata invece di coscienza
(cit), quindi capace di percepire e di percepirsi, eterna ed immutabile. Anche nella Mundaka
Upanishad si suddivide la conoscenza in apara vidya (conoscenza materiale o inferiore) e para vidya
(conoscenza spirituale o suprema) in base all’oggetto di studio. Entrambe le categorie sono
importanti in quanto complementari ed estremamente utili; la conoscenza della prakriti è infatti
strumentale alla realizzazione spirituale.

Nel bhakti marga (via della devozione amorosa a Dio) ogni azione compiuta nel mondo, se illuminata
dalla consapevolezza spirituale e dunque offerta come sacrificio, può condurre alla completa
reintegrazione nell’ordine socio-cosmico, grazie alla quale la persona può conseguire tutti i suoi
fini terreni e nel contempo riscoprire la propria natura divina. La Tradizione vedica suggerisce
un’attitudine lontana tanto da un’adesione illusoria e identificata con l’immanenza (il “mondo” e la
“carne” del Vangelo) quanto dalla fuga verso una trascendenza astratta, negatrice dei valori terreni
e spregiatrice del corpo. Essa esorta invece ad un agire pieno ma distaccato, efficace senza esser
mosso da volontà di possesso e di potere; un agire religiosamente offerto con gioiosa devozione a
Dio. In termini taoisti, la tradizione vedica prospetta un equilibrio dinamico tra i contrari,
azione e non-azione, ottenuto grazie ad una conoscenza superiore che consente all’individuo di
“esistere” con pienezza nelle sue coordinate spazio-temporali, di adempiere qui i suoi compiti senza
evasioni pseudo-meditative, e nel contempo di aprirsi ad una dimensione meditativa autentica,
metastorica e metatemporale, tesa alla comunione col divino.

I cinque principali oggetti di studio sono dunque: Dio, il Param Purusha, l’Essere Supremo che,
nella scienza dello yoga codificata da Patanjali, viene chiamato Vishesha Purusha (il Purusha
speciale). Il purusha (l’atman della letteratura upanishadica), l’essere spirituale dotato di
coscienza individuale, il quale è una scintilla dell’Essere Supremo (Param Purusha), la Coscienza
cosmica (il Param-atma della letteratura upanishadica) la prakriti (Natura), i suoi costituenti
(guna) e le leggi che la governano kala, il tempo karma, la rigorosa legge della remunerazione delle
azioni, che governa la trasmigrazione della scintilla spirituale da una forma di esistenza ad
un’altra, da un corpo ad un altro. Lo studio della cosmogonia include tutti questi elementi in
quanto componenti fondamentali dell’universo.

Possiamo enunciare quattro grandi postulati sui quali si fonda la concezione del cosmo e della vita
in tutti i testi della letteratura vedica: Esistenza di un Essere supremo, fonte di tutto ciò che
costituisce l’universo. Esistenza di un essere individuale, di natura spirituale considerato
l’essenza di ogni personalità. Esistenza di una relazione intima tra anima individuale e Anima
suprema. Esistenza di una relazione proporzionale tra: le condizioni di vita di ogni organismo (dai
più semplici ai più evoluti), il grado di sviluppo della loro coscienza e la loro triplice natura,
sattvica, rajasica o tamasica. Questi presupposti sono di natura intuitiva, ‘leggi elementari
dell’universo’, per dirla con Einstein, a partire dalle quali l’edificio del cosmo prende corpo.

(1) La Natura.
(2) L’essere, il soggetto, colui che fa l’esperienza.

da scienzaespiritualita.blogspot.com/

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