Dio, non il vuoto
La filosofìa della coscienza di Krishna ci da una comprensione di Dio
più completa di quella degli impersonalisti e dei sostenitori
della teoria del vuoto.
di Sua Divina Grazia
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Sri Krishna afferma: “Nella misura in cui ti abbandonerai a Me, Io ti ricompenserò. “L’anima
perfettamente pura può ottenere Krishna stesso, lo yogi può vederLo nella Sua forma di Anima Suprema
nel cuore e gli impersonalisti ed i sostenitori della teoria del vuoto, nel migliore dei casi,
possono raggiungere il Suo splendore impersonale.”
Bhaktivinoda Thakura diceva krsnera samsara kara chadi ‘anacara: tutti possono impegnarsi nella
famiglia o nella vita mondana, ma quello che importa è lasciare le cattive abitudini. Il vero
problema non è rifiutare il negativo, bensì comprendere il positivo. Il semplice rifiuto
dell’esistenza materiale, proposto dai filosofi impersonalisti sostenitori della teoria del vuoto o
dai filosofi Mayavada non è sufficiente.
E’ necessario avere un riferimento positivo, senza il quale il semplice abbandono delle abitudini
negative non ci aiuterà a progredire nella vita spirituale. In mancanza di una destinazione
positiva, abbandonare o tentare di abbandonare la nostra presente situazione non ha alcun valore.
Ci sono due tipi di filosofia Mayavada. Il primo, chiamato filosofia del vuoto, afferma che
l’origine di tutto è semplicemente il vuoto. In linea generale, la filosofia buddista, fa
riferimento alla teoria del vuoto poiché i buddisti affermano che questa esistenza materiale è solo
una combinazione di elementi materiali e quando questa combinazione si dissocia, qualunque fosse la
forma generata, si torna di nuovo al vuoto. Si può mettere insieme ferro, legno, pietra, cemento ed
altri materiali per realizzare un grande edificio, ma quando i mattoni, il ferro, il legno e via
dicendo vengono separati, al posto della costruzione ritorna il vuoto.
I sostenitori della teoria del vuoto affermano che le sofferenze materiali nascono dalla
combinazione degli elementi materiali. Certamente i corpi degli esseri viventi sono combinazioni di
elementi materiali grossolani terra, acqua, fuoco, aria ed etere e di elementi sottili come la
mente, l’intelligenza ed il falso ego. Tutti questi elementi sono da considerarsi materiali ed in un
modo o nell’altro dalla loro combinazione nasce una realtà di sofferenza. I sostenitori della teoria
del vuoto dicono: “Separiamo questi elementi e non vi sarà più ne felicità, ne sofferenza.”
L’altra filosofia Mayavada, quella impersonalista afferma brama satyam jagan-mithya’. la
combinazione degli elementi materiali è illusoria, ma dietro di essa c’è lo spirito. Questo è anche
vero, perché la materia può crescere soltanto se al suo interno c’è lo spirito. Se un bimbo nasce
morto, il suo corpo non crescerà anche se noi lo conserviamo con metodi chimici. Il corpo non può
svilupparsi se al suo interno non c’è l’anima spirituale. In generale l’idea che la materia cresca a
causa dello spirito è accettata, ma gli impersonalisti affermano che lo spirito è impersonale, cioè
privo di forma. La filosofia della coscienza di Krishna si differenzia da entrambe queste teorie dei
filosofi Mayavada.
LO SPIRITO HA FORMA
La filosofia della coscienza di Krishna afferma l’esistenza dello spirito e che in verità lo spirito
è dotato di forma. Se il corpo di una persona è grosso e rotondeggiante, anche il suo vestito, il
suo cappotto ed i suoi pantaloni saranno grandi e rotondeggianti. Poiché il corpo ha braccia e
gambe, anche i vestiti hanno braccia e gambe. Il corpo materiale esterno viene paragonato all’abito
di una persona, perché copre l’anima spirituale. Se il corpo spirituale, di cui il corpo materiale è
il vestito, fosse vuoto, allora come potrebbe avere una forma il corpo materiale? Gli impersonalisti
non sanno rispondere a questa domanda, ma la Bhagavad-gita (2.22) lo spiega con chiarezza:
vasamsi jirnani yatha vihaya
navani grhnati naro ‘parani
tatha sarirani vihaya jirnany
anyani samyati navani dehi
“Come una persona indossa abiti nuovi e lascia quelli usati, cosi l’anima si riveste di nuovi corpi
materiali, abbandonando quelli vecchi e inutili.”
Prima avevamo corpi da neonato e da bambino, ma ora questi corpi sono cambiati. Quando questo corpo
diventa troppo vecchio, l’anima spirituale lo lascia ed accetta un altro corpo. L’anima spirituale è
dotata di forma, ma è così piccola che la sua lunghezza e larghezza non sono valutabili con mezzi
materiali. Gli scienziati materialisti possono solo valutare le manifestazioni intermedie, ma non le
più piccole e nemmeno le più grandi. In altre parole, essi non possono misurare l’immensità dello
spazio esterno e nemmeno la minuscola particella che costituisce l’anima spirituale.
In realtà l’anima spirituale è così piccola, infinitesimale, che nella letteratura vedica viene
definita non più grande della decimillesima parte della punta di un capello. In altre parole non la
si può vedere neppure con il più potente microscopio esistente. Gli scienziati moderni non hanno
strumenti capaci di misurare l’anima. Di conseguenza la frustrazione li porta ad affermare che
l’anima non ha forma. In realtà l’anima non è priva di forma; la verità è che gli scienziati non
hanno strumenti per misurarla.
Allo stesso modo, poiché gli impersonalisti non sono in grado di misurare le manifestazioni più
grandi e quelle più piccole, l’infinito e l’infinitesimale, affermano che Dio e l’anima spirituale
sono privi di forma. La differenza è che Dio è infinito e l’anima spirituale infinitesimale.
Da un altro punto di vista essi sono qualitativamente uguali, proprio come sono della stessa qualità
una goccia di acqua di mare e l’immenso mare. Da un punto di vista quantitativo il mare e la goccia
di acqua non sono confrontabili, proprio come non lo sono l’anima individuale e l’anima suprema.
IL GRANDE ED IL PICCOLO
Secondo la filosofia della coscienza di Krishna, dobbiamo comprendere che ciascuno di noi è una
goccia in confronto all’infinito.
Come spesso abbiamo detto, Dio è grande e noi siamo piccoli; la nostra posizione è quella di
servitori del grande. Ciò è naturale, perché ovunque possiamo vedere che il più piccolo serve il più
grande. Dio è grande, più grande di ogni cosa e poiché niente Lo può uguagliare, la posizione
costituzionale di tutti gli esseri viventi è di servirLo. Questa attitudine a servire è detta
coscienza di Krishna.
Invece di cercare di rifiutare l’esistenza materiale artificiosamente, i componenti
dell’Associazione per la Coscienza di Krishna cercano di entrare nella vera esistenza cantando il
maha-mantra Hare Krishna. studiando la filosofia della Bhagavad-gita e servendo l’associazione che è
dedicata a diffondere la filosofia della coscienza di Krishna in tutto il mondo. In questo modo
l’esistenza materiale viene automaticamente rifiutata e si entra nella realtà.
Quando si giunge alla realtà, automaticamente diventiamo sani, nel senso che ci liberiamo dalla
malattia materiale, il cui sintomo principale è il corpo materiale sempre pieno di disturbi. Non si
deve pensare che finché siamo malati abbiamo una forma e che quando invece ci liberiamo dalla
malattia diventiamo privi di forma. Questa è l’opinione dei Mayavada ed è una sciocchezza. A quale
punto del nostro sviluppo diventiamo privi di forma?
Gli impersonalisti dicono che lo stato privo di forma si ottiene al momento della morte, ma Krishna
nella Bhagavad-gita (2.27) dice: “La morte è certa per chi nasce e la nascita è certa per chi
muore.”
Quindi non è possibile restare in una situazione priva di forma. Il punto è che dobbiamo conservare
la nostra forma, ma mantenerla in una buona condizione di salute. Questo significa realizzare la
nostra forma spirituale, cioè la nostra identità spirituale, che viene detta svarupa. E folle
pensare: “Poiché ho questa forma che mi da sofferenza e piacere, allora voglio diventare senza
forma.” Questa è, a rigore, una rigida visione materialistica della forma dell’anima spirituale.
Quello che conta è mantenere la forma in buone condizioni di salute; questa condizione viene detta
mukti o liberazione dagli schemi materiali.
Com’è possibile? Tutto quello che si deve fare è semplicemente collegare ogni cosa a Krishna, al
fine di permeare la nostra vita della coscienza di Krishna. Per esempio, sotto l’influenza di maya,
l’illusione, le persone sono portate a danzare. In ogni caso la danza si svolgerà, ma c’è chi danza
in una sala da ballo per il suo piacere personale e c’è chi danza nel tempio per la soddisfazione di
Krishna. C’è una differenza enorme tra queste due posizioni. La danza in una sala da ballo si svolge
al livello del corpo materiale, mentre la danza in coscienza di Krishna è a livello spirituale.
Quindi l’Associazione per la Coscienza di Krishna invita tutti a venire a danzare e cantare per
gustare un piacere trascendentale.
Questo è il vero programma del movimento per la coscienza di Krishna. Non è affatto difficile; anche
un bambino può danzare e battere le mani. Cantando e danzando sinceramente si può avanzare nella
vita spirituale. L’essere vivente può continuare a cantare, a danzare, a mangiare, a dormire e a
fare sesso ma deve permeare tutto questo con la coscienza di Krishna o coscienza di Dio. Tutti
cercano la felicità eterna e questo è il programma. Non serve cercare di fondersi nel vuoto o di
diventare privi di forma.
La Bhagavad-gita (15.8-10) afferma che il nostro corpo futuro è determinato dalla nostra situazione
mentale al momento della morte. Come accade questo? Sri Krishna da l’esempio seguente:
sariram yad avapnoti
yac capy utkrmatisvarah
grhitvaitani samyati
vayur gandhan ivasayat
srotram caksuh sparsanam ca
rasanam ghranam eva ca
adhisthaya manas cayam
visayan upasevate
utkramantam sthitam vapi
bhunjanam va gunanvitam
vimidha nanupasyanti
pasyanti jnana-caksusah
“Come l’aria trasporta gli odori, così l’essere vivente, nel mondo materiale, trasporta da un corpo
all’altro le sue diverse concezioni di vita.
Così si riveste di una forma corporea, poi di nuovo l’abbandona per prenderne un’altra. Ogni volta
che si riveste di un nuovo corpo grossolano, l’essere vivente ottiene un particolare senso
dell’udito, della vista, del tatto, del gusto e dell’odorato, che gravitano intorno alla mente. Egli
gode così di una determinata gamma di oggetti dei sensi. Gli stolti non riescono a capire come
l’essere vivente lasci il corpo o di quale specie corporea dovrà godere sotto l’incantesimo delle
tre influenze materiali, ma coloro che hanno gli occhi illuminati dalla conoscenza possono capirlo.”
L’aria trasporta il profumo delle rose che proviene da un giardino di rose, ma se quest’aria passa
sopra una fogna, porterà lo sgradevole odore della materia in decomposizione. L’aria è pura, ma
secondo la circostanza può portare odori gradevoli o sgradevoli. Anche l’anima spirituale è pura,
essendo parte del Signore Supremo, ma, a causa della sua associazione con la natura materiale, si
manifesta in corpi diversi. Cambiarne continuamente corpo. In effetti anche nella nostra vita
attuale passiamo attraverso molti corpi diversi un corpo di neonato, un corpo di bambino, di
ragazzo, di giovane, di uomo maturo e di vecchio. Alla fine, quando nella vecchiaia il corpo diventa
inutile, prendiamo un altro corpo. Questa è la trasmigrazione dell’anima.
UN CORPO COME QUELLO DI KRISHNA
II nostro prossimo corpo verrà formato in relazione al livello di coscienza che stiamo sviluppando
in questa vita. Quindi questa forma di vita umana è fatta proprio per coltivare la coscienza di
Krishna cosicché, quando lasceremo questo corpo per accettarne un altro, potremo ottenere un corpo
come quello di Krishna cioè un corpo sac-cid-ananda, un corpo eterno fatto di felicità e di
conoscenza. Questo è lo scopo del movimento per la coscienza di Krishna. Cerchiamo di cambiare la
coscienza delle persone affinchè nella prossima vita tutti possano ottenere un corpo proprio come
quello di Krishna. Con un corpo spirituale come quello di Krishna si può danzare con Lui nella
eterna danza rasa.
Questo è il più alto risultato che un essere vivente può ottenere l’associazione personale con
Krishna. Coloro che hanno davvero la conoscenza sanno che tipo di corpo avranno nella prossima vita.
Un uomo sa di andare a Londra perché compra un biglietto aereo per quella destinazione. Allo stesso
modo, chiunque può sapere dove andrà dopo la morte conoscendo il tipo di coscienza che ha sviluppato
nella vita attuale.
La Bhagavad-gita afferma che una persona prenderà il suo nuovo corpo sulla base della particolare
influenza predominante al momento della sua morte. Colui che muore sotto l’influenza dell’ignoranza
ottiene un corpo di animale o delle specie inferiori, colui che muore sotto l’influenza della
passione ottiene la forma umana su un pianeta del tipo della Terra e colui che muore sotto
l’influenza della virtù viene promosso ai sistemi planetari più elevati e ottiene il corpo di un
essere celeste. Comunque tutti questi corpi sono temporanei. Se una persona è così fortunata da
morire in coscienza di Krishna, ottiene un corpo eterno come quello di Krishna e si associa col
Signore Supremo nella Sua eterna dimora. Una volta ottenuto questo tipo di corpo non lo si cambierà
più. Perciò dalle scritture possiamo comprendere che in generale bisogna insegnare alle persone a
vivere secondo l’influenza della virtù.
Quantomeno in questo modo sarà garantita loro una vita in un sistema planetario più elevato, se non
la liberazione.
La civiltà vedica è perciò fatta per l’elevazione delle persone. Attualmente noi siamo tra i più
caduti, essendo stati messi in questo mondo materiale come criminali.
Desiderosi di godere della natura materiale, siamo stati messi qui per tentare di realizzare questo
piacere e conseguentemente ovunque si vedono persone che si sforzano duramente per ottenere il
piacere. Tutti pensano: “Proverò piacere e diventerò grande, diventerò primo ministro o presidente.
Sarò un grande impresario o un grande leader.”
Quando l’essere vivente fallisce in tutto questo, alla fine pensa: “Ora diventerò Dio.” Tutti questi
desideri, compreso quello di diventare Dio, sono materiali. Per questo Krishna dice che non si può
diventare felici praticando un sistema religioso fondato sull’idea di aumentare il piacere dei sensi
o di diventare uno con Dio.
Alcuni sistemi religiosi affermano che praticando alcuni principi si può entrare nei pianeti
superiori, godere della compagnia di belle donne e bere la bevanda soma per diecimila anni. Questo
può apparire come un grande miglioramento, ma in realtà non è nient’altro che un tipo di vita
materiale più avanzato. Non c’è niente di spirituale in esso.
Quando finalmente si comprende che non ci può essere vera felicità su questa via, allora si afferma
che il mondo materiale non è reale dicendo: “Quest’universo è illusorio ora voglio trovare il
Brahman.” Sfortunatamente questo tipo di filosofia conferma la mancanza di ogni forma di piacere
all’interno degli esseri viventi.
Le scritture dicono che queste persone elevate, che credono che questo mondo sia illusorio e non
conoscono Krishna, per distaccarsi dalle attrazioni iilusorie e rifiutare i piaceri materiali
diventano impersonalisti e sostenitori della filosofia del vuoto. Molti sistemi religiosi sono
costruiti su questo principio come realizzare il massimo del piacere e come annullarsi.
In realtà non siamo ne goditori ne nullità; perciò Krishna respinge qualsiasi sistema religioso
fondato sulla falsa rinuncia o sul piacere materiale. Erroneamente riteniamo che questo mondo
materiale sia la realtà e conseguentemente cerchiamo di usarlo per il nostro piacere, ma quando ci
sentiamo frustrati cerchiamo di annullarlo. In realtà esso non è zero e neppure ci sono ragioni per
sentirsi frustrati; dobbiamo semplicemente ricevere la giusta conoscenza riguardo ad esso.
KRISHNA IL GODITORE
Nella Bhagavad-gita (13.23, 28) Sri Krishna ci da la giusta conoscenza dicendo:
upadrastanumanta ca
bharta bhokta mahesvarah
paramatmeti capy ukto
dehe ‘smin purusah parah
samam sarvesu bhutesu
tisthantam paramesvaram
vinasyatsv avinasyantam
yah pasyati sa pasyati
“Ma nel corpo è presente un altro Essere, un beneficiario trascendentale; è il Signore, il
proprietario supremo, il supervisore e il consenziente, conosciuto come Anima Suprema. Chi vede
l’Anima Suprema che accompagna l’anima individuale in tutti i corpi e comprende che l’anima e
l’Anima Suprema situate nel corpo distruttibile non sono mai distrutte, vede veramente.”
Affinchè la nostra tendenza a diventare goditori svanisca, basta comprendere che Krishna è l’unico
goditore. Dobbiamo semplicemente ammettere: “Non sono io il goditore; Krishna è il goditore.” Se
comprendiamo questo, non c’è più ragione di rinuncia. Krishna inoltre dice: “Io sono il proprietario
di tutti i sistemi planetari.” Allora a cosa dovremmo rinunciare? Poiché Krishna è il proprietario
di tutto, non c’è motivo di rinuncia. E se Egli è l’unico goditore, i nostri piaceri personali e
indipendenti non hanno alcun significato. Se cerchiamo di godere o di usurpare quello che appartiene
ad altri, diventiamo ladri e se rinunciamo alle proprietà degli altri stiamo recitando una parte
perché in realtà non abbiamo niente a cui rinunciare. Questa è la nostra posizione. E colui che lo
comprende perfettamente sarà riconosciuto come situato nella coscienza di Krishna.
Certamente sappiamo che Krishna non è povero. Isavasyam idam sarvam: “Tutto quello che esiste di
animato o di inanimato all’interno dell’universo è controllato dal Signore e di Sua proprietà.”
[Isopanisad, Mantra 1] Se ci accontentiamo di quello che Krishna ci da e restiamo in coscienza di
Krishna, sempre pensando: “Mio padre è molto gentile e ricco. Voglio seguire i Suoi ordini e vivere
in pace”, allora il mondo e noi stessi diventeremo pacifici. Ma non appena vogliamo usurpare la
proprietà altrui e godere di più di quello che ci è concesso dal Signore, automaticamente diventiamo
criminali.
Per liberarci dalle offese criminali, dobbiamo rispettare le molte indicazioni date nelle scritture.
Queste prescrizioni hanno la natura del tapasya cioè dell’austerità. Si pratica il tapasya quando
pur desiderando rubare quello che appartiene ad altri, pensiamo: “No, questo è da criminali; mio
padre dice che questo è da criminali e perciò non lo farò.” Tutti noi abbiamo la tendenza a rubare,
ad usurpare quello che è di altri, ma dobbiamo trattenerci ed agire secondo le leggi di Krishna che
è nostro padre.
Questo metodo all’inizio può sembrare un po’ difficile, ma se studiarne la coscienza di Krishna, non
solo comprenderemo Krishna, ma saremo liberati. Nella Bhagavad-gita Krishna dice che colui che
semplicemente Lo comprende, come Egli è, sarà liberato. La comprensione superficiale di Krishna, non
è vera conoscenza. Krishna inoltre nella Bhagavad-gita afferma che è molto difficile comprenderLo;
tuttavia, se una persona è fortunata e sincera potrà prontamente comprenderLo. Krishna dice che non
c’è verità al di sopra di Lui e se una persona è così fortunata da comprendere e seguire il
consiglio di Krishna, questa persona è sulla via della liberazione.
È NECESSARIO ASSOCIARSI
Colui che ha la fortuna di saper ragionare può comprendere Krishna molto facilmente, ma necessita
anche dell’associazione con i devoti. È molto difficile comprendere Krishna quando si è distaccati
dall’associazione con i devoti di Krishna e per questo l’Associazione Internazionale per la
Coscienza di Krishna è stata fondata per dare a tutti l’opportunità di associarsi con i devoti di
Krishna e diventare devoti. Questo movimento è aperto a tutti perché Krishna è il padre di tutti.
Non si deve pensare che Krishna sia un Dio indù o che sia per gli Indiani e non per gli altri. Egli
è per tutti. Se non lo fosse, come potrebbe essere Dio? Dio non può essere Dio solo per un
particolare tipo di uomini o per una particolare parte della società. Dio è Dio per tutti gli esseri
viventi, animali, esseri acquatici, insetti, alberi, piante tutte le varietà della creazione.
Questo è Dio. Quando arriviamo a comprenderLo nella Sua universalità e realizziamo la nostra
relazione con Lui, allora saremo arrivati alla coscienza di Krishna.
Vi ringrazio moltissimo.
(da Ritorno a Krishna di Settembre-Ottobre 2003)
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