Discorso sull’Infinito
Adattarsi alla vita significa morire ogni giorno
di Igor Sibaldi
La trascrizione di una delle più interessanti conferenze di Igor Sibaldi, finalmente disponibile in cartaceo, per coloro che non potevano essere a Roma ad ascoltare il “Discorso sull’Infinito”. E anche per coloro che vogliono risentire quelle parole dentro di sé
Adattarsi alla vita significa morire ogni giorno: adattarsi all’Italia vuol dire potenziare soltanto l’emisfero sinistro del cervello, ossia adeguarsi al conformismo brutale e disperato che dirige le energie dei cittadini fuori di sé, verso un gruppo ristretto di personaggi disinteressati al bene comune. Cosa fare? Il tema più utile e rivoluzionario della nostra cultura, spiega Sibaldi, sarà a breve l’infinito.
In questo eclettico pamphlet l’autore, novello Virgilio, conduce i ricercatori del presente nel ricchissimo mondo del futuro, in quella dimensione esperibile tramite le facoltà dell’emisfero destro fatta di scoperte, slanci e abbondanza.
Tra Il Conte di Montecristo e l’Albero della Vita, da Shakespeare al crollo della mente bicamerale, Sibaldi mostra – con un’invettiva sfrontata ed elegante – la strada che collega una vita ordinaria e modesta a un’esistenza infinita e esaltante.
Il volume è arricchito da 12 illustrazioni di Michela Filippini.
Cos’è questo? E perchè lo è?
Chiederselo senza credere di sapere già le risposte:
basterebbe a restare vivi, dentro
Anteprima del Libro
Abitiamo in un Paese decisamente sinistro, neurologicamente parlando; in un Paese molto «finito»; molto «credente» in tante cose (nella bontà di un papa, nella pubblicità, nella politica, nella malevolenza della magistratura, nella promessa che tra un po’ le cose andranno meglio) ma privo di fiducia nei singoli individui che vi abitano. Adattarsi a questo Paese, potenziando il più possibile l’emisfero sinistro, è oggi tanto faticoso quanto umiliante.
Adattarsi a cosa, propriamente?
A una morale falsa.
Purtroppo la morale italiana è molto falsa e molto forte al tempo stesso: ovvero, il peggior tipo di morale che ci si possa figurare – un conformismo brutale e disperato, come non se ne ricordava l’uguale dai tempi del basso impero romano.
Adattarsi a un’economia il cui unico scopo non è certamente quello di far arricchire i cittadini (scordatevelo, per qualche decennio), bensì di deviare le loro risorse verso un gruppo ristretto di persone che le adoperano e le adopereranno male.
Adattarsi a una cultura silenziosa, acquiescente, debole e ben decisa a rimanerlo, intimorita dal nuovo, ovunque asservita a qualche gruppo di potere, oppure costernata dinanzi alla propria inutilità e alla sempre più evidente incapacità della gente di intenderla.
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A tanti capita di pensare che sia dannoso parlare in termini esclusivamente umani (psicologici, neurologici) di argomenti che secondo le religioni sarebbero invece divini. Qualcuno reagisce con indignazione – sia tra le persone religiose, sia tra i cosiddetti atei.
Ed è facile intuire perché: quella che in Occidente si chiama «fede» è infatti un’obbedienza, un adeguamento – cioè un’espressione dell’emisfero sinistro.
Non per nulla la maggioranza dei «credenti» conoscono poco o nulla delle loro Sacre Scritture; e credono che nei Vangeli e nella Bibbia si trovino scritte cose di cui invece in quei libri non c’è traccia. Lo credono soltanto perché così è stato detto loro da persone autorevoli; e, sorprendentemente, se leggono qualche riga dei Vangeli o della Bibbia, si obbligano automaticamente ad avere l’impressione che quelle righe confermino la loro «fede»: che cioè ci sia scritto ciò che tanti dicono che ci sia scritto…
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Il termine «finito» indica tutto ciò che è in qualche modo scisso, separato da un intero di cui fa parte; «infinito» si applica a ciò che non è separato da tutto il resto.
Nella nostra psiche, noi siamo in una dimensione «finita» ogni volta che – a voler proprio parlare con un neurologo – utilizziamo soltanto le facoltà dell’emisfero sinistro, e siamo «infiniti» quando estendiamo la nostra attività cosciente anche all’emisfero destro: allora ognuno di noi, nel suo nutshell, nel suo guscio di noce, comincia a diventare re di uno «spazio infinito».
«Certo, di uno spazio infinito interiore!» potrebbe obiettare un timoroso.
«Fuori, nella vita concreta, per un re simile non cambierebbe un bel nulla. D’altronde si sa che dopotutto la filosofia lascia sempre le cose come stanno.»
Quest’affermazione sull’inefficacia della filosofia risale al filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, ma su questo punto l’impulsivo Wittgenstein aveva preso un granchio.
Può darsi che le teorie filosofiche lascino tutto come sta, per alcuni anni dopo la loro formulazione, in particolar modo tra coloro che non vogliono sentir parlare di filosofia; ma i principali cambiamenti prodottisi nella storia dell’umanità sono stati annunciati e largamente determinati – a volte con l’anticipo di qualche decennio, a volte di meno – proprio dalle opere di filosofi; si pensi ad Aristotele, a Gesù, a Paolo di Tarso, a Marx e via dicendo.
Nel caso nostro, poi, non si tratta neppure di filosofia, ma di ordinaria percezione del reale: cambiare questa percezione è possibile, certo, solo in interiore homine, ma le conseguenze di tale cambiamento si estendono immediatamente a tutto l’universo circostante.
Sta a noi, poi, se valutarle come un modo di sentirci outsider rispetto al mondo comprensibile, oppure re di uno spazio infinito.
Igor Sibaldi, nato a Milano (dove vive tuttora) nel 1957 da madre russa e padre toscano, è scrittore, studioso di teologia e storia delle religioni. Ha pubblicato diversi romanzi e curato l’edizione e la traduzione di numerosi classici della letteratura russa. Studioso di teologia neotestamentaria, dal 1997, con il suo romanzo-saggio “I maestri invisibili”, ha cominciato a narrare la sua personale esplorazione “dei miti e dei territori dell’aldilà”. In seguito Igor Sibaldi ha pubblicato numerosi romanzi e saggi sullo sciamanismo, i testi sacri, le strutture superiori della coscienza e in particolare sul fenomeno degli “Spiriti Guida”. Su argomenti di mitologia e di psicologia del profondo tiene regolarmente conferenze e seminari in tutta Italia. I libri di Igor Sibaldi trattano di mitologia, storia delle religioni, Sacre Scritture e psicologia del profondo. Sono tutti dedicati alla scoperta dell’Aldilà, inteso non soltanto come dimensione di esseri superiori, angelici o divini, ma anche come struttura superiore della psiche di ognuno.
Discorso sull’Infinito – Libro >> http://goo.gl/TuHLrq
di Igor Sibaldi
Editore: Spazio Interiore
Data pubblicazione: Febbraio 2014
Formato: Libro – Pag 118 – 10,5×16
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__discorso-sull-infinito-libro.php?pn=1567
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