Dona e dimentica, ricevi e non dimenticare

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Dona e dimentica, ricevi e non dimenticare

Di: Rachele Santucci

Ringraziare, si sa, è segno di buona educazione. Tuttavia, anche se è bene ricordare quello che
abbiamo ricevuto dagli altri con l’intento di ringraziarli in qualche modo, quando siamo noi a
realizzare una buona azione, non dobbiamo aspettarci una ricompensa.

Essere generosi e tenere sempre conto degli altri lascia un segno in noi e in chi ci sta attorno.
Vale a dire che il semplice fatto di fare qualcosa per aiutare gli altri genera una ricompensa
emotiva e ci fa stare bene da molti punti di vista.

Aiutando gli altri, lasciamo tracce in molti percorsi; esse, con il passare del tempo, diventeranno
richiami, segni che ci trasformeranno in persone di “acciaio indimenticabile“. Niente è come dare
per illuminare e scoprire la migliore versione di noi stessi.

Così, in qualche modo, offrendo qualcosa agli altri, riusciamo a riaffermarci e a conoscerci, a
maneggiare la nostra autostima e il nostro affanno di superamento. Tanto quello che riceviamo quanto
quello che diamo segnano un prima e un dopo nella nostra vita, e in quella degli altri.

Di solito le persone solidali, generose e buone non si rendono conto di quanto possano significare
le loro azioni per gli altri. Il loro atteggiamento è così naturale da non preoccuparsi di come
verranno trasformati dalle loro azioni.

In questo senso, le persone buone non aspettano che le loro azioni facciano guadagnar loro qualcosa,
poiché il benessere è generato dalla consapevolezza del fare qualcosa di corretto, che provoca
soddisfazione.
Tuttavia, il pericolo del mettersi a totale disposizione degli altri è che questi ultimi ne
approfittino e che si perda il diritto all’individualità. Molte volte l’aiutare sempre gli altri ci
si può rivoltare contro, facendoci perdere la forza che caratterizza il donare, stupiti dall’egoismo
che regna le esigenze altrui.

“Nessuna ingratitudine imprigiona un grande cuore, nessuna indifferenza lo stanca”.
Tolstoj

Anche le brave persone commettono errori

Anche le brave persone possono ferirci, ma non per questo perdono la loro luce. L’importante,
quindi, è essere riconoscenti per ogni momento ed ogni gesto, senza condannare gli altri né
offrirgli meno diritti.

Tuttavia, non dobbiamo smettere di riconoscere gli sforzi altrui, che fanno bene e facilitano la
vita. Non bisogna giudicare né privare gli altri di buoni attributi solo perché hanno commesso un
errore, perché in questo modo si debiliterà il mondo e la rete di bontà che lo avvolge.

Non tutti sono totalmente buoni o totalmente cattivi. Non siamo sempre ciò che sembriamo, che ci
piaccia o no, ognuno di noi ha in sé luci ed ombre. A renderci buoni o cattivi sono le strade che
scegliamo, perché ci descrivono e ci trasformano in ciò che siamo davvero.

Si dice che le persone perdano valore quando non sono umili. Non si tratta di prendere grandi
decisioni, ma di apportare piccoli granelli di sabbia, per un mondo migliore. Le brave persone si
misurano dalla lealtà di cuore e dalla grandezza del loro animo.

Per concludere, e ricordando le parole di Cicerone, bisogna tener presente che la gratitudine non è
solo la più grande delle virtù, ma anche la madre di tutte queste. Questo perché è un valore che
nasce dal cuore e ci rende capaci di rispettare, valorizzare e riconoscere quello che gli altri
fanno per noi.

La vita può confonderci, ma non possiamo dimenticare l’importanza della gratitudine e del non
perdere tempo a lamentarsi. Accettate che il mondo non è solo bianco o nero, ma esiste sempre
un’infinita gamma di colori. Date sempre il massimo, il meglio che potete e ricordate sempre che la
migliore ricompensa siete voi stessi.

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