Le assorbiamo senza rendercene conto. Sono le notizie tristi, negative o preoccupanti che invadono i
social network e la nostra vita quotidiana. Attenzione, perché gli effetti psicologici che
esercitano sulla nostra mente possono essere pericolosi.
Gli psicologi di tutto il mondo hanno lanciato lallarme su una dinamica sempre più diffusa e
preoccupante. Doomscrolling è il termine che definisce la nostra recente ossessione per le notizie
negative o deprimenti. Disastri naturali, storie di persone che hanno perso i propri cari, notizie
allarmanti dellultima ora, etc.
Molti di noi staranno scuotendo la testa, dicendo di no, io non sono vittima di questa cattiva
abitudine. Eppure, inconsapevolmente lo facciamo ogni giorno. Cadiamo nella trappola perché la
pubblicazione di notizie negative negli ultimi tempi supera di gran lunga quella delle notizie
positive. In altre parole, siamo esposti a questi stimoli dallimpatto psicologico negativo.
Forse ci siamo abituati a consumare queste notizie a tal punto da aver normalizzato la cosa? Di
certo ci siamo abituati ad accedere ai social e a imbatterci in queste realtà. Tuttavia non ci siamo
davvero abituati, perché il cervello soffre, perché il numero di disturbi dansia e depressivi sono
in crescita e questa è una delle cause.
Cosè il doomscrolling?
In un contesto segnato da cambiamenti e incertezza costante, non è raro sentirsi sempre più
dipendenti dal nostro smartphone e, in particolare, dai social network. Doomscrolling è un termine
di recente coniazione, comparso per la prima volta su Twitter nel 2020 per definire limprovvisa
voglia di leggere notizie deprimenti o negative.
Ha iniziato ad acquisire popolarità dal momento in cui il Los Angeles Times ne ha parlato qualche
mese fa. Il periodico statunitense ha pubblicato un articolo su tutte le parole che, in un modo o
nellaltro, descrivono la situazione attuale.
In fin dei conti, il linguaggio non è altro che il riflesso delle realtà sociali, dunque del
benessere della gente, dei cambiamenti che li interessano, del loro dinamismo e delle loro
particolarità.
Manifestazioni del doomscrolling
Il doomscrolling raggiunge quasi qualunque generazione che abbia accesso alle nuove tecnologie. Le
cattive notizie, tuttavia, sono una costante anche del mezzo televisivo, per cui potremmo notare che
i nostri cari più anziani sono maggiormente dipendenti da questi prodotti, da queste informazioni
di carattere negativo, triste o allarmista.
Ciò si verifica quando scegliamo di soffermarci su una notizia cupa e la leggiamo o la ascoltiamo
fino in fondo. La notizia tende a essere a breve impatto emotivo. Il problema nasce quando
lesposizione è costante, tanto da generare, passo dopo passo, un accumulo di emozioni negative.
Al tempo stesso, si verifica un fatto evidente: non filtriamo. Ci muoviamo in lungo e in largo tra i
social network (facciamo scrolling) e alla fine ci soffermiamo sulla notizia allarmante o triste
dellultima ora. Il nostro sguardo si sofferma su quella esca di Twitter che descrive
unesperienza personale negativa.
Quasi senza rendercene conto, la mente accumula unimmensa quantità di dati, immagini e storie che
interferiscono con il nostro benessere psicologico.
Perché lo facciamo?
Alcuni media parlano di una nuova tendenza che consiste nellandare alla ricerca delle informazioni
più sgradevoli. Non è proprio così.
In realtà, negli ultimi mesi queste pubblicazioni proliferano in modo sorprendente. Vi siamo più
esposti e, in generale, il cervello propende maggiormente per la ricerca del negativo piuttosto
che del positivo.
In un contesto come quello attuale, vogliamo tenerci informati e, in generale, lesposizione ai
social network è maggiore. Abbiamo più tempo e siamo più preoccupati. Lincertezza pesa e vogliamo
sapere cosa succede nel mondo quasi ogni secondo. La mente si trova in un perenne stato di allerta e
sovraeccitazione e questo questo ci rende dipendenti dalle brutte notizie.
Quali sono gli effetti sulla salute mentale?
Il doomscrolling non è innocuo, ha un serio impatto sul nostro benessere psicologico, aspetto di cui
dobbiamo tenere conto. Uno studio condotto dallUniversità del Sussex indicano che le notizie
negative non solo ci rendono più preoccupati, ma alterano anche il nostro stato danimo.
Tanto è vero che molto spesso, questo fatto può sommarsi ad altri e sfociare in depressione o in
ansia. Laspetto più complicato è che questa realtà agisce come un circolo vizioso. Vale a dire che
non possiamo smettere di ascoltare queste notizie e, pur consapevoli dellimpatto che hanno su di
noi, ne abbiamo bisogno per sapere cosa sta succedendo.
A ciò si aggiunge un altro fatto: le cattive notizie vengono ricordate più di quelle positive. Come
se non bastasse, gli algoritmi dei social network e di internet continuano a esporci a questo genere
di informazione e non ce ne accorgiamo. Gli effetti sulla salute possono essere, dunque, molto
gravi.
Come ridurre leffetto del doomscrolling?
La strategia per attenuare limpatto del doomscrolling è evidente: ridurre il tempo che trascorriamo
sui social network. Una considerazione che sembra così evidente è, in realtà, più difficile da
attuare di quanto pensiamo.
Laderenza psicologica a queste tecnologie è così elevata che non ne siamo coscienti. Abbiamo
bisogno di realizzare un esercizio di riflessione in merito e di iniziare a ridurre il tempo di
esposizione. Bisogna evitare che i social network ci rubino il nostro tempo, ma anche la nostra
salute mentale.
Di conseguenza, sarebbe molto meglio stabilire dei momenti specifici della giornata dedicati alle
notizie. Anche rispondere solo ai messaggi più importanti è unaltra valida strategia. Per esempio,
evitiamo che controllare il telefono sia la nostra prima azione quando ci alziamo al mattino o
lultima quando andiamo a dormire.
Ultimo, ma non per questo meno importante, possiamo attenuare gli effetti del doomscrolling
concentrando la nostra attenzione su compiti, interessi e attività più positivi e piacevoli. Una
chiacchierata o una passeggiata sono attività gratificanti che migliorano la salute della psiche.
Proviamo a investire molte più energie in questi ambiti per trovare il necessario equilibrio lontani
dagli schermi.
Bibliografia
Johnston, Wendy & Davey, Graham. (1997). The psychological impact of negative TV news bulletins: The
catastrophizing of personal worries. British journal of psychology (London, England : 1953). 88 ( Pt
1). 85-91. 10.1111/j.2044-8295.1997.tb02622.x.
www.latimes.com/world-nation/story/2020-04-11/coronavirus-covid19-pandemic-changes-how-we-ta
lk
da lista mente
Lascia un commento