All’abitudine di dormire poco sono stati attribuiti disturbi cognitivi, emotivi e fisici. Riposare
per le ore necessarie deve essere una nostra priorità.
Quella di dormire poco è diventata unabitudine per molti adolescenti e adulti. Quando lo stile di
vita è saturo di stimoli, di impazienza, di frenetico bisogno di fare tutto, le necessità
fondamentali, come il sonno, finiscono per alterarsi.
Allo stesso tempo, i cambiamenti nelle ore di luce o nei turni di lavoro e il costante accesso alle
tecnologie stanno incoraggiando questa abitudine.
Le conseguenze di unalterazione del sonno si manifestano su piani diversi, ovvero emotivo,
cognitivo e fisico, al punto da creare nuovi disturbi come la sindrome da sonno insufficiente.
Questo è, in definitiva, un errore nella gestione delle nostre priorità giornaliere.
Il meccanismo del sonno
Il sonno è uno stato fisiologico di base e comporta un abbassamento dello stato vigile e di
coscienza. Lo scopo è sviluppare processi di integrazione dellattività cerebrale e modificare i
meccanismi fisiologici del nostro corpo. È governato dal ciclo circadiano, in cui si alternano uno
stato di veglia e uno di sonno.
Il sonno è composto da due fasi principali che si susseguono sempre con lo stesso ordine. Il primo
stadio è il sonno Non REM, caratterizzato dallassenza di movimenti rapidi degli occhi. Si divide, a
sua volta, in quattro momenti:
Non REM1: il sonno è leggero, è facile risvegliarsi ed esiste ancora la percezione degli stimoli,
interni ed esterni.
Non REM2: laccesso sensoriale del nostro corpo viene bloccato, i muscoli si rilassano e rallenta il
ritmo del cuore. Le onde cerebrali cominciano a diminuire permettendo al cervello di calibrare le
proprie attività.
Non REM3: le onde cerebrali continuano a diminuire, il blocco sensoriale è più forte. Aumenta la
produzione degli ormoni della crescita.
Non REM4: insieme allo stadio precedente, è il momento in cui il sonno è più profondo. Predominano
le onde delta.
Il secondo stadio del sonno è chiamato REM, caratterizzato dalla presenza di movimenti oculari
rapidi.
In questa fase, diminuisce il tono muscolare; il ritmo respiratorio e cardiaco sono irregolari. È il
momento del sonno in cui il cervello è più attivo e produce sogni lucidi e con un filo conduttore.
Attivazione cerebrale e abitudine di dormire poco
Nelle ricerche mediante tecniche di imaging cerebrale, è stato osservato che una diminuzione del
tempo dedicato al sonno causa una riduzione complessiva dellattività cognitiva.
Ciò avviene soprattutto nella corteccia prefrontale e nel lobo parietale. I test si sono concentrati
in particolar modo sullattività verbale e si pensa che sia dovuto al tentativo del cervello di
restare sveglio e vigile.
Dormire poco altera la funzione cognitiva?
Sappiamo che il sonno è essenziale a un adeguato funzionamento cognitivo durante il giorno. Recenti
ricerche hanno dimostrato che rinunciare a 1,3 ore giornaliere di sonno causa, dopo una settimana,
una riduzione del 32% dello stato di allerta con ripercussioni su attività fisiche e cognitive.
Memoria e apprendimento
La memoria e lapprendimento sono aspetti collegati al dormire bene. Durante il sonno vengono
consolidate le informazioni acquisite durante il giorno. Riposare bene è, quindi, essenziale
allapprendimento.
Alle diversi fasi del sonno, poi, corrispondono diversi aspetti della memoria. Per esempio, la
codifica e il consolidamento delle nuove informazioni nella nostra memoria dipendono dalla fase del
sonno REM e Non REM2. Non riuscire a completare queste fasi, pertanto, ostacola il consolidamento
dei ricordi. È possibile notarne gli effetti sul rendimento scolastico.
Esiste, inoltre, una relazione tra dormire e acquisizione delle nuove informazioni. In questo caso,
dormire poco diminuisce lattività dellippocampo, struttura basilare nellattività di codifica
della memoria, e ostacola la capacità di trattenere i dati.
Attenzione
Unaltra conseguenza del dormire poco è la sonnolenza diurna con effetti sullattenzione. In questo
caso, poiché a risentirne sono funzioni come la vigilanza, avremo la tendenza a perdere o omettere
elementi importanti nello svolgimento di unattività.
Diventa difficile, inoltre, restare concentrati sulla stessa attività a lungo. Se si aggiunge a
questo un aumento del tempo di reazione, non cè da stupirsi se la mancanza cronica di sonno ci può
portare ad avere un incidente stradale o a non superare un test per mancanza di tempo.
Tempi di reazione
Come abbiamo detto, quando abbiamo ore di sonno arretrate, i nostri tempi di reazione aumentano in
modo significativo. È inoltre più probabile commettere errori. In generale, portare a termine
unattività ci richiederà più tempo e anche così potremo avere difficoltà a eseguirla in modo
corretto.
Tutto questo influisce su ogni aspetto della vita. In particolare gli adolescenti e i giovani che
dormono poco possono avere un calo nella resa scolastica, non essendo completamente in grado di
capire o eseguire ciò che viene loro richiesto. Altre attività compromesse sono quelle automatiche
come guidare lautomobile, a causa di un rallentamento dei riflessi.
E la vita emotiva?
Pare che la carenza di sonno provochi cambiamenti temporanei dellumore con tendenza alla
depressione o allansia.
Allo stesso modo, colpisce lintelligenza emotiva e il pensiero costruttivo. Le conseguenze si fanno
notare a vari livelli, primo fra tutti, le relazioni interpersonali. Dormire poco riduce
lassertività, il sentimento di indipendenza e di auto-realizzazione.
In secondo luogo, viene intaccata lempatia nei confronti degli altri e la qualità delle relazioni.
In particolare, si è notata una diminuzione nella capacità di riconoscere la mimica collegata alla
gioia e alla rabbia. Questo ha certamente delle conseguenze sulla capacità di entrare in rapporto
con gli altri.
Infine, ne risente la capacità di gestire lo stress a causa, tra le altre cose, di un ritardo
nellattivazione del sistema di gratificazione.
Relazione tra dormire poco e funzioni fisiologiche
Il sonno è strettamente legato alle attività fisiologiche poiché, come abbiamo detto, regola la
nostra vita cognitiva, emotiva e fisica. Tra i principali sistemi interessati dalla mancanza di
sonno troviamo:
Sistema immunitario. Una riduzione del sonno indebolisce le nostre difese e mette gli organi sotto
sforzo; aumenta il rischio di ammalarci.
Apparato cardiovascolare. Chi soffre di disturbi del sonno incorre più facilmente in malattie come
lipertensione, le cardiopatie o le insufficienze cardiache.
Sistema endocrino. Dormire poco porta a un aumento dei livelli di cortisolo e a una diminuzione
degli ormoni tiroidei. Per questo motivo vi è un rischio più alto di soffrire di obesità, diabete e
stanchezza cronica.
Sindrome da sonno insufficiente
Si tratta di un disturbo causato da una scarsa quantità e qualità di sonno notturno, necessario per
una buona vigilanza durante il giorno. La sua origine non è fisiologica, bensì è legata a fattori
esterni. In particolar modo è legata a una restrizione volontaria del sonno motivata da altri
interessi che entrano in competizione, come il divertimento o il lavoro.
È tipica degli adolescenti o dei giovani in età scolare; i sintomi sono sonnolenza diurna,
stanchezza al risveglio, bisogno di un aiuto esterno (mamma e papà) per non alzarsi tardi al
mattino. Tra i fattori legati a questa sindrome:
Cambiamenti adolescenziali.
Uso di dispositivi elettronici.
Orari estremi ed eccessivo carico scolastico.
Uso di sostanze stimolanti.
Fattori emotivi o stress.
Conclusione:
Non dobbiamo mai sottovalutare la necessità fisiologica di dormire il giusto numero di ore. Come
abbiamo visto, un sonno non riparatore ha conseguenze negative sul piano emotivo, cognitivo e
fisico, quindi sul nostro rendimento.
Avete labitudine di posticipare il momento di andare a letto perché avete cose importanti da fare?
Considerati i rischi connessi al dormire poco, è meglio dare priorità al letto che alle altre
attività. Alla lunga il vostro corpo vi ringrazierà.
Bibliografia
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approfondimenti:
www.amadeux.net/sublimen/dossier/sonno_e_sogni.html
www.amadeux.net/sublimen/dossier/apprendimento_e_memoria.html
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