“Droga, conoscerla e combatterla… ”
di Riccardo C. Gatti)
Droga via internet
Internet utilizzato come veicolo di informazioni per la produzione e lo
smercio di sostanze stupefacenti: questo l’allarme lanciato da S. de
Mistura, direttore dell’Ufficio ONU per l’Italia. Il mercato della droga è
sempre più ramificato, e internet sembra essere diventato, grazie al facile
accesso ai siti, un canale privilegiato per lo scambio di messaggi criptati
tra produttori, spacciatori e consumatori di droghe. Il fenomeno droga è
variegato, sommerso e sfuggente, denuncia de Mistura, e combatterlo sembra
talvolta una guerra persa in partenza. Tuttavia, avverte, non bisogna
rassegnarsi a convivere con il problema rimuovendolo o valutandolo con
superficialità – ciò potrebbe costringerci a confrontarci, prima o poi, con
una vera e propria catastrofe sociale.
*Una rete contro le nuove droghe*
La FICT (Federazione italiana comunità terapeutiche) ha istituito una rete
di centri contro le nuove droghe sintetiche, che così affianca il già
esistente Coordinamento Nuove Droghe del CNCA. L’iniziativa, lanciata in
occasione della Giornata Mondiale contro la Droga, prende le mosse
dall’allarmante diffondersi delle nuove droghe sintetiche tra i giovani. Il
fenomeno è ancora in gran parte sommerso, ma, in base a quanto reso noto dal
rappresentante ONU per l’Italia, si stima che in Italia vi siano attualmente
tra gli 85.000 e i 250.000 consumatori di pasticche. Altro dato
preoccupante, ogni settimana compaiono sul mercato circa 10 nuovi ‘prodotti’
di fattura e provenienza incontrollabili, e con effetti potenzialmente
devastanti su chi ne fa uso. I 50 centri, sparsi su tutto il territorio
nazionale, sono aperti a tutti coloro che desiderano ottenere informazioni,
fare corsi di prevenzione o seguire un programma educativo per imparare a
rinunciare alle nuove droghe.
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*ECSTASY*
Più che una sostanza unica è una famiglia di prodotti simili, parenti
stretti dell’anfetamina. Nelle pasticche di ecstasy, però, si trova di
tutto, compresi piombo e veleni perché la produzione è del tutto illegale e
i laboratori clandestini sono tenuti a volte da professionisti a volte da
dilettanti.
EFFETTI E RISCHI
L’ecstasy interviene sull’umore, diminuisce sonno, fatica e fame ma fa anche
palpitare il cuore, inaridisce la bocca, “tira” le mascelle, dilata le
pupille, alza la pressione del sangue. In condizioni particolari
(affaticamento, umidità) la temperatura del corpo può salire fino a 40°C e
può portare al colpo di calore: un tilt del sistema di termoregolazione con
rischio per la vita. L’ecstasy tende ad alterare la percezione della realtà:
guidare strippati è un pericolo! Quando l’effetto finisce ci si sente down:
depressi, irritabili, storditi, con tanta voglia di calarsi ancora.
Aumentando le cale però aumentano gli effetti indesiderati. L’ecstasy è
illegale.
COMPOSIZIONE: PIU’ CHE PASTICCHE, PASTICCI
Polvere, sabbia, stricnina, veleno per topi, vermifughi. Questo si trova
nelle cale, come additivo o come ingrediente unico. Sorpreso ? Non è una
rarità. Le stime dicono che solo il 5% delle pasticche è veramente ecstasy,
pura o mescolata. Mescolata a cosa ? In primo luogo al piombo che è il
residuo di produzione più comune, e poi ad altri stupefacenti, ma anche lì
chissà quali e in che dose. Non deve stupire perciò che due cale abbiano
effetti diversi: le paste non viaggiano con il foglietto delle istruzioni,
nessuno sa nulla della provenienza né se sono state preparate da un esperto
o un dilettante. E anche sapendolo, chi sa qual è il dosaggio giusto di un
calo ?
SENSIBILITA’ INDIVIDUALE
Se le cale non girano col foglietto di istruzioni figuriamoci le persone.
Ognuno è diverso da chiunque altro e nessuno sa davvero come è fatto
“dentro”. Quindi prendendo una certa sostanza non si può sapere che cosa
succederà, con quale gravità e per quanto tempo.
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CANNABIS
La pianta d’origine è la canapa indiana – cannabis o marijuana – di cui si
fumano le foglie o un impasto della resina (hashish)
EFFETTI E RISCHI
Senso di rilasciamento, miglioramento delle capacità mentali, della
creatività, dei rapporti con gli altri: si cerca essenzialmente questo con
lo ‘spinello’. Ma gli effetti indesiderati esistono: il battito cardiaco
aumenta, qualcuno avverte nausea, mal di testa, difficoltà ad ordinare i
pensieri e a concentrarsi. Se si fuma molto, si possono avere sonnolenza,
problemi di equilibrio, nei riflessi e nell’attenzione: chi guida deve
saperlo. La cannabis è illegale.
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COCAINA
Estratta dalla foglia di coca, la polvere bianca classicamente ‘sniffata’
gira ora anche in cristalli da fumare.
EFFETTI E RISCHI
Attraverso la cocaina si cercano euforia, energia, lucidità, potenza
sessuale, fiducia. Si può andare incontro, però, a tremori, insonnia,
irritabilità. Chi la usa tende a sopravvalutarsi e a non frenare i gesti
violenti, mettendo a repentaglio la sicurezza propria e degli altri. Un
problema è il rapido esaurimento dell’effetto. Questo in molti casi spinge a
tirare di nuovo, e poi ancora, fino a non poterne più fare a meno. Allora
smettere può diventare difficile, tutto ricorda la coca, la voglia è
irrefrenabile. Di questo passo è facile la tossicomania, che porta con sé
depressione, problemi sessuali, inappetenza; in casi estremi, paranoia,
deliri, psicosi. Chi tira spesso, può subire danni al setto nasale. La
cocaina è illegale.
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EROINA
Estratta dal papavero, la polvere bianca dell’eroina viene sniffata, fumata
o assunta per endovena.
EFFETTI E RISCHI
L’eroina è un prodotto capace di dare un senso di benessere e di euforia
cancellando ogni traccia di dolore fisico o morale. I rischi sono legati
all’overdose perché l’eroina è un farmaco molto tossico che deprime i centri
nervosi della respirazione. Il pericolo maggiore tuttavia nasce dalla sua
capacità di indurre dipendenza e tossicomania. In tutti i paesi occidentali
più del 90% delle tossicomanie è determinato dall’eroina. L’eroina è sempre
illegale.
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ANFETAMINE
Sono pasticche, capsule, polvere e fiale usate per restare svegli, per
controllare la fame, per sopportare la fatica. Ice, shabu, crystal e crank
(non il crack) sono anfetamine.
EFFETTI E RISCHI
Si consumano attratti dall’idea di sentirsi carichi di energia, svegli,
super-efficienti. Poi si scopre che non sconfiggono fame e fatica,
semplicemente le ‘mascherano’, perciò può succedere di sottoporsi a sforzi
in realtà inaffrontabili. CerTi atleti dopati sono morti per non aver
sentito la stanchezza. Le anfetamine accelerano il battito del cuore e il
respiro, ostacolano il sonno e, alla lunga, l’attività sessuale. Chi consuma
può non capire le conseguenze di ciò che fa, diventare violento e paranoico.
Quando l’effetto finisce ci si sente stanchissimi, irritabili, depressi.
Volendo superare questa situazione si tende a consumare ancora. Le
anfetamine sono vendute in farmacia, ma sono spacciate illegalmente.
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ALCOOL
Vino, birra, distillati, superalcolici: mille forme di consumo del tutto
lecite che non devono far dimenticare i rischi del facile abuso.
EFFETTI E RISCHI
Si beve per rompere il ghiaccio verso gli altri, ma ci si abitua in fretta a
consumi forti, illudendosi di ‘reggere’. L’abuso porta al rischio di
gastriti, ulcere, epatiti, cirrosi e si stima che, calcolando anche suicidi
e incidenti stradali, le sostanze alcoliche uccidano 17.000 persone ogni
anno. L’alcool è una droga a tutti gli effetti: dà dipendenza, assuefazione,
problemi di astinenza (con tremori, aritmie, allucinazioni) e, in casi
estremi, decesso. In Italia, si può acquistare del tutto liberamente, ma
guidare in stato di ebbrezza (bastano gr. 0,8 di alcool in 1000 di sangue)
può lasciare in ricordo incidenti più o meno gravi, multe salate, ritiro
della partente e una lunga sfilza di fastidi.
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THE RISK OF THE MIX
Mixare può uccidere. Droghe e alcolici vengono spesso mescolati sperando che
il cocktail faccia salire gli effetti desiderati senza sapere che ad
aumentare sono quelli collaterali e i rischi. Se poi nei mix c’è di mezzo
l’alcool, si perde con facilità il controllo, finendo per calare più di
quanto non sembri. Molte morti per overdose o per incidenti hanno questa
causa. Altri abbinamenti portano facilmente al bad trip e a down
imprevedibili. In più, essendo incerta la composizione di una pasticca, gli
effetti combinati sono una vera lotteria.
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Articolo del Dr. Riccardo Gatti www.droga.net “gatti@d… ”
(tossicodipendenze, droghe, SERT…)
*26 giugno 2000 “Giornata Mondiale contro la Droga”: una riflessione*
26 giugno 1990: eravamo in piena “emergenza droga”. Sono passati dieci anni:
le polemiche, le contrapposizioni e le ansie di quel periodo sembrano
soltanto un ricordo. In molti, forse, hanno dimenticato. Eppure, allora, si
parlava di “lotta alla droga”.
La gente capiva che c’era un nemico da affrontare. La mobilitazione era
collettiva: si scendeva in piazza manifestando per un maggiore impegno da
parte delle Istituzioni. Oggi le cose sono cambiate. Paesi che, per ragioni
climatiche, non erano nella condizione di produrre, oggi lo possono fare
perché le droghe sintetiche fanno diretta concorrenza a quelle che
necessitano di coltivazioni.
La “new economy” della droga si è adeguata ai nuovi mercati. La
distribuzione è sempre di più attenta al cliente. Lo spaccio trova nuove
dimensioni. Tutto è più invisibile e, soprattutto, compatibile. Con l’eroina
ti danno anche le siringhe: consumi sul posto e vai. La cocaina costa sempre
meno e chi la vuole la trova. Dell’ecstasy sappiamo già tutto. Gli
allucinogeni sono una divertente possibilità. Per la semina della canapa si
organizzano feste. Chi compra e chi vende: un rapporto tra pari. Lo
spacciatore è un amico, un collega, chi ti organizza la serata.
26 giugno 2000 abbiamo tutti i problemi di ieri ed in più quelli di oggi. Il
mercato ha sempre più clienti fidati e consumatori occasionali. La droga
diventa come l’alcol: c’è chi la usa, chi ne abusa, chi ne è schiavo e chi
ne muore. Il 2000, per qualcuno, rappresentava il futuro: un futuro
migliore. In questo campo, invece, la situazione peggiora proprio perché,
sempre più invisibile e compatibile, sfugge al controllo.
Prima o poi, all’improvviso, l’avremo di fronte e ci spaventerà. La
sicurezza è un tema importante per tutti: sempre più persone inserite
socialmente e con ruoli decisionali importanti si avvicinano alle droghe. Si
tratta di sostanze subdole: la cocaina, ad esempio, può far perdere la
capacità critica e di giudizio. Chi la usa non se ne rende conto ed anche
chi lo circonda se ne accorgerà troppo tardi.
Trasferiamo questo concetto in ambito di sicurezza aziendale; valutiamolo in
termine di costi assicurativi; pesiamolo dal punto di vista del rischio di
impresa e aggiungiamolo ai costi sanitari e sociali: un bilancio veramente
difficile.
Non dimentichiamo l’eroina. Ha sempre un grande parco di clienti fidati e di
nuovi adepti. A loro si vende anche altro: è più difficile sottrarre i
politossicomani al mercato clandestino. Oggi in Italia l’eroina è una “droga
spazzatura”; ma fino a quando?
Negli USA, dopo gli anni di invasione della cocaina, sta ritornando di moda.
Succederà anche da noi.
In Europa, forse, non sono mai state distribuite così tante droghe
contemporaneamente, in modo così capillare: c’è veramente di tutto. Proprio
nel momento in cui si tenta un’unità economica ed anche politica, questo
mercato clandestino e ricchissimo, da sempre strumento di sfruttamento e di
colonizzazione, cerca basi più solide per una ulteriore espansione.
Le droghe fanno male, le droghe inquinano il nostro cervello, le droghe sono
uno strumento di disgregazione sociale eppure, un marketing accorto, riesce
a far credere, ancora una volta, che l’uso sia una esperienza di libertà.
Noi, che ci occupiamo di cura, vediamo le conseguenze di tutto ciò. A volte
dobbiamo turare le falle di menti oramai sconvolte che affondano in un mare
di pensieri distorti in cui l’unico approdo sicuro è sempre quello: altra
droga.
Mentre il mondo delle politica e dell’economia sembra interessato ad altre
cose, chi si occupa di tossicodipendenti quasi dà fastidio: solleva problemi
che si vorrebbero dimenticare e che gli stessi trafficanti vorrebbero
fossero dimenticati.
Poi ti ritrovi nel tuo studio.
La persona davanti a te è stravolta. In quel momento vorrebbe che tu
prospettassi anche possibilità che non hai. Ti chiede perché non si lavora
di più per la prevenzione, perché non ci sono maggiori strumenti per la
cura. Alla fine quasi, non parla più anche se, qualcosa, ancora dice:
“….dottore, non avrei mai pensato potesse accadere a mio figlio”.
Pensiamoci.
– da www.spray.it
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