Due Cervelli

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Due Cervelli

di Ferdinando Regina

Restando sul tema delle Emozioni, vi dico che alcuni Scienziati hanno scoperto che esistono discorsi
emotivi elaborati dall’intestino, sede di un secondo Cervello, quasi una copia di quello che abbiamo
nella testa.
L’intestino non serve solo alla digestione.
Il Cervello addominale produce sostanze psico-attive che influenzano gli stati d’animo, come la
serotonina e la dopamina, ma anche oppiacei antidolorifici e benzodiazepine, sostanze calmanti come
il Valium.
Il cervello addominale lavora in modo autonomo da quello della testa: aiuta a fissare i ricordi
legati alle emozioni; può ammalarsi, soffrire di stress e sviluppare proprie nevrosi; prova
sensazioni, pensa e ricorda; aiuta a prendere decisioni.
Durante la formazione dell’embrione una parte delle cellule nervose viene inglobata nella testa e
un’altra va nell’addome: i collegamenti fra i due organi sono tenuti dal Midollo spinale e dal nervo
Vago.
Il Cervello addominale si occupa delle “decisioni viscerali”, quelle spontanee e inconsapevoli; ha
quindi un ruolo importante nella gioia e nel dolore.

Per studiare questo secondo Cervello è nata una nuova scienza: la Neurogastroenterologia.
Le basi le ha messe, alla metà dell’800, il neurologo tedesco Leopod Auerbach. Egli osservò al
microscopio l’intestino e notò due strati sottilissimi di cellule nervose tra due strati di muscolo
e scoprì che questa specie di calza a rete avvolge tutto il tratto digerente fino al retto.
Questa rete di cellule nervose è una centralina di gestione e di controllo: durante il transito
degli alimenti e il processo della digestione non si limita ad analizzare la composizione del cibo e
a coordinare i meccanismi di assorbimento e di escrezione, ma comanda la velocità del transito e
altre funzioni grazie all’equilibrio tra neurotrasmettitori inibitori ed eccitatori.
Se nell’addome penetrano veleni, il Cervello addominale avverte il Cervello della testa che regisce
con una sua strategia ben precisa: vomito, crampi, diarrea. Se il veleno è identificato precocemente
viene eliminato dall’alto, per la via più breve. Se invece è già a mezza strada, viene attivato il
riflesso peristaltico: contrazioni ondulatorie della parete muscolare dell’intestino che spingono il
contenuto dalla bocca verso l’ano. Queste contrazioni sono sincronizzate dal Cervello addominale,
stimolato dalla pressione sulle sue pareti. Quando anche una piccola parte di cibo, equivalente ad
un boccone, dilata un segmento dell’intestino, le cellule nervose iniziano a secernere
neuromediatori, cioè proteine che sono il linguaggio chimico delle cellule nervose, che inibiscono o
eccitano le cellule muscolari responsabili del riflesso.
Se predomina l’inibizione, l’intestino si rallenta sino a fermarsi: questo porta alla stitichezza
cronica e le feci si fanno dure perché stanno molto tempo nel Crasso e vengono disidratate.
Se invece predomina l’eccitazione il trasporto accelera fino alla diarrea perché è tanto veloce da
non dare tempo al crasso di riassorbire i liquidi.
La bocca, l’esofago e lo stomaco sono influenzate dal Cervello nella testa. Più si penetra
nell’apparato digerente, più debole diventa il controllo del Cervello nella testa; dopo il piloro,
la regia passa alla pancia.

Michael D.Gershon, autore del libro “The second brain”, ha scoperto che il 95% della Serotonina, un
neuromediatore che influisce sugli stati d’animo, è prodotta dalle cellule dell’intestino ed è
responsabile anche del riflesso peristaltico.
Il Cervello addominale è una grande fabbrica chimica perchè produce altri neuromediatori attraverso
i quali comunica col Cervello della testa.

Le cellule di entrambi i Cervelli parlano la stessa lingua chimica. I farmaci psichiatrici agiscono
anche sull’intestino; quelli gastroenterici anche sul cervello.
Un ormone gastrico, la Secretina, viene sperimentato nella terapia dell’Autismo, una malattia
psichiatrica. Un antiemicrania seda gli intestini iperattivi.
Gli antidolorifici calmano alcune infiammazioni del tratto digerente. Alcuni antidepressivi agiscono
sull’umore cerebrale ma anche sul Cervello addominale causando diarrea o stitichezza.
In seguito agli studi sul Cervello addominale si sta sperimentando una terapia contro il Colon
irritabile, di cui soffre il 20% della popolazione, che causa dolori addominali, evacuazioni
irregolari, accumulo d’aria nell’intestino.
Non si sa perché il colon di queste persone funziona male. Il responsabile, secondo Schemann, è il
Cervello addominale; oppure Cervello basso e Cervello alto non si intendono.
Gershon sostiene che il Cervello addominale è soggetto a nevrosi. La comunicazione tra i due
Cervelli è dominata da quello della pancia. E’ da qui che parte, diretto alla testa, il 90% dei
messaggi. La maggior parte di questi messaggi sono inconsci, cioè avviene senza che noi ne prendiamo
consapevolezza. Li percepiamo soltanto quando sono segnali di allarme che scatenano reazioni di
malessere.
Emeran Mayer, docente all’Università della California, ha scoperto che una parte dei messaggi del
Cervello addominale arriva nel Sistema Limbico, posto al cento del Cervello della testa. Questa area
ha il compito di elaborare i segnali negativi e reprimere le sensazioni spiacevoli. Se il Cervello
della testa percepisce tensione e paura chiama a raccolta le cellule dell’intestino che producono
sostanze irritanti come l’Istamina che attiva le cellule nervose del tubo digerente che fanno
contrarre le cellule muscolari: questo porta a crampi e a diarrea. Il segnale d’allarme va poi al
Cervello della testa che lo ritrasmette verso il basso, e così via. Se l’ansia non cala, il cerchio
si chiude e i sintomi si cronicizzano.
Il Cervello addominale sarebbe dotato di memoria. Per fissare i ricordi usa le stesse molecole del
Cervello della testa: gli stress del passato si stampigliano nel Cervello e nell’Addome rendendo
l’asse Cervello-Addome ipersensibile per tutta la vita.
Questo spiega perchè i bambini che soffrono di coliche nell’infanzia hanno un rischio maggiore di
diventare adulti sofferenti di Colon irritabile. Circa il 40% delle persone che soffrono di Colon
irritabile soffre, in genere, anche d’ansia e di depressione.
Così come la fame e la sazietà influiscono sull’umore, nel Cervello addominale può risiedere
l’origine di altri stati d’animo compresa la Depressione.

Queste ricerche sono ancora agli inizi; è comunque un dato certo che ogni volta che l’intestino si
contrae ed emette Serotonina o altri neuromediatori le informazioni viaggiano lungo il nervo Vago
fino al Cervello della testa, dove vengono tradotte in malessere o allegria, stanchezza o vitalità,
umore buono o cattivo.
L’addome crea l’atmosfera per la testa. Il Cervello dell’addome racconta la sua versione al Cervello
della testa, crea il suo profilo emotivo e prepara il Cervello della testa anche per la notte.
Durante la fase Rem del sonno, quando si sogna, anche l’intestino comincia a dare segno di sé grazie
alla Serotonina. Infatti dopo un pasto abbondante è possibile fare brutti sogni.

Nei prossimi anni potremmo scoprire che il Cervello dell’addome è la matrice biologica
dell’inconscio.
A parere di numerosi autori le turbe gastrointestinali costituiscono, insieme con le cefalee, le
malattie psicosomatiche che ricorrono più di frequente nei pazienti di un medico generico.
Il bambino localizza nell’addome tutti i dolori diffusi e vaghi, le cenestopatie generali, le
sensazioni di malessere.
Solo in un secondo tempo fanno la propria comparsa i mali di testa e le nevrosi cardiache.
I motivi di questi disturbi sono stati collegati a parecchi fattori, in particolare all’importanza
primaria del rapporto alimentare tra madre e figlio e al fatto che la madre, fin dal primo istante,
pone la massima attenzione sui problemi della nutrizione, della digestione e dell’evacuazione delle
feci: tutto questo con intensa partecipazione emozionale.
Il bambino piccolo incorpora (porta alla bocca, inghiotte) ciò che gli sembra buono, desiderabile,
in grado di soddisfarne i bisogni, rifiutando e sputando ciò che gli sembra cattivo. In seguito
questo comportamento si esprime nel linguaggio: si parla di una donna “dolce”; di un bambino “da
mangiare”, “che vien voglia di mordere”; di un evento che “è rimasto sullo stomaco”, “che dà la
nausea”, “che fa vomitare”; si dice: “non ne posso più di mandare giù”; “io mi rodo il fegato”; “mi
faccio il sangue cattivo”.
L’aggressività orale si traduce in espressioni come “digrignare i denti”, “essere mordace”, ecc.
Il rapporto tra emozioni e funzione gastrointestinale (secrezione, motilità) è dimostrato da vari
disturbi nella pratica medica di tutti i giorni.
I disturbi funzionali includono l’alitosi, i disturbi della deglutizione o disfagie con sensazioni
di globo esofageo, l’aerofagia, l’eruttazione, la sensazione di gonfiore all’epigastrio, i bruciori
di stomaco, i disturbi dell’appetenza, la nausea, i vomiti, le gastriti funzionali, il meteorismo.
Altri disturbi includono le gastriti e le gastroduodeniti, l’ulcera gastrica e duodenale, il
pilorospasmo, le discinesie epato-biliari, le enteriti, le coliti, il colon irritabile.
Sono state dimostrate reazioni di ipersecrezione e ipermobilità dell’apparato digerente in
concomitanza con crisi di rabbia o collera, e un’iposecrezione e ipomobilità nei momenti di
depressione.

Questi studi non hanno portato a conclusioni definitive ma sono certamente suggestivi e meritano
l’attenzione e la considerazione sia da parte degli studiosi più scettici, sia da parte delle
persone comuni, come noi.
Del resto in tutte le culture, nei modi di dire, nel senso comune, la pancia è tradizionalmente la
sede principale dei sentimenti, delle emozioni e delle nostre difese. Sin da bambini, quando non
avevamo voglia di andare a scuola, simulavamo il mal di pancia. Da adulti, quando cerchiamo di
ottenere una dilazione della consegna di un lavoro, è probabile che ci lamentiamo di un mal di testa
o di un qualche disturbo gastro-intestinale. Si rimanda un appuntamento o un incontro dicendo di
soffrire di un attacco incontrollabile di diarrea. Si finge di essere malati o di soffrire di
enterite o di colite per non presentarsi in tribunale come giurati, per ottenere una pensione di
invalidità o per vincere una battaglia legale. Ci sono poi casi più sconcertanti di chi lamenta
sintomi vaghi, spesso dolorosi, ma sempre a livello gastro-enterico, per nessuna ragione ovvia o
tangibile, ma certamente funzionali per un equilibrio ad un qualche livello della sfera
somato-psichica..

Cosa fare?

I soci di un Club di Bombay sostengono che anche le risate artificiali, muovendo il diaframma, fanno
bene all’addome e a tutto l’organismo e le utilizzano come autoterapia.
Fra gli esperti di tecniche mentali, coloro che le utilizzano possono continuare a farle. Coloro che
le utilizzano poco, possono cominciare a farle con più costanza. Coloro che non le utilizzano,
possono cominciare a farlo ora partendo dal primo sintomo che avvertiranno a partenza dall’ addome.
Possiamo utilizzare queste tecniche per imparare a controllare le nostre emozioni.
Qualcuno afferma che la pubblicità, per i giovani, dovrebbe usare un nuovo Alfabeto Emotivo.

Ferdinando Regina
Medico, Psicoterapeuta e
Docente del Progetto Permanente

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