E’ il suono a permettere la trasmissione degli impulsi nervosi

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E’ il suono a permettere la trasmissione degli impulsi nervosi

L’attività elettrica sarebbe solo un effetto secondario dell’impulso nervoso e non il suo meccanismo
di trasmissione

Fin dagli anni ’60 il modello di Alan Hodgkin e Andrew Huxley (premi Nobel per la Medicina nel 1963)
ha spiegato le modalità di trasmissione degli impulsi nervosi. Ora però, un nuovo studio sostiene
che l’attività elettrica delle cellule nervose sia solo un effetto collaterale dell’impulso nervoso
e non il suo meccanismo di trasmissione. Le informazioni sarebbero invece trasmesse da un neurone
all’altro grazie ad impulsi sonori. La rivoluzionaria teoria è opera di due biofisici del Niels Bohr
Institute di Copenhagen, Andrew Jackson e Thomas Heimburg che sono arrivati a fromulare questa
teoria a partire da uno studio sui meccanismi di funzionamento dell’anestesia. Secondo i due autori
l’ipotesi che gli anestetici si leghino ai recettori del dolore inibendone il funzionamento è
insoddisfacente. Jackson spiega: “Puntare su un meccanismo d’azione del genere per un farmaco
sarebbe come tirare in aria una moneta 1000 volte e sperare di fare sempre testa”.

Il vecchio modello di Hodgkin-Huxley spiegava la trasmissione dei segnali con un impulso elettrico
che passa da cellula a cellula. Negli anni successivi questo modello è stato anche ulteriormente
raffinato ed oggi si conoscono anche le caratteristiche delle “porte” nella membrana cellulare che
si aprono e chiudono per lasciare passare gli ioni carichi e consentendo in questo modo la
propagazione del segnale. Queste proteine sono anche state studiate al microscopio elettronico.
Secondo Jackson e Heimburg questi modelli non sono in grado di spiegare il meccanismo del
funzionamento degli anestetici. Secondo le ipotesi avanzate dai due ricercatori, il tessuto nervoso
è costituito soprattutto da lipidi in forma liquida alla temperatura corporea. Esisterebbe poi un
meccanismo (per ora sconosciuto) che genera impulsi di pressione che generano onde semisolide che
percorrono le cellule trasmettendo l’impulso nervoso.

I farmaci anestetici interverrebbero su questo meccanismo abbassando la temperatura alla quale i
lipidi passano allo stato solido e quindi di fatto rendendo più difficoltosa la formazione delle
onde di cui sopra. Sarebbero poi queste onde, mutando al loro passaggio la forma delle cellule
nervose, a creare l’impulso elettrico che viene registrato durante la trasmissione nervosa. La
teoria avanzata dai due biofisici ha scatenato reazioni di di scetticismo nella comunità
scientifica. La teoria è riportata sul Biophysical Journal.

fonte: molecularlab.it, coscienza.org

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