Effetti del genere thriller sul cervello

pubblicato in: AltroBlog 0
Effetti del genere thriller sul cervello

Perché il genere thriller risulta così attraente per noi? Cosa succede nel cervello quando ci
immedesimiamo con i personaggi della storia?

Alfred Hitchcock, il maestro della suspense, diceva che un bel crimine piace a tutti, purché tu non
sia la vittima. E non si sbagliava, perché decenni dopo assistiamo alla massificazione del genere
thriller, sempre più presente su tutte le piattaforme. Perché ne siamo così affascinati? Quali sono
gli effetti del genere thriller sul cervello?

Una storia ricca di mistero e suspense tiene incollati allo schermo. Tuttavia, al di là dell’effetto
di titoli come Seven, True Detective o La donna che visse due volte, solo per citarne alcuni, la
suspense genera una serie di cambiamenti nel cervello che possono essere considerati universali.

Gli effetti del genere thriller sul cervello

Secondo Matthew Bezdeck, ricercatore del Georgia Institute of Technology (USA), il cervello soffre
di una sorta di visione a tunnel quando vediamo che il protagonista di una serie o di un film è in
pericolo.

Questo sarebbe la prima alterazione della nostra chimica cerebrale. “Nella corteccia visiva, i
neuroni che elaborano ciò che accade sullo schermo si attivano, mentre quelli che ricevono
informazioni periferiche diventano insensibili”, afferma il ricercatore.

Il secondo cambiamento è legato all’attenzione. Secondo le parole di Bezdeck, si potrebbe parlare di
silenzio della rete neurale, ovvero la suspense porta il cervello a concentrarsi sul film.
Dimentichiamo ciò che ci circonda e l’unica cosa che ci interessa è sapere cosa accadrà ai
protagonisti.

L’ultimo cambiamento di cui parla Bezdeck riguarda l’attivazione cognitiva. Guardare film di
suspense è tutt’altro che un’attività passiva. “In uno studio, io e i miei colleghi abbiamo scoperto
che gli spettatori partecipano mentalmente a scene di suspense: risolvono problemi per conto dei
personaggi “, spiega.

In breve, gli spettatori “ridisegnano gli eventi come sarebbero potuti accadere in modo diverso e
criticano o elogiano ciò che fanno i protagonisti”.

I thriller inducono il cervello a concentrarsi sul film.

Empatia con i personaggi

Sebbene sia un fenomeno che dovrebbe verificarsi in ogni buona storia, quando vediamo un thriller
tendiamo a entrare in empatia con i personaggi. La minaccia e la suspense coinvolgono maggiormente.

Dopotutto, i neuroni deducono il conflitto e aiutano a mettersi nei panni dei personaggi, proprio
come facciamo con le persone in carne e ossa.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è la sensazione di minaccia, molto comune in ogni
thriller. Anche se sembra paradossale, la paura e l’incertezza possono farci provare grandi dosi di
piacere. Quando vediamo un personaggio in difficoltà, l’amigdala interpreta che siamo in pericolo.

In seguito a ciò, il cervello rilascia sostanze che generano una sensazione di ricompensa. Sia il
terrore sia la suspense possono diventare fonte di piacere infinito. Bisogna anche prendere in
considerazione il profilo di ogni spettatore.

Ci sono persone a cui piace particolarmente il rischio, perché il loro cervello presenta un numero
maggiore di recettori della dopamina.

Il genere thriller favorisce l’empatia con i personaggi delle serie e dei film.

Controllo mentale degli spettatori

Sebbene la stragrande maggioranza degli sceneggiatori e dei registi non conosca le nozioni più
elementari di neuroscienze, sanno come gestire la mente dello spettatore.

È quanto afferma Bezdeck, seppur intuitivamente, “i grandi registi sanno come controllare la mente
dello spettatore pur ignorando i meccanismi biologici alla base”.

Bisogna anche tenere conto degli ultimi progressi in materia narrativa, per cui nemmeno i
protagonisti sono esenti da una fine tragica. Come hanno dimostrato produzioni come Il Trono di
Spade, qualsiasi personaggio amato dallo spettatore può avere una morte orribile.

In questo modo, l’intrigo del genere thriller aumenta, inondando il cervello di enormi quantità di
endorfine e dopamina.

Bibliografia

Afrodita, E. & Salvaterra, I. (2022, 27 agosto). PSICOLOGIA de las emociones humanas: Aprendizaje
emocional para el crecimiento personal. Control de la ansiedad, ira, disgusto, tristeza, sentimiento
. . . vergüenza, envidia y celos (Spanish Edition). Independently published.

Alzina, R. B. (2009, 1 abril). Psicopedagogía de las emociones (Educar, instruir no 4) (1.a ed.).
Editorial Síntesis, S. A.

Bezdek, Matthew & Wenzel, William & Schumacher, Eric. (2017). The Effect of Suspense on Brain
Activation and Memory During Naturalistic Viewing. Biological Psychology. 129.
10.1016/j.biopsycho.2017.07.020.

Padrosa, J. M. (2014). El bienestar del malestar: el placer por el cine de terror. Arte y bienestar.
Investigación aplicada, 139.

bit.ly/3VwlpBL

da lista mentem gg

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *