di Bruno Renzi
I recenti approfondimenti nell’ambito della fisica rivoluzionano la posizione dell’essere umano nel contesto cosmico. Alcuni fisici e biologi molecolari stanno cominciando ad integrare nello studio della coscienza la visione innovativa che proviene dalle teorie che tendono alla unificazione delle forze fondamentali di natura. Desidero riportare l’attenzione attraverso questo articolo su un fenomeno che è stato oggetto di studio scientifici, ma che penso non abbia avuto la meritata risonanza nei diversi contesti culturali e sociopolitici. Il fenomeno degli effetti di campo della coscienza è un fenomeno fisico-quantistico nella dimensione della collettività e la sua adeguata osservazione ed applicazione è in linea con quel rinnovamento culturale e scientifico che si sta verificando in questi decenni, con importanti ricadute nel nostro quotidiano.
I recenti approfondimenti nell’ambito della fisica ed in particolar modo della meccanica quantistica continuano a rivoluzionare la nostra visione e la posizione dell’essere umano nel contesto cosmico, sebbene assistiamo ancora al perdurare in alcuni ambiti di una visione meccanicistica. Mentre la teoria della relatività di Einstein ha dimostrato che la materia è una forma di energia, la meccanica quantistica che indagava le dimensioni subatomiche ha messo in evidenza che a quel livello l’energia presenta una natura ondulatoria. Finché la nostra osservazione si limita ad una dimensione biomolecolare o molecolare la materia sembra avere una certa densità, ma quando l’osservazione giunge al livello subatomico le cosiddette particelle subatomiche non sono altro che oscillazioni di campi di energetici che veicolano informazione.
Ancora oggi nella ricerca scientifica per quanto riguarda le funzioni complesse della coscienza e della mente si privilegia una visione localizzatoria; anche negli studi di neuroimaging si tende ad adottare una tale struttura, anche se i ricercatori incominciano a comprendere che nei processi complessi vi è una attivazione complessiva del sistema nervoso centrale (e d’altra parte non potrebbe essere altrimenti). Ci chiediamo quindi in una visione avanzata se non sia il caso che lo studio scientifico della mente e della coscienza non debba essere esteso e coinvolgere le dimensioni della fisica fondamentale integrandole alle classiche visioni meccanicistiche.
Una visione innovativa
Alcuni fisici e biologi molecolari stanno cominciando ad integrare nello studio della coscienza la visione innovativa che proviene dalle teorie che tendono alla unificazione delle forze fondamentali di natura, sino alla ricerca della dimostrazione di un campo unificato, da cui originano quelle leggi di natura che organizzano la vita nel cosmo ed anche i processi biofisici della nostra mente.
La nostra coscienza emerge ed è espressione di questo campo fondamentale in natura: la struttura del cervello e della mente è in grado di amplificare e trasfigurare gli impulsi primordiali che provengono da questa fonte; e questi ultimi influenzano morfogeneticamente l’espressione morfologica e temperamentale dell’individuo. In questa accezione la coscienza individuale è espressione di questo livello fondamentale della fisica che è autoreferente, intendendo per autoreferenza la capacità di autorelazionare le perturbazioni che avvengono al proprio interno, determinando un fenomeno primordiale di coscienza.
La struttura del cervello umano nella sua natura biologica ha anche una dimensione biofisica, consente la realizzazione di questo processo nei termini di autoreferenza che partecipa al processo della consapevolezza. Quindi la coscienza non è conseguente alla particolare struttura biologica del cervello quale esito di un processo evolutivo, non è secondaria, ma è espressione di una “complessità” che scaturisce dal progressivo diversificarsi dei diversi livelli delle leggi di natura; e questo processo è armonizzato da una coscienza primordiale.
Alcuni biologi molecolari hanno evidenziato che il DNA nella sua struttura biofisica si comporta come un superconduttore, cioè non disperde energia ed è in grado di veicolare informazione. L’informazione veicolata nel campo diviene tanto più “influente” quanto più è coerente come fenomeno oscillatorio. Ad esempio la luce che è costituita da una funzione d’onda di tipo elettromagnetico non coerente tende a disperdersi differentemente da un raggio di luce laser, le cui oscillazioni sono coerenti e manifesta proprietà quantistiche dei campi elettromagnetici oscillanti. Quando utilizziamo delle tecniche che sono in grado di generare coerenza delle onde cerebrali assistiamo ad una serie di processi mentali che hanno peculiari caratteristiche, che non vengono espresse in condizioni di normalità, ossia quando il cervello presenta fenomeni di desincronizzazione come nel normale stato di veglia.
La MT e la coerenza delle onde cerebrali
Esistono delle tecniche che consentono di realizzare un alto livello di coerenza nelle onde del nostro sistema nervoso centrale e queste tecniche sono state ampiamente studiate nei loro effetti sui diversi parametri della fisiologia, ma ne sono stati anche studiati gli “effetti di campo” sulla coscienza collettiva di una popolazione.
Attraverso le tecniche di meditazione trascendentale (MT) ed MT-siddhi, la mente può accedere a dei livelli di minima eccitazione realizzando un alto livello di coerenza delle onde cerebrali, sia interemisferica che fra i lobi anteriori medi e posteriori del cervello. Quando si realizza un alto livello di coerenza cerebrale le onde cerebrali, che sono delle macrofunzioni d’onda quantistiche, consentono la realizzazione di quel fenomeno chiamato “effetto di campo della coscienza”, cioè una propagazione della coerenza nell’ambiente circostante. Ciò che accade è una sorta di fenomeno di risonanza della coerenza, le onde altamente coerenti “influiscono” e rendono coerenti le onde cerebrali di altre persone, determinando un funzionamento più coerente di alcuni processi mentali. La realizzazione di questo livello di coerenza cerebrale determina la riduzione degli effetti dei campi magnetici in cui noi siamo immersi e la propagazione della coerenza cerebrale; quest’ultima tende ad armonizzare e rendere coerenti le onde cerebrali della coscienza collettiva determinando degli effetti positivi sui quei parametri che indicano la qualità della vita all’interno di una collettività.
E’ sufficiente che un numero di individui pari alla radice quadrata dell’1% della popolazione pratichi la meditazione trascendentale e la MT-siddhi per potere assistere agli effetti di campo sulla coscienza di quella popolazione. Sostanzialmente il fenomeno è correlato alla propagazione di una forte onda di coerenza collettiva, costituita dalla somma di fase delle singole componenti individuali del gruppo che pratica la tecnica. Le influenze sulla qualità della vita di un gruppo che si sono osservate sono letteralmente sorprendenti; sono stati effettuati negli anni ‘80 ben 15 studi sugli effetti di campo della coscienza e sono stati osservati miglioramenti nella collettività per quanto riguarda la riduzione del numero dei reati (omicidi-suicidi), la riduzione del numero degli incidenti stradali, la riduzione dei tassi di ricovero ospedaliero, la riduzione di mortalità prenatale ed infantile, la riduzione del consumo di alcool e di sigarette e miglioramento di alcuni parametri di natura economica.
da karmanews.it
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