Effetto placebo e nocebo

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Effetto placebo e nocebo

Ti avverto, chiunque tu sia.
Oh tu che desideri sondare gli Arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh! Uomo conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei
[Oracolo di Delfi ]

Effetto placebo e nocebo

Marcello Pamio – tratto dalla dispensa “Pensiero che cura”

Il termine ‘Placebo’ è il futuro del verbo latino ‘placere’, e significa letteralmente ‘piacerò’.
Si tratta di una sostanza inerte, priva di qualsiasi principio attivo terapeutico, o di un
provvedimento non farmacologico (consiglio, conforto, atto chirurgico non invasivo, ecc.) che
provoca un effetto positivo su un sintomo o addirittura su una malattia.
Studi in ‘cieco’ (dove il paziente non sa cosa sta prendendo) hanno dimostrato in patologie con una
rilevante componente psicosomatica (come emicrania, insonnia, ecc.) un effetto placebo fino all’80%.
Studi in ‘doppio cieco’ (sia il paziente che il medico che somministra non sono a conoscenza) hanno
dimostrato che raddoppiando la dose di placebo si ottengono risultati terapeutici migliori di quelli
con dose normale.

Questo incredibile fenomeno, che non è psicologico, è conosciuto da moltissimo tempo, ma oggi si
ritiene che fino al 60% dei progressi ottenuti con un trattamento (qualsiasi esso sia) possano
essere dovuti a una risposta placebo!
Il biologo molecolare Bruce Lipton, autore del best seller “ La Biologia delle credenze: come il
pensiero influenza il DNA e ogni cellula” chiama l’effetto placebo, ’effetto credenza’ per
sottolineare come le nostre percezioni, vere o false che siano, hanno lo stesso impatto sul nostro
comportamento e sul nostro corpo. Egli è totalmente a favore dell’effetto credenza (placebo) perché
costituisce una prova sorprendente della capacità di autoguarigione dell’essere umano.

«Il motivo per cui la mente è stata così trascurata dalla medicina ufficiale non è solo il pensiero
dogmatico, ma sono anche considerazioni economiche. Se il potere della mente può davvero guarire il
corpo, perché andare dal medico; e, cosa ancora più importante, perché avere bisogno di
farmaci?»[1]

Non a caso le ‘lobbies del farmaco’ studiano attentamente i pazienti che reagiscono alle pastiglie
innocue di zucchero (placebo), ma non a scopo di conoscenza, ma semplicemente per poi escluderli
dalle sperimentazioni cliniche! Coloro che lavorano per la malattia invece che per la salute delle
persone, vedono la pillola zuccherina – che si dimostra più efficace del farmaco – come una minaccia
economica, e infatti lo è.
Crollerebbe il palcoscenico se la massa venisse a sapere che miliardi di dollari e anni di ricerche
non hanno confronto con uno zuccherino!

Uno studio della Baylor School of Medicine pubblicato nel 2002 nel New England Journal of Medicine
ha valutato gli interventi chirurgici su pazienti affetti da gravi dolori alle ginocchia [Moseley et
al. 2002]. I pazienti vennero divisi in tre gruppi. Nel primo il dottor Moseley raschiò la
cartilagine danneggiata del ginocchio; nel secondo, mise a nudo l’articolazione, eliminando del
materiale ritenuto causa dell’infiammazione (entrambe tecniche accettate dalla chirurgia ortopedica
ufficiale). Il terzo gruppo invece fu sottoposto a un ‘finto’ intervento: i pazienti vennero
anestetizzati, subirono tre piccole incisioni di routine e il dottore durante l’operazione, durata
40 minuti, parlò come di routine.
A tutti e tre i gruppi fu prescritta la medesima terapia postoperatoria e di riabilitazione.
I risultati furono sorprendenti: il terzo gruppo, quello placebo che non è stato operato, migliorò
esattamente come gli altri due, e alcuni di loro tornarono addirittura a giocare a basket!

La convinzione, la credenza di essere stati operati, nell’esempio qui sopra, ha fatto superare un
problema fisico al ginocchio!
Possiamo ancora affermare che l’Effetto placebo è di tipo psicologico?
Sappiamo ancora poco del vero meccanismo che sta a monte di simili e inspiegabili guarigioni, la
cosa che si sa per certo è che si tratta di un fenomeno esistente, la cui potenzialità intrinseca è
dentro ognuno di noi.

Effetto Nocebo

Se il pensiero positivo, come abbiamo visto, può liberare dalla malattia, quali conseguenze possono
avere i pensieri negativi sulla nostra salute?
Tale effetto, chiamato ‘effetto nocebo’ (dal latino ‘nocere’, nuocere), in medicina è altrettanto
potente quanto quello ‘placebo’.
Il pensiero può far ammalare, le parole e il comportamento possono trasmettere messaggi che tolgono
speranza e che quindi possono far ammalare.
Lo ha spiegato molto bene il Dottor Geerd Ryke Hamer nella Nuova Medicina Germanica: traumi, shock
psicologici ed eventi improvvisi (se vissuti in una certa maniera) possono scatenare (e lo fanno su
tre piani contemporaneamente: psiche, cervello, organo) una qualsiasi patologia, dall’influenza al
tumore più fulminante.
Una diagnosi errata (i falsi positivi e negativi nella diagnostica preventiva come gli screening
sono all’ordine del giorno), una frase mal posta o distaccata da parte del medico, possono scatenare
un trauma interiore pericolosissimo in persone sensibili o estremamente paurose.

Le convinzioni positive e negative non hanno solo un impatto sulla salute, ma su ogni aspetto della
vita.

Facciamo molta attenzione perciò a quello che sentiamo, ascoltiamo e soprattutto diciamo poiché:

“…non ciò che entra nella vostra bocca vi contaminerà,
ma ciò che esce dalla vostra bocca, questo vi contaminerà.”
[ Vangelo di Tommaso, 15 ]

Potenzialmente riceviamo ogni giorno delle informazioni e/o notizie che sono in grado di farci stare
male (predisponendoci alla malattia), se ovviamente vengono vissute non correttamente. Tutto dipende
da noi!
Spesso le cose che sentiamo o vediamo non sono corrette, per non dire vere: i filtri con cui
osserviamo e recepiamo il mondo, sono condizionati dall’educazione, dalla scuola, religione, ecc. Se
fin da piccoli, per esempio, ci è stato inculcato che il musulmano è pericoloso e il negro puzza,
quando da adulto avrò a che fare con un arabo o un africano, attiverò automaticamente un programma
di sopravvivenza, scappando nel primo caso o turandomi il naso nel secondo. Queste vengono chiamate
programmazioni inconsce.

Per capire come funzione il nostro inconscio, basta immaginare una stanza buia dove le pareti sono
piene zeppe di scritte, per esempio: “i musulmani sono pericolosi”, “i negri puzzano”, “sei un
fallito”, “non farai mai niente di buono” “attento ai cani”, ecc.
Queste scritte – che sono frutto di condizionamenti esterni inconsapevoli da parte dei genitori,
maestri, insegnanti, ecc. – giungono a coscienza, cioè vengono alla luce, non appena sentiamo
determinate frasi o vediamo determinate cose o ci troviamo in determinate situazioni. Appena vengono
a coscienza però, l’inconscio farà di tutto per boicottarci, e incredibilmente, lo farà per il
nostro benessere!
Se siamo cresciuti con la scritta interiore “sei un fallito” (diventata poi convinzione e credenza),
non appena la vita ci metterà di fronte a dei risultati positivi che dimostrerebbero, al contrario,
che abbiamo delle qualità, l’inconscio (avendo registrato che siamo dei falliti) farà carte false
per affossare il nostro progetto, perché non vuole la nostra sofferenza. In pratica cerca di evitare
tutte le situazioni che potrebbero farci stare male.

Conoscendo come funziona l’inconscio e quindi come avviene questo boicottaggio interiore è possibile
liberarsi da questi freni evolutivi.
Esistono numerose tecniche che aiutano a cancellare o prendere coscienza i queste scritte inconsce,
ma la cosa più importante rimane l’auto-osservazione o l’auto-coscienza, che vedremo alla fine di
questo lavoro.

[1] “Placebo: l’effetto delle credenze”, dal libro “ La Biologia delle credenze: come il pensiero
influenza il DNA e ogni cellula”, Dottor Bruce Lipton, ed. Macro

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