Entrare nel presente della vita
di ANTHONY DE MELLO
Siete pronti a prendere uno shock? Ascoltate! Esaminate la vostra vita. Osservate tutti i vostri pensieri e vedrete che spesso stanno nel passato o nel futuro.
Prendete coscienza di quanto poco vivete nel presente, di quanto poco siete vivi e resterete shockati. Pensate a tutto cio’ in questo modo. State sbucciando un’arancia per poi mangiarvela. Se la vostra mente e’ tutta concentrata nel mangiare l’arancia, sapete cosa puo’ succedere? Non state sbucciando l’arancia, perche’ non siete li’, e quando mangerete quell’arancia, non la gusterete, perche’ sarete in tutt’altro luogo.
Un vecchio e saggio barcaiolo trasportava i pellegrini in un santuario. Un giorno qualcuno gli chiese: “Sei gia’ andato al santuario?”. Il barcaiolo rispose: “No, non ancora, perche’ non ho ancora scoperto tutto cio’ che il fiume ha da offrirmi. In questo fiume trovo la saggezza, trovo la pace, trovo Dio”.
I pellegrini, al contrario, neppure notavano il fiume; le loro menti erano concentrate sul santuario, non potevano vedere il fiume.
Potrebbe essere questa la storia della nostra vita? E’ come prendere in mano la tazzina del caffe’ per berlo, senza alzarla realmente, perche’ non si e’ li’, e non bere mai il caffe’, perche’ non si e’ li’, e cosi’ via.
E’ una tragedia. Perdiamo la nostra vita! Come porvi rimedio?
Una leggenda narra che Buddha attraverso’ tutto il paese in cerca dell’illuminazione; visito’ i principali maestri della sua epoca, pratico’ tutte le discipline e le spiritualita’ esistenti, ma non raggiunse l’illuminazione.
Alla fine, desistette. Disperato, si sedette sotto un fico e venne illuminato.
Anni dopo, i suoi discepoli gli chiesero: “Maestro, raccontaci il segreto dell’illuminazione. Come l’hai ottenuta?”.
Non esistono segreti, o tecniche. E il maestro tentava di spiegarlo loro. I discepoli pero’ volevano conoscere la tecnica.
Allora Buddha – me lo immagino mentre strizza l’occhio – disse: “Va bene, vi rivelo la tecnica. Quando state inspirando, siate consapevoli del fatto che state inspirando. E quando state espirando, siate consapevoli del fatto che state espirando”.
Non e’ straordinario? Non sembra particolarmente spirituale. Sapete qual’ era la sua intenzione? Voleva che i discepoli entrassero nel presente! Egli sapeva, da illuminato qual’ era, che Dio non e’ domani, Dio e’ ora. La vita non e’ domani, e’ ora. L’amore non e’ domani, e’ ora.
L’illuminazione e’ ora.
Se viveste per il presente, verreste illuminati. Si’. Davvero. Questo e’ molto simile all’esercizio per raggiungere la pace, ve lo ricordate? “Fate una cosa per volta e interiormente verbalizzate cio’ che state facendo”. Si tratta di un esercizio molto utile per entrare nel presente, per vivere l’ora, per vivere la vita.
Questa e’ la seconda cosa di cui avete bisogno per iniziare a vivere, per essere voi stessi, per essere ora.
Passiamo alla terza cosa: “essere qui”. Significa uscire dalla propria testa e tornare ai propri sensi; letteralmente:, uscire dall’astrazione ed entrare nell’esperienza.
Voglio raccontarvi la storia di un soldato americano, durante la guerra in Corea. Il giorno del Ringraziamento, la festa principale negli Stati Uniti, senti’ una fortissima nostalgia di casa. Una coppia, che aveva trascorso diversi anni negli Stati Uniti, lo invito’ a pranzo. Quando l’uomo arrivo’, con sua grande sorpresa e gioia, vide che c’era un tacchino, il suo piatto favorito. Il pranzo inizio’: mentre si serviva generosamente, inizio’ a discutere animatamente con il suo ospite.
Quando la discussione termino’, il suo piatto era vuoto. Il soldato si accorse che non aveva affatto gustato il pranzo e che non si ricordava neppure il sapore del tacchino.
Questo e’ quello che io chiamo entrare nel qui. Non si deve mangiare il menu Le argomentazioni sono ottime, le idee anche. Ma non sono la vita! Sono straordinariamente adatte per guidarci nella vita. Ma non sono la vita. L’astrazione non e’ la vita. La vita si trova nell’esperienza. E’ come leggere un meraviglioso menu.
Potete guidare la vostra vita con un menu, ma il menu non e’ cibo. E se passaste tutto il tempo con un menu, non mangereste nulla. Talvolta puo’ accadere anche di peggio. Ci sono persone che mangiano il menu. Vivono di idee e cosi’ perdono la propria vita. Cosa fare per porvi rimedio?
Krishnamurti ci avvisa: “Il giorno in cui insegnamo a un bimbo il nome di un uccello, il bimbo non vede piu’ l’uccello”. I l bimbo guarda questa cosa soffice e viva, piena di mistero e di sorpresa, e noi gli insegniamo: “Quella e’ una rondine”. Ora, il bambino ha un’idea: rondine. E piu’ tardi, ogni volta che vede una rondine, gli si dira’: “Adesso lo sai: quella e’ una rondine”. Lo stesso vale per l’idea, supponiamo, di americano. Tutte le volte che vedro’ una persona di nazionalita’ americana, diro’: “E’ un americano”. E non colgo l’essere unico che quell’individuo e’. Quando vi e’ capitato di vedere un bimbo meravigliato, che guarda quell’oggetto misterioso, soffice e saltellante, che chiamiamo rondine? Vedete?
La parola, il concetto attraversa ogni comprensione. Il concetto, la parola puo’ essere un ostacolo che non ci lascia vedere una rondine. Il termine “americano” puo’ essere un ostacolo, che non mi permette di vedere realmente l’americano che ho di fronte. La parola e l’idea Dio possono essere un ostacolo per vedere Dio.
Come porre rimedio a questa situazione? Lo potete fare fin d’ora.
Ascoltate tutti i suoni che attorno a voi potete cogliere. Potete ascoltarli tutti? Suoni alti, suoni bassi, il suono della voce? Sapete cosa succede quando fate questo? State entrando nei vostri sensi: questa e’ l’esperienza. Qui non c’e’ alcuna astrazione, non c’e’ alcun concetto. Guardate quello che state guardando, ascoltate quello che state ascoltando, toccate quello che state toccando, sentite quello che state sentendo.
A un famoso guru, che aveva avuto il dono dell’illuminazione, i suoi discepoli chiesero: “Maestro, la tua illuminazione cosa ha provocato in te? Cosa ti ha dato?”.
L’uomo rispose: “Bene, vi racconto quello che essa mi ha dato: quando mangio, mangio; quando guardo, guardo; quando ascolto, ascolto. Questo essa mi ha dato!”. I suoi discepoli obiettarono: “Ma tutti fanno cosi’!”. E il maestro rispose ridendo: “Tutti fanno cosi’? Allora tutti devono essere illuminati!”.
La risposta e’ che nessuno fa cosi’, quasi nessuno e’, qui, vivo. Essere vivo significa essere se stessi, essere vivo significa essere ora, essere vivo significa essere qui. Osservatevi. Nella misura in cui vi osserverete, non solo mentalmente, ma come un osservatore imparziale, abbandonerete la vostra esistenza meccanica, da marionette, e diventerete discepoli di Gesu’ Cristo.
Non potete essere discepoli di Gesu’ se siete delle marionette! Se siete vivi al dieci per cento, sarete discepoli solo al dieci per cento. Capite? Sperimentate la realta’, tornate ai vostri sensi. Questo vi aiutera’ a vivere il vostro presente. Vi aiutera’ a vivere le vostre esperienze.
Nell'”ora” si incontra Dio. Ma questo e’ preghiera? Pregare non significa forse parlare con Dio? Certo, pregare e’ parlare con Dio. Ma immaginate una madre, a letto ammalata: sua figlia pulisce tutta la casa, prepara i pasti, si prende cura del giardino. Ella non sta parlando con sua madre, ma quanto le sta dicendo! Entrate nella vita e farete vostra la causa di Gesu’ Cristo… che non ci chiama semplicemente a una nuova religione, ma alla vita.
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