Eric Kandel: tra biologia e psicanalisi

pubblicato in: AltroBlog 0
Eric Kandel: tra biologia e psicanalisi

da lescienze.espresso.repubblica.it

Premiato per le ricerche iniziate quarant’anni fa che hanno svelato i meccanismi fondamentali della
memoria, Kandel, psichiatra convertitosi alle neuroscienze, svolge ancora studi all’avanguardia
nella sua disciplina. Di David Dobbs La lumaca di mare Aplysia californica ricorda vagamente una
melanzana. È di grosse dimensioni (una trentina di centimetri di lunghezza per tre chili di peso), e
ha un colore violaceo, che dipende dalla dieta ricca di alghe. Se infastidite uno di questi
molluschi, emetterà «un fluido rosso porpora che – osservò Charles Darwin – colora l’acqua in un
raggio di quasi mezzo metro». Difficile definirla un gioiello dei mari.
Eppure, quando cinquant’anni fa il neuroscienziato Eric R. Kandel guardò questa specie di lumaca
vide la semplicità formale di una gemma, e su di essa fondò le neuroscienze moderne. Grazie
all’Aplysia, Kandel scoprì che il nostro apprendimento avviene non già modificando i neuroni, bensì
rinforzando le sinapsi – ovvero le connessioni fra i neuroni – oppure costruendone di nuove. La
scoperta era rivoluzionaria, ma Kandel andò oltre, arrivando a chiarire i più intricati meccanismi
di questo processo vitale. Per esempio il fatto che il rimodellamento delle sinapsi dipende da
variazioni dell’espressione genica. I geni infatti, oltre a stabilire il colore dei nostri capelli,
modificano incessantemente il nostro cervello in risposta alle esperienze.

Queste scoperte, che nel 2000 gli sono valse il premio Nobel per la fisiologia o la medicina,
condiviso con Arvid Carlsson dell’Università di Goteborg e con Paul Greengard della Rockefeller
University, sono l’ossatura della concezione connessionista delle neuroscienze. Vale a dire, il
cervello sarebbe un organo estremamente plastico, definito dalla trama di connessioni fra i neuroni
e fra le regioni del cervello.
Se la sua carriera ha contribuito a definire i fondamenti delle neuroscienze del XX secolo (e del
XXI) , la sua vita riflette alcuni grandi sommovimenti del Novecento. Psichiatra prima che
neuroscienziato, Kandel si rivolse a questa nuova disciplina alla ricerca di spiegazioni fisiche del
comportamento umano. Fu così che, in fuga dal nazismo e da quello sconquasso generale che fu la
seconda guerra mondiale, giunse negli Stati Uniti, la sua nuova patria. Il potere dei ricordi di
quegli anni fu all’origine della sua fascinazione per la memoria. Kandel era convinto che decifrare
la costruzione dei ricordi sarebbe stata la chiave per capire la nostra essenza.

«Siamo ciò che siamo in virtù di ciò che abbiamo imparato e che ricordiamo», osserva.
Un’affermazione di cui ha dimostrato non solo la verità, ma anche i meccanismi.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *